A Serious Man – dal 4 dicembre al cinema

Monday, 30 November 2009
Pubblicato nella categoria CINEMA

aseriousman

di Gabriele Niola per dituttounblog.com

Io ve lo dico subito perciò poi non venitevi a lamentare: quest’ultimo film dei fratelli Coen è un vero capolavoro, il migliore della loro onorabile carriera, ma non vi piacerà. Non piacerà a voi che volete che un film dia risposte, che volete uscire dalla sala pensando a quale sia la morale da trarre o cosa volessero dire gli autori, voi che se non si capisce come va a finire vi infastidite e che non sapete accettare che non è la trama a contare ma come essa ci venga raccontata.

Non vi piacerà perchè questo film cerca un senso nel suo continuo gridare all’assenza di senso nella realtà e specialmente nelle storie che ci raccontiamo. Non vi piacerà perchè comincia con un antefatto, una storiella ebraica di una famiglia visitata da uno spirito, e per quanto vi sforzerete di trovare un senso al fatto che i Coen abbiano messo quella storia all’inizio del film non lo troverete o vi toccherà arrampicarvi sugli specchi, perchè un senso non c’è e quella storia è lì a dimostrare questo. Come molte altre delle storie raccontate nel film non insegna nulla.

L’impresa folle di fare un film per comunicare che le storie (e quindi i film) non hanno senso per le nostre vite è ciò che di più alto e audace i fratelli Coen abbiano mai tentato. Eppure la storia di questo professore ebreo negli anni ’60, quest’uomo serio, che sembra tanto un uomo che non c’era per quanto la sua vita è grigia, anonima, noiosa e per quanto la sua figura è evanescente a confronto della colorita umanità che lo circonda, è piena di eventi: a casa le cose vanno male, la moglie vuole divorziare, i figli fanno quello che vogliono, il fratello con problemi mentali si caccia continuamente nei guai, il vicino si prende le libertà che vuole con il suo giardino e al lavoro il tono non è migliore, uno studente lo minaccia e i superiori potrebbero non dargli l’agognata promozione.

Si ride e ci si preoccupa molto nel corso del film ma alla fine lo schermo nero con la dicitura “Un film di Joel e Ethan Coen” arriverà prima che le diverse storie si siano risolte, troncando una splendida sequenza che sembra far presagire altri risvolti nelle trame. Ecco quando arriverà quel momento con le note di “Somebody to love” dei Jefferson Airplane (canzone che risuona in tutto il film, ma senza motivo non temete!) e voi vi lamenterete perchè non saprete mai come andrà a finire la storia non venitevi a lamentare con me, io ve lo dico ora che le cose stanno così e che proprio per questo motivo questo film è il più grande che i fratelli Coen abbiano mai fatto. Perchè ha l’audacia di affermare il proprio intellettualismo senza remore, l’audacia di porsi un obiettivo altissimo e di raggiungerlo diventando un racconto di straordinaria moralità e valore che continuerà a farci ronzare in testa domande sul senso di quello che facciamo e di quello che guardiamo o leggiamo per mesi a venire (se non anni, ma quello dipende da voi).

A voi che lo sconsiglierete ai vostri amici determinando l’inevitabile insuccesso commerciale di quest’opera straordinaria chiedo almeno di provarci ad avvicinarvi a questo film con un po’ di audacia e curiosità intellettuale per lasciarvi colpire a livello sensoriale (questa volta la fotografia non è di uno dei due fratelli come al solito ma del grandissimo Roger Deakins, ed è un orgasmo dopo l’altro) e a livello intellettuale da una storia piena di senso che grida all’assenza di senso nelle nostre vite.

Guarda il trailer:

Annozero del 8 ottobre 2009: esiste ancora un servizio semipubblico, grazie

Friday, 9 October 2009
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annozero

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Ce l’abbiamo fatta a poter guardare una puntata di Annozero senza mignotte. Quella odierna è stata piacevole, intensa, interessante ed informativa. Sono stati trattati argomenti molto trascurati dalla stampa in genere. E che ci voleva tanto?

Grande Sandro Ruotolo, un giornalista con le palle. A lui tutta la mia solidarietà: tieni duro, non sarai lasciato solo.

Ma per caso c’era anche Travaglio? Ora che ricordo, in effetti si è intravisto un tizio che ha fatto una specie di riassunto, tipo quelli che abitualmente fanno gli studenti delle scuole medie: copia, incolla e vai. Un ospite mediocre.

Senza gli scazzi tra Ghedini e Di Pietro la serata televisiva poteva risultare maggiormente gradevole.

Per fare una grande puntata mancava solo Salvatore Borsellino.

Giampaolo Giuliani, il ricercatore fai da te che ha previsto le scosse di terremoto di questa notte. E non solo quelle

Thursday, 8 October 2009
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giampaolo-giuliani

di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Vi dice nulla il nome di Giampaolo Giuliani? Se la risposta è no, nessun problema: i media evitano accuratamente di ricordare che il signore nella foto ha il singolare hobby di prevedere i terremoti con il metodo della misurazione del radon, un gas radioattivo emesso dalle viscere della terra. Lo abbiamo citato alcune volte in questo blog.

Ieri sera, prima di andare a dormire, mi sono imbattuto in una nota pubblicata alle 23:00 dal blog di Claudio Messora, byoblu.com, nel quale Giuliani raccomandava “cautela” a seguito dell’aumento dei livelli di radon rilevati. Ha ipotizzato la possibilità del verificarsi di un evento sismico che poteva interessare la zona a sud de l’Aquila. Dai pochi strumenti e mezzi dei quali ha disponibilità non poteva dedurre precisamente la zona interessata, «il raggio d’azione delle strumentazioni non si spinge fino alla zona di Sora (in provincia di Frosinone – n.d.r.), a meno di non avere eventi superiori al 3.5/3.8, che potrebbero essere invece osservati dalle macchine».

Beh, questa mattinaalle 7:30 cosa ti leggo nei titoli che scorrono in tv? Che nella notte ci sono state due scosse intorno al grado 3.5 in provincia di Frosinone. Coincidenza?

Probabilmente una pura combinazione, come quella che lo ha portato ad ipotizzare un forte terremoto nella zona de l’Aquila. Giuliani è stato denunciato per procurato allarme, Bertolaso gli ha dato del cretino e la “Commissione Grandi Rischi” ha tranquillizzato tutti affermando che non c’era alcun pericolo. Sappiamo tutti come è andata a finire.

Se vi piace l’argomento, suggerirei di visualizzare anche la video intervista che Claudio Messora ha fatto ad un operatore della Rai che si era imbattuto in Giuliani qualche giorno prima del disastroso terremoto che ha colpito l’Abruzzo, è stata pubblicata ieri su byoblu.com

Un altro Lodo da buttare

Wednesday, 7 October 2009
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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Con l’approssimarsi della decisione della Corte Costituzionale se ne sono sentite di tutti i colori. Dalle accuse di golpe strisciante a chi evoca il popolo in piazza, ce n’è in abbondanza per tutti i (dis)gusti. Con la recente dichiarazione di incostituzionalità della legge ordinaria che porta il nome del Ministro Alfano è finita una farsa, non è certo finita qui la storia.

Dalla minuscola tribuna di questo blog non voglio certo sovrappormi a giudizi ben più autorevoli su questa vicenda, solo fare qualche osservazione.

Del tipo: ma che razza di avvocati e consiglieri ha il premier Silvio Berlusconi? La suprema Corte ha ribadito ancora una volta che per modifiche di questo genere è necessario promulgare una legge costituzionale, non un provvedimento ordinario. L’aveva già fatto per l’analogo c.d. Lodo Schifani, non c’era certo bisogno di impegnare Camera e Senato in sedute a ritmi serrati per questa schifezza di risultato. E poi i fiumi di inchiostro versati dalla stampa, compresa quella estera. Berlusconi si è avvalso dell’autorevole e strenua difesa degli avvocati Ghedini e Pecorella, mica robetta. Tanto autorevoli che nelle argomentazioni a difesa del loro assistito sono addirittura arrivati a dichiarare come principio giuridico che Berlusconi è “primus super partes”, al di sopra degli altri e della legge insomma. Va riconosciuto che in effetti c’è qualche lieve particolare che lascerebbe supporre una certa presunzione in tal senso da parte del premier. Che questo divenisse un argomento da portare dinanzi ai Giudici Costituzionali è sembrato però un tantino azzardato anche a me, che non sono certo un attento giurista. Per questa brillante performance gli avvocati-parlamentari di Berlusconi sono stati presi allegramente per il culo anche dal Times e da un nutrito gruppo di testate estere, complimenti.

Cataste di documenti fotocopiati per i giudici e tutti gli addetti ai lavori: con la penuria di risorse economiche che vive la Giustizia italiana è un vero insulto. Alla fine dei giochi, una grossa vaccata di legge che ha portato a spendere una cifra di tutto riguardo, senza considerare il tempo perso da parlamentari, senatori, addetti ai lavori, giornalisti, giuristi, commentatori e chi più ne ha più ne metta. Tutto per cosa? Per garantire al premier, dicono, di poter governare serenamente e non essere disturbato da vicende giudiziarie.

Mavalà Silvio, non preoccuparti. Nessuno vuole oppure ha la forza di sovvertire la cosiddetta “volontà popolare”, hai solo bisogno di farti consigliare meglio sulle mosse da fare.

Certo che adesso il premier sarà un tantino contrariato, e dato che si tratta di qualcuno che ha in mano il governo e la televisione sarà facile far sentire tutta la propria irritazione. Già dalle prime dichiarazioni a caldo si apprende che si è scagliato contro la Corte, definendola “di sinistra”. Altra mossa sbagliata, non è prevalsa una visione politica bensì una inevitabile decisione giuridica.

Notizie stantie dell'ultim'ora: da un pentito di mafia accuse a Dell'Utri e Forza Italia

Wednesday, 7 October 2009
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Il corriere.it sembra aver scoperto solo oggi, con notizia pubblicata alle ore 17:16 in “notizie ultima ora”, che Marcello Dell’Utri viene indicato dal pentito Antonino Giuffré come referente nei rapporti fra Cosa nostra e Forza Italia.

Sai che novità, delle rivelazioni di Giuffré ne aveva parlato dettagliatamente www.agoravox.it il 9 settembre, avevo ripreso l’articolo su questo blog.

Nelle motivazioni della sentenza di primo grado, quella per intenderci che ha visto condannare Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, viene riportato: «Vi è la prova che Dell’Utri aveva promesso alla mafia precisi vantaggi in campo politico e, di contro, vi è la prova che la mafia, in esecuzione di quella promessa, si era vieppiù orientata a votare per Forza Italia nella prima competizione elettorale utile e, ancora dopo, si era impegnata a sostenere elettoralmente l’imputato in occasione della sua candidatura al Parlamento Europeo nelle file dello stesso partito, mentre aveva grossi problemi da risolvere con la giustizia perchè era in corso il dibattimento di questo processo penale.»

Se proprio vogliamo delle notizie non ancora ammuffite, andiamo semmai a leggerci questo articolo di ieri su agoravox.it . Potremmo ad esempio scoprire che il processo di appello volge alla conclusione ed il PG nella sua requisitoria ha dichiarato che «Berlusconi ha fornito un apporto rilevante e significativo a Cosa nostra».

Meglio forse non dirle certe cose, altrimenti si scatena un’altra accusa di golpismo.

Nel frattempo è arrivata la notiza della dichiarazione di illeggittimità del Lodo Alfano, la Corte Costituzionale ha deciso indipendentemente dalle minacce populistiche di Bossi e di molti altri. Questa sì che è una notizia.

Mondadori, Berlusconi corresponsabile di corruzione

Monday, 5 October 2009
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berlusconi-smorfia

Reuters, lunedì 5 ottobre 2009 18:57

(aggiunge reazioni Berlusconi e Ghedini, dettagli su risarcimento)

MILANO, 5 ottobre (Reuters) – Secondo il giudice di Milano Raimondo Mesiano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è “corresponsabile della vicenda corruttiva” che negli anni 90 portò il gruppo Mondadori sotto il controllo della Fininvest.

E’ quanto si legge nelle motivazioni della sentenza con cui il tribunale civile ha riconosciuto sabato scorso alla Cir di Carlo De Benedetti, che controlla l’Espresso, un risarcimento da 750 milioni di euro a carico della holding della famiglia Berlusconi – che controlla Mondadori, Mediaset , Mediolanum e Milan – per il danno patrimoniale da “perdita di chance” di un giudizio imparziale.

“E’ da ritenere ai soli fini civilistici del presente giudizio che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede; corresponsabilità che, come logica conseguenza, comporta, per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore commesso nell’attività gestoria della società medesima, la responsabilità della stessa Fininvest”, si legge nelle motivazioni della sentenza.

Berlusconi si è detto oggi in una nota “letteralmente allibito” e ha definito la sentenza “al di là del bene e del male… una enormità giuridica“.

“Il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c’è nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito”, ha scritto il premier nella nota.

FININVEST RESPONSABILE A CAUSA DI CONDOTTA BERLUSCONI

La lunga vicenda giudiziaria di cui il cosiddetto Lodo Mondadori è stato oggetto è scaturita dall’inchiesta sulle cosiddette “toghe sporche”, che indagava sulla presunta corruzione di alcuni giudici del tribunale di Roma.

Nel 2007, con sentenza definitiva, la Corte d’Appello di Milano ha stabilito che la sentenza emessa nel 1991 dal giudice Vittorio Metta del tribunale capitolino – che ribaltò un lodo arbitrale dell’anno precedente assegnando Mondadori, oggetto di un contenzioso tra Cir e Fininvest, alla holding di Berlusconi – era stata viziata da corruzione. Fondamentali nel processo le dichiarazioni della superteste Stefania Ariosto.

In base alla sentenza dei giudici di Milano, il tribunale civile del capoluogo lombardo sabato scorso ha condannato la holding della famiglia del premier al pagamento di un risarcimento di 750 milioni di euro alla Cir.

La sentenza lega le responsabilità di Fininvest a quelle del suo azionista di riferimento, Silvio Berlusconi.

“La responsabilità della convenuta (Fininvest, ndr) è qui impegnata perché la condotta di Berlusconi è stata all’evidenza posta in essere nell’ambito dell’attività gestoria di Fininvest, e cioè nell’ambito della cura degli interessi di quest’ultima. Deve quindi essere, in primo luogo, affermata la responsabilità della società convenuta per la condotta posta in essere nella sua già vista qualità dall’onorevole Silvio Berlusconi”, si legge nelle motivazioni.

Silvio Berlusconi uscì dal processo nel 2001, prosciolto per intervenuta prescrizione dalla corte d’Appello di Milano, cui aveva fatto ricorso la procura. Al premier fu riconosciuta la corruzione semplice, che ha tempi di prescrizione ridotti rispetto alla corruzione giudiziaria. La prescrizione fu confermata dalla Cassazione nel novembre 2001.

La corte d’Appello rinviò invece a giudizio gli altri imputati, fra i quali l’avvocato Cesare Previti e l’ex giudice Metta. Al termine di una lunga vicenda giudiziaria, la Cassazione nel 2007 ha confermato le condanne inflitte a Previti e Metta dalla Corte d’Appello di Milano, rispettivamente a un anno e sei mesi e due anni e nove mesi di reclusione.

“INGIUSTA LA SENTENZA DELLA CORTE D’APPELLO DI ROMA”

Le motivazioni della sentenza milanese esprimono poi una chiara valutazione della sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel 1991 sul Lodo Mondadori.

“Nessun ostacolo sussiste all’affermazione che sono stati lesi i diritti costituzionalmente garantiti della Cir sotto due profili: in primo luogo è stato leso il diritto a un giudizio reso da un giudice imparziale. In secondo luogo Cir è stata lesa nel suo diritto all’immagine e alla reputazione, che sono state sicuramente danneggiate dall’ingiusta sentenza della corte d’appello di Roma, frutto della corruzione di Metta”, si legge nella sentenza.

Per quantificare in 750 milioni il danno patrimoniale sofferto da Cir, i giudici civili di Milano hanno sommato 284 milioni a titolo di danno derivante dalle condizioni deteriori alle quali fu pattuita la spartizione del gruppo L’Espresso-Mondadori rispetto alle condizioni di una trattativa non inquinata dalla corruzione del giudice Metta, otto milioni per danno da spese legali e 20 milioni per danno da lesione dell’immagine. Il totale (quasi 313 milioni), si legge nella sentenza, è stato poi rivalutato alla data di commissione dell’illecito – cioè la data di deposito della sentenza Metta, il 1991 – ed addizionato di interessi fino ad ottenere un importo di 937 milioni, al quale è stata poi applicata una riduzione dell’80%, pari alle “chances” di conferma del lodo arbitrale che assegnava Mondadori a Cir, poi invece ribaltato dalla sentenza Metta.

Il risarcimento chiesto da Cir, al netto di interessi e rivalutazioni, ammontava a quasi 470 milioni, ed era quindi superiore a quello deciso sabato dai giudici.

Secondo il deputato Pdl e avvocato del premier Niccolò Ghedini, la cifra è “palesemente scollegata a qualsiasi dato reale superando addirittura di gran lunga lo stesso valore della quota Mondadori detenuta dalla Fininvest”.

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Gianfranco Fini ed il nobile gesto della rinuncia al Lodo Alfano

Monday, 5 October 2009
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riceviamo e volentieri pubblichiamo queste riflessioni sul “bel gesto” di Gianfranco Fini che ha preferito non avvalersi del “Lodo Alfano”

di Alessandro (detto Sandro) Fornettini per www.dituttounblog.com

Leggo da giornali e apprendo da tv nazionali che Gianfranco Fini ha rinunciato al lodo Alfano per il processo relativo alla querela per diffamazione mossagli dal Pm di Potenza Woodcock.

Applausi da più parti per il presidente della Camera dei Deputati. In realtà lo stesso Fini – rappresentato dalla collega di partito Giulia Bongiorno – aveva inizialmente chiesto al Gup del Tribunale di Roma di respingere la denuncia avvalendosi della cosiddetta “insindacabilità” delle opinioni espresse dai parlamentari ai sensi dell’art. 68 della Costituzione.

Ma il Gup di Roma, argomentando a dovere, aveva sconfessato le tesi dell’avv. Bongiorno dicendo che no, quelle opinioni espresse in tv (Porta a Porta la trasmissione) non rientravano nell’attività parlamentare. Per Fini però il processo veniva sospeso e il tutto era rimesso alla valutazione della Camera dei Deputati, della quale il leader del Pdl è Presidente. Esiste infatti, la legge 140 del 2003 recante: Disposizioni per l’attuazione dell’articolo 68 della Costituzione nonché in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato.

Ai sensi di questa legge il processo è sospeso in attesa dell’intervento dell’Assemblea di Montecitorio. Se la Camera di appartenenza “è favorevole all’applicazione dell’articolo 68, primo comma, della Costituzione, il giudice adotta senza ritardo i provvedimenti indicati al comma 3 e il pubblico ministero formula la richiesta di archiviazione”.

In sostanza pur rinunciando al lodo Alfano, Fini avrebbe quasi certamente evitato il processo passando attraverso la legge 140/2003, mai impugnata davanti alla Consulta.

Salutini da Fornettini

http://www.camera.it/parlam/leggi/03140l.htm

http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/004ter/012/INTERO.pdf

Gli “oncogeni Marzotto” a Praia a Mare. Aspettiamo l’intervento della Borromeo sul “Fatto”

Monday, 5 October 2009
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riceviamo e volentieri pubblichiamo questa email di Fabrizio Spinella – La vicenda è trattata oggi in cronaca da repubblica.it – ne ha parlato estesamente anche Indymedia Calabria

Caro Fornasini,

circa un centinaio li ha già mandati all’altro mondo, un altro centinaio in mobilità col beneplacito della Regione Calabria. Quando indossate vestiti e filati vari della ditta Marzotto, pensate soprattutto a quanti “cappotti di legno” sono stati confezionati a causa sua per i poveri operai di Praia a Mare tumorati nella fabbrica di coloranti tessili della Marlane Marzotto, che spostò la produzione in Calabria per beneficiare delle agevolazioni finanziarie a chi investiva nel Sud, salvo poi dichiarare lo stato di crisi col solito refrain della concorrenza dei Paesi emergenti (concorrenza generata anche dagli stabilimenti tessili italiani che si sono allocati nel Terzo Mondo per sfruttare la manodopera a basso costo contribuendo pure all’aumento della mortalità indigena, senza troppi scrupoli salutistici e di sicurezza nei processi di lavorazione, come in Calabria).

Del resto, dalle parti dei Marzotto, a Valdagno, e altrove nel Vicentino, quel tipo di lavorazione cancerogena non la vogliono più. Non ci risulta che Beatrice Borromeo, l’ex assistente di Santoro ad “Anno Zero” adesso praticante al quotidiano di Travaglio “Il Fatto”, ne abbia fatto oggetto di un inchiesta o di una protesta vibrante contro i suoi parenti Marzotto che non hanno vigilato sulle norme di sicurezza nello stabilimento di Praia a Mare. Ricordiamo che sua nonna è Marta Vacondìo già sposata ad un conte Marzotto, che cornificò con il pittorone Guttuso appropriandosi del cognome del marito anche dopo il divorzio, e suo cognato è John Elkann luogotenente della Fiat.

La contessina, che a ben vedere ha meno dei canonici tre quarti, discetta ora del malessere degli operai italiani ora delle abitudini mondane di Berlusconi, ma in realtà ignora la condizione dei primi mentre conosce meglio del primo ministro i risvolti della seduzione, come testimonia la foto che la ritrae mentre si fa strizzare in pubblico la “pàssera” dal principino Casiraghi-Grimaldi di Monaco, intento a spupazzarla.

Attenderemo invano dalla contessina un suo articolo sugli “oncogeni Marzotto” in Calabria, in prima pagina sul “Fatto”. E, visto che ha già percorso il Mar Tirreno sullo yacht del Principato, non le sarà difficile fare una capatina a Cetraro per scrivere su una delle navi di veleni chimici colà affondata.

Fabrizio Spinella

Palpata-Casiraghi-Borromeo

ANNOZERO: affonda il colpo o il buon gusto?

Thursday, 1 October 2009
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di Nicoletta Salata per dituttounblog.com

Ci dicesse almeno Santoro, dato che nel sito di Annozero ancora non è data notizia della puntata, a che ora è prevista l’incoronazione della martire del Salon Kitty, in modo tale che i deboli di stomaco ma certamente più forti in quanto ad intelletto possano evitare di assistervi bypassando il collegamento, anche se è probabile che la escort specialist siederà in realtà in studio. Incollata  in una postazione assegnatale per chissà quali titoli o meriti in una sorta di trono immaginario e decadente, regina dello squallore, circondata da figure assurte a sostenitori che si prostrano a lei, mostrandola con tanta ipotizzabile disinvoltura, come i peggiori sudditi del regno del vacuo. Il che renderebbe necessario non sintonizzarsi affatto sul canale che stasera vedrebbe trionfare una bassezza dalla quale potremmo essere risparmiati, se non fosse che evidentemente qualcuno vuole affondare a tutti i costi il suo ennesimo colpo (che sa molto di “grosso” in questo caso), non rendendosi conto che altre ferite possono aggravarsi in questo quadro…clinico (quello del buon gusto e dell’informazione) già di per sé compromesso.

Santoro, infatti, se la sarà pur posta la semplice domanda “faccio bene o faccio male” ad esibire nuovamente (lo ha già fatto nella puntata precedente) questa figura volgarmente femminile impersonificante la sassaiola dello scandalo, divenuta oramai per ripetitività e noia un ingombrante  macigno?

Possibile che non abbia considerato il rovescio della medaglia di tale inutile e vago pseudo-scoop mascherato da libertà e diritto, perfino dovere, alla notizia?

Sul  lato del diritto di questa patacca da bric à brac in cui si espongono scadenti cianfrusaglie, ci sono probabilmente:  la volontà di non demordere sulla vicenda tirando in ballo ancora una volta la protagonista attivamente coinvolta nel piccante incontro nonché colei che ha fatto scoppiare il caso; il conseguente (da lui presunto) ulteriore sputtanamento della già compromessa reputazione morale del Premier e ancora l’effetto audience che tale presenza potrebbe procurare allettando illusi aspiranti perseguitori della verità, morbosi di vicende prettamente gossipare e curiosi tout court. Si presume, in tal caso, soprattutto uomini, perché una donna con un minimo di  dignità e consapevolezza della propria identità come può non indignarsi e non ritenersi offesa dal fatto che una postazione dell’anfiteatro di Annozero venga  occupata da una maîtresse e non semmai da una…educatrice, ovvero una donna che abbia qualcosa di interessante e costruttivo da raccontare?

Se Santoro ha poi, anche se solo rapidamente, dato quindi uno sguardo al retro del suo bel monetone luccicante possibile che non abbia scorto quanto riduttivo e avvilente questa scelta possa risultare proprio rispetto ad alcuni positivi e condivisibili intenti sempre propugnati? Per quanto lui possa mantenere inalterato il suo pensiero (ammesso che sia veramente questo) a proposito di donne esibizioniste, entraîneuse, veline e vallette che passano alla politica, possibile che non si renda conto che così facendo avalla, seppur sottilmente e nel momento in modo impercettibile, quel meccanismo di insana trasmigrazione al quale lui stesso e i suoi seguaci, spesso con ragione, si oppongono?

Certo, questa femme più mantide che fatale, non riuscirà a strappargli un applauso per il genere che rappresenta. Ma farla sedere lì, seppure usandola chiaramente per altri scopi, e rivestirla di credibilità (per quanto possa risultare una parvenza) per il solo fatto di essere appostata in una trasmissione di informazione e non all’interno di un servizio sulla prostituzione o sulle aspiranti Mata Hari (senza offendere quest’ultima che fu anche considerata “danzatrice unica e sublime” e che peraltro finì fucilata) le conferirà già una anomala ulteriore notorietà.

Ed è anche così che si vanno a montare certi palloni che invece andrebbero sgonfiati.

Se proprio l’argomento dovrà essere rimarcato, per una sorta di insopportabile astinenza, non si poteva ricorrere, come già applicato, al metodo della “fiction”? La brava ed intensa Guerritore (non a caso già Lupa, Femmina, Veneziana, Scandalosa Gilda ecc…ospitata in altre occasioni) l’avrebbe interpretata rendendo anche i lati oscuri di questa arrivista senza scrupoli.

Perché non è il fatto che l’individua dal cognome emblematico (al nome di un fiume segue il termine rio…quasi ad indicare che lei del fiume non è che un misero torrentello che da semplice affluente ha mirato ad essere…influente) si venda, a far scalpore. E’ semmai il fatto che usi un registratore in una circostanza, per quanto avvilente e biasimevole, che di per sé si prefigura invece intima e riservata.

Che dire. Si preannuncia, accanto al rialzo degli ascolti, il crollo della decenza. Speriamo fino all’ultimo, come nel caso di  qualsiasi disastro annunciato,  che sia un falso allarme.

Altrimenti l’acqua cheta ma già sufficientemente sporca diverrà una piena e chissà…dalla seduta di Annozero passando attraverso il canale di Brass o lo stretto dei Vanzina potrebbe approdare alla riva di una più comoda e stabile poltrona. E sguazzare alla grande mentre noi affondiamo.

Famiglia Cristiana all'attacco: "Scarsissimi i risultati del governo"

Thursday, 1 October 2009
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Dopo le critiche di ieri allo scudo fiscale, Famiglia Cristiana riparte all’attacco del Governo con un secondo editoriale che boccia i provvedimenti degli ultimi mesi, affermando che sono stati “varati in fretta e furia sull’onda dell’emotività, di difficile applicazione e con scarsissimi risultati”.

da rainews24.it

Dopo le critiche di ieri allo scudo fiscale, Famiglia Cristiana riparte all’attacco del Governo con un secondo editoriale che boccia i provvedimenti degli ultimi mesi, affermando che sono stati “varati in fretta e furia sull’onda dell’emotività, di difficile applicazione e con scarsissimi risultati”.

“Valeva la pena spaccare il Paese, alimentare la paura ad arte, aizzare gli animi per un briciolo di consenso in più?” si chiede il settimanale dopo aver rilevato che le ronde non piacciono ai sindaci e dunque in realtà non vengono promosse. Anche altri provvedimenti, scrive Famiglia Cristiana, “hanno creato più problemi di quelli che pensavano di risolvere, oltre a creare tensioni tra mondo politico e magistratura, che ha già sollevato eccezioni di costituzionalità sul reato di clandestinità o aperto indagini sui respingimenti”.

Pure sulla regolarizzazione di badanti e colf, “più subita che voluta dalla stessa maggioranza”, per il giornale dei paolini, “gravano improvvisazione, confusione e requisiti troppo rigidi” che l’hanno trasformata in “un’altra occasione sprecata, che lascerà una vasta area di sommerso e irregolarità”.

“Stendiamo un pietoso velo – continua l’articolo-requisitoria – sulla tanto strombazzata social card, l’elemosina di Stato che ha convinto ben pochi italiani, visto che ne usufruiscono solo 600mila persone contro gli oltre un milione e trecentomila stimati”. E mentre parte il concorso della Sisal ‘Vinci per la vita’, il tanto atteso quoziente familiare “per bocca degli stessi esponenti del Governo, è destinato per ora a rimanere un sogno”.

“Possiamo affidare il futuro del Paese all’improvvisazione o alla sorte?”, domanda Famiglia Cristiana che conclude: “Abbiamo davvero bisogno del ‘partito del buonsenso”.

Annozero: giovedì gnocca

Thursday, 1 October 2009
Pubblicato nella categoria STAMPA E DINTORNI

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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com

Questa serata di giovedì davanti alla TV la prevedo abbastanza piacevole. Penso proprio che noleggerò un DVD di un vecchio film che ho perso al cinema, oppure qualcosa che mi va di rivedere.

Ovviamente non importa a nessuno di quale film vedrò stasera, invece di quello che andrà in onda alla Rai ne parlano tutti i giornali. La notizia del giorno è che la puntata odierna di Annozero avrà come ospiti in studio le solite mignotte: mediatiche, televisive, politiche, giornalistiche o di mestiere.

Ed io che speravo che prima o poi si facesse davvero un servizio di informazione da quelle parti, ad esempio ospitando in studio rappresentanti delle migliaia di insegnanti precari che da quest’anno scolastico sono a spasso, disoccupati a 40-50 anni. Fra l’altro sabato 3 ottobre a Roma si terrà la manifestazione nazionale dei precari della scuola, e nessuno ne parla.

Sono mesi che in tutta Italia si sono accese proteste, manifestazioni, in qualche caso anche disordini ed interventi della polizia per il contenimento della protesta. E nessuno ne ha parlato, anzi la FNSI ha pensato bene di spostare la sua manifestazione sulla libertà di stampa nello stesso giorno e nella stessa città, i precari non esistono per i paladini dell’informazione.

Sabato scorso a Roma un paio di migliaia, o forse più, hanno manifestato a Roma per chiedere chiarezza e trasparenza nella lotta alla mafia, in testa al corteo Salvatore Borsellino.

E nessuno ne ha parlato. Santoro, perché non porti in studio Borsellino invece della D’Addario?

Meglio mandare tutto a puttane, fa più audience.

Alla fine avrà mica ragione Berlusconi, quando dice che trasmissioni di questo genere portano voti e consensi a lui ed al suo partito?

Alemanno è il «Sindaco di tutti». Patrizio Bianconi la pensa diversamente: lui fa politica, non il missionario

Wednesday, 30 September 2009
Pubblicato nella categoria STAMPA E DINTORNI

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di Sergio Fornasini per dituttounblog.com (updated: Patrizio Bianconi intervistato telefonicamente da dituttounblog.com – il suo punto di vista in coda all’articolo)

Quando pochi mesi fa è stato eletto Sindaco di Roma, Gianni Alemanno ha dichiarato: «SARO’ SINDACO DI TUTTI». Forse ai suoi consiglieri è sfuggito questo particolare. In particolare a Patrizio Bianconi, detto Pezzimenti detto Zerisi detto Biancone, che risponde stizzito ad una email di un cittadino, reo di aver espresso in passato «antipatia nei confronti di Berlusconi» e pertanto indegno di una risposta civile.

Questo emerito rappresentante delle istituzioni parla chiaro, forse troppo: o il cittadino si ravvede e «stipula un patto di sangue» impegnandosi a votarlo in futuro oppure si può scordare anche solo di poterlo interpellare. Perché Bianconi lavora solamente per chi lo vota in quanto fa polititica, non il missionario. Sono parole sue.

Se pensate che questo colmi la misura siete proprio degli illusi: Biancone va molto oltre, in funzione della sua «professionalità» per accogliere lo sventurato cittadino fra i suoi accoliti chiede «nome, cognome, indirizzo di residenza affinché io possa schedarla nella mia rubrica». E perché lo vorrà schedare, forse per mandargli un panettone a Natale? Maddeché, dicono a Roma: il motivo è l’individuazione della sezione elettorale in cui lo sventurato va a votare, «al fine di controllare se esprimerà o meno la preferenza nei miei riguardi». Alla faccia della segretezza del voto, come sancito dalla Costituzione.

Biancone conclude poi chiedendo anche «il suo telefono di casa, il cellulare e l´e-mail al fine di poterla rintracciare quando ci servirà il voto suo e della sua famiglia. Se non se la sente di instaurare con il sottoscritto tale tipologia di patto la invito a rivolgersi alle persone che lei vota (…) Io non mi faccio prendere per il culo da nessuno!».

In effetti sembra essere lui quello che si diverte a pigliare per il culo il prossimo: nella lettera si autoreferenzia con riferimento «alle elezioni che mi hanno visto trionfatore». Sapete quante preferenze ha preso questo campione di democrazia applicata? Appena 1.531, risultando ultimo in classifica fra gli eletti del PdL.

Un vero trionfo.

Update:

Raggiunto telefonicamente (il suo numero di cellulare è rintracciabile in Rete), Bianconi è stato molto sereno e cordiale, nonostante il mio iniziale tono bastardo e sarcastico. Ha affermato di aver semplicemente risposto alla “provocazione” di un conoscente di vecchia data con il quale in passato ha avuto normali confronti in tema di politica, seppure da posizioni divergenti. Fra l’altro ha fatto notare che per lo scambio di missive è stato utilizzato il suo account e-mail personale, non quello istituzionale del Comune di Roma. Quindi secondo il suo punto di vista il tutto è riconducibile alla sfera dei rapporti interpersonali, i toni utilizzati derivano dalle sue origini toscane: e si sa, i toscani quando vogliono provocare vanno per le maniere spicce. Un semplice scambio di battute fra conoscenti, a suo giudizio il fatto che la vicenda sia finita sui giornali è figlia della caccia al gossip che la stampa ha intrapreso in questo periodo. Nessun accenno alla dura lettera di censura inviatagli dal Sindaco Alemanno, menzionata dal corriere.it ed anche da repubblica.it, quest’ultima titola addirittura “BUFERA IN CAMPIDOGLIO”. Quindi secondo lui nessuna bufera, solo una polemica destinata a spegnersi rapidamente, alimentata più dai giornalisti che da fatti concreti.

lo scambio di email è pubblicato da repubblica.it

Scudo fiscale: largo ai furbacchioni

Wednesday, 30 September 2009
Pubblicato nella categoria WEBNEWS

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da flickr.com

Sarò un inguaribile Candide ma proprio non riesco a capire perché, anziché perseguire gli evasori fiscali e coloro che fraudolentemente esportano capitali all’estero, li si debba riaccogliere in patria con tutti gli onori chiedendo loro solo un piccolo obolo per passare un bel colpaccione di spugna su tutti i loro misfatti.

Certo, meglio un soldino oggi che un bel cavolo di niente… tuttavia, a costo di apparire desueto, obsoleto, matusa e assolutamente alieno dalla moderna etica economica, continuo a chiedermi: “Ma quale messaggio si continua a lanciare? “. E poi, da dove arriva questo viscido concetto secondo cui “è inutile spendere tempo e fatica nel dar la caccia agli evasori, tanto se la caveranno sempre” ? Con questo atteggiamento, non mi stupirei se il cosiddetto scudo non servisse a difendere i più deboli (come dovrebbero fare gli scudi) bensì a favorire i più forti, ricchi e soprattutto privi di scrupoli.

MA C’E’ DA FIDARSI DELLE PREVISIONI DI BORSA?

Wednesday, 30 September 2009
Pubblicato nella categoria NONSOLOSOLDI

di Gianluigi De Marchi per dituttounblog.com

Un lettore ci ha scritto per avere un parere su un consiglio datogli in banca basato sulla previsione di un prossimo rialzo in borsa, segnalato da un “importante ufficio studi”.

A costo di sembrare dissacranti, riteniamo opportuno sgombrare brutalmente il campo dagli equivoci affermando che prevedere il futuro dei mercati finanziari è un’attività assolutamente inutile, nonostante che prosperino nel mondo migliaia di “importanti uffici studi”. Il fatto è che ormai ogni previsione sul futuro andamento dei mercati è basata su modelli matematici complessi (alcuni magari hanno anche meritato il premio Nobel) che però puntualmente fanno cilecca. Eppure si spendono miliardi di euro per fare previsioni, per prevedere di quanto la borsa salirà o scenderà nei prossimi tre mesi, nel prossimo anno, nel prossimo decennio. Il fatto è che tutti coloro che investono hanno un disperato bisogno di “certezze”, vogliono tranquillizzarsi sull’esito delle loro operazioni e pensano che gli “esperti” possano gestire l’ignoto, cioè il futuro. Invece il futuro è, per tutti, imprevedibile, a meno che non sia uguale al passato; ed il limite delle previsioni è che proiettano sul domani un film di ieri. Nessuno ha previsto il crollo delle borse avvenuto da marzo 2000 fino al 2003; nessuno ha previsto il crollo delle borse avvenuto nel luglio 2007 che ha generato la crisi economica che stiamo vivendo oggi. Anzi, in entrambi i casi gli “importanti uffici studi” sfornavano previsioni ottimistiche. Ma allora è tutto sbagliato, tutto da rifare come amava lamentarsi il grande Gino Bartali? Non tutto. E’ sbagliato fidarsi ciecamente delle previsioni, è sbagliato credere che qualcuno possa veramente prevedere il futuro (chi vi dice che la borsa salirà nei prossimi tre mesi ha le stesse probabilità di azzeccare la previsione di colui che dice il contrario, così come avviene se andate da due astrologi diversi…). Basta avere cautela, fare il passo lungo come la gamba, investire prudentemente evitando titoli speculativi che oggi ti fanno ricco e domani ti rovinano, non farsi prendere dalla smania di guadagnare tantissimo in pochissimo tempo.

Pochi, concreti consigli ed avvertenze per l’uso che tutti dovrebbero seguire.

(Per DEFERRARI)

demarketing2008@libero.it

Alcune considerazioni di Paolo Barnard sulla vicenda Report – Gabanelli

Tuesday, 29 September 2009
Pubblicato nella categoria STAMPA E DINTORNI, WEBNEWS

barnard1MilenaGabanelli

dal sito di Paolo Barnard

47.000 euro.

La sentenza del tribunale di Roma è arrivata. Paolo Barnard, la RAI e Milena Gabanelli sono condannati a pagare 47.000 euro di danni al dirigente di una multinazionale del farmaco che fu da me filmato, in qualità di redattore di Report, mentre ammetteva l’esistenza della corruzione dei medici durante i congressi-vacanza di lusso (reato penale che danneggia milioni di ammalati, e che ne uccide ogni anno migliaia).

Come è noto (http://www.paolobarnard.info/censura.php), RAI e Milena Gabanelli mi hanno non solo abbandonato in giudizio, ma si sono accaniti affinché il giudice mandasse solo me al macello dei risarcimenti, nonostante l’inchiesta in oggetto fosse stata da loro voluta, apprezzata, vagliata, e replicata. Come è noto (http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=133), oggi la scure maneggiata contro di me dal binomio RAI-Gabanelli si è abbattuta proprio sulla conduttrice di Report. Come è noto, nel 2008 io da solo denunciai pubblicamente l’abominio dell’abbandono legale da parte degli editori ai danni dei loro giornalisti free-lance quando vengono denunciati dai ‘gaglioffi’ smascherati dalle loro inchieste. A quel tempo Milena Gabanelli e i suoi valenti redattori mi diedero del vigliacco piagnucolante. Non gradiva, la ‘paladina’, che si sapesse ciò che ella stava facendo contro di me e contro l’anima stessa della libera informazione pur di compiacere ai suoi dirigenti in RAI.

Oggi Gabanelli, privata dell’assistenza legale, reagisce stoicamente: “Continueremo comunque“. Report andrà in onda lo stesso. Ma in quel modo la signora di Report ha per la seconda volta cucinato la sua viltà e la sua paura di perdere la carriera in RAI sfornando un finto eroismo. Quasi tutti ci sono cascati, e sono in tripudio per il ‘coraggio’ di questa donna e dei suoi seguaci nell’andare avanti in ogni caso. Coraggio?

L’andare avanti in ogni caso di Milena Gabanelli è l’esatto contrario, è il piegarsi alla logica abietta del ‘padrone’ RAI permettendogli di perpetrare la sua ingiustizia senza conseguenze, senza cioè una ribellione pubblica della redazione del programma, alla stregua di ciò che fece il pool di Mani Pulite nel 1994 contro altri abietti padroni; senza una presa di posizione pubblica di Gabanelli contro i suoi datori di lavoro, che farebbe clamore; senza un incrociare le braccia chiamando a raccolta altri giornalisti per paralizzare i palinsesti in difesa del diritto alla tutela legale, cioè lotta civica, che è ciò che fecero per secoli i veri eroi dei nostri Diritti. Ma quegli eroi, a differenza di Milena Gabanelli, accettavano di pagare il prezzo del coraggio. Un prezzo che lei non pagherà mai e poi mai, perché il rischio per lei e per i suoi vassalli è di perdere ben di più di qualche causa civile. Il rischio è di perdere la carriera, la fama, lo stipendio, le amicizie che contano nel nome di un battaglia per un principio. Meglio di no, meglio chinare il capo e farla passare liscia agli scherani del Cavaliere a viale Mazzini. Questo è il suo ‘coraggio’.

Ciò che voi, pubblico, guadagnerete dal permanere in onda di Report a ogni costo (a ogni costo), è mille volte inferiore a ciò che perderete. Perché nel breve termine avrete ancora qualche sprazzo d’informazione, ma nel lungo termine morirà per sempre il coraggio di ribellarsi radicalmente, e con esso non morirà solo l’informazione, ma anche la speranza. Se non capite questo, è finita.

Nel 2008 chiesi pubblicamente a Report di schierarsi con me nella denuncia degli editori che abbandonano i loro giornalisti. Certo, il rischio era altissimo, e io ho pagato le conseguenze di quella denuncia, pesanti, tanto. Dalla redazione di Gabanelli mi arrivò disprezzo, “noi continuiamo a lavorare“, mi scrissero col piglio ‘eroico’ del lavoratore che non vuole disturbare il padrone. Non sapevo che il coraggio si esprimesse così. Per fortuna, così non lo espressero per secoli gli uomini e le donne cui dobbiamo ogni libertà che ci è rimasta.

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