E' la stampa, schifezza. LA LEZIONE DI GIORGIO BOCCA

Saturday, 8 November 2008
Pubblicato nella categoria EDITORIALI

di Gabriele Mastellarini

Ho iniziato a leggere un saggio che consiglio VIVAMENTE a quanti vogliono avvicinarsi al giornalismo e a coloro (non pochi) che mi chiedono consigli sulla professione, per capire come avvicinarsi. A rispondervi non sono io ma Giorgio Bocca nel suo E’ la stampa bellezza (la mia avventura nel giornalismo), edito da Feltrinelli (euro 16,50 spesi bene). Di Bocca ho un ricordo personale molto particolare ma, allo stesso tempo, crocevia fondamentale per la mia successiva vita professionale.

Anni fa provai a cercarlo per chiedergli – mi sembra – una prefazione o un parere personale non ricordo su cosa. Come contattare il grande Giorgio Bocca? Fu davvero facilissimo: fu sufficiente consultare…l’elenco telefonico. Già, almeno fino a qualche anno fa, uno dei più grandi giornalisti italiani viventi era tranquillamente reperibile sulle Pagine Bianche, cercando l’abbonato Bocca Giorgio di Milano. Sulle prime pensai a un omonimo, magari a un parente. Composi le cifre prefissate dallo 02 e una voce austera e netta mi rispose: era il grande Giorgio Bocca.

Un dialogo di pochi minuti, cordialissimo. Un grande del giornalismo che, anche per il sol fatto di esser presente sull’elenco telefonico come un “comune mortale”, mi dava una lezione di umiltà e allo stesso tempo di professionalità, rispetto dell’interlocutore, serietà e severità allo stesso tempo.

Oggi ritrovo quel Giorgio Bocca e quella lezione di vita e di giornalismo nella pagine del suo ultimo libro che parla anche dell’editoria italiana sempre più preda della pubblicità e della scarsa professionalità dei giornalisti. Riporterò solo alcuni passaggi veramente utilissimi per quanti vogliono capire: non credo sia necessario commentare né io sarei capace di farlo.

– Il giornalismo di idee e di informazioni, come lo intese il secolo borghese, è una specie in via di estinzione se non già estinta;

– Oggi l’informazione politica o economica non fa il minimo sforzo per essere capita dai lettori o dagli ascoltatori. E’, nel migliore dei casi, uno scambio tra specialisti e, nel peggiore, una copertura dei grandi interessi.

– Il giornale, come il computer, è diventato un simbolo di potere: non importa capirlo, ma averlo;

– E’ gigantesco anche il numero dei giornalisti veri o presunti. Un esercito, una folla che non ha più un rapporto preciso con il giornalsimo d’inchiesta e di opinione, e che invece, in grandissima parte si occupa di pubbliche relazioni pubblicitarie;

– Migliaia di giornalisti assunti per fabbricare telai pubblicitari al posto delle notizie hanno azzerato i progressi fatti negli anni precedenti, quando abbiamo imparato a separare i fatti dalle opinioni, a dare le notizie prima dei commenti, a scrivere bene e chiaro. Ora siamo tornati alle notizie che vengono dopo le divagazioni, i gerghi, la cattiva letteratura. La televisione ha completato il disastro, concedendo la firma a tutti: alla pettinatrice come all’elettricista come a chi ti attacca un microfono;

– Per me il problema si poneva in questi termini: o tornare a Cuneo, in provincia, per fare l’avvocato o il ragioniere, o rimanere a Torino per fare il giornalsita. Io volevo, fortissimamente volevo, fare il giornalista. Allora, quello che oggi chiamano mobbing, sofferenza sul lavoro, umiliazione nel lavoro, era pesantissimo e quasi regolare, ed ero disposto a subirlo;

– Certamente una cosa l’avevo capita: che per salire nel giornalismo, come dovunque, avrei dovuto mangiare ogni giorno, come ha scritto Hemingway, “il mio chilo di merda e di fiele”;

– A volte mi chiedevano: qual è il segreto del buon giornalista? La precisione? Il distacco? La sintesi? La sintonia con i lettori? Rispondevo: non preoccupatevi, se un segreto c’è, è quello che avete già in testa, il segreto di chi ha orecchio per i suoni del creato, di chi ha occhio per la caccia, dello schermidore che sa parare e tirare. (Giorgio Bocca)

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Nessun commento presente per “E' la stampa, schifezza. LA LEZIONE DI GIORGIO BOCCA”

  1. pellescura dice:

    Saturday, 8 November 2008 alle 14:07

    quella sul segreto del buon giornalista è stupenda

  2. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 8 November 2008 alle 16:41

    Bocca dice molte cose giuste, eppure da tempo tratta Pansa, colpevole di scrivere libri sulla resistenza, come un traditore.
    Inoltre:
    http://www.pierogiacomelli.com/redazione/spir/spiridon_105.pdf

    Di questo però non gli faccio una colpa così grande, il capriolo piace pure a me.

  3. Wil Nonleggerlo dice:

    Saturday, 8 November 2008 alle 18:51

    Grazie Gabriele per questo scritto, da stampare e tenere in tasca.

    Soprattutto l’ultimo punto, che sembra quasi una sentenza.

    Wil

  4. Zazo dice:

    Sunday, 9 November 2008 alle 17:14

    Neppure io capisco il comportamento di Bocca verso Pansa.
    Se tra i giornalisti c’è un qualcuno che ammiro più di altri quello è Pansa, non Travaglio.

  5. rob dice:

    Sunday, 9 November 2008 alle 20:05

    beh, come schemidore il nostro é un maestro assoluto. o, meglio, come ciurmadore.
    inizia la carriera scrivendo su una delicata fanzine, “la difesa della razza”, in cui si diletta a discettare dei giusti timori dell’ariano nei confronti della razza ebraica. dopo un breve passaggio da repubblichino diventa opportunamente partigiano (sulla prima parte della sua educazione sentimentale farà, sempre opportunamente, cadere l’oblio). finisce la guerra; da azionista diventa socialista nenniano. poi, negli anni 80, craxiano (la sua “storia d’italia”, nel parlare di craxi, tocca il sublime dell’agiografico). poi ferocemente anticraxiano. poi leghista. poi manipulitista. poi…
    insomma davvero un maestro.

  6. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 10 November 2008 alle 01:11

    Giornalismo, giornalismo, quanti delitti si commettono in tuo nome…

  7. sameth dice:

    Monday, 10 November 2008 alle 11:44

    @tommaso farina

    Oltre a un po’ di “conformismo partigianio” da parte di bocca, forse fra i due un po’ di ruggine c’è da tempo: ad esempio nel libro “carte false” (B.U.R, 1986) pansa, pur definendo bocca “il mio eroe professionale” già nel 3° capitolo inizia a bastonarlo non poco, evidenziando il suo leggero ritardo – anni- nel comprendere cosa fossero le BR.
    Persino i brigatisti erano incazzati con la stampa perchè “a milano fra il ’70 e il ’75 chiunque poteva sapere cosa fossero e cosa stessero facendo le BR. Solo che a volerlo sapere erano in pochi” (Semeria, uno dei fondatori delle BR, intervistato – dopo – da bocca).

    Un prezioso libro quello di pansa, peccato non sia servito a nulla se non a creargli alcuni nemici.
    Ciao

  8. Clau89 dice:

    Saturday, 22 November 2008 alle 19:52

    lo sto leggendo. veramente, veramente interessante.

  9. PAOLO CIOLI dice:

    Wednesday, 24 June 2009 alle 08:47

    ci risiamo con Pansa, eroe della democrazia presidiata dai parafascisti di Berlusconi.Ormai vive e guadagna come antibocca. Mi chiedo: ma ci volevano 65 anni per far venire a luce certe storie della resistenza e dei ,presunti o reali ,crimini compiuti dai partigiani comunisti a danno dei gerarchi e dei repubblichini alleati delle SS ? Qualcuno conosce una resistenza a senso unico, con morti e crimini da una parte sola?
    Montanelli, sulla resistenza ha sparato a zero , ma fin dagli anni cinquanta, fin dai tempi della retorica resistenziale, non ha aspettato che ritornassero i fascisti con il loro Cavaliere di Arcore e le sue Case Editrici e TV. Serra ha definito Pansa:”onesto ma ingenuo, che si è lasciato strumentalizzare dai tempi e dagli uomini”. Io non ci credo: con quel viso , quel ghigno lupino, mi da l’impressione di un Grande opportunista. Un revisionista con del metodo. Sul piano dell’analisi e della letteratura, ogni paragone con Bocca è improponibile.

    Paolo Cioli

  10. PAOLO CIOLI dice:

    Wednesday, 24 June 2009 alle 08:47

    ci risiamo con Pansa, eroe della democrazia presidiata dai parafascisti di Berlusconi.Ormai vive e guadagna come antibocca. Mi chiedo: ma ci volevano 65 anni per far venire a luce certe storie della resistenza e dei ,presunti o reali ,crimini compiuti dai partigiani comunisti a danno dei gerarchi e dei repubblichini alleati delle SS ? Qualcuno conosce una resistenza a senso unico, con morti e crimini da una parte sola?
    Montanelli, sulla resistenza ha sparato a zero , ma fin dagli anni cinquanta, fin dai tempi della retorica resistenziale, non ha aspettato che ritornassero i fascisti con il loro Cavaliere di Arcore e le sue Case Editrici e TV. Serra ha definito Pansa:”onesto ma ingenuo, che si è lasciato strumentalizzare dai tempi e dagli uomini”. Io non ci credo: con quel viso , quel ghigno lupino, mi da l’impressione di un Grande opportunista. Un revisionista con del metodo. Sul piano dell’analisi e della letteratura, ogni paragone con Bocca è improponibile.

    Paolo Cioli

  11. Paolo Cioli dice:

    Monday, 24 August 2009 alle 09:06

    Giorgio Bocca l’ha ribadito in occasione del ritiro del premio Amalfi:” la pubblicità , vera padrona dei giornali ha ucciso il giornalismo vero , quello di inchiesta e d’informazione”. La gran parte del Corpo giornalistico e pubblicistico non è di questo parere:”concetti vecchi di settanta anni, nostalgie di un ultraottuagenario che fu un privilegiato.” E non poteva essere diversamente: il giornalismo odierno è fatto prevalentemente da pubblicitari, musicologi, curatori d’immagine, psicologi , sessuologi che cercano di illudere i lettori di poter aver del buon sesso anche a 80 anni , anche se prostectomizzati . Ma quali inchieste , quali ricerche delle verità? Il giornalismo oggi, tanto della carta quanto dell’etere è intrattenimento, divertimento , illusione, ciè menzogna, inbonimento: questo chiedono i lettori e i telespettatori contemporani.
    Paolo Cioli

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