APPELLO. AIUTIAMO A FAR VIVERE "IL MANIFESTO". L'UNICO GIORNALE SENZA PADRONI

Wednesday, 24 September 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

L’appello de “il manifesto”. 

Una nuova emergenza bussa alle nostre porte. Ha qualcosa di simile alle tante dei nostri 37 anni di vita, perché sempre di bilanci in rosso si tratta. Ma è molto diversa da tutte le altre che l’hanno preceduta, perché stavolta non si tratta di raccogliere qualche soldo per sopravvivere ma di trovare le risorse per una battaglia di libertà che non riguarda solo noi.

Quello che ci assumiamo e a cui vi chiediamo di partecipare è un compito tutto politico. I tagli ai finanziamenti per l’editoria cooperativa e politica non sono misurabili «solo» in euro, in bilanci che precipitano nel rosso, in giornalisti e poligrafici che rischiano la disoccupazione. Sono lo specchio fedele di una «cultura» politica che, dall’alto di un oligopolio informativo, trasforma i diritti in concessioni, i cittadini in sudditi. Non sarà più lo stato (con le sue leggi) a sostenere giornali, radio, tv che non hanno un padrone né scopi di lucro. Sarà il governo (con i suoi regolamenti) a elargire qualcosa, se qualcosa ci sarà al fondo del bilancio annuale. Il meccanismo «tecnico» di questa controrivoluzione lo abbiamo spiegato tante volte in queste settimane (e continueremo a ricordarlo), ma il senso politico-culturale dell’operazione è una sorta di pulizia etnica dell’informazione, il considerare la comunicazione giornalistica una merce come tante altre. Ed è la filosofia che ha colpito in questi ultimi anni tanti altri beni comuni, dal lavoro all’acqua.

Noi ci batteremo con tutte le nostre forze e pubblicamente contro questa stretta: porteremo questo obiettivo in tutte le manifestazioni dell’autunno appena iniziato, stringeremo la cinghia come abbiamo imparato a fare in 37 anni di vita difficile ma libera, incalzeremo la politica e le istituzioni perché ne va della democrazia, spenderemo l’unico nostro patrimonio, cioè il nostro lavoro, per fornire il supporto giornalistico a questa battaglia di civiltà. E ci apriremo all’esterno ancor di più di quanto abbiamo fatto fino a oggi per raccogliere forze e saperi nuovi e capire come essere più utili a chi si oppone ai poteri che ci vogliono morti.

Faremo tutto questo, come sempre e più di sempre. Ma oggi siamo di nuovo qui a chiedere aiuto ai nostri lettori e a tutti coloro che considerano un bene essenziale il pluralismo e la libertà d’informazione. A chiedervi di sostituire ciò che questo governo ci nega con uno sforzo collettivo. In un panorama politico e culturale disastrato, di fronte alla lunga sconfitta che in un ventennio ha smantellato la stessa idea di «sinistra», non ci rassegneremo alla scomparsa. Perché, a differenza del protagonista di «Buio a mezzogiorno» di Arthur Koestler, non crediamo che «morire in silenzio» sia una lodevole testimonianza finale. Se questo governo e i poteri che rappresenta vogliono chiuderci, noi vogliamo riaprire. Con tutti voi, perché altrimenti è impossibile.

Ecco come potete partecipare alla nostra campagna di sottoscrizione:

On line, versamenti con carta di credito sul sito ed è il metodo più veloce ed efficace.

-telefonicamente, sempre con carta di credito, al numero 06-68719888, o via fax al numero 06-68719689. Dal lunedì al venerdì, dalle ore 10,30 alle 18,30. Dove potete telefonare anche per segnalare, suggerire e organizzare iniziative di sostegno.

-Con bonifico bancario presso la Banca popolare etica – Agenzia di Roma – intestato a il manifesto – IBAN IT40K0501803200000000535353.

-Con Conto corrente postale numero 708016, intestato a il manifesto Coop. Ed. Arl. – via Bargoni 8 – 00153 Roma.

Puoi lasciare un commento, oppure pubblicare un link sul tuo sito.

Nessun commento presente per “APPELLO. AIUTIAMO A FAR VIVERE "IL MANIFESTO". L'UNICO GIORNALE SENZA PADRONI”

  1. Mastellaroni dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 13:43

    Grande Mastellarini!!

  2. Francesco B dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 15:21

    Io ho iniziato a comperarlo più spesso, e anche carta che nelle edicole vicino a casa mia è impensabile trovare…

  3. bardo33 dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 17:04

    nel 1972 allora studente di liceo si facevano le collette per i giornali rivoluzionari (manifesto lotta continua ed altri) pena la minaccia di chiusura e la perdita della voce della libertà.Nel 2008 e le richieste mi paiono le stesse. Mi spiegate perchè Liberation in Francia continua ad andare?

  4. DeanKeaton dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 17:13

    Possono sempre uscire online.
    In prospettiva potrebbe essere persino un’idea lungimirante.

    Saluti

  5. Sunny dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 18:25

    Sono i tagli ai finanziamenti e il modo in cui vengono elargiti che non va… Non il medium.

  6. bardo33 dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 18:33

    ‘economia è una legge: se non hai l’editore (i soldi per investire) o vendi milioni di copie o aspetti qualche finanziamento “amicale”.Il secondo forse a causa della sconfitta elettorale non arriva, il primo è pura utopia. Il problema è che comprare certi giornali è noioso. uno o due articoli interessanti alla settimana, il resto sempre le solite storie senza fantasia. (il manifesto è stato noioso fin dalla sua fondazione). detto tra noi mi ricorda tanto quei giornali parrocchiali dove si parla di missioni, dei poveri, della fede, dei problemi della famiglia, dell’educazione, un pò di cultura, qualche articolo di fondo, qualche parere…ooops

  7. DeanKeaton dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 18:58

    Sunny.
    Numero risibile di copie vendute.
    Clamorosa debàcle alle elezioni.
    Se ci aggiungiamo il fatto che di notizie ne danno una ogni morte (e conseguente elezione) di Papa, limitandosi a commentare le agenzie con i toni (comunisti) che sappiamo e che a farne una battaglia di libertà sono proprio loro, non vedo proprio perchè non possano esercitare il loro diritto di parola sul web.
    Come facciamo noi, per intenderci.
    Se invece vogliono dei soldi per ben altri motivi la mia risposta è sempre no.
    Ma tanto li salveranno, perchè è molto più conveniente lasciar loro una valvola di sfogo piuttosto che staccare la spina e dar via libera ai fantasmi del passato.

    Saluti

  8. Gabriele Mastellarini dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 19:58

    @ Bardo
    Liberation era già morta se non fossero intervenuti Caracciolo e i banchieri di Rotschild

    @ Dean
    Il manifesto è l’unica voce libera e senza padroni, va garantita la sua esistenza. Mentre potrei essere d’accordo con te su Liberazione o il Secolo, autentici giornali di partito che hanno comunque il loro diritto di informare.
    gm

  9. Fabrizio Spinella dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 19:58

    Nemmeno un euro. Closed.

  10. Mastellaroni dice:

    Wednesday, 24 September 2008 alle 23:02

    Ha ragione Mastellarini!

  11. DeanKeaton dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 00:44

    Caro Mastellarini,
    io non contesto il diritto di informare e di esprimere liberamente un’opinione.
    Io contesto che “Il Manifesto-Quotidiano Comunista” debba uscire nel 2008 grazie ad un contributo statale. Già chiesero un contributo ai lettori. Lo rifacciano.
    E poi, ma questo è un parere squisitamente personale, il fatto che non dipendano da un’editore non rende le idee dei giornalisti che ci scrivono necessariamente più libere delle altre. Semplicemente diverse.

    Saluti

  12. bardo33 dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 08:19

    d’accordo con DeanKeaton. l’editore è interessato all’utile e quindi se il giornale vende lui è tutto contento. Se non vende chiude. Liberation avrà anche i Caracciolo e i Rotshild come editori ma non mi sembra che i contenuti siano cambiati grazie alla proprietà ed il giornale rimane comunque un punto di riferimento per l’area della sinistra.

  13. Gabriele Mastellarini dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 09:25

    Un giornale senza padroni e’ il sogno di ogni giornalista
    gm

  14. DeanKeaton dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 20:15

    A patto che il giornalista abbia almeno una coscienza a cui rispondere.

Inserisci un commento

(attendi che sia approvato dal moderatore per vederlo online)