Inchiesta. I fondi di Tremonti al Coni e l'ingaggio di Petrucci
Friday, 1 August 2008di Gabriele Mastellarini per “Il Mondo” in edicola
La Cina è vicina per il presidente del Coni, Gianni Petrucci, in prima fila a Pechino alla guida della squadra olimpica. Felice perché lo scorso 25 giugno ha avuto la certezza di avere un miliardo e 350 milioni da poter spendere dal 2009 al 2011. Il Premier Silvio Berlusconi e il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti sono stati di parola e hanno inserito nel decreto-legge 112 un codicillo (il comma 9 dell’articolo 63) che concede un contributo annuale al Coni di 450 milioni, fino al 2011. L’importo era già stato deciso dal precedente Governo di Romano Prodi che ha consentito il versamento di 1,8 miliardi in quattro rate nel 2005, 2006, 2007 e 2008. Terminate le Olimpiadi, lo Stato avrebbe chiuso i cordoni della Borsa ma Tremonti, forse eccitato dal clima preolimpico, le ha riaperte.
Gianni Petrucci è soddisfatto sia come numero uno del Coni che come presidente di Coni Servizi spa, la società costituita nel 2002, divenuta costola operativa del Comitato Olimpico Italiano. Come presidente del Coni, Petrucci incassa 217 mila euro più i 130 mila per la stessa carica in Coni Servizi, per un totale di 447 mila euro annui lordi, oltre i gettoni di presenza e i rimborsi spese. Nel 2002 un decreto-legge ha trasferito a Coni Servizi tutti i beni e i «rapporti attivi e passivi» (debiti e crediti) del Coni, compreso il marchio. Ma l’anno scorso, come ha riferito di recente la Corte dei Conti, i diritti di utilizzazione del marchio sono stati ricomprati dallo stesso ente Coni al prezzo di 12,863 milioni, pagati alla controllata. Il contratto è stato stipulato il 31 gennaio 2007, ma gran parte della somma (9 milioni e mezzo) era già stata versata nelle casse della società satellite, a titolo di caparra. Difficile dire se la cifra sia effettivamente congrua: fatto sta che in solo due anni (2005-2006) il marchio ha reso a Coni Servizi 12,4 milioni di royalties.
La Corte dei Conti rivela anche la posizione del Ministero delle Finanze sull’operazione di riacquisto del marchio. «In sede di variazione al bilancio 2005, il Ministero dell’Economia e Finanze ha espresso dubbi circa la reale possibilità che la Coni Servizi potesse considerarsi titolare del marchio, stante la presenza del vincolo della tutela dello stesso». In seguito, lo stesso Ministero, guidato anche allora da Tremonti, ha fatto macchina indietro rilevando che «sotto l’aspetto tecnico-contabile» non c’erano più problemi, consentendo così a Petrucci di concludere la compravendita fatta in famiglia.


