SPECIALE. LE FOTO DI PAPA WOJTYLA NUDO/3. Gelli ammette: "Quei flash pagati 250 milioni"
Monday, 15 September 2008di Gabriele Mastellarini
Un esclusivo servizio fotografico su Giovanni Paolo II a Castel Gandolfo mentre fa il bagno è materiale ottimo per incrementare la tiratura di un giornale. L’ardito fotografo è riuscito a farcela e si presenta dal direttore generale della Rizzoli, Bruno Tassan Din, per vendere quei flash che valgono una prima pagina.
Il bravo professionista non sa però che la P2 comanda in via Solferino: L’ordine di acquistare le pellicole e di farle sparire arriva proprio da Gelli, magari su commissione di Marcinkus. «Pregati Tassan Din di far sospendere quel servizio – ha raccontato il Venerabile nel libro “La Verità” – e gli suggerii di far consegnare direttamente al Papa o alla segreteria di stato tutte le fotografie in argomento. Tassan Din si rese subito conto della validità del mio ragionamento e mi assicurò che mi avrebbe fatto immediatamente avere le foto incriminate che, difatti, di lì a pochi giorni mi consegnò personalmente.
Le feci recapitare al Papa, avvalendomi di un autorevole esponente democristiano. Così il Papa riebbe le sue foto, il Gruppo Rizzoli assorbì di buon grado la perdita di 250 milioni, somma che a detta di Tassan Din era stata pagata al fotografo per questo servizio, nessun nome fu fatto, i servizi di sicurezza furono, credo, strigliati a dovere e rafforzati, e tutto finì nel migliore dei modi, senza scalpore».
SPECIALE. LE FOTO DI PAPA WOJTYLA NUDO/1 – Esce il libro scandalo
SPECIALE LE FOTO DI PAPA WOJTYLA NUDO/2 – La storia
Consulta la tesi di laurea di Gabriele Mastellarini sul caso Rizzoli-P2 (1976-1982)


Francesco D. Caridi dice:
Monday, 15 September 2008 alle 17:54
Guarda, caro Mastellarini, che nei maggiori giornali italiani è capitato molte volte che si acquistassero fotografie per impedirne la pubblicazione, e ciò per fare un favore alle personalità ritratte in pose sconvenienti e quindi per evitare loro un imbarazzo o un fastidio pubblico o una lesione di immagine.
Ti cito un caso noto soltanto a pochissimi addetti ai lavori. Il fascinoso Giorgio Almirante, segretario nazionale del MSI, fu sorpreso dalle parti di Villa Borghese fermo in automobile (allora non era il tempo delle scorte: Almirante guidava una Cinquecento) in compagnia di una bella ragazza della destra romana. Un fotografo, che l’aveva pedinato, riuscì a fare scatti sorprendenti, la cui pubblicazione avrebbe nuociuto allo strenuo difensore parlamentare del buon costume. Almirante chiamò subito il senatore Mario Tedeschi, il direttore de “il Borghese” che dirigeva anche l’ufficio stampa e propaganda del MSI, e gli chiese di correre ai ripari. Tedeschi, che conosceva molto bene l’ambiente dei fotografi (molti loro scatti “proibiti” erano venduti sempre al “Borghese”, rivista che al tempo tra i magazines politici superava di gran lunga L’Espresso per qualità e spregiudicatezza), riuscì a comprare quelle fotografie prima che finissero in qualche casa editrice di sinistra che le avrebbe certamente usate per danneggiare il leader della Destra nazionale.
Morale della favola: vai a fare un piacere… Almirante ebbe il sospetto che quella trappola gli fosse stata ordita dagli avversari interni di “Democrazia Nazionale”, la corrente poi scissionista del MSI della quale faceva parte anche Mario Tedeschi, il quale tenne per un po’ quelle fotografie nel cassetto e, anni dopo, raccontò a me giovane redattore il fatto, facendosi una risata.
Tanto, per la piccola storia.
Gabriele Mastellarini dice:
Monday, 15 September 2008 alle 21:45
GRAZIE PER IL COMMENTO FRANCESCO
SPERO TU SIA TORNATO DALLE VACANZE…QUI IL BLOGIORNALE HA BISOGNO ANCHE DI TE
A PRESTO
GM