Papa Ratzinger e le omissioni sul "SAPERE"
Wednesday, 29 October 2008di Claudia Vismara per Gonosen
Il Papa mette in guardia contro la tentazione della scienza moderna di seguire, anziché il benessere dell’umanità, «il facile guadagno o, peggio ancora, l’arroganza di sostituirsi al Creatore».
Papa Ratzinger elenca i tre nemici della salvezza: la ricchezza, il potere, il sapere. Si intende che «ricchezza», sia come la si ottiene sia come la si usa; che del «potere» si condanna l’abuso, dalla violazione delle garanzie burocratiche alla negoziazione dei diritti umani. Il punto difficile da chiarire, persino da contestare è il «sapere». Benedetto XVI infatti non distingue tra un sapere buono e un sapere cattivo. Ne fa un mischiotto, non prescinde.
Egli vede il sapere – insieme al potere e alla ricchezza – come un male in sé, un fardello di cui è bene liberarsi per entrare in chiesa, ovvero per restare nella Chiesa alle condizioni sempre più rigide che questo papato sta ponendo. E’ ragionevole concepire il sapere come un nemico? La contraddizione non è solo con la condizione fondamentale di funzionamento della vita civile organizzata, ovvero la solidità e vastità del sapere in una fase della storia fondata sulla conoscenza. La contraddizione è anche con una parte della storia e dell’eredità della Chiesa cattolica, che si irradia nelle istituzioni e nelle comunicazioni e che possiede o influenza le università. Papa Ratzinger, non ponendo alcuna restrizione nella sua affermazione, lascia dubbia e aperta l’interpretazione. Egli non parla, tuttavia le sue parole dicono di più di quanto si intuisce da una prima interpretazione. All’antica tradizione del cattolicesimo come istituzione di potere – basata su proibizione e permesso, su assoluzione e condanna – sostituisce un allontanamento del sapere come tentazione che separa dalla grazia. Il messaggio del papa è fondamentalista. Dice che: «la scienza non è in grado di elaborare principi etici». Espande quindi lo spazio attribuito all’esclusivo rapporto con Dio su tutti i territori dell’esplorazione e del tentativo umano di governare società e natura: non è solo sulla sfera sociale, sulla politica, sull’organizzazione dell’esistenza del quotidiano e dell’eccezionale (vita e morte).
Lo estende alla continua esplorazione del sapere che è la vocazione tipica degli esseri umani, il bisogno di risposte, che cosa regola gli eventi. Il pericolo è che la presunzione del sapere esalti la persuasione di essere Dio. Entra in campo la parola idolatria. E’ idolatra chi, anziché rivolgersi a Dio, si rivolge alla scienza. Questa è una visiona fondamentalista bella e buona perché rende inutili sia i ripetuti tentativi di mostrare una naturale armonia tra fede e ragione, sia perché supera la contrapposizione indice/imprimatur, proibito e permesso.
La religione si impegna a tenere i credenti ben fermi e radicati dalla grazia (pena la perdita di quest’ultima). Su vita e morte decide la fede, non la scienza. In questo modo si eliminano seduta stante tutti i dati, gli eventi, le prove e le verifiche del sapere che non coincidono con il partito di Dio. Sembra quasi fondamentalismo islamico. E’ giusto che questo Papa prenda le distanze dal sapere, basti pensare a quando non si presentò alla Sapienza, e ne condanni la pratica?


Charly dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 10:15
Ricchezza, il denaro è lo sterco del demonio: quello degli altri mentre quello dello Ior, quello dell’8 per mille, quello delle offerte in chiesa…, profuma di lavanda.
Potere, infatti quando Bush lo va a trovare lo prende a calci in culo rinfacciandogli le guerre, la pena di morte,…
Sapere, Darwin? Chi era costui? Ci ha portati tutti la cicogna…
Federico dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 10:34
Claudia, ma ti rendi conto delle assurdità che ci sono in quest’articolo?
Io ho letto una dozzina di libri di Ratzinger:potrei postare ALMENO un centinaio di citazioni che smentiscono quello che hai scritto, a cominciare dal discorso che doveva pronunciare alla Sapienza,per non parlare dell’ultimo viaggio apostolico a Parigi..
Cosa faccio? Comincio a postarle tutte, una a una?
Quando arrivo a 100 mi fermo?
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 11:14
io ho assistito in diretta all’elezione del nuovo Papa. Quando hanno annunciato Ratzinger ho detto: OH MIO DIO.
XD
libera interpretazione
DeanKeaton dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 11:18
“basti pensare a quando non si presentò alla Sapienza”
Ma dico io Vismara. Lei vorrebbe accusare un uomo come Joseph Ratzinger di disonestà intellettuale e poi scrive frasi come queste?
Avrà pure ancora molto da imparare come dice sempre, cara Claudia, ma vedo che certe tecniche di mistificazione della realtà gliele hanno già inculcate per benino.
Si scelga bersagli più alla sua portata.
Per non scadere nel ridicolo.
Saluti
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 12:04
l’articolo a me non dispiace, cmq anch’io leggo l’ultima frase come lasciata lì che può significare qualsiasi cosa. In effeti il Papa non si presentò più, ok “per scelta”, ma dietro ci fu cmq una protesta studentesca sul suo arrivo. Cosa che però ritengo giusta.
Python dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 14:32
Claudia Vismara è una che non sa scrivere in un italiano decente. E’ una che fabbrica un pezzo su due-frasi-due del Papa isolate dal contesto. E’ una che non sa che Ratzinger fu professore a Tubinga negli anni della contestazione, a discutere con i colleghi protestanti e gli studenti di una delle migliori università d’Europa. E’ una che fa a fette i fatti: furono 67 professori della Sapienza a criticare preventivamente il Papa e a suscitare le proteste degli studenti, altrettanto preventive, per cui il ministro dell’Interno Amato dichiarò di non poter garantire la sicurezza del Papa.
Se Claudia Vismara viene dall’omonima dinastia dei salumai brianzoli, lasci stare i fatti, i detti, la lingua (italiana) e torni a fare a fette i salami di famiglia.
Tommaso Farina dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 14:33
Una volta di più, è evidente che va di moda parlare di Chiesa con cognizioni apparentemente molto sommarie della materia. Una volta, in Mani Sporche, Travaglio incorse in uno dei suoi soliti errori, trasformando il vescovo Emmanuel Milingo in “cardinale” (cosa che non è mai stato, né sarà mai). Proviamo a immaginare qualche giornalista che scambiasse un presidente di consiglio comunale per il sindaco di una città: che gli direbbero il giorno dopo?
A parte questo, mi spiace leggere l’ennesimo articolo non documentato. Se non altro, è meno sgradevole della reboante sparata di Benny Calasanzio sui “silenzi” di Benedetto XVI sulla camorra.
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 16:04
ecco facciamo, anzi fate una bella biografia di Ratzinger, fin da giovane eh 😉
Clau89 dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 16:39
Questo articolo riporta quanto ho letto dalla riflessione di Furio Colombo circa questo argomento. Ne più, ne meno.
L’ho letta e mi ha convinto. Ecco tutto.
asdrubale dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 16:52
Un articolo “de relato” dunque. Non mi pare un’idea felice.
Clau89 dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 17:02
Gabriele si è scordato di copiare anche la fonte dell’articolo, che è invece presente sul mio blog.
Clau89 dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 17:07
Inoltre il blog è libero. E’ ovvio che se scrivo per il giornale presso il quale collaboro è tutta farina del mio sacco. Ma in un blog, soprattutto se non è un blog giornale, ciascuno può postare ciò che vuole.
Tommaso Farina dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 19:11
Ti dirò, che Colombo abbia scritto cose del genere non mi stupisce affatto.
DeanKeaton dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 21:45
A me stupisce il fatto che Colombo convinca ancora qualcuno.
Ne dobbiamo fare di strada ancora, cara Vismara.
Saluti
Tyler dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 22:24
parente di Cristoforo?
Fabrizio Spinella dice:
Thursday, 30 October 2008 alle 00:45
Sapienza (metodo).
Conoscenza (finalità).
Sapere non vuol dire necessariamente Conoscere.
Ci sono gradi di “iniziazione”, ma l’uomo non può arrivare mai all’apice.
Gli scienziati sono al primo gradino del Sapere, un gradino di millenni, ma già pretendono di giungere alla cima, per sostituirsi alla Conoscenza.
La Scienza è bella. Come Lucifero, vorrebbe sostituirsi a Dio. Gli scienziati asseriscono che non è questa la loro intenzione: infatti, vogliono dimostrare che l’uomo comincia e finisce con l’uomo, il cosmo comincia e finisce con il cosmo. Dunque, tutto è manipolabile. L’idea di Dio-fenomeno li disturba, ma vorrebbero trovare quella che essi pur chiamano la “particella di Dio”, il primo impulso di energia creatice, per poter dimostrare che l’Umanità è frutto di casualità.
Scusate, non è bello nascere per “caso”.