Il flop delle scuole di giornalismo

Wednesday, 30 July 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

Un interessante articolo di “Prima Comunicazione” a firma di Cristiano Draghi, focalizza l’attenzione sulla situazione attuale delle scuole di giornalismo, istituite in varie universita’ italiane d’intesa con l’Ordine dei giornalisti.

Troppi allievi e troppi stagisti tolgono spazio ai giornalisti disoccupati (secondo dati della Fnsi sarebbero circa 1.500 a fronte di circa 11.500 contrattualizzati a tempo pieno con un tasso di disoccupazione di circa l’11,5%, ben superiore alla media nazionale). E il tutto si inserisce in una situazione già rovente, con una riforma dell’accesso alla professione ancora incompleta (mancando i decreti attuativi della legge 14 gennaio)

A oggi erano state riconosciute 21 scuole (4 a Milano, 3 a Roma, una a Urbino, Bologna, Perugia, Palermo, Napoli, Sassari, Torino, Padova, Potenza, Bari, Toscana, Salerno, Teramo e Sora).
Gli ispettori dell’Ordine hanno già visitato diverse scuole ed emesso il proprio verdetto su dieci.
Promosse Milano Cattolica, Milano Statale, Perugia, Salerno, Torino, Urbino, ‘rimandate’ a nuovi controlli Potenza, Padova e Palermo, bocciato su indicazione del Consiglio regionale toscano il master delle università di Firenze, Siena e Pisa.

C’è chi come Biagio Agnes, da grande comunicatore qual è, si è subito reso conto che la promozione ottenuta poteva essere utilizzata per promuovere la scuola che dirige, quella di Salerno, diffondendo il comunicato che segue: “La scuola di giornalismo dell’università di Salerno, diretta da Biagio Agnes, e quella dell’università Statale di Milano sono a pari merito al primo posto per efficacia didattica nella graduatoria stabilita dall’Ordine nazionale dei giornalisti. Il riconoscimento è stato ufficializzato dopo la ricognizione effettuata dall’Ordine in tutte le scuole di giornalismo in Italia”.

Apriti cielo. Su questo comunicato, firmato dall’ufficio stampa dell’università salernitana, le altre scuole si sono scatenate. Perché l’ispezione ha riguardato circa metà scuole, e nel ‘mercato della formazione per i praticantati’, come l’ha definita un responsabile di scuola, c’è una inevitabile concorrenza.

Per la curiosità dei lettori, Salerno e la Statale di Milano hanno preso 93/100, la Cattolica di Milano 86/100, Urbino 82,5/100, Perugia e Torino 81,5/100. La sufficienza era 75/100.

Al di là dei numeri, resta però il fatto che il comunicato della scuola di Biagio Agnes è stato letto come una spregiudicata operazione di marketing per accaparrarsi studenti in un periodo in cui la massa degli aspiranti giornalisti sceglie a quale scuola rivolgersi.

Il caso di Torino è invece rappresentativo di una vicenda diversa: quella scuola l’ispezione l’ha avuta ed è stata positiva. Ma con un punteggio ben distante da Milano Statale e Salerno. Il problema non è stata la qualità dei docenti (“buona”) o del mensile che viene prodotto (“apprezzabile”), quanto la “scarsità” di spazi a disposizione, quindi la “carenza” di laboratori radio e tivù e il fatto che “la ricerca di contributi affidata ai dirigenti della scuola rappresenta un elemento di incertezza permanente, non essendo codificato e affidato alla sensibilità dei rappresentanti degli enti erogatori dei contributi”.

Potenza, Padova e Palermo dovranno ripassare l’esame (la prima è stata Potenza, dove gli ispettori si sono ripresentati il 9 luglio scorso). Per non parlare dei toscani, che, su semplice segnalazione del Consiglio regionale della Toscana che ha espresso parere contrario alla prosecuzione della convenzione, hanno visto stroncare dopo solo due anni di vita, senza nemmeno bisogno dell’ispezione, il master delle tre università di Firenze, Siena e Pisa, coordinato da Carlo Sorrentino, docente di teoria e tecnica delle comunicazioni di massa a scienze politiche. Causa? Un conflitto mai sanato fra docenti universitari e docenti giornalisti che ha reso difficile accordare i suoni, e problemi organizzativi provocati dall’unione di tre diverse università, basti pensare che gli studenti dovevano cambiare sede ogni tre mesi.

Sorrentino spera di riaprire il master nel giro di uno o due anni e dice: “Questo è un progetto importante, innovativo, in cui continuo a credere. Prendiamo atto che l’Ordine ha individuato difficoltà logistico organizzative, stiamo comunque discutendo come ripartire. Convinti però che far girare gli studenti su tre sedi non funziona”.

E vien da chiedersi: che senso hanno ancora le scuole di giornalismo? Loro aumentano e l’occupazione diminuisce. Paradossale.

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