In arrivo le zone-Bengodi (niente tasse per tutti)
Wednesday, 6 August 2008di Gabriele Mastellarini
Comuni in bancarotta, quartieri da sempre degradati e continuamente sovvenzionati, cittadine del Sud che si dichiarano «in condizioni di particolare degrado economico» e tendono la mano per l’ennesimo finanziamento statale. Stavolta la manna in arrivo dal Governo centrale, ha un nome, anzi un acronimo: Zfu.
Sono le Zone franche urbane, un’idea dell’ex Ministro Pierluigi Bersani, copiata pari pari dalla Francia (dove si chiamano “Zones franches urbaines”, tanto per non farsi riconoscere) e ora ripresa dal Governo Berlusconi che ci ha messo i soldi.
Sul piatto cento milioni di euro da dividere tra pochissime zone dell’Italia meridionale dove, per cinque anni, non si pagheranno tasse né contributi. Candidati 70 quartieri di 66 comuni, ma solo in 18 riusciranno a spuntarla, accaparrandosi il titolo di Zona franca. Nessuna imposta sui redditi fino al 2012 e per gli anni a seguire «un’uscita graduale dal regime di esonero» (quindi meno tasse per tutti gli abitanti della zona prescelta). In questi quartieri “eletti” anche l’Irap (l’imposta regionale per le attività produttive inventata dall’ex Ministro Vincenzo Visco) sarà solo un brutto ricordo e fino al 2012, ogni impresa avrà un bonus fino a 300 mila euro. Non sarà dovuta nemmeno l’Ici ai Comuni per gli stabili posseduti e utilizzati per l’esercizio delle nuove attività economiche. E, sempre fino al 2012, nelle 18 zone franche non dovranno essere versati neanche i contributi previdenziali per i lavoratori dipendenti: a corrisponderli sarà direttamente lo Stato, con il placet dell’Unione Europea.
E ora sono tutti lì, ai nastri di partenza. Immancabile Taranto, il comune finito in dissesto con un “buco” enorme che ora chiede una piccola Zfu e, sembra, la otterrà. L’Abruzzo ha proposto Pescara, Chieti, Lanciano, Montesilvano e Vasto, ma solo uno dei cinque potrebbe farcela. Il Molise presenta i due capoluoghi, Campobasso e Termoli, solo uno sarà “eletto”. La Basilicata propone Matera, mentre la Campania ha messo in prima fila Torre Annunziata, Mondragone, Napoli-Est, San Giuseppe Vesuviano e Benevento. Seguono uno stuolo di comuni pugliesi, sardi e siciliani. La Puglia ha inviato al Ministro per lo Sviluppo Economico, Claudio Scajola una lista di 15 comuni, compresi i capoluoghi, Foggia, Lecce, Brindisi e, appunto, Taranto. Dalla Sicilia altre 12 realtà, con Catania e Messina in prima fila, mentre la Sardegna del Governatore Renato Soru ha indicato nove quartieri “a rischio” (spiccano Cagliari, Sassari, Oristano e Alghero). E il nord? Non è rappresentato, fatta eccezione per la candidatura di Torino-quartiere Mirafiori, destinata alla bocciatura e per le proposte toscane di Massa e Carrara. «I parametri avvantaggiano solo il sud», ha affermato l’assessore all’industria del Piemonte, Andrea Bairati, in una lettera al Ministero. E i piccoli comuni montani o i paesini della Bassa padana? Anche quelli restano fuori, perché c’è il limite minimo dei 25 mila residenti e serve anche un tasso di disoccupazione di almeno il 7,7% rispetto alla media nazionale.
Tutti requisiti che strizzano l’occhio al Mezzogiorno dove, gira che ti rigira, arrivano sempre incentivi dagli stanzoni del potere romano. Raffaele Lombardo, Presidente siciliano, già gongola: «La fiscalità di vantaggio resta una priorità» e l’assessore campano alle attività produttive, Andrea Cozzolino, ci mette il carico: «Con questa iniziativa possiamo risolvere specifiche esigenze e necessità che sono state evidenziate direttamente dai territori». Guarda anche al futuro? «Se la sperimentazione avrà i risultati sperati, sono convinto che replicheremo».
Stando ad alcune indiscrezioni, Campania, Sicilia e Puglia, prenderanno almeno tre Zfu a testa, mentre a Calabria e Sardegna ne spetteranno due e una ciascuno per Abruzzo, Basilicata e Molise. Restano in ballo altri quattro posti e potrebbe esserci spazio per il Lazio che ha avanzato sette candidature, compresi i capoluoghi Latina e Viterbo. La parola finale ai Ministri Scajola e Tremonti, ma c’è già chi incrocia le dita sperando, tra qualche giorno, di ritrovarsi nella zona-Bengodi.
(tratto da “Libero”)
