Maurizio Belpietro condannato a sei mesi dal G.U. di Milano (non controllò Jannuzzi) "Che mi mettano pure in galera"

Saturday, 9 August 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Maurizio Belpietro, direttore di “Panorama”

Dunque sono un criminale. Anzi: un pregiudicato. Un giudice, la dottoressa Maria G. Rispoli in servizio a Milano, mi ha condannato qualche giorno fa a sei mesi di carcere. Vi posso assicurare che non ho né violentato né molestato nessuno. E neppure ho commesso un furto o uno scippo.

Avessi compiuto simili reati, probabilmente mi avrebbero congedato con un buffetto o un congnio sconto di pena. Secondo la dottoressa Rispoli ho fatto ben di peggio. Da direttore del Giornale, non ho vigilato come avrei dovuto, consentendo la pubblicazione di un articolo di Lino Jannuzzi dedicato alla procura di Palermo. (…)

Ma la critica a un magistrato, a cominciare da quella d’imbastire processi politici, in Italia è vietata: viene equiparata alla delegittimazione del pubblico ministero, anzi alla sua diffamazione.

Non lo può fare un giornalista e non lo può fare neppure un senatore della Repubblica. Già, perché Jannuzzi all’epoca dei fatti era un parlamentare. Teoricamente in questo Paese la Costituzione tutela
la libertà di parola e pure la libertà di stampa, ma ancor di più difende il diritto di senatori e deputati di esprimere liberamente le loro opinioni. L’insindacabilità dell’azione dei rappresentanti del popolo è una prerogativa prevista dall’articolo 68 della Carta su cui si fónda lo Stato.

Ma quando c’è di mezzo un giudice, la tanto celebrata Costituzione diventa carta straccia. Se a querelare è un magistrato, pur se è pendente un giudizio di legittimità costituzionale, il processo non si ferma. Se è un giudice a dirsi vittima per un articolo di un parlamentare, che il Parlamento ritiene che non possa essere perseguito, si persegue il direttore che ha consentito la pubblicazione dell’articolo. (…)

Continuerò a pubblicare Jannuzzi (che peraltro ora rischia quanto me, perché non è più parlamentare, ma almeno è protetto dallo scudo dell’età che gli evita il carcere) e anche Guzzanti. Mi mettano pure in galera. Continuino a condannarmi e ad arricchirsi con sentenze di autotutela (negli anni alcuni magistrati hanno accumulato milioni esentasse dicendosi vittime). Se devo finire dietro le sbarre pur di essere libero d’affermare che i giudici sono una casta che un giornalista non può criticare, nemmeno quando sbagliano, bene: sono pronto. Così mi riposo.

P.S. Non vorrei sembrarvi incosciente. Conosco il carcere per essere stato costretto a lavorarci per quasi un anno quand’ero militare. So del dolore causato dalla lontananza forzata dalle persone amiche e dalla propria casa. Non ignoro il disagio dovuto a una convivenza obbligata, che impedisce di godere di un po’ di solitudine. Ho cognizione del fastidio di stare in una cella in cui l’odore degli avanzi di cibo si mischia a quello di chi vi abita fino a incollarsi sulla pelle. Conosco insomma cosa prova un detenuto. Soprattutto se innocente.

Leggi anche www.dituttounblog.com/articoli/condanna-belpietro-milano

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  1. gino cerutti dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 13:28

    Dopo ci si chiede il perchè l’Italia sia così in basso nelle classifiche sulla libertà di stampa.

  2. luigi dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 13:55

    Quando Belpietro, Jannuzzi, Sgarbi vengono condannati per diffamazione, si grida all’attentato alla libertà di stampa, alla democrazia in pericolo.
    Se Marco Travaglio viene condannato (una volta su mille) per diffamazione diventa un bugiardo, uno che manipola i fatti.
    Complimenti Facci, complimenti Mastellarini.

  3. luigi dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 14:30

    “E’ una coppia la cui strategia, passati i primi momenti di ubriacatura per il pentitismo e per i maxiprocessi, ha approdato al più completo fallimento: sono Falcone e De Gennaro, i maggiori responsabili della debacle dello Stato di fronte alla mafia. Ma non è questo il punto. Se i politici sono disposti ad affidare agli sconfitti di Palermo la gestione nazionale della più grave emergenza della nostra vita, è, almeno entro certi limiti, affare loro. Ma l’affare comincia a diventare pericoloso per tutti noi: da oggi, o da domani, dovremo guardarci da due “Cosa Nostra”, quella che ha la cupola a Palermo e quella che sta per insediarsi a Roma. E sarà prudente tenere a portata di mano il passaporto”.
    Il noto perseguitato politico Lino Jannuzzi che dopo la morte di Falcone riabiliterà il giudice continuando ad accusare De Gennaro di essere la mente del processo Contrada mediante la manipolazione dei pentiti.
    Come scrive il biografo di Falcone Francesco La Licata: “C’è sempre un giudice morto che ha ragione e uno vivo che ha torto” (Storia di Giovanni Falcone – Francesco La Licata- pagina 182 Ed. Feltrinelli)

  4. Francesco B. dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 15:04

    Avessi compiuto simili reati, probabilmente mi avrebbero congedato con un buffetto o un congnio sconto di pena. Secondo la dottoressa Rispoli ho fatto ben di peggio.
    ——–
    Che emerita minchiata, ma se solo loro ci vanno in carcere….

    Ma la critica a un magistrato, a cominciare da quella d’imbastire processi politici, in Italia è vietata: viene equiparata alla delegittimazione del pubblico ministero, anzi alla sua diffamazione.
    ——–
    Magari le cose andrebbero provate quando si accusa qualcuno di qualcosa, il punto è questo, dove stanno le prove dell’accusa secondo cui i giudici agiscono con mandanti occulti contro Silvio Berlusconi?

    Che accusa ha lanciato? Specifiche o in generale, vaghe o precise?
    Si può leggere l’articolo incriminato?
    Sennò si discute di aria fritta…

  5. gino cerutti dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 15:37

    Non so, c’era un tale che sostenava Falcone tenesse nel cassetto le prove che Andreotti era mafioso, ma nessuno l’ha mai accusato di niente. Oggi molti lo vogliono perfino presidente della commissioni di vigilanza sulla Rai.
    Per quanto riguarda la liceità, anche per i comuni cittadini, di criticare l’azione dei magistrati, leggetivi la sentenza n.2923212004 della quinta sezione penale della cassazione.

    http://www.falsiabusi.it/area_giur/giurispr/04.htm

  6. DeanKeaton dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 15:37

    Gentili Signori,
    non capisco. La giustizia italiana vi garba così? Se la risposta è sì è proprio vero che stiamo qui a discutere di “minchiate” e di “aria fritta”.

    ps: quando anche Travaglio verrà condannato per reato d’opinione a due anni, cinque mesi e dieci giorni di reclusione e rischierà per questo il carcere lo difenderò pure io.
    Il martirio preventivo, se permettete, è però buono solo per il popolo del bavaglino.

    Saluti

  7. Fabrizio dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 15:43

    Chiunque faccia il giornalista sa, in genere, che se risulterà simpatico al magistrato, o ideologicamente “intrinseco”, se la caverà. Contrariamente, mazzate!
    Culpa in vigilando… Ma si è visto mai un giudice condannato per culpa “in sentenziando”?

  8. romeo cosser dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 16:07

    Magari lo mettessero in galera come farebbero con le persone come noi, che siamo meno uguali di fronte alla legge di questi gazzettini della politca.

    Belpietro è il megafono di ForzaItalia PDL, non s’è mai visto nella storia republicana dal dopoguerra ad oggi un esempio di Giornalista-paraculato-che fa politica DIRETTA per un definito schieramento politico (guardacaso proprio quello di chi gli da la paghetta).

    Belpietro è una vergogna in carne ed ossa per il giornalismo italiano.

    Invece fa scuola: io ho amici che frequentano con me la facoltà e non fanno che stimarlo, ma badate bene: lo stimano per quello che è! UN VENDUTO!!! E quel che più è triste è che non fanno che ripetere: “se mi pagano bene mi vendo anche io, che sarà mai..”

    Povera Italia, che degerazione culturale, e che spreco di risorse umane.

  9. tequilero dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 18:29

    Bella la sentenza postata da gino cerruti, mi e piaciuto questo passaggio “in linea generale deve rilevarsi che in un ordinamento democratico, come è il nostro, ampio spazio deve essere riconosciuto alla libertà di espressione dei cittadini ed al diritto di critica sui provvedimenti e sui comportamenti assunti dalle persone che esercitano rilevanti poteri pubblici; la critica e le conseguenti discussioni contribuiscono, infatti, alla crescita della sensibilità collettiva su questioni rilevanti ed “aiutano” chi esercita un pubblico potere a correggersi”
    La dovrebbero mettere come incipit ai libri di Travaglio e Gomez….
    Non entro nel merito del caso Belpietro, non ho letto l’articolo che ha comportato la querela e, quindi, non posso esprimermi.
    In ogni caso se l’opinione coincide con la diffamazione è giusto che si venga condannati.
    Qualcuno preferisce agire in sede penale, altri in sede civile, con richiesta di svariati milioni di Euro di risarcimento.
    Se arriva una sentenza di condanna, nel primo caso si è martiri, nel secondo manipolatori e bugiardi.
    Prendo atto, inoltre, che Travaglio al Giudice del Tribunale Civile di Torino non sta simpatico.
    Saludos

  10. Sunny dice:

    Friday, 8 August 2008 alle 21:20

    @Fabrizio
    Premetto di non aver letto l’articolo che ha generato la denuncia, quindi non mi esprimo nel merito. Volevo solo sottolineare che la culpa in vigilando, se la diffamazione è avvenuta, c’è tutta. Infatti sia per quel che riguarda il penale, che per il civile sono corresponsabili autore, capo direttore ed editore sono corresponsabili. L’autore in quanto “padrone” del pezzo o servizio, capo redattore ed editore perchp devono verificarlo.

  11. Daniele dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 00:59

    “Ma la critica a un magistrato, a cominciare da quella d’imbastire processi politici, in Italia è vietata: viene equiparata alla delegittimazione del pubblico ministero, anzi alla sua diffamazione.”

    Dire che a Lugano si è svolto un incontro segreto tra quattro magistrati per stabilire che strategia usare contro Berlusconi (si stava imbastendo un complotto in pratica) è un’accusa precisa, non è una critica. Jannuzzi ha detto che avrebbe portato le prove che quell’incontro si è effetivamente svolto… pare che non l’abbia fatto.

  12. Fabrizio dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 01:50

    Grazie Sunny, lo so, per averlo esperimentato. Culpa in vigilando, retaggio di inquisizione. Come fa un direttore a prevedere che un articolo di un giornalista sarà dichiarato diffamatorio da un giudice? Se pensa che l’articolo non lo sia, egli esercita la vigilanza richiesta, traendone le conseguenze: visto, si pubblichi.

  13. bardo33 dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 08:17

    se ben ricordo una volta venivano condannati i direttori responsabili dei giornali come Lotta Continua,(uno fu pasolini) il manifesto ecc. seguendo quello che era considerato un reato d’opinione, figlio del “famigerato” Codice Rocco. vedo che dopo trent’anni nulla è cambiato. Chi tocca una certa magistratura muore, anzi è costretto a pagare fuor di milioni (che ovviamente non vengono dati in beneficenza). Esiste l’obbligo di smentita ad un articolo, ma noto che i magistrati preferiscono usare il metodo giudiziario che è più comodo e soprattutto molto più “pagante”. sarebeb ora che questo tipo di reato sia giudicato non da un singolo magistrato ma da una sorta di autority costituita da magistrati, ma anche da giornalisti che possano valutare la reale portata della “diffamazione”. Se no è troppo facile basta avere un collega compiacente…….

  14. Gabriele Mastellarini dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 10:26

    Solo per precisare
    L’omesso controllo è previsto dal codice penale e punisce il direttore che spesso non sa neanche cosa ha scritto il collega

    ciao
    gm

  15. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 15:29

    Piena solidarietà a Belpietro nonché a Jannuzzi, che ho conosciuto di persona e che è un professionista esemplare, oltre che un grande signore.

  16. gino cerutti dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 17:11

    Non credo che l’articolo in questione sia quello ricordato da Daniele. Belpietro dice che adesso rischia la condanna anche Jannuzzi, che non è più parlamentare, ma per quel famoso articolo Jannuzzi venne già processato, condannato e graziato.

  17. Giacomo dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 17:54

    Certo, tutti quelli della nostra parte politica sono gran signori, e chi li intralcia dei farabutti.

    Comunque, l’errore di Iannuzzi è metodologico. Lui non ha portato prove, non si è basato sui fatti. Se avesse usato il metodo cosiddetto “Travaglio” sarebbe stato inattaccabile.

  18. Giacomo dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 17:56

    Quanto al discorso di Fabrizio,non ci prendiamo in giro. Belpietro sapeva perfettamente cosa Iannuzzi stava scrivendo.

  19. Pires Portugal , (Neo-italiano, Neo-Machiavelli) dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 19:38

    Cito questo post in: http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/post/1993801.html
    C’era una volata una RBA=Repubblica delle Banane e Avvocati dove una parte dei giudice erano la casta più stupida al più alto livello. Proprio perché potevano fare le peggiori stupidaggini e nessuno le poteva criticare l’intelligenza non si sviluppava. (Qualche somiglianza con Italia …) La prima condizione di sviluppo dell’intelligenza è lo stimolo. Le professioni dove la meritocrazia conta di più dove i più intelligenti sono premiati e più stupidi puniti non solo arrivano le persone più intelligente ma questa intelligenza biologicamente ereditato si sviluppa di più per lo stimolo della responsabilità. Nella RBA i più intelligenti erano diventati avvocati della mafia e criminalità, la sua intelligenza si era sviluppata di più e nella riforma passavano alla politica per continuare a difendere i suoi carri criminali e grandi mafiosi.Più de 1.000 magistrati se sono occupati di condannare il presidente. Più di 500 poliziotti si sono occupati di prendere un boss della banda mafiosa più pericolosa della . Ma è bastato un piccolo stupido giudice condizionato da 3 grandi avvocati per mandarlo in libertà. http://neo-machiavelli.ilcannocchiale.it/?TAG=lis

  20. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 9 August 2008 alle 20:40

    Scusate, ma se l’articolo incriminato è quello della procura di Palermo, il vecchio pezzo “di Lugano” non c’entra.
    Mi risulta che per quel pezzo Jannuzzi fu condannato alla galera (!), ma fu poi graziato da Ciampi.

  21. tequilero dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 00:00

    Jannuzzi è stato condannato e, successivamente, graziato per alcuni articoli scritti nei confronti dei Magistrati di Napoli.
    Quanto all’episodio citato da Daniele, l’articolo apparve su Panorama, Direttore Rossella; Jannuzzi, il Direttore e l’editore furono condannati a pagare qualche migliaio di Euro.
    Per dirla come un altro noto giornalista: “quanto scritto nell’articolo di jannuzzi su Panorama in cui si descriveva un incontro tra alcuni Magistrati per incastrare Berlusconi, è FALSO, capito, FALSO. Punto”.

  22. DeanKeaton dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 02:11

    Scusate se cerco di mettere un po’ di ordine.

    Nel suo articolo Belpietro dice che “da direttore del Giornale, non ho vigilato come avrei dovuto, consentendo la pubblicazione di un articolo di Lino Jannuzzi dedicato alla procura di Palermo”.
    Belpietro è stato direttore de “Il Giornale” dal 26 marzo 2001 al settembre 2007.
    L’attuale direttore di “Panorama” afferma inoltre che “Jannuzzi all’epoca dei fatti era un parlamentare”.
    Jannuzzi è stato senatore dal 2001 (le elezioni si tennero il 13 maggio) al 2006 (le elezioni si tennero il 9 e 10 aprile).

    L’articolo incriminato apparve dunque su “Il Giornale” in un periodo compreso tra l’estate del 2001 e la primavera del 2006 quando Belpietro era direttore e Jannuzzi senatore.

    A questo punto ad aiutarci è l’archivio on line de “Il Giornale”.
    Il 13 giugno 2007 Gian Marco Chiocci (quello del recente articolo su Di Pietro e le sue proprietà immobiliari) scrive un pezzo intitolato “Dossier mafia-appalti, spunta l’informativa coi politici”
    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=185376&START=0&2col=

    “A molti anni dalla contrapposizione sul famoso dossier mafia-appalti tra carabinieri e procura di Palermo, l’autore di quel dossier nato dalle dichiarazioni del pentito Angelo Siino, l’ex maggiore Giuseppe De Donno, torna sull’argomento e fa rivelazioni clamorose. L’occasione per parlare è il processo per diffamazione intentato nei confronti del direttore del Giornale, Maurizio Belpietro, da parte dei magistrati Lo Forte e Caselli. In realtà il procedimento sarebbe anche nei confronti dell’autore dello scritto incriminato, il giornalista-senatore Lino Jannuzzi, ma a seguito della dichiarazione di insindacabilità delle affermazioni contenute nell’articolo, il gup di Milano ha sollevato conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato avanti la Corte costituzionale”.

    Ecco. Ora sappiamo di cosa trattasse l’articolo di Jannuzzi.
    A questo punto facciamo un salto in avanti fino al 27 novembre 2007 e scopriamo che in primo grado il processo si era già celebrato e si era concluso con l’assoluzione di Belpietro.
    Ecco il pezzo “Sorpresa, il tribunale dà torto a Caselli Assolto il «Giornale»” di Luca Fazzo.
    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=223427&START=0&2col=

    “Insieme alla sentenza il giudice Sofia Fioretta, della Terza sezione penale, deposita anche le 43 pagine di motivazioni che entrano in profondità non solo nei dettagli dell’articolo scritto dal senatore Lino Jannuzzi e pubblicato sul Giornale del 7 novembre 2004 ma anche dei drammatici fatti palermitani intorno a cui ruotava l’articolo: dal naufragio dell’inchiesta mafia-appalti al suicidio del maresciallo Antonino Lombardo, al ritardato arresto di Balduccio Di Maggio, il pentito ridiventato killer, fino al caso più discusso e controverso, la cattura di Totò Riina il 15 gennaio 1993 e la mancata perquisizione del covo del Capo dei capi in via Bernini. Ed è su questi episodi che il Tribunale di Milano prende esplicitamente le distanze dalla linea ufficiale della Procura palermitana.
    «Tutti i fatti storici descritti nell’articolo corrispondono a verità», scrive il giudice Fioretta. Lino Jannuzzi era uscito di scena avendo la Camera ritenuto le sue affermazioni insindacabili espressioni di un parlamentare: quindi anche Belpietro, imputato di omesso controllo e difeso dall’avvocato Salvatore Lo Giudice, avrebbe potuto venire prosciolto (come prevede una recente sentenza della Cassazione). Invece il giudice si è inoltrato – con un processo durato un anno – nella giungla dei veleni palermitani. E ha assolto Belpietro «perché il fatto non sussiste»”.

    Abbiamo così scoperto che l’articolo dell’ex senatore era datato 7 novembre 2004 e che già c’era stata una prima sentenza in proposito.
    E la sentenza di condanna si riferisce evidentemente al giudizio d’appello.

    Che dite. Aspettiamo la Cassazione?

    Saluti

    non credo si riferisca all’appello…
    gm

  23. kim dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 12:27

    Belpietro,se ti mettono in galera,spero che buttino poi la chiave

  24. DeanKeaton dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 13:24

    Caro Mastellarini,
    secondo lei è quindi un altro processo con identici protagonisti quello a cui ho fatto riferimento?
    Se così dovesse essere mi scuso in anticipo.

    Saluti

  25. Fabrizio dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 14:17

    Kim, il secondino malvagio…

  26. Daniele dice:

    Sunday, 10 August 2008 alle 16:59

    Chiedo scusa a lorsignori,

    cercando quale potesse essere l’articolo incriminato e digitando su google mi sono imbattuto in quello che parlava della riunione di Lugano (uscito su Panorama, è vero, ma Jannuzzi ha ribadito le stesse cose anche sul Giornale) di cui tra l’altro non ero a conoscenza.
    Chiedo ancora venia per la svista,

    Saluti

  27. rob dice:

    Monday, 11 August 2008 alle 13:11

    negare che la procura di palermo sia politicizzata é come negare che la terra giri intorno al sole. basta osservare come si scannino tra di loro a seconda delle correnti di appartenenza. ma affermarlo é un reato. non ricorda qualcosa?

  28. Giacomo dice:

    Monday, 11 August 2008 alle 19:44

    Esatto Rob proprio così.
    Mr B. ha avuto uno stalliere condannato per mafia. Nel suo partito sono confluito i voti democristiani della sicilia. Eppure se scrivo su un giornale la palora che inizia per “maf” e finisce per “ioso” vado in galera.
    Le regole valgono per tutti. Guelfi e Ghibellini.

  29. Fabrizio dice:

    Friday, 15 August 2008 alle 22:51

    Giacomo, ho avuto un colono agricolo condannato per mafia. Devo pentirmi?

  30. Giacomo dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 02:14

    ……………………
    Interessante.
    Dal punto di vista psicologico, perlomeno.

    Tu sai perfettamente che esistono una numerosa serie di elementi che rendono il tuo caso, così come il caso di molte persone che hanno conosciuto od avuto rapporti con persone che si sono rivelate poi dei criminali, profondamente diverso dal rapporto Berlusconi-Mangano. Non mi metterò qui ad elencarli, li conosci perfettamente.
    Tu sai che questo tipo di giustificazione è pretestuosa….. e tuttavia la usi comunque.

    La mente del Berlusconiano: un DON-CHISCIOTTE alla rovescia, un paladino pronto a difendere losci faccendieri, agenti segreti, mafiosi, politici notoriamente criminali, e chi più ne ha più ne metta, per portare avanti la sua personale crociata contro la sinistra. Mah.
    Un rivoluzionario alla rovescia. Un anti rivoluzionario, che sente la sua libertà minacciata dall’intellighenzia di Sinistra, ma non dal politico che da raccomandazioni.
    Che lotta contro le “Grandi bugie” della storia ma che si beve di un fiato le piccole bugie del quotidiano.
    Come ho detto sopra, un fenomeno interessante.

    Ma tornando al disorso principale, il punto è che devi avere le prove per sostenere le tue affermazioni, specialemente quando sono accuse così pesanti.
    Il giornalista che scrivesse “m.fioso” del nostro beneamato Cavaliere del Lavoro verrebbe condannato per diffamazione. Così come adesso è condannato Belpietro.

  31. tequilero dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 09:42

    Ho conosciuto un P.M. che vota per Forza Italia.
    Devo scrivere un articolo per denunciare che la Procura di xxx è politicizzata?
    Giacomo in Italia funziana così.
    Se un tizio dice “Mortadella, Cicogna e Ranocchio” a destra si scrivono articoli in prima pagina per mesi e buttano il garantismo nel cesso.
    Se un altro va a farsi benedire da Fede, il suo conto in banca si arricchisce per miracolo e dice che Di PIetro è un molestatore, tirano anche la catena.

  32. DeanKeaton dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 13:06

    Interessante la sua definizione di berlusconiano.
    Giacomo. Fossi in lei la proporrei a wikipedia. Sarebbe un successone.
    L’unico appunto che mi permetto è di non accomunare agenti segreti e mafiosi. Questi ultimi potrebbero prenderla male.

    Saluti

  33. Fabrizio dice:

    Tuesday, 26 August 2008 alle 23:11

    DeanKeaton, sa il detto siciliano? “Il mafioso muore sbirro e lo sbirro muore mafioso”.

  34. DeanKeaton dice:

    Wednesday, 27 August 2008 alle 03:26

    Che dice Fabrizio.
    Un certo Bruno non ne sarà mica stato una letterale vittima?

  35. Maury dice:

    Wednesday, 27 August 2008 alle 13:05

    “Se avesse usato il metodo cosiddetto “Travaglio” sarebbe stato inattaccabile.”
    Eheheheh!Sei fantastico Giacomino!
    Maury

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