Condannato Marco Travaglio (sentenza di primo grado, appellabile e sotto indulto). Ecco l'articolo contestato da Cesare Previti
Wednesday, 15 October 2008di Marco Travaglio per L’espresso del 3 ottobre 2002
Patto scellerato tra mafia e Forza Italia. Un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi.
Ecco il programma politico di Cosa Nostra. Semplice, elementare, addirittura banale: «amnistia di cinque anni. Indulto di tre. Erano commissione giustizia. Ora dovrebbe farla il nuovo governo».
Nel febbraio 1994 un boss di primissimo piano lo confida punto per punto a un colonnello della Dia, che al termine di ogni colloquio lo annota via via sul suo taccuino di appunti. L’amnistia e l’indulto . gli stessi obiettivi di cui si torna a discutere oggi, con la proposta Biondi-Taormina, già sottoscritta da diversi parlamentari del centrodestra e del centrosinistra per placare la rivolta nelle carceri . sono alla pagina 47 di quel taccuino. Poco prima, a pagina 32, si legge: «Quelli i Forza Italia hanno promesso che in caso di vittoria entro 6 mesi regoleranno ogni cosa a loro favore. Palermitani dietro le strag. siciliani dietro gli attentati in Italia».
Pagina 36: «La Fininvest ha pagato un miliardo di tangenti a Santa Paola (boss della mafia catanese, ndr) dopo l’attentato incendiario che ha subito lo stabilimento Standa a Catania. Rapisarda-Marcello Dell’Utri». Pagina 42: “Prov. (Provenzano, ndr) molto cambiato, parla di pace sintomo di debolezza. Spera in Forza Italia fra sette/5 anni tutto dovrebbe ritornare un po’ come prima». Pagina 49: «Andranno contro il partito o i partiti dei magistrati, la gente non ne può più, mancano i lavori delle grandi aziende c’è solo repressione lotta alla mafia e nient’altro in alternativa protesta operaia e manifestazioni destinate a crescere, aspettano nuovo partito o schieramento».
Il boss “gola profonda” si chiama Luigi Ilardo, è nato a Catania nel 1951 ed è il cugino nonché il braccio destro di Giuseppe “Piddu” Madonia, il capomafia di Caltanissetta vicinissimo a Bernardo Provenzano. Lui stesso, Ilardo, si vede e comunica spesso con Provenzano. L’ufficiale che raccoglie le sue rivelazioni è il colonnello dei carabinieri Michele Riccio (in seguito coinvolto in un processo a Genova su presunti blitz antidroga “pilotati” nel Savonese). Le prime confidenze sono dell’ottobre 1993. Pochi mesi dopo le ultime stragi, quelle dell’estate, a Milano, Firenze e Roma. E pochi mesi prima della “discesa in campo” di Silvio Berlusconi. Soprattutto di questo parla Ilardo: della presunta “regia superiore” delle stragi e dei presunti accordi fra Cosa Nostra e uomini di Forza Italia.
Gli appunti del colonnello Riccio (388 pagine), travasati in un raspporto firmato dall’ex numero due del Ros Mauro Obinu, non riceveranno smentite. Ma solo riscontri e condanne per gli uomini di Provenzano (la sentenza del tribunale conferma il “giudizio di affidabilità sull’operato del Riccio e sulla correttezza dello stesso” nella gestione di Ilardo). Ora quelle carte sono state depositate dalla Procura di Palermo nel processo contro Dell’Utri.
Riccio contatta Ilardo nel settembre 1993, nel carcere di Lecce. Il boss ne esce nel gennaio 1994, per motivi di salute, e torna in Sicilia. Ormai fa il doppio gioco. Mancano due mesi alle elezioni del 27 marzo, poi vinte da Berlusconi. E il boss s’incontra segretamente con Riccio, svelandogli in presa diretta la campagna elettorale di Cosa Nostra. Dopo le stragi e la cattura di Riina rivela: «Provenzano, Pietro Aglieri e le altre famiglie palermitane di erano schierati contro Bagarella, colpevole di seguire ciecamente la politica sanguinaria di Riina. che aveva inasprito la reazione dello Stato e condotto allo sbando Cosa nostra e al fenomeno del pentitismo. Bagarella era isolato. Provenzano, nascosto a Bagheria, aveva fatto sapere alle ‘famiglie’ siciliane di stare tranquille e di non esporsi ad attività criminali avventurose, ma di aspettare tempi migliori, forieri di un contesto politico stabile e più garantista nei confronti della criminalità organizzata».
Ilardo racconta al colonnello anche come Cosa Nostra decise di votare nel 1994. «In Caltanissetta, i ‘palermitani’ avevano indetto una riunione», in cui si era deciso che «tutti gli appartenenti alle varie organizzazioni mafiose del territorio nazionale avrebbero dovuto votare Forza Italia». Come mai? «I vertici avevano stabilito un contatto con un esponente insospettabile di alto livello nell’entourage di Berlusconi. Questi, in cambio del loro appoggio, aveva garantito normative di legge a favore degli inquisiti appartenenti alle varie ‘famiglie’ mafiose, nonché future coperture per lo sviluppo dei loro interessi economici quali appalti, finanziamenti statali…».
Chi è l’ uomo «dell’entourage di Berlusconi»? La risposta è in un verbale firmato da Riccio il 21 dicembre 1998 davanti ai pm di Firenze che indagano sui mandanti occulti delle stragi: «Nel marzo-aprile 1994 ho detto a Ilardo: per caso l’uomo dell’entourage è Dell’Utri? Lui mi ha fatto la battuta, guardandomi: “Lei le cose le capisce! Poi ne riparleremo. Vedrà quanti ne passeremo”.». Le stragi dovevano servire «per mettere sotto i politici», che «facevano promesse su promesse» a Bagarella.
Il 27 marzo 1994 Berlusconi vince le elezioni e diventa presidente del Consiglio. Ilardo spiega a Riccio che «molta della credibilità del Provenzano all’interno di Cosa Nostra sarebbe dipesa da quanto sarebbe riuscito a ottenere a seguito delle promesse ricevute . dagli appartenenti al nuovo apparato politico che aveva vinto le elezioni in cambio dei voti». Dopo il 27 marzo tutto cambia. Racconta Riccio: «Ilardo mi ha detto: non dobbiamo fare più attentati eclatanti. Gli imprenditori ci aiuteranno, nel tempo, con l’abolizione di determinati articoli (del codice, ndr). “Quando noi saremo al potere . ha detto il referente . entro sei mesi manterremo fede a quelle proposte”». Il nuovo governo non farà in tempo a fare nulla: durerà meno di 7 mesi.
Intanto Ilardo svela il nascondiglio di una decina di superlatitanti e li fa arrestare. Il 31 ottobre 1995 avverte Riccio che sta per incontrare Bernardo Provenzano in persona, in un casolare a Mezzojuso. Riccio, appena passato al Ros, chiede ai superiori i mezzi necessari per il blitz. La risposta è fredda, interlocutoria: non intervenire, ma limitarsi a “osservare” anche perché Ilardo non vuole portare addosso microspie e non è sicuro chi incontrerà. Su questo episodio la versione di Riccio si differenzia da quella degli uomini del Ros ed esiste una indagine del pm palermitano Antonino Di Matteo.
Nel marzo 1996, alla vigilia delle elezioni politiche (quelle poi vinte da Prodi), Ilardo rompe gli indugi e accetta di diventare un collaboratore di giustizia. Confesserà tutti i suoi crimini ed entrerà con la famiglia nel programma di protezione. Il 2 maggio lo conferma in un incontro nella caserma del Ros a Roma, dove il generale Mori lo presenta ai procuratori Caselli, Principato e Tinebra. Questi fissano il primo interrogatorio formale per il 15 maggio. Ilardo torna in Sicilia per mettere a punto gli ultimi dettagli. Avverte i famigliari. Consegna a Riccio i “pizzini” (bigliettini) del suo carteggio con Provenzano. I due si vedono ancora il 10 maggio, all’aeroporto di Catania. Poche ore dopo, alle 21.30, Ilardo viene assassinato da due killer davanti a casa sua.
Quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa Nostra del pericolo incombente. Solo Riccio può ridargli la voce. Cosa che fa attraverso i suoi appunti tutti scritti con inchiostro verde e le testimonianze. Senonchè, nel marzo 2001, viene convocato nello studio del suo avvocato, Carlo Taormina, per una riunione con Dell’Utri e il tenente Carmelo Canale, entrambi imputati per concorso esterno in mafia. Riccio denuncia subito il fatto alla Procura di Palermo: «Si è parlato di dare una mano a Dell’Utri. Io avrei dovuto dire che l’Ilardo non mi ha mai parlato di Dell’Utri come uomo di mafia, vicino a Cosa Nostra». In più Riccio deve dimenticarsi la mancata cattura di Provenzano. In cambio gli viene promesso un aiuto per rientrare nell’Arma e per ottenere “la rimessione del mio processo”. «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Teormina era presente anche l’onorevole Previti». Taormina ammette il colloquio ma nega quelle pressanti richieste al cliente. In ogni caso, Riccio cambia avvocato.
Riccio e e il suo ex difensore Taormina si rivedranno presto, a Palermo, per testimoniare al processo Dell’Utri.
Marco Travaglio condannato a 8 mesi per aver diffamato Previti


diego rivera dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 16:57
Che Sgoop!!!
Diffamazione di Previti… che comici!
Hanno proprio deciso di farne un’eroe.
Marco dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 17:41
beh, questa è la seconda volta, mi pare, che Previti riesce a vincere una causa contro Travaglio…è proprio la sua bestia nera…
Marco dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 17:54
pensavo: se liberamente decidi di riportare delle notizie apprese da fonti quantomeno ambigue (leggasi nello stesso articolo il riferimento a Dell’Utri come politico coinvolto nelle stragi in qualità di mandante occulto…accuse che da ogni parte sono crollate ed archiviate) poi è possibile che qualcuno se ne risenta a vedersi tirato in ballo senza alcuna decenza in questioni di mafia…
Quel nascondersi dietro virgolettati annotati dai collegamenti del Travaglio non può essere la garanzia dell’impunità per chi scrive in maniera tendenziosa…
Enrico dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 18:01
Seguendo questo ragionamento, Travaglio dovrebbe querelare giornalmente Facci, dato che passa il suo tempo a scrivere articoli tendenziosi su di lui…
diego rivera dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 18:25
Qualche tempo fa Previti dichiarà (o almeno così sostiene Travaglio): “Sapete chi mi ha cacciato dal Parlamento? Travaglio e Grillo“
Chissà che non se la sia legata al dito…. questa sera ostriche e champagne in casa Previti
Marco dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 18:37
Enrico: la libertà di stampa non si discute nè è messa in discussione, ma quando si è liberi di fare qualcosa s’incontra sempre un limite nella libertà del prossimo.
In questo caso, al pari della libertà di opinione che Travaglio ha abbondantemente sfruttato, sta la libertà di Previti a sentirsi leso nell’onore da quello che un giornalista ha scritto su suo conto.
Ora, essendo per entrambi una libertà, quindi una facoltà, nessuno vietava niente ad entrambi, ma per entrambi valeva l’assunzione di una determinata posizione: Travaglio ha scritto, Previti s’è offeso!
Perchè Travaglio non quereli Facci?
Probabilmente perchè sa che innescherebbe un circolo vizioso di querele e controquerele che finirebbe patta…
Questo però non significa che non abbia la possibilità (libertà) di farlo…
Facci suoi…eheh
Psilomatmol dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 18:57
Risalendo a sei anni fa, tra appello e cassazione si prescriverà tutto. Un altro criminale la farà franca.
luigi dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 19:19
Mastellarini ma lei poco tempo fa non aveva dichiarato che il presente blog non si sarebbe piu’ occupato di Marco Travaglio? P.S. Il suo giornalista preferito sarà a Roseto(TE) e Mosciano S. Angelo(TE) il giono 22 ottobre.
Enrico dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 19:27
A Marco: Se in un paese democratico non si può non dico emettere giudizi personali, ma -citare dichiarazioni messe agli atti-, mi può spiegare cosa intende per “libertà di stampa”….?
diego rivera dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 19:45
Peccato, io di quella condanna andrei fiero.
rob dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 19:50
la questione parrebbe semplice. l’articolo sotiene, con la consueta acritica assertività che caratterizza l’autore, che ai colloqui tra il mafioso e il suo legale era presente previti. evidentemente quest’ultimo é riuscito a dimostrare che non era vero. se solo travaglio avesse rappresentato la circostanza in termini minimamente dubitativi (ovvero come tutta da verificare) si sarebbe risparmiato la condanna. ma siccome per lui gli elementi di accusa sono sempre e comunque fatti inconfutabili eccolo li dare per certo il menage a trois. insomma, ancora una volta, é vittima della sua logica manichea. una logica che, ai tempi del caso tortora, lo avrebbe visto infiocinare senza beneficio di alcun dubbio colui che poi si rivelerà del tutto innocente (e ci morirà).
rob dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 19:53
rettifico: non “il mafioso” ma il colonnello riccio. la sostanza non cambia..
Condanna Marco Travaglio. Il Pm aveva chiesto solo una multa. Previti: “Non parlo” | www.dituttounblog.com - dituttounblog.com dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 20:09
[…] Condannato Marco Travaglio (sentenza di primo grado, appellabile e sotto indulto). Ecco l’articolo… […]
tequilero dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 20:11
Ma perchè è una diffamazione dire che uno è stato nello Studio di Taormina?
Filippo Facci dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 20:39
Allora, a un certo punto Travaglio descrive una scena dove c’è un certo colonnello dei carabinieri, Michele Riccio, che nel 2001 viene convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell’Utri e al tenente Carmelo canale, entrambi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. Taormina negherà, ma secondo Riccio in quello studio si predisposero cose losche: aggiustare deposizioni, scagionare Dell’Utri, cose del genere.
Travaglio cita un verbale poi reso da Riccio: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti».
E praticamente finisce l’articolo: l’ombra di Previti si allunga dunque su traffici giudiziari, patti con cosa nostra,le stragi del ’93, regie superiori e occulte, tutte le cose orrende di cui ha parlato nel corso del suo lungo articolo.
Ma Travaglio non ha messo il seguito della frase del verbale.
Eccola integrale: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Teormina era presente anche l’onorevole Previti. Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell’Utri».
Sergio Fornasini dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 22:31
Apperò, grazie Filippo questa si che è una chicca. L’omissione come strumento di disinformazione, alla faccia del caciocavallo.
Condanna a Marco Travaglio. Parla lui: “Vista l’entità della pena mi conveniva fare un falso in bilancio. Il Tg1 ha dato la notizia: sono diventato più importante di Dell’Utri” | www.dituttounblog.com - Il Blogiornale di G dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 23:24
[…] Condannato Marco Travaglio (sentenza di primo grado, appellabile e sotto indulto). Ecco l’articolo… […]
Piero Cauori dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 23:27
Finchè quel fantasioso di Leonardo Sciascia non si mise a scrivere la Mafia non esisteva.
Figuriamoci poi i rapporti tra l’ inesistente Mafia e i Politici che in Sicilia vincono le elezioni!
Ora di nuovo eccone un altro che ricopiando ( copione!) un tacquino di un colonello dei Carabinieri vuole insinuare che gli esponenti di Forza Italia erano collusi con la Mafia e si scambiavano favori.
Ma basta con questi letterati! Giustissima condanna nell’ Italia dei giusti, solo un pò troppo mite. Ad uno così non gli si dovrebbe permettere nè di scrivere nè di pensare. Non ci sono già la sana stampa e le televisioni del Capo?
tutto bene Piero? Possiamo continuare a scrivere e pensare almeno noi qui nel blog?
cordialità e torni a trovarci
sf
Piero Cauori dice:
Wednesday, 15 October 2008 alle 23:48
Finchè quel fantasioso di Leonardo Sciascia non si mise a scrivere la Mafia non esisteva.
Figuriamoci poi i rapporti tra l’ inesistente Mafia e i Politici che in Sicilia vincono le elezioni!
Ora di nuovo eccone un altro che ricopiando ( copione!) un tacquino di un colonello dei Carabinieri vuole insinuare che gli esponenti di Forza Italia erano collusi con la Mafia e si scambiavano favori.
Ma basta con questi letterati! Giustissima condanna nell’ Italia dei giusti, solo un pò troppo mite. E poi non ci sono già la sana stampa e le televisioni del Capo?
grazie per gli interventi Piero, molto apprezzabili nei contenuti
sf
Enrico dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 00:02
Sergio, l’omissione si doveva evitare, ma un po’ di senso pratico! Come si fa a dire “l’articolo è diffamante perchè Previti era collega di dell’Utri, frequentava regolarmente Taormina, passava mazzette a numerose persone… PERO’ non nel giorno in cui Travaglio lo cita”
Insomma, le pare che, logicamente, abbia senso…?
Sergio Fornasini dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 00:19
Enrico non è la nostra logica che conta nella vicenda, è troppo soggettiva è ci sono delle leggi da rispettare e dei tribunali che giudicano. Questo lo dovrebbe sapere bene anche MT, tagliare una frase (citando un atto giudiziario) che fra l’altro allegerirebbe la posizione di una certa persona è scorretto e strumentale. Sia che lo faccia MT che Facci, Mastellarini o altri a piacere. Io però non sono un giurista e non disponiamo degli atti, stiamo solo esprimendo opinioni in libertà.
Il nocciolo (vero) della faccenda è che dopo la vicenda con Ciuro, dopo le motivazioni che prima o poi arriveranno per questa condanna, l’aureola messianica di purezza del nostro giornalista-scrittore subisce una bella appannatura, non trova? Uno può anche scrivere al 99,9999% verità sacrosante, rinfrescare dimenticanze colpevoli e TV-indotte della memoria collettiva e dei fatti, però se taglia e cuce come gli viene meglio in alcune circostanze chi può assicurare che non sia un suo metodo di lavoro da applicare all’occorrenza? E chi tra i suoi lettori può discernere ciò che è completo da ciò che invece è omesso?
Il dubbio è il veleno che sta emergendo
Enrico dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 00:28
Non seguo Travaglio per una sua “aureola messianica”, ma perchè lavora con impegno e costanza a mettere in luce le storture del nostro paese, divulgando i retroscena che l’informazione ufficiale (per non usare il termine ‘di regime’) fa di tutto per occultare.
Il metodo Travaglio ha colpito ancora…Travaglio! « il Pensatore dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 01:31
[…] chiarire. Siccome in molti hanno letto l’articolo pubblicato su L’Espresso nel 2002 e non c’hanno visto niente di diffamatorio, è pur giusto abbozzare una possibile […]
Fabrizio Spinella dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 01:53
@ Piero Cauori
Lei scrive: “Finchè quel fantasioso di Leonardo Sciascia non si mise a scrivere la Mafia non esisteva.”
Mi può dire dove l’ha scritto?
La Mafia è:
1) un concetto, e quindi esiste con tale nome soltanto nel lessico di chi non è nell’organizzazione criminale siciliana;
2) una denominazione di organizzazione, ma così detta non esiste.
In Sicilia non troverà mai alcun affiliato ad una organizzazione criminale che si definisca “mafioso” o “della Mafia”. Noi chiamiamo passeri i passeri, ma questi lo ignorano.
In Sicilia sentirà ancora qualcuno dire di una bella ragazza “che mafiusetta!”.
[anvediunpo] Travaglio ha diffamato Previti - Page 2 - Videogiochi Forum su Multiplayer.it dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 21:09
[…] la sentenza
mauro dice:
Sunday, 19 October 2008 alle 19:30
Questa sentenza non è che un modo diverso, per risolvere un problema. Caro Travaglio ritieniti fortunato che i politici ora, oltre hai colletti, hanno guanti bianchi. Le sentenze non ammazzano nessuno. “Loro” non hanno più alcun bisogno di usare i rozzi metodi delle organizzazioni malavitose. I magistrati si trasferiscono o si fannno passare per malati di mente, i giornalisti si imbavagliano. A tanti è andata peggio.Fra i tanti il mio pensiero va a Mauro.
Ora che anche tu sei un pregiudicato mica mi diventi un politico?
Vai Marco. Ti vedrò giovedi sera su annozero, il mio appuntamento settimanale.
Carlo Gambino dice:
Sunday, 19 October 2008 alle 20:56
Prego?
“Sotto indulto” una condanna in primo grado?
Bah. Se lo dite voi.
Confermo la pena “e’ sotto indulto”
Enrico Sbardolini dice:
Thursday, 18 December 2008 alle 16:42
Anche se in ritardo credo utile aggiungere ai commenti questa decisione della Cassazione:
ANCHE UNA NOTIZIA VERA PUO’ ASSUMERE PORTATA DIFFAMATORIA PER IL CONTESTO IN CUI E’ INSERITA – V’è un rapporto di interazione (Cassazione Sezione Terza Civile n. 25157 del 14 ottobre 2008, Pres. Preden, Rel. Segreto).
http://www.legge-e-giustizia.it/index.php?option=com_utenti&Itemid=172
lorenzocard dice:
Monday, 2 March 2009 alle 17:33
Quell’ uomo di XXXXX merita solo di scappare alle Bahamas e scomparire per sempre!
ahi Lorenzo, posso anche essere intimamente d’accordo con quanto da lei esposto ma le regole di questo blog sono chiare: niente insulti
Saluti
sf
Annozero del 21 maggio - Maurizio Lupi a Marco Travaglio: lei è un pluri condannato per diffamazione. Travaglio: mai! | dituttounblog.com - Un blog senza padroni dice:
Friday, 22 May 2009 alle 18:04
[…] nell’aria. Non a caso, oggi il nostro articolo più letto è quello che riporta l’articolo per il quale Travaglio è stato condannato penalmente lo scorso 15 ottobre, segue a ruota l’articolo della precedente condanna (civile) a seguito […]
Di Pietro e Belpietro: censura di Stato | Video Folli dice:
Wednesday, 14 October 2009 alle 10:03
[…] anni più recenti la stessa censura colpì Marco Travaglio, “colpevole” di avere, in un celebre articolo dell’Espresso, evidenziato i legami […]