Condanna a Marco Travaglio. Una lezione di stile da Renato Farina
Thursday, 16 October 2008di Renato Farina per Libero
Notizia nuda e cruda: «Il giudice monocratico del Tribunale di Roma ha condannato il giornalista Marco Travaglio a otto mesi di reclusione e cento euro di multa per diffamazione ai danni di Cesare Previti in relazione a un articolo pubblicato dal settimanale “L’Espresso” il 3 ottobre del 2002 dal titolo: “Patto scellerato tra mafia e Forza Italia”.
Il giudice ha deciso anche un risarcimento di 20 mila euro per Previti. È stata condannata anche Daniela Hamaui, come direttore responsabile del settimanale, a 5 mesi e 75 euro di multa. Per entrambi gli imputati la pena è sospesa».
Commento. 1) L’articolo di Travaglio è stato scritto con la tecnica del taglia e incolla. Stile della casa. Aveva sforbiciato un verbale giudiziario, saltando però esattamente le righe che mettevano al riparo Previti dall’accusa di mafia. Il testimone colonnello Michele Riccio aveva affermato dinanzi ai magistrati di aver partecipato a una riunione con Dell’Utri e Taormina per discutere su come aiutare il medesimo Dell’Utri, a cui si aggiunse anche Previti. Fin qui Travaglio cita correttamente. Poi trascura un’altra frasetta leggermente decisiva: «II Previti era però convenuto per altri motivi legati alla comune attività politica con l’avvocato Taormina e non era presente al momento eccetera». La condanna a quanto pare ha un senso.
2) La condanna alla reclusione – sia pure sospesa – è in questo caso una barbarie. La diffamazione non è sempre un reato di opinione: lo sappiamo. Essa ferisce. Ma non si può dare il carcere per un articolo. È un infortunio sul lavoro. Sono anni che Libero si batte per togliere questa spada di Damocle dalla testa dei giornalisti. Finisce per limitare la libertà di critica. I cronisti e i commentatori possono sbagliare. Ma quando si è impegnati in battaglie politiche l’errore accade. È un fallo di gioco. Ma una trattenuta o uno sgambetto nonmeritanola galera. Non esiste da nessuna parte nei paesi civili. Basta e avanza il risarcimento danni. Invece capita che se sono giudici e politici a denunciare l’offesa, la condanna è durae sicura. Non va bene.
3) Quanto poi alla reclusione a cui è stata condannata Daniela Hamaui è un vero e proprio assurdo giuridico. Il direttore responsabile non può che fidarsi del proprio giornalista. Gli chiede: le tue notizie sono certe, hai verificato? Risposta: sì. Non può essere reato penale la pubblicazione di un articolo sul proprio giornale. È l’unico caso in cui la responsabilità oggettiva – che contraddice la civiltà giuridica – è stabilita per legge e pure applicata: e limita davvero la libertà.
Post scriptum. C’è anche un’altra morale: Travaglio si è sempre compiaciuto di definire Lino Jannuzzi pregiudicato perché condannato per diffamazione. Scrisse di lui, giustificando la furia con cui era perseguito dai giudici, che occorreva «limitare i danni delle sue quotidiane diffamazioni. Che non sono, come hanno scritto vari buontemponi, “reati di opinione”. Ma falsi d’autore».
Jannuzzi, senatore, era stato così inserito nelle liste di proscrizione oltre che di Travaglio anche di Beppe Grillo (a sua volta condannato per omicidio colposo plurimo). Adesso che ne facciamo, cari dipietristi e grillisti e travaglisti, di Travaglio? Usufruirà dell’indulto, volente o nolente, e probabilmente il reato sarà prescritto quando si arriverà fino in Cassazione. Chi di spada ferisce…


Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 10:43
Direi che di indulto non se ne parla, visto che la pena è stata sospesa ed è andato in appello. A modesto parere, Taormina e Previti, avvocati, compagni di partito e amici “d’ufficio” difficilemente non sapevano uno dell’altro. Faccio un esempio: se Previti avesse trovato traffico e fosse arrivato giusto un po’ in ritardo, per poi essere aggiornato da Taormina su quanto detto fino a quel punto? Se io devo parlare di cose losche dico alla segretaria “non ci sono per nessuno!” e non faccio entrare altre “orecchie lunghe” nell’ufficio. QUindi mi sembra un discorso da verginelle la ricostruzione dei fatti di Facci. Bisognerebbe non basarsi solo su questo pezzo ma leggere l’intera deposizione. Facci, come Travaglio, ne omette il seguito a mio parere.
Per quanto riguarda Jannuzzi, egli è stato già condannato più vlte in via definitiva, e l’articolo a cui si riferisce Travaglio è diffamazione pura: se dico una cosa senza uno straccio di prova è diffamazione. Jannuzzi disse che avrebbe spiegato e dimostrato sul Giornale i fatti. Così non avvenne mai. Direi che è diffamazione. Travaglio è andato in appello intanto.
Matteo dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 11:20
Il metodo Travaglio. Di questo parla Facci.
Però se per una volta Facci va dritto alla questione, entra nel merito, spulcia il non detto di Travaglio (che farebbe dire che..), non ricordo la stessa attenzione del Sig. Facci verso i processi di altri signori, per lui sempre ammantati da un pregiudizio politico. In quelle occasioni il Sig. Facci si ferma a riflettere sul dito e non vede una luna che brilla di luce fortissima.
Non ritengo Travaglio infallibile e può darsi che abbia sbagliato e debba perciò essere condannato (anche in via definitiva). Non ritengo parimenti che questo episodio offuschi il suo lavoro sistematico di denuncia verso un modo di fare informazione (come quello di Facci) che omettendo di sottolineare i fatti evidenti, si ferma invece a contestare il metodo o il mezzo utilizzato da quel giornalista piuttosto che da quel/i magistrato/i, per cercare di abbuiare una verità sacrosanta.
Non ho mai sentito dire a Facci che il concessonario pubblico Berlusconi non possa e non debba, per questo motivo, accedere a incarichi pubblici; o dire che le volte in cui, con l’evidenza della prova, lo stesso Berlusconi è stato considerato autore di fatti di reato poi prescritti, sia emerso un motivo quanto meno morale perché lo stesso Berlusconi abbandonasse gli incarichi pubblici. A suo dire lo legittima il consenso popolare…: peccato che così facendo si affidano i soldi e le sorti di un popolo nelle mani di qualcuno che quanto meno è poco affidabile…
E comunque Facci per un bel po’ avrà di che riempirsi la bocca… e anche tu, Mastellarini.
Buon divertimento!!
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 11:35
Alberto, come ho già scritto altrove la diffamazione diventa reato penale quando entrano in gioco alcune variabili, non necessariamente concomitanti.
Comunque, sono contento di quel che ho scritto. Quando ho detto quello che ho detto, non avevo ancora letto l’articolo di Renato. Ieri ho fatto la “lunga” al giornale, e riguardando le pagine della prima edizione mi sono imbattuto nel suo pezzo. L’ho letto, e ho visto che, in altro modo, diceva esattamente quello che ho pensato io (e scritto qui).
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 11:50
La diffamazione diventa reato penale quanco un giudice decide che lo è, visto che la legge recita: “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione” (art. 595 del Codice Penale). Lo decide il giudice SE offendi l’altrui reputazione.
Nessuno metteva in dubbio che fossi contento di ciò che hai scritto, non è il caso di divagare e fare commenti sul proprio lavoro. Se l’articolo di Renato Farina dice lo stesso di quello che hai detto tu non necessariamente state dicendo cose giuste. Due torti non fanno una ragione. Pensare con la propria testa non fa mai male.
http://descantabauchi.wordpress.com/
Francesco dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 12:43
In questo paese solo le persone oneste, come travaglio, Sono a rischio e la condanna non mi sorprende. State certi che appena parte l’iniziativa, la gente è disposta a sborsare lei i soldi per il risarcimento.
Sarà una prova di come questo paese funziona male e sia governato dall’ingiustizia. Ma anche della presenza sempre più massiccia di persone che sono stanche di questi affaristi senza anima e imprenditori con le pezze al culo.
Ma poi, la condanna è per aver diffamato una persona, la cui onestà di certo è discutibile. Quindi non ci vedo nulla di male. Anzi può essere una opportunità per Marco, se ben sfruttata.
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 13:35
Io sono collaboratore del blog, divago quanto mi pare.
Charly dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 14:04
I casi sono proprio uguali: da una parte c’è Iannuzzi, riparato in Francia per non andare in galera che chiede la grazie, ricevendola da Ciampi e continua imperterrito a diffamare per professione: nel senso che non fa il giornalista, fa il diffamatore pagato da Berlusconi per fare quello.
Dall’altra c’è Travaglio che dice cose vere su Previti (che tutti sanno sia un gran mascalzone, impresentabile colluso con i più impresentabili) e viene condannato per una questione di omissione di una frase.
Il fatto purtroppo è che genatglia come Previti & co. si può permettere di avere a disposizione avvocati 24 ore su 24 che fanno 1000 cause ed una ogni tanto, per cavilli o quisquillie la vincano. Mafiosi di merda.
Orlando dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:09
“Adesso che ne facciamo, cari dipietristi e grillisti e travaglisti, di Travaglio? Usufruirà dell’indulto, volente o nolente, e probabilmente il reato sarà prescritto quando si arriverà fino in Cassazione. Chi di spada ferisce…”
Queste frasi sono di una vergogna senza pari… uno “gné gné gné” sconsolante da chi giudica Travaglio un “non-giornalista” e quindi giudica sé stesso “giornalista”. Chiedo ora che avete fatto gné gné gné e avete riscoperto l’acqua calda (Grillo condannato si sa da una vita… e infatti COERENTEMENTE lui non si è candidato… al contrario del prescritto Berlusconi che ora auto Governa tutto) e vi sentite ebbri e tronfi ditemi: cosa cambia per l’informazione italiana? Ci siete voi che ci avete salvato da Travaglio ma mi risulta che i problemi (VERI) siano rimasti: un Parlamento pieno di condannati anche per reati CONTRO LO STATO CHE RAPPRESENTANO.
Però così Travaglio impara. Voi invece mi risulta non impariate mai. Ma vergognatevi va…
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:11
Charly, io continuo a credere che uno per diffamazione non debba finire dentro. Lo posso dire questo, a prescindere da chi sia Iannuzzi e da chi sia Travaglio?
Orlando dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:12
Ahhh… a (s)proposito, da Wikipedia: “Nel dicembre 2006 il sostituto procuratore di Milano, Armando Spataro, chiede il rinvio a giudizio di Farina assieme ad altre 34 persone, nell’ambito dell’inchiesta sul rapimento dell’ex imam di Milano, Abu Omar. Trentadue di esse sono accusate di concorso nel sequestro. Renato Farina (accusato di aver organizzato una falsa intervista con i magistrati con il solo scopo di raccogliere informazioni sull’indagine) e i funzionari del Sismi, Pio Pompa e Luciano Seno, devono rispondere invece di favoreggiamento[8].
Il 16 febbraio 2007 ha patteggiato la pena ed è stato condannato a sei mesi di reclusione. La pena è stata immediatamente commutata in una multa di 6.800 euro.
Farina ha riconosciuto le accuse di favoreggiamento mosse a suo carico e, nel corso degli interrogatori, ha ammesso di essere stato pagato ripetutamente dal SISMI per le sue attività e di aver ricevuto pressioni da Pollari e Pompa per reperire informazioni sulle indagini in corso sul sequestro di Abu Omar.”
Già… queste cose non sono gravi come diffamare Previti, però ti aiutano nella chiave di lettura. Complimenti. Ottima lezione di “stile”.
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:13
Orlando, leggiti tutto l’articolo, è meglio.
Gabriele Mastellarini dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:14
@ Orlando
Io credo che qui è proprio lei che si deve vergognare. Renato Farina oggi ha dato una lezione di stile da far sprofondare anche un elefante
ciao
gm
Orlando dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 15:49
@GM: assolutamente io non lo credo. Ho espresso un parere su quanto ho letto. “Sentenza ingiusta”, “solidarietà”, ecc. ecc. ma alla fine il risultato è che Travaglio è uno che non si deve permettere di fare ciò che fa. Per me è ridicolo e inaccettabile perché questa osservazione, se la si vuole applicare a lui, la si dovrebbe applicare anche agli altri… vediamo poi chi rimarrebbe a fare ciò che fa…
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 16:21
@Orlando
credo che con gli “interlocutori” con cui abbiamo a che fare, Mastellarini e Farina, non si possa fare un discorso più ampio di quel che rimane essere il “caso Travaglio”. Parlano a te di “vergogna” addirittura per aver espresso un opinione.
Credo che la mia obiezione sulla sua divagazione, sig. Farina, sia più che pertinente: riempie di parole vacue un’argomentazione sterile. E a chi ribatte non presenta controargomentazioni, come noi visitatori del blog facciamo, ma si arrocca dietro alla qualifica “collaboratore del blog”. Se voevi che nesuno ti facesse delle osservazioni, potevi togliere lo spazio per i commenti.
Per quanto riguarda lo stile non riporto fonte wikipedia, ma l’Ordine dei Giornalisti stesso.
http://www.odg.it/site/?q=content/renato-farina-radiato-dallordine
Charly dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 16:31
Arrivo a dire questo: fossi Travaglio sarei orgoglioso di avere una condanna per aver diffamato Previti.
Charly dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 16:33
Tommaso Farina
Credo di no. Se, per fare un esempio, dò del pedofilo a qualcuno che non lo è usando un giornale mio complice, allora devo finire dentro. Se dò del mafioso a Previti, dal mio punto di vista, è come se dessi del cattolico a Ratzinger…
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:16
Alberto, ho visto il tuo blog e dici di apprezzare lo stile “di fioretto” e le argomentazioni signorili. Allora: dimmi che ho detto di sterile e vacuo nella mia prima risposta. Certo, è ovvio che alla fine decide se un presunto diffamato è effettivamente stato diffamato (non solo a mezzo stampa ma anche a parole, se il presunto diffamatore parla in presenza di altre due o più persone) è solo il giudice. Ma per sporgere una querela penale per diffamazione ci vogliono le motivazioni. E le motivazioni, come già ricordato da me in altri post, si riducono bene o male a tre: pubblicazione di falsità; pubblicazione di particolari non pertinenti; scrittura non “continente”. Questo è quanto. Poi ci sono le aggravanti, ad esempio l’attribuzione di fatti determinati. Non penso ci sia molto da dibattere, visto che la legge è così e quanto mi hai detto non contraddice in alcun modo questi punti fermi.
Quanto al resto, trovo semplicemente “sconveniente”, diciamo così, che qualcuno dica a un padrone di blog (o “semipadrone”, in questo caso) cosa deve o non deve fare.
Per carità, amici come prima.
Orlando dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:29
@Tommaso Farina: “sconveniente” ma questa è la differenza tra un giornale e un blog: la possibilità di un feedback (anche negativo). Io dico che sia anche sconveniente ospitare dei commenti che danno degli “idioti” ai lettori di Travaglio. Però non è mio il blog e non voglio assolutamente “dar ordini”.
Se permettete vi segnalo una lezione ancor più di stile, sempre secondo mio modestissimo e trascurabile avviso: http://www.difesadellinformazione.com/ultime_notizie/93/una-grossa-ingenuita-costa-a-travaglio-una-condanna-per-diffamazione/
Questa è una critica e un’analisi precisa del fatto.
Gabriele Mastellarini dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:33
@ Orlando
L’avvocato Tomanelli nell’articolo che lei cita (“un’analisi precisa del fatto”) dice le stesse cose che ho scritto nel mio editoriale odierno, pubblicato anche su Affari Italiani.
Lo stesso avv. Tomanelli scrive che: “A ben vedere, infatti, è difficile pensare che un giornalista come Travaglio, così maniacalmente ancorato alle fonti ufficiali, abbia volutamente omesso quella frase. (…) Per il giudice l’omissione di Travaglio è stata cosciente e volontaria, se nel suo comportamento ha rinvenuto il dolo della diffamazione”.
OTTIMA SEGNALAZIONE, GRAZIE
ciao
gm
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:42
“Alberto, come ho già scritto altrove la diffamazione diventa reato penale quando entrano in gioco alcune variabili, non necessariamente concomitanti.”
Dovrei conoscere tutti i suoi articoli per sapere come la pensa su questo argomento?
Alcune variabili? Ma un reato ha confini così aleatori?
STERILE: sinonimo di improduttivo. Non produce nessun appiglio per una argomentazione. E non risponde ai miei interrogativi.
“Comunque, sono contento di quel che ho scritto. Quando ho detto quello che ho detto, non avevo ancora letto l’articolo di Renato. Ieri ho fatto la “lunga” al giornale, e riguardando le pagine della prima edizione mi sono imbattuto nel suo pezzo. L’ho letto, e ho visto che, in altro modo, diceva esattamente quello che ho pensato io (e scritto qui).”
cosa c’entra con l’argomento in questione che lei abbia fatto “la lunga” e il fatto che abbia scritto prima di Farina il suo pezzo e poi abbia avuto la piacevole sorpresa di trovare delle analogie?
VACUO: privo/vuoto di significato rispetto all’argomento in questione.
DIciamo che, finalmente, in questo tuo ultimo commento hai risposto alla mia domanda iniziale, dando una motivazione alla diffamazione. ”
“Facci, come Travaglio, ne omette il seguito a mio parere.” Ho scritto “come Travaglio”. Non mi pare di aver mai smentito il fatto che avesse sbagliato…
Per quanto riguarda la sua ultima frase, sulla “sconvenienza” del mio commento, le rispondo con un link:
http://it.wikipedia.org/wiki/Netiquette
NETIQUETTE è una cosa che tutti dovrebbero seguire se utilizzano, come nel suo caso, il mezzo virtuale detto Internet.
Lavoro con e sulla la Rete, so perfettamente come comportarmi e cosa posso/non posso dire/richiedere nei confronti dei blogghisti ed utenti vari.
E, giuro, non avevo la minima idea che Renato FArina fosse suo padre. Notavo l’omonimia, ma i miei commenti “avversi” non dipendevano da quello. L’ho appreso solo ora, da qesto altro suo post.
http://dituttounblog.com/articoli/travaglio-solidarieta-da-tommaso-farina-figlio
Saluti
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:47
No Orlando, la faccenda non è di contenuto (e quindi di critiche, che accetto e non ho mai fatto censurare). Non discuto la liceità, ma l’opportunità.
Orlando dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 17:54
@gm: -non c’entra nulla- mi dà del “lei” e poi si chiude con un “ciao”? mh… facciamo che mi si può dare del tu? io lo preferirei.
@Tommaso Farina: sono solo opinioni, per quanto possano essere espresse con forza o con “poco garbo”. Da parte mia comunque rispetto. Anche se può non sembrare…
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:05
@ Gbriele Mastellarini
“Un’ultima precisazione. E’ probabile che Travaglio sia incorso nell’errore in buona fede. Nella frettolosa lettura degli atti, gli è sfuggita la seconda parte della dichiarazione, finendo così per collocare Previti non genericamente nello studio di Taormina, come intendeva Riccio, ma in quella losca riunione. A ben vedere, infatti, è difficile pensare che un giornalista come Travaglio, così maniacalmente ancorato alle fonti ufficiali, abbia volutamente omesso quella frase. Ma sicuramente non è questa la conclusione cui è giunto il tribunale di Roma. Per il giudice l’omissione di Travaglio è stata cosciente e volontaria, se nel suo comportamento ha rinvenuto il dolo della diffamazione.”
io leggo un’altra cosa. L’avvocato “difende” Travaglio bollandolo come disattento e “in buona fede”. Lei, Mastellarini, la pensa come il giudice.
“Frettolosa lettura degli atti”….
Lei come la pensa?
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:10
Alberto, non mi offendo di certo. Tu almeno hai un volto, un nome, un’onestà. Devi capire che qui è l’antro degli anonimi, dei provocatori a mezzo servizio, di gente che, a differenza tua, si aggrappa proprio alla mia condizione figliale per cercare di offendermi.
asdrubale dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:18
Le decisioni dei giudici devono essere rispettate: cosa dice Di Pietro? ancora non ha rilasciato nessuna dichiarazione?.
la dich. di di pietro è in commento al pezzo di facci
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:20
Io penso che ognuno abbia la propria testa. La mia, seppur geneticamente simile a quella di mio padree mia madre, non è quella dei miei genitori. Da momento che lei ha letto sul mio blog avrà ben visto che la faccia ce la metto, e che anche quando mi ha chiesto “dove sono stato vacuo e sterile” ho risposto motivando. E anche nel mio blog ho specificato che i commenti sono lieri ma se qualcuno ne approfitta dovrò chiedere la login obbligatoria.
Saluti
asdrubale dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:34
TRAVAGLIO: DI PIETRO, LA CONDANNA E’ UNA STELLA AL MERITO
(AGI) – Cagliari, 16 ott. – “E’ una stella al merito che ha Marco Travaglio per aver detto cio’ che e’ scritto nelle carte”. Ne’ e’ convinto il presidente nazionale dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, riguardo la condanna del giornalista per diffamazione ai danni dell’ex ministro Cesare Previti. Il leader dell’IdV a Cagliari per sostenere la campagna referendaria contro il Lodo Alfano, ha manifestato la propria solidarieta’ al cronista che nel 2002, sul settimanale L’Espresso, pubblico’ l’articolo “Patto scellerato tra mafia e Forza Italia”. “E’ una prima sentenza che dovra’ passare, e sicuramente lo fara’ in modo diverso, al vaglio del giudice d’appello”, ha aggiunto l’ex magistrato di Mani Pulite sottolineando “che, a volte, bisogna avere le tacche, le mostrine sulla spalla, proprio perche’ si fa libera informazione”. Io stesso sono stato processato tante volte per aver scritto delle carte che non piacevano ai potenti di Stato”, ha ricordato Di Pietro, “ma bisognerebbe vedere cosa stanno combinando questi potenti, invece di prendersela con il Travaglio della situazione”. (AGI)
Io la trovo Eduardiana (da Eduardo De Filippo), in qualche modo potrebbe essere posta in bocca al sindaco del rione Sanità.
Tommaso Farina dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 18:38
E’ quello che ho scritto. Hai un volto, non sei il solito anonimo vile.
Alberto dice:
Thursday, 16 October 2008 alle 20:30
Si si, la ringrazio. Dopotutto, come diceva il mio blog, anche dopo lo scontro più acceso di fioretto i contendenti si stringono la mano.
Saluti
taici dice:
Friday, 17 October 2008 alle 00:05
Travaglio sarà assolto in appello. La diffamazione in Italia è reato e rientra nella categoria dei delitti. I delitti sono puniti solo a titolo di dolo (ci vuole la coscienza e la volontà di diffamare), la punibilità per colpa deve essere espressamente prevista: esiste infatti l’omicidio colposo, etc.). Io non credo che Travaglio volesse diffamare Previti, la sua intenzione era quella di raccontare un fatto. Altrimenti bisognerebbe processare anche i giudici che lo hanno condannato. Non lo hanno forse diffamato? Se loro erano nell’esercizio delle funzioni, allora Travaglio era nell’esercizio della professione!
A proposito, per i giornalisti professionisti: è sufficiente dire reato, senza aggungere penale. Il reato è, infatti, la violazione di una norma penale, punita con una pena… appunto!
asdrubale dice:
Friday, 17 October 2008 alle 10:39
e i reati si distinguono in delitti e contravvenzioni, a seconda della pena prevista.
Basi elementari del diritto penale.
Essendo la diffamazione un delitto per essa è prevista la pena della reclusione e della multa. Qualcuno sembra scoprire oggi che le sentenze vengono emesse da un giudice, che in questo caso ha ritenuto colpevole Travaglio di diffamazione. Uno dei fondamentali principi del movimento antinani è la fiducia nell’operato della magistratura, che sembra però non valere per i magistrati romani che hanno condotto il processo in questione. Essi sono probabilmente l’eccezione nella regola, infatti tutti sono sicuri che Travaglio verrà assolto in appello. Bisogna però ricordare che il Marco martire è già stato parte “soccombente” in procedimento civile sempre per diffamazione e condannato al risarcimento del danno. La novità quindi è soltanto nella diversa natura del processo, che rischia di fare del giornalista torinese un pregiudicato.