ATTENZIONE. DA OGGI RIGASSIFICANO IL PO

Saturday, 20 September 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Nicoletta Salata

Porto Viro, in provincia di Rovigo, è la “capitale” del Delta del Po, (dal ’99 Patrimonio dell’Unesco e in cui sorge l’omonimo Parco). Il paese è nato ufficialmente nel ’95 dalla fusione di alcune cittadine limitrofe dopo una serie di sfortunate vicende, prima tra tutte la grave alluvione del ’51 che segnò una profonda crisi economica e una massiccia emigrazione. Questa mattina alle ore 12.00 Porto Viro sarà al centro di un evento di notevole, quanto discussa e criticata, rilevanza.

Viene infatti inaugurato, alla presenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (attaccato dall’ex ministro alle Attività Produttive Pierluigi Bersani che afferma “non vogliamo che ci attribuiscano meriti, ma è inaccettabile che Berlusconi se ne assuma per il lavoro fatto da altri, negli ultimi due anni chi si è dato più da fare nei momenti più delicati della realizzazione dell’opera è stato il governo Prodi”), il rigassificatore “Adriatic LNG Terminal”.

Costruito dal gruppo spagnolo Acciona Infraestructuras nel bacino di Algesiras è costituito da una gigantesca cassa di cemento, con una capacità di immagazzinare 250.000 metri cubi di gas e di distribuire oltre otto milioni di tonnellate di metri cubi l’anno, equivalente al 10% del consumo italiano. Un progetto da 200 milioni di euro, promosso dalla Rass Laffan LNG, partecipata da Qatar Petroleum, Exxon Mobil Usa e da Edison Italia.
Qui arriverà il GNL (gas naturale liquefatto) trasportato dalle navi metaniere provenienti dal Qatar: il metano liquefatto sarà stoccato e rigassificato, per poi essere inviato alla rete di distribuzione a terra. La piattaforma off shore, secondo quanto riferisce il quotidiano economico Cinco Dias, è costata tre anni di lavori ai quali hanno partecipato 800 persone. Le sue dimensioni sono di 188 metri di lunghezza, 88 di larghezza e 47 metri di altezza.

Produrre più energia e ridurre le emissioni. Per soddisfare queste due esigenze il metano, fonte energetica preziosa e “pulita”, è considerato la soluzione migliore.
I consumi nazionali di metano si prevede aumentino dagli attuali 86 miliardi di metri cubi all’anno del 2006 ad oltre 90 miliardi nel 2010, mentre la produzione italiana è prevista in declino.
Quasi tutto il nuovo gas destinato a coprire i nostri fabbisogni dovrà quindi essere importato.
Attualmente il gas d’importazione raggiunge il nostro Paese attraverso quattro metanodotti, ciascuno fisicamente vincolato ai paesi fornitori (Russia, Algeria, Libia, Nord Europa).
L’approvvigionamento via nave tramite metano liquido consente invece una maggiore flessibilità di approvvigionamento e l’accesso a mercati lontani disponendo quindi di un prodotto competitivo che non potrebbe altrimenti raggiungere il mercato nazionale.
Con il terminale GNL, che verrà rifornito per un periodo di 25 anni dalla società RasGas in Qatar da uno dei giacimenti di gas più grandi al mondo, la regione Veneto e il Nord Italia disporranno di una nuova struttura energetica, con grande beneficio per la competitività dell’economia veneta e nazionale.

Avendo questa iniziativa suscitato, da parte dei vari ambienti (politici, ambientalisti ecc…) comprensibili avversità, riferisco un commento particolarmente inquietante.
Piero Angela e Lorenzo Pinna ne “La sfida del secolo” (Mondadori, gennaio 2007), alla domanda “Quale sarebbe il peggiore incidente immaginabile?”, rispondono così. Per esempio: una grande nave metaniera che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l’acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell’aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l’aria. Una miscela fra il 5 e il 15 per cento di metano con l’aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell’ordine di potenza distruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall’esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in “piccole dosi”, dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell’arco d 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile.

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  1. Domenica V. dice:

    Saturday, 20 September 2008 alle 14:10

    Madonna mia!

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