Il ritorno di leggi ad personam

Wednesday, 18 June 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

Proprio come sette anni fa, riecco lo scontro tra Governo Berlusconi e magistratura: stesse armi (leggi ad personam, attacchi, ricusazioni dei giudici), stessi toni («magistrati di estrema sinistra che agiscono per fini politici»), stesso còté politico-istituzionale (alleati recalcitranti che però coprono qualunque iniziativa; tensioni con l’opposizione e con il Quirinale).
La legislatura 2001-2006 si aprì con la legge sulle rogatorie e sul falso in bilancio: servivano a smontare i processi “toghe sporche” e All Iberian; oggi il “problema” è il processo Mills e dunque si rilancia lo scudo per le alte cariche dello Stato (già bocciato dalla Consulta nel 2004) nonché un’inedita norma che impone ai magistrati di dare priorità ad alcuni processi e di congelarne altri, all’istante, per un anno.

Iniziative in forte odore d’incostituzionalità, che impattano su obbligatorietà dell’azione penale, ragionevole durata dei processi, principio d’uguaglianza.

Tanto più se inserite in un decreto sulla sicurezza. Il presidente Napolitano è preoccupato. Le toghe sono in rivolta. L’opposizione chiude la porta al dialogo sulle riforme. È un prezzo troppo alto da pagare.

Il Sole-24Ore del 18 giugno 2008

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