Barnard, Travaglio, Report. Adesso PARLO IO

Wednesday, 29 October 2008
Pubblicato nella categoria EDITORIALI

di Gabriele Mastellarini

Come promesso intervengo in merito ai precedenti post sulla vicenda di Paolo Barnard e sui relativi commenti.

Ho pubblicato questo pass di qualche anno fa, quando entrai nella redazione di Report, solo per far capire che qualcosa la so anch’io. In privato mi ha scritto una lettrice sostendo che Milena Gabanelli “non è dipendente Rai ma ha un contratto di collaborazione”.

Niente di più vero, infatti avevo scritto che la Gabanelli – a differenza degli altri videogiornalisti – non è una freelance ma una “contrattista”, una posizione ben diversa. Ma oggi non parlerò della pluripremiata giornalista né del pluricitato collega torinese al quale si era rivolto Paolo Barnard.

Parlerò dei freelance.

Una specie piuttosto comune nel giornalismo nostrano. Trattasi di esemplari che vengono palesemente sfruttati dalle case editrici nazionali e locali e, in taluni casi (si veda Rossi Barnard Paolo), dalle emittenti televisive nazionali. Uno “sfruttamento” che è accettato da tali freelance i quali pur di scrivere, di incassare qualcosa e di godere di un certo margine di autonomia (di solito lavorano da casa) accettano condizioni capestro e compensi scarsissimi per il lavoro che fanno.

Dimenticavo, il freelance rischia sempre di proprio. Nel senso: se fa una bella inchiesta il giornale (o la tv) la prendono in carico e ci fanno (loro) un’ottima figura. Se il freelance sbaglia, diventa in un sol colpo “collaboratore esterno del giornale, di natura saltuaria e occasionale” e viene crocifisso dalla testata e dai suoi rappresentanti (capiredattori etc.). E’ facile che venga emarginato senza spiegazioni (si veda il caso di un cronista abruzzese).

In caso di controversie legali è sempre la casa editrice a risarcire la parte lesa (si vedano i casi Confalonieri-Travaglio-L’Unità oppure Previti-Travaglio-L’espresso), ma nel corso degli anni sta prendendo piede una stranissima moda. Le case editrici non esitano a fare rivalsa nei confronti dei poveri freelance che, dagli altari della gloria vengono subito messi in un cantuccio e bombardati da carte bollate e da richieste esorbitanti di avvocati lautamente pagati dall’editore.

E’ questo il caso di Barnard che ha coniato la definizione in “censura legale”: io freelance non faccio più inchieste perché non ho nessuna tutela e rischio di vedere anche il mio editore schierato contro di me.

Nel caso di Report tutto ciò è paradossale, trattandosi di una trasmissione fatta esclusivamente da freelance che “vendono” il loro prodotto, realizzato – è bene dirlo – sotto stretto controllo della responsabile del programma, legata alla Rai da un contratto annuale, diverso dal contratto “a pezzo”.

E poi c’è il Marcotravagliato. Personaggio multiforme che, da qualche anno a questa parte, ha accantonato la passione giornalistica per scegliere soprattutto (a torto o a ragione, fate voi) la ribalta televisiva, in qualità di opinionista. Dico subito che senza il passaggio ad Annozero, il nostro personaggio cadrebbe presto nel dimenticatoio collettivo, nonostante scriva per varie testate con contratti di vario genere.

Ecco ora il Barnard rivolgersi al collega Travaglio. Scrivono per la stessa collana, la Futuropassato della casa editrice Rizzoli, ora magistralmente diretta da una vera professionista e persona serissima ed educatissima, quale Alessandra Mascaretti (lo stesso devo dire di Claudia Coga della Dedalo, figlia d’arte).

Dicevo di Barnard che chiama in causa Travaglio, molto legato alla Gabanelli. Barnard, che non è un fesso, sa benissimo che un articolo o un intervento di Travaglio sulla sua questione porterebbe all’attenzione di tutti il mondo dei freelance e la “censura legale” alla quale alcuni sono sottoposti.

Il Travaglio, invece, fa finta di non capire, manifesta le sue idee su Israele comuni al sempre criticato (da lui) Renato Farina e chiude la conversazione mettendo il più bravo e preparato Barnard nella posta indesiderata.

Risultato? Il paladino della libera informazione se ne frega. Barnard resta fuori da Report. Travaglio cita la Gabanelli ad Annozero. Santoro continua a invitare Travaglio che viene pagato dalla Rai. Gabanelli e Travaglio non parlano dei soldi e dei benefit incassati dall’ex europarlamentare Santoro. Grillo ospita Travaglio sul suo blog e lanciano i dvd a 10 euro degli interventi. Travaglio parla dei Meet Up nei suoi sproloqui pubblici. La Guzzanti intervista Travaglio in Viva Zapatero. Travaglio è stato uno degli autori della Guzzanti e la cita appena può. Travaglio si incazza se Barnard e Mastellarini pubblicano le sue comunicazioni ma lui ha fatto un libro pubblicando una registrazione nascosta. Mastellarini non entrerà più nella redazione di Report e nessuno gli risponde più. Dei problemi dei freelance se ne fregano tutti.

Viva Zapatero!

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Nessun commento presente per “Barnard, Travaglio, Report. Adesso PARLO IO”

  1. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:06

    ehm mi scuso se ancora una volta (sunny) le ho dato del tu, visto che lei me lo da 🙁

  2. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:07

    rettifico: mi da del lei

  3. Clau89 dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:12

    @ federica
    aver citato la fonte a fine post mi sembra segno di chiarezza e correttezza.
    se dal testo non si evince che ciò che scrivo è tratto dal libro di russo, basta la fonte per confermare la mia buona fede nell’utilizzarlo. fine.

  4. Candidus dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:17

    @Sunny
    Come ho scritto prima, la censura legale è molto grave, si può cassare una notizia che potrebbe incorrere in citazioni in giudizio, e per convenienza non la si pubblica. A quanto pare questo modus operandi è in voga sia in video che su carta stampata (su internet? forse no).
    Però non mi torna tutta la faccenda legata a Report/Gabanelli/Travaglio/Grillo vs Barnard. Mi mancano degli elementi, delle tessere del puzzle.
    Mi sorge spontanea una domanda, prendiamo per esempio Travaglio:
    se ad Annozero dice una cosa falsa e lo querelano e perde, chi paga?
    Lui di tasca sua o Rai/Annozero?
    Il freelance è al corrente del tipo di contratto e i rischi correlati a cui e soggetto quando deposita il suo pezzo?

    Chiedo a Barnard: ha provato ad organizzare un pubblico incontro dove invitare almeno Marco Travaglio , o la Gabanelli e altri giornalisti per confrontarsi sulla questione?

    Non metto in dubbio la professionalità di Barnard, però la questione delle mail non può essere messa da parte. Dalle risposte di MT si evince che si sia incazzato notevolmente per averle pubblicate e questo potrebbe aver incrinato un possibile confronto con lo stesso Barnard.
    Però se ragioniamo così, potrei ritenere tutte le mail e le telefonate di Berlusconi (un esempio a caso) di pubblica utilità e pubblicarle senza riserve, no?

    Barnard mi piacerebbe rivederla al lavoro… per esempio una bella inchiesta sui 98 miliardi di euro evasi dai monopoli di stato.

    Saluti

  5. Sunny dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:43

    Tyler i francesi e le mails non c’entrano un fico secco gli uni con le altre. E credo si capisca benissimo. Quindi please prima di dare aria alla bocca leggere, perchè sincermente son tre giorni che si ripetono le stesse 4 cose in croce!

    Prima di tutto Travaglio è un personaggio pubblico, seconda cosa le mail riguardano il fatto che Travaglio ha taciuto di proposito un caso di censura eclatante e che riguarda tutto il mondo del giornalismo e di conseguenza tutti i fruitori. Il fatto che Travaglio taccia è di importanza rilevante e quindi di interesse pubblico. Poi lui stesso ha costruito su inciucio intorno al fatto che chiunque sta in tv per quanto poco ci stia ha il suo guinzaglio.
    Da queste mail si evince che per lui ci siano eccezioni. Quindi a seconda di qual è la sua posizione quest’uomo crea delle eccezioni. Di fatto, su piani molto diversi per carità, replica le stesse modalità del sistema che combatte (non sono queste una sorta di leggi ad personam?). Quindi interesse pubblico.
    Poi il discorso va avanti su un piano diverso. Travaglio e Barnard hanno avuto i primi contatti quando il primo ha spedito al secondo “Perchè ci odiano” (un libro che ha subito una forte censura da parte di tutti media, tra l’altro un libro che consiglio di leggere perchè lo ritengo molto interessante nonostante non condivida in totot la tesi di Barnard).
    E qui si dichiara filo-israeliano perchè ha imparato la pietà studiando i campi di concentramento, pietà che non prova per chi sta subendo sorte simile a quella che fu degli ebrei. L’ultimo punto è opinabile, cioè ognuno può avere le sue idee, ma permetti che da un punto di vista è eticamente discutibile. Siccome Travaglio costruisce tutta la sua tesi pro intercettazioni, con la quale sono perfettmente d’accordo, sul fatto che se non hai niente da nascondere non ti frega nulla che queste vengano pubblicate (dice lui stesso:”di che si lamenta la Falchi? Ci ha fatto solo bella figura perchè ama sua marito”) e sul fatto che anche se ci sono contenuti che non costituiscono reato penale è ugualmente oppurtuna la pubblicazione (sono di interesse pubblico perchè eticamente rilevanti oppure perchè contraddittorie rispetto alle posizioni del personaggio in questione), anche qui troviamo il solito riscontro. L’interesse pubblico c’è tutto!

    Sei contento? Ti ho dato del tu. Guarda che in merito a questa cosa non c’è proprio alcun pregiudizio. Sono incoerente in questo, a volte dò del tu a volte del lei, senza un valido motivo. Se questa è una colpa espierò.

  6. Sunny dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 16:49

    @ Candidus le rispondo solo a questo perchè al resto ho già risposto abbondantemente e il tempo a mia disposizione in questo momento è poco ( mi riservo di farlo in seguito).

    “Chiedo a Barnard: ha provato ad organizzare un pubblico incontro dove invitare almeno Marco Travaglio , o la Gabanelli e altri giornalisti per confrontarsi sulla questione?”

    Si ha provato e non solo lui. Gherardo Colombo l’ha auspicato ( se però avesse letto i link che le sono stati passati lo saprebbe). Il confrtonto è stato sempre rifiutato.
    Le dirò di più, quando Barnard e Bernardo Iovene (collaboratore di Report che difende a spada tratta la Gabanelli) sono stati invitati entrambi ad un dibattito in un centro sociale, il signor Iovene ha comunicato ai ragazzi che organizzavano l’evento che se si fosse trovato davanti il collega avrebbe infierito su di lui fisicamente. Tutto documentato anche questo.

  7. Candidus dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 17:10

    @Sunny
    Ma è proprio l’astio dimostrato da Bernardo Iovene che mi fa pensare che alla base di questa faccenda ci sia un grande equivoco, tra l’altro stiamo parlando di persone estremamente colte e intelligenti.

    Saluti

  8. Sunny dice:

    Saturday, 1 November 2008 alle 03:42

    Scusi Candidus nessun equivoco è tutto scritto nero su bianco in degli atti giudiziari.
    Nei link passati nei giorni scorsi c’è descritta tutta la vicenda, ci sono le risposte dell’uno e dell’altra, ci sono le prove che di censura si è trattato.

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