Michael, perché non sei rimasto nero?
Friday, 26 June 2009di Sergio Fornasini per dituttounblog.com – Updated: con video clip
Basta un niente e ritornato alla mente tutti i brani di Michael Jackson. Ascoltate poche note, si battono i pedi ritmicamente, ci si muove a tempo di musica, fossimo pure sotto la doccia. Il titolo del brano che lo ha lanciato, “Don’t Stop ‘Til You Get Enough” (non smettere finché non ne hai abbastanza) dovrebbero scriverlo come epitaffio sulla sua tomba: è la sintesi della sua vita, dei suoi eccessi. Ora ha smesso per sempre, gli auguro di tornare alla sua vera dimensione là dove si è trasferito.
A me piace pensare a lui attraverso un video che ha fatto epoca, diretto dal regista di “Blues Brothers” e molte altre cose: John Landis. Mi piacerebbe tanto inserirlo ora nell’articolo ma non se ne trova più su YouTube una copia con il codice da incorporare abilitato. Ho scaricato delle repliche, domani saranno online, promesso.
Svegliate una redazione per favore: Repubblica, il Corriere, la Stampa e molti altri sono sul pezzo, il Giornale al momento della pubblicazione dell’articolo su questo blog non fa menzione della scomparsa di Michael Jackson.
Come promesso, ecco i video clip. Non so per quanto reggeranno su YouTube, è stata riscontrata una possibile violazione del copyright.
Don’t stop ’til you get enough – il primo grande successo
Thriller – Intro – Ragia di John Landis, quello di “Un lupo mannaro americano a Londra”, e si vede
Thriller – Part 2 – John Landis è anche il regista di Animal House, Blues Brother e molti altri film
Beat it – forse il brano più rock mai interpretato da Michael Jackson
Tributo a Michael Jackson da un suo fan
I video più famosi


stardust dice:
Friday, 26 June 2009 alle 07:07
Povero Michael,riposa in pace.
LoSpettrodiIshan dice:
Friday, 26 June 2009 alle 09:15
Si ma il titolo del tuo post è completamente idiota. Non ho capito cosa vuoi dire con questo titolo. Lo sai che Jackson era malato di vitiligine vero?
Sergio Fornasini dice:
Friday, 26 June 2009 alle 09:53
C’è chi sostiene che fosse malato di vitiligine, altri che si sia volutamente sbiancato e questo ha contribuito a farlo ammalare: http://archiviostorico.corriere.it/2009/maggio/17/Sbiancato_com_doveva_vivere_dove_co_8_090517054.shtml
grazie comunque per l’idiota, ancora non me l’avevano dato
Candidus dice:
Friday, 26 June 2009 alle 10:18
nonostante fosse un personaggio misterioso e controverso la sua musica vivrà per sempre.
Ciao JACKO.
tequilero dice:
Friday, 26 June 2009 alle 13:33
Mai stato fan di Jackson.
Ma Thriller, sopratutto il video, ha rappresentato un punto di svolta per il mondo della musica pop.
sandro fornettini dice:
Friday, 26 June 2009 alle 22:34
@ Sergio
A me han dato di peggio
ciao
sandro fornettini
Glug dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 00:58
Su via!! Ora basta!!
Non era una persona da prendere ad esempio e neanke, a mio parere, un “artista”!
nn se ne puo’ più!!
lasciatelo e lasciateci, almeno ora, in pace!!!
Dean Keaton dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 01:05
La scomparsa di Michael Jackson ricorda, per certi versi, quella di Elvis Presley, segnata anch’essa da un declino fisico e dal fatto di essere prematura.
E, se vogliamo, possiamo trovare delle corrispondenze anche tra le carriere di questi due personaggi, costellate di record di vendite e orde di fans che li veneravano in un mare di isteria collettiva.
Ci sono poi quelle mosse sul palco chiaramente allusive ed innovative, l’enorme impatto delle esibizioni dal vivo ed il carattere esagerato della loro vita, oltre al fatto che Michael sposò proprio la figlia di Elvis.
Sì, forse c’è un filo che lega i due personaggi, premiati ben oltre la qualità dei loro brani, ma entrati di diritto nella storia della musica per aver segnato in modo indelebile il proprio tempo.
Saluti
Mastellaroni dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 06:55
Soliderieta’ a Fornasini, che e’ stato sempre corretto, non si meritava certi epiteti… 🙂 Mi manca il Mastellarini, quasi quasi lo andrei a trovare nel suo paese natio… 🙂
Sergio Fornasini dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 12:57
@ Mastellaroni, chissà che non ce lo ritroviamo presto di nuovo in rete il Gmast. Chi vivrà vedrà… 😉
grazie per la solidarietà a Fornettini e Mastellaroni. O erano Fornettoni e Mastellarini? chissà…
asdrubale dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 15:18
Un genio dei nostri tempi, ovvero un mediocre di successo.
Giovanni dice:
Saturday, 27 June 2009 alle 21:15
Ora gli Americani si potranno sbizzarire, come fecero per la Monroe.
Michael Jackson è morto di overdose involontaria di farmaci, o invece è morto di somministrazione dolosa?
Da noi, il genere non tira: Sindona morì per un caffé che lui stesso corresse al cianuro, o per un caffé come quello che offrirono a Pisciotta? I giornalisti che adesso vanno in cerca di fiche, non hanno fatto mai libri sul quesito.
Michael Jackson era un pedofilo? Sì, di se stesso.
Nicoletta Salata dice:
Sunday, 28 June 2009 alle 00:48
Quando scompare un grande artista, qualsiasi sia il campo in cui si è espresso, provo sempre una sensazione complessa; so che di lui/lei resterà l’opera del passato, e questo è già un privilegio, ma al tempo stesso realizzo che essa terminerà d’essere creata, inesorabilmente, con la morte del suo/sua autore.
Ho assistito al concerto di Michael Jackson del 1988 allo Stadio Comunale di Torino. E’ passato molto tempo e non ne ho precisi ricordi, oltretutto in questi anni ho seguito altri generi musicali. Era il Bad Tour; ma per quanto lui cantasse “sono cattivo” la dolcezza della sua voce e la sua vulnerabilità trasparivano chiare.
Nonostante io ne abbia poi diradato l’ascolto, sapevo che c’era. Ora questa notizia mi tormenta. C’è in me quella percezione di fragilità, in questo caso ancora più intensa, non solo per la vita che si spegne e la morte che ne preclude definitivamente l’espressione, ma perchè credo che lui, di questo limite e dolore, ne fosse da sempre affetto.
Malgrado la sua trasformazione fuori di qualsiasi comprensione e significativa di un estremo ed inguaribile disagio credo che avesse davvero ancora tanto da dare, dire, cantare, danzare e purtroppo soffrire. Mi consola soltanto credere che unicamente per sconfiggere quest’ultimo inevitabile stato, lui se ne sia andato. Spero per stare meglio, ma non riesco comunque a gioirne. Perchè chi se ne va così non lascia solo un vuoto; porta con sé il raro dono di trasmettere infinite emozioni.
http://www.bedo.it/nicolettasalata/26467/MICHAEL+JACKSON%3A+you+are+in+my+life….html
A' dice:
Tuesday, 7 July 2009 alle 10:00
Non è stata una sua scelta! Ha detto che era una malattia! Aveva la vitiligine! BASTA! Ha già avuto troppissimi problemi nella vita quel povero angelo! Adesso lasciatelo riposare in pace!! Eri, sei e rimarrai per sempre il Re del Pop! Thanks of all our Peter Pan, we love you!
Sergio Fornasini dice:
Tuesday, 7 July 2009 alle 10:24
il suo dermatolo, in una intervista pubblicata ieri, ha confermato che aveva la vitiligine. Ha anche aggiunto di averlo assistito nello sbiancamento della pelle, la ragione era puramente estetica. Con la vitiligine infatti la pelle rimane chiazzata, lo sbiancamento è servito a renderla uniforme. Poi tutto il resto delle schifezze che ingurgitava ha fatto il resto. Mi dispiace comunque che sia finita così, ma come tanti altri grandi ha contribuito non poco alla sua auto distruzione
Nicoletta Salata dice:
Tuesday, 7 July 2009 alle 14:37
Premesso che io Michael Jackson lo adoro, e non ho ancora smesso di star male per la sua scomparsa (il peggio deve ancora venire: stasera h.19.00!), questa storia della vitiligine non mi convince, o meglio non mi quadra come unica causa del suo, credo comunque ambito, biancore. Perché non è solo un fatto di pelle. Lui si è ripetutamente ed irriconoscibilmente modificato i tratti del volto. Inizialmente sembrava fosse per smussare quei lineamenti tipici dei neri, poi per sembrare a tutti gli effetti un non-nero, infine per incarnare una sorta di fumetto-cartoon immortale. Nonostante la mia avversione per la chirurgia plastica a soli fini estetici, io lo accettavo anche così. E il suo grande talento aveva per me il potere di fargli perdonare anche questa esasperata de-costruzione, indice solo di debolezza.
Del resto, ed è qui che il conto non mi torna, possiamo immaginare un nero di pelle con quella faccia? Pertanto: sia pelle bianca che lineamenti rispondevano alla medesima esigenza. Anche se, come già detto, il suo ideale non era “ l’uomo bianco” ma una creatura quasi irreale.
Diciamo che tutto sembrava congeniato per rendergli quell’immagine che lui di sé voleva vedere, che stando alle evidenti caratteristiche non può che essere quella di un ragazzino, dal corpo esile, agile, perfino poco sviluppato, dall’innocenza ed ingenuità non profanate, dalla voce timida e dolce, dai lineamenti super-fini e dalla pelle diafana.
Lui non capiva, o forse sapeva bene e per questo ha giocato a trasformarsi fino a rendersi irriconoscibile, che il suo talento così precoce e grande tanto da averlo segnato a vita, avrebbe oltrepassato tutti i colori e tutti i lineamenti. Solido ed immutabile anche nel suo vuoto ora senza segno ed incolore, in cui la sua musica lo raffigura invisibile ma eterno.