Querelle Mastellarini-Iannini su dagospia.com

Thursday, 5 June 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

Gentile D’Agostino, a seguito del nuovo intervento della dottoressa Iannini le invio qui sotto il pezzo apparso sul Corriere della Sera il 26 febbraio 2003, evidenziando alcuni passaggi in neretto. Nella prima lettera della dott.ssa Iannini (da voi pubblicata) si dice che De Benedetti ha beneficiato della prescrizione “per il reato di corruzione, (ammesso dinanzi a me sin dal momento dell’arresto nel 1993)”, mentre come si legge dall’articolo per il reato di corruzione l’ing De Benedetti è stato prosciolto come indicato nel mio precedente intervento.

Gabriele Mastellarini

Tangenti, prosciolti De Benedetti e Andreotti
Sette imputati su 72 a giudizio. No al patteggiamento per «l’ideatore del sistema di corruzione»
ROMA – Non ha «comprato» i politici. Non ha versato tangenti per far ottenere alla sua Olivetti forniture miliardarie alle Poste. Per la seconda volta in otto mesi, Carlo De Benedetti è stato scagionato dalle accuse che la Procura della Capitale gli aveva mosso nel ‘ 93. Il presidente della Cir non sarà processato per corruzione: lo ha deciso il gup Roberta Palmisano, lo stesso giudice a giugno aveva prosciolto l’ ingegnere dai reati di peculato, falso ideologico e abuso d’ ufficio. Dopo dieci anni l’inchiesta che aveva coinvolto 160 politici, imprenditori e dirigenti è svanita nel nulla. Azzerati sia il primo filone, la vendita di apparecchiature obsolete alle Poste, sia il secondo, le mazzette pagate tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Con De Benedetti sono stati prosciolti Giulio Andreotti, Giorgio La Malfa, l’ ex cassiere della Dc Severino Citaristi, Giuseppe Ciarrapico, Vincenzo e Mario Lodigiani. Su 72 imputati soltanto sette sono stati rinviati a giudizio. Ad altri tre, fra i quali Giuseppe Parrella, ex ispettore generale delle Poste, definito dal gup «l’ideatore di un vasto sistema di corruzione all’ interno del ministero», Palmisano ha negato il patteggiamento: la loro posizione sarà esaminata da un altro giudice. «L’ingegner De Benedetti – sottolineano in una nota i difensori, Massimo Krogh e Marco De Luca – ha vissuto la sua dolorosa vicenda giudiziaria in un clima di civile e serena aspettativa di giustizia, che questa sentenza premia». Opposta la valutazione del procuratore aggiunto Maria Cordova, titolare dell’ inchiesta: «Attenderò di leggere le motivazioni per decidere se fare appello. Vorrei capire come mai le attenuanti generiche siano state concesse agli imputati maggiori e negate a quelli minori». La differente applicazione del Codice ha fatto scattare la prescrizione, che ha travolto due degli episodi contestati all’ ex presidente dell’ azienda di Ivrea. Ma per altre due presunte tangenti De Benedetti è stato scagionato con le formule «il fatto non costituisce reato» e «per non aver commesso il fatto». Anche Andreotti, accusato di ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, è stato prosciolto nel merito. Secondo la Procura, il presidente della Cir, tra l’ 86 e il ‘ 91, aveva pagato a Parrella e al suo braccio destro, Giuseppe Lo Moro, una tangente «non inferiore a dieci miliardi e 25 milioni di lire mediante versamenti estero su estero, al fine di assicurare alla società Olivetti, in violazione dell’ obbligo di imparzialità della pubblica amministrazione e a condizioni e costi svantaggiosi per la stessa, l’ affidamento da parte del ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni di forniture di telestampanti, software e hardware». È questo il capo di imputazione che, il 29 novembre ’93, provocò l’ arresto-lampo di De Benedetti: 12 ore nel carcere romano di Regina Coeli, giusto il tempo di essere interrogato dai magistrati. Poi l’ ingegnere tornò alla solita vita, in attesa di un verdetto che ci ha messo dieci anni ad arrivare.

Lavinia Di Gianvito

IL CASO LA SENTENZA Carlo De Benedetti, per la seconda volta in otto mesi, è stato scagionato dalle accuse che la procura romana gli aveva contestato nel 1993. Non sarà dunque processato per corruzione il presidente della Cir

L’ inchiesta aveva coinvolto 160 politici, imprenditori e dirigenti. Prosciolti per le forniture obsolete alle Poste anche Giulio Andreotti, Giorgio La Malfa e l’ ex cassiere della Dc, Severino Citaristi.

(26 febbraio 2003) – Corriere della Sera, pagina 20

I testi del primo e del secondo intervento della dott.ssa Iannini in Vespa.

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Nessun commento presente per “Querelle Mastellarini-Iannini su dagospia.com”

  1. rob dice:

    Friday, 6 June 2008 alle 13:14

    mastellarini, 10 miliardi (per piazzare alle poste dei telex, in piena era fax!) non paiono proprio una quisquilia. va bene lo zelo per difendere il padrone (anche lei terrà famiglia e i contratti di collaborazione aiutano a sostentarla) però il senso del ridicolo avrebbe dovuto indurla a chiuderla lì.

  2. Gabriele Mastellarini dice:

    Friday, 6 June 2008 alle 13:16

    Guardi, io non ho padroni nè padrini e riporto quanto accade senza mettere e senza togliere, senza senso del ridicolo nè commisserazione
    i commenti li lascio a voi

  3. rob dice:

    Friday, 6 June 2008 alle 13:19

    beh si, l’assenza di senso del ridicolo si era, senz’altro, notata… da commiserare, semmai, c’è l’assenza di corretta dell’informazione.

  4. Gabriele Mastellarini dice:

    Friday, 6 June 2008 alle 13:23

    L’informazione data è correttissima: il de benedetti risulta prosciolto nel merito dal reato di corruzione. Sul ridicolo, lascio giudicare a lei, a me non fa ridere che un ex gip e magistrato fuori ruolo confonda prescrizione con proscioglimento.

  5. Anonymous dice:

    Friday, 6 June 2008 alle 16:50

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