Marcotravagliato/7. E' tornato il regime
Wednesday, 24 September 2008Non è una novità che tra i bersagli di Travaglio ci siano i giornalisti della Rai. Tra i preferiti c’è Gianni Riotta (nella foto), subito ribattezzato Johnny Raiotta dal giornalista torinese, per sua definizione satirico.
Allora, qui non faremo una difesa di Riotta né continueremo a prendercela con il povero Marcotravagliato. Ma due-paroline-due bisogna dirle. Riotta è un “vero” giornalista: ha iniziato al manifesto e si è fatto da solo, diventando vicedirettore del Corriere, corrispondente da New York e autore di ottimi libri, tra cui uno sull’11 settembre vendutissimo (sotto riporto l’ampio curriculum).
Sulla preparazione culturale di Riotta e sulla sua serietà professionale tutta l’Italia giornalistica è concorde, tranne il solito Marcotravaglio, che scrive: “Dicevamo di Johnny Raiotta e della sua improvvisa vocazione di assistente di volo. Giovedì scorso il suo Tg1 se l’era presa con le due-tre hostess Alitalia colpevoli di aver esultato alla notizia (meravigliosa, infatti ora finalmente il commissario Fantozzi ripristina il libero mercato e apre un’asta pubblica) della ritirata dei furbetti. (…) Non contento dell’imbarazzante marchetta al governo, domenica sera il partigiano Johnny ha concesso il bis mandando avanti il copilota David Sassoli affiancato da due gentili signore: il comandante di Alitalia Antonella Celletti (forse parente di Otello Celletti, il mitico vigile di Alberto Sordi) e il primo ufficiale Valentina Leone. (…) Sassoli: “Comandante Celletti, in una lettera al Sole 24 ore stamattina lei ha scritto che è sbagliato rifiutare il piano della Cai e ha invitato i suoi colleghi a uscire allo scoperto.
(…) Ma che bel quadretto, che bel presepe. Al Tappone avrà avuto a sua volta un’esultazione (tantopiù che ieri sera al Tg1 c’era Stefano Folli che invocava un bell’inciucio Pd-Pdl). E poi, si spera, non avrà mancato di congratularsi con Johnny per tanta solerzia filogovernativa. Peccato che il Tg1 non avesse mostrato altrettanto trasporto quando il governo Prodi trovò (previa offerta pubblica) l’Air France come compratore. (…) Ma Johnny Raiotta, all’epoca, era molto distratto. O aveva fiutato come sarebbero andate le elezioni. Ora però merita la giusta ricompensa: una tessera della Cai, ad honorem. Se poi la Cai dovesse sciogliersi, una lambretta Piaggio potrebbe farlo felice”.
Ecco, cari signori, giudicate voi. Credo che questo articolo sia un esempio di pura faziosità (con la F minuscola, ovviamente). Sembra, invece, evidente che il Tg1 abbia fatto il suo lavoro, intervistando la comandante Celletti (che viene sbeffeggiata da Travaglio senza un apparente motivo) la cui lettera aveva trovato spazio addirittura sulla prima del Sole24Ore.
Ora si può essere d’accordo o meno sulle sorti dell’attuale compagnia di bandiera. Si può criticare la cordata italiana (de Bortoli, direttore del Sole, ne ha parlato in termini molto positivi), prendersela con il governo o con i sindacati. Ma non è ammesso sparare epiteti contro il direttore del Tg1 solo perché ha fatto il suo lavoro e contro due piloti di Alitalia, perché hanno manifestato la loro opinione.
Qualcuno anni fa pubblicò un libro dal titolo “Regime”…Ma questo cos’è? (g.mast)
CURRICULUM DI GIANNI RIOTTA (da Wikipedia)
Figlio di Salvatore, redattore del Giornale di Sicilia, esordisce nel campo del giornalismo a 17 anni, come corrispondente de Il Manifesto e come collaboratore delle pagine culturali del Giornale di Sicilia. Dopo essersi laureato in Filosofia all’Università di Palermo, nel 1976 si trasferisce a Roma.
Poi passa a scrivere per la La Stampa e quindi, nel 1988, per il Corriere della Sera (grazie alla proposta di Ugo Stille di succedergli come corrispondente da New York).
Negli Stati Uniti frequenta la Columbia University, dove si laurea in giornalismo. Ha insegnato all’Università di Bologna e fa parte del Consiglio di Facoltà del corso di cultura italiana a Princeton, dove ha insegnato comunicazione. Ha collaborato con: New York Times, Washington Post, Le Monde, Foreign Policy. Fa parte del Council on Foreign Relations.
Da New York ha fatto il corrispondente per varie testate giornalistiche tra cui La Stampa, L’espresso e il Corriere della Sera, di cui è stato anche vice-direttore.
Dal 20 settembre 2006 è diventato direttore del TG1. Secondo le sue dichiarazioni, la politica editoriale del TG1 prevede l’introduzione nella conduzione del giornale di tecniche anglosassoni di comunicazione e attenzione a Internet[citazione necessaria]. Ha istituito il Premio Libro dell’Anno del Tg1 con voto degli ascoltatori online che è andato a Saviano per Gomorra.
Premi e riconoscimenti
Nel 1992 con Cambio di stagione ha vinto il premio Grinzane Cavour e il Premio Bergamo.
Premio “È giornalismo” nel 1997, del Premiolino e di numerosi altri premi, tra cui l’Ischia.
Vincitore, con Principe delle nuvole, del premio inglese “Libro dell’Anno” e del Florio Prize come migliore traduzione.
Grande Ufficiale
Nel 2008 Premio Don Pino Puglisi intitolato al sacerdote ucciso dalla mafia per l’impegno civile contro la criminalità organizzata.
Opere
Cambio di stagione, 1991
Ultima dea, 1994
Ombra, 1995
Principe delle nuvole (romanzo), 1997
N. Y. Undici settembre, 2001
Alborada, 2002
La I Guerra Globale, 2003


Francesco dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:22
Non riesco ancora a capire il perchè di questo suo attacco continuo a travaglio su qualsiasi cosa dica, però questi sono fatti suoi.
Però non può riportare il testo di un articolo, tagliando quello che non le serve per far capire il senso del discorso. Nel caso specifico, Lei ha tagliato la parte della critica che le riporto: “Non contento dell’imbarazzante marchetta al governo, domenica sera il partigiano Johnny ha concesso il bis mandando avanti il copilota David Sassoli affiancato da due gentili signore: il comandante di Alitalia Antonella Celletti (forse parente di Otello Celletti, il mitico vigile di Alberto Sordi) e il primo ufficiale Valentina Leone. Siccome il personale di volo è spaccato tra una stragrande maggioranza contraria all’offerta Cai e un’esigua minoranza favorevole, c’era da attendersi che la Celletti rappresentasse la prima posizione e la Leone la seconda. E’ o non è il mitico “contraddittorio” la regola aurea della Rai? Macchè. Entrambe le signore contestavano il No dei loro sindacati autonomi (maggioritari) e li invitavano accoratamente a firmare l’accordo tanto caro al governo. Due su due, en plein.”
Ecco quale è il problema: che non c’è stato contraddittorio, non hanno intervistato una persona favorevole alla cordata e una contraria, il tutto per far credere che la maggior parte dei dipendenti sia dalla parte del si. E’ per questo che Travaglio se la prende con Riotta: almeno su questo è d’accordo???
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:37
Allora neanche il sole24ore ha dato contraddittorio pubblicando la lettera della Celletti
Gabriele Mastellarini
(forse parente di Orlando Mastellarini, citato nel film Totò, Peppino e la Malafemmina)
Ferdinando dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:37
Mi scusi
gabriele, lo ptrebbe fare un articolo su ciò che lei pensa della televisione, dei tg, dei giornali?
grazie
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:49
@ Ferdinando
Di tv e stampa ne scrivo spesso sulla prestigiosa rivista “Problemi dell’Informazione” (Il Mulino) e ho scritto qualcosa su http://www.golemindispensabile.it (diretta da Umberto Eco). Inoltre qualche anno fa pubblicai un libro (il link è di fianco).
Tutti si possono critcare, in primis travaglio, ma pur sempre nel rispetto delle persone e delle professionalità altrui, evitando una satira inutile che serve solo a esaltare i lettori ma che non produce nulla. Non mi sognerei mai di etichettare Riotta o la comandante Celletti così come fatto dal collega travaglio. Se si vuole criticare, e si hanno gli argomenti, è necessario farlo nel rispetto dell’interlocutore. E tutti, dal primo giornalista all’ultimo degli assassini, meritano rispetto.
Il giornalista ha un’arma che deve saper usare con diligenza e non mettersi a sparare all’impazzata.
Cordialità
gmast
Francesco dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:50
Mastellarini, non è quello il punto..
come Lei sa molto meglio di me, la tv ha un potere mediatico molto ma molto maggiore di un qualsiasi giornale, quindi non ha molto senso confrontare il sole24ore con il tg1. Il punto è che un giornalista dovrebbe far capire a chi lo ascolta la situazione, quindi dare spazio a tutte e due le campane, in modo che lo spettatore si possa fare una sua propria idea. In quel servizio del tg1, questo non c’era, si sentiva solo la campana dei “favorevoli alla cordata”: non mi sembra un ottimo servizio giornalistico (mia modesta opinione).
Infine, il fatto che il sole24ore non faccia contraddittorio non è una attenuante al fatto che non ci sia stato nel servizio: semmai una aggravante, almeno il tg1 avrebbe potuto differenziarsi dalla massa dei media italiani.
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 11:50
“Vorrei sapere come si permette, questo noto maestro di giornalismo” (Marco Travaglio, riferendosi a Gabriele Mastellarini)
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:07
@ Francesco
La notizia del giorno era la lettera della Celletti pubblicata sul Sole24Ore. Travaglio, come al solito, mistifica la realtà. Mentre Riotta bene ha fatto a dare evidenza a quella lettera, che rappresentava le ragioni del “NO”, mentre quelle del “Si” avevano certamente avuto spazio nella stessa edizione del tg1 o in edizioni precedenti.
Se Celletti non avesse scritto al Sole24Ore il discorso suo e di Travaglio sarebbero stati corretti…Ma la lettera della comandante che si dissocia dall’Anpac e dall’Up meritava il servizio, anche senza sentire ancora Anpac e Up.
Io ho ragionato allo stesso modo di Riotta e di de Bortoli che, se permette, valgono molto più di diecimila marcotravaglio (e di centomila Mastellarini).
Spero di essere stato chiaro
tequilero dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:09
“Tutti si possono critcare, in primis travaglio, ma pur sempre nel rispetto delle persone e delle professionalità altrui, evitando una satira inutile che serve solo a esaltare i lettori ma che non produce nulla. Non mi sognerei mai di etichettare Riotta o la comandante Celletti così come fatto dal collega travaglio. Se si vuole criticare, e si hanno gli argomenti, è necessario farlo nel rispetto dell’interlocutore. E tutti, dal primo giornalista all’ultimo degli assassini, meritano rispetto.
Il giornalista ha un’arma che deve saper usare con diligenza e non mettersi a sparare all’impazzata.”
Concordo è sottoscrivo.
A tal proposito che ne pensa della polemica tra Facci e la Amurri?
Saluti.
paolo rossi dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:09
travaglio avrà sbagliato i toni, ma il tg1non è stato certo imparziale
Francesco dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:16
Perfettamente d’accordo sulla notizia del giorno, ma a questo punto il primo ufficiale Valentina Leone che ci stava a fare nel servizio?
o si fa un’intervista alla Celletti (e mi può stare bene), oppure se si vogliono intervistare 2 persone, che almeno stiano ai due opposti: altrimenti è un servizio fazioso.
Sia chiaro, seguo Travaglio ma ci sono suoi comportamenti che non mi sono piaciuti; non ho pregiudizi contro di Lei, infatti La leggo per avere il maggior numero di informazioni possibili, ma questa volta sto con Travaglio.
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:17
@ Rossi
Caro Rossi, vedo che la frequentazione di questo blogiornale le sta facendo bene. Quasi quasi, se riuncia allo pseudonimo, la prendiamo come collaboratore (ovviamente gratis).
Dicevamo: i toni. E’ proprio questo il problema di marcotravaglio ed è per questo che se ne continua a parlare qui (è vero, non ho mantenuto la promessa). Il giornalista deve dare notizie e può commentare, i fatti separati dalle opinioni, travaglio dixit. Ma se faccio un mix di opinioni che voglio spacciare per fatti e poi ci metto un pizzico di satira e qualche epiteto o frase a effetto, faccio un altro lavoro. Forse il romanziere. O l’autore di Zelig. Se alzo i toni al massimo, paragonando un tizio a un verme o facendo ironia sulla coraggiosa comandante Celletti, allora non sono più neanche un autore di Zelig e scado nel ridicolo, al limite del diffamatorio, del patetico, insomma, quasi sul filo dell’insulto. E lo faccio per cercare di stupire il lettore o il telespettatore. Ma lettori e telespettatori non sono così tanto scemi e non hanno bisogno di travaglio o di mastellarini per capire se riotta è fazioso o se la celletti è in malafede o se la cordata Cai è tutta una truffa. Hanno bisogno di fatti, di notizie, magari di opinioni dette in buona fede (e ribadisco i giudizi di de bortoli su cai e sull’affaire alitalia).
Poi sapranno giudicare loro.
Credo abbia ragione Paolo Barnard, Travaglio e Grillo parlano ad un’elite (chiassosa quanto si voglia, ma pur sempre un’elite) e se la coccolano ogni giorno con frasi a effetto e bordate a destra e manca.
Il giornalismo, per quanto ne so io, è tutta un’altra cosa
gm
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:23
@ Francesco/2
Lei può stare con chi vuole, ci mancherebbe.
Non so perchè abbiano intervistato la Leone. Penso (ma è una mia tesi) che Celletti abbia segnalato anche la collega, tanto per far capire che la sua lettera era condivisa anche da altre colleghe. E bene ha fatto Riotta (o Sassoli, che non stimo) a dar voce pure alla Leone. Magari avesse fatto sentire tutti i piloti dalla parte del “NO”. Avrebbe dato un’informazione in più a me e a lei.
Io, ad esempio, ancora non capisco quanti dipendenti alitalia siano favorevoli alla cordata italiana e quanti stiano con cgil e anpac.
E travaglio non mi ha aiutato a capire, anzi mi ha confuso ancora le idee sulla buonafede della Celletti e su quella di Riotta.
Ma trav nulla dice su Santoro che si è dimesso dall’Europarlamento per tornare in Rai, dimenticando il mandato dei tantissimi elettori.
Stia bene
gmast
Charly dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 12:39
Caro GM, non fare il furbo. Travaglio critica il fatto che il tg1 dà notizie parziali. Se in centinaia hanno manifestato dicendo “meglio falliti che con questi banditi” il telegiornale deve sentire le opinioni di questi qua, oltre che quelle a favore dei banditi. Suvvia, è abbastanza ovvio che Riotta senta scottare la poltrona e agisca di conseguenza…
Travaglio critica Riotta chiamandolo Raiotta e prende in giro la comandante Celletti. Non scrive quello che scrivi tu. Ma cerca di mescolare le carte attaccando il più quotato collega.
ciao
gm
Francesco dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 13:34
Ultima cosa, promesso:
1) rilegga l’articolo che ha scritto, e poi ci metta l’aggiunta che ho fatto io (presa dall’articolo di T): dal suo si capiva che il problema era il contraddittorio? secondo me no. quindi anche quella che dava Lei è informazione parziale, data con l’intento di screditare T.
2) cosa c’entra il fatto che T “nulla dice su Santoro che si è dimesso dall’Europarlamento per tornare in Rai” con questo articolo? nulla..secondo me Lei “cerca di mescolare le carte attaccando il più quotato collega.”
Mastellaroni dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 13:51
Una persona nella posizione di Riotta, puo’ essere quotato e con tutti i titoli di studio che vogliamo, ma quando fa un certo giornalismo (volendolo chiamare cosi’) diventa ignobile. Mi spiace per Mastellarini, ma Travaglio fa benissimo a trattarlo in un certo modo. Con un’informazione a senso unico che abbiamo, e’ scandaloso che un TG gli faccia le veci. Secondo me il direttore del TG1 ha anche un master in “zerbinologia”. Quando si sta in televisione bisognerebbe essere veramente piu’
professionali possibile, cosa ben lungi dal giornalista in questione.
Saluti
Fabrizio Spinella dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 13:58
Visto che i politici se lo filano solo per querelarlo, visto che la grande maggioranza dei connazionali quando si parla di “travaglio” pensa solltanto alle gestanti, visto che la coazione a ripetere ha prodotto in lui una fissità manicomiale, non gli rimane altro che sparare a zero contro i suoi “colleghi” (la colleganza è odio militante), confidando che il botta e risposta sui giornali sia per lui uno spot continuo. Bleah!
Sunny dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 15:07
@Francesco.
<>
C’entra e anche tanto. Dimostra in quel modo di usare gli stessi metodi che critica tanto. E non è l’unico. Questo è un modus operandi ben diffuso. Le chiedo, se operano nel medesimo modo, come pretendono di cretiticare gli altri? (Per alro la ritengo una critica giusta ma che si guardiprima nel proprio orticello!)
Francesco dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 15:22
@ Sunny
Perfettamente d’accordo…però anche Mastellarini si è comportato nello stesso modo, dando una informazione incompleta e che gli serviva a giustificare una sua critica, eppure mezzo di questo blogiornale è basato su T.
Charly dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 15:26
Più quotato collega? De gustibus… Su cosa si basa la tua quotazione? Il libercolo sull’11 settembre, che ho letto, ed è un trionfo di ovvietà, quante copie ha venduto? Probabilmente meno della metà di quelle vendute dal meno venduto dei libri di Travaglio. E allora? Perchè è più quotato?
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 15:41
@ Charly
credo che travaglio non sappia neanche l’inglese…
gm
Gabriele Mastellarini dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 15:52
http://dituttounblog.com/articoli/travaglio-su-raiotta-aveva-ragione
Mastellaroni dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 16:04
Mastellarini da cosa deduce che Travaglio non sappia nemmeno l’inglese? Anch’io potrei affermare, credo che Travaglio sappia l’inglese…
Paolo Martocchia dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 16:08
Ya, klar.
Francesco B dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 20:01
sto pensando di cambiare nick…
Francesco B dice:
Wednesday, 24 September 2008 alle 23:52
@tutti o qusi
Ecco Mastellarini come Facci ha dimostrato che i Travaglini (come vengono chiamati) criticano questo modo di fare giornalismo sì, ma solo se viene fatto contro Travaglio o pochi altri, mentre se a farlo è Travaglio stesso va tutto bene, anzi di più, viene osannato…
Eh no!
Questo non è giornalismo punto e basta…
E voi ci cascate, di nuovo…