MARCOTRAVAGLIATO/4. Tutta la verita' sull'hotel Torre Artale di Trabia
Tuesday, 16 September 2008Il 13 gennaio del 2000 venne arrestato a Palermo il costruttore Rosario Alfano, accusato di aver riciclato il denaro dei fratelli Graviano, capimafia del rione Brancaccio. Con l’arresto dell’imprenditore vennero anche stati sequestrati beni per 300 miliardi, compreso il residence “Torre Artale” di Trabia, complesso edilizio che si estende su un’area di 28 ettari.
Nell’agosto 2002, l’ancora pressoche’ sconosciuto giornalista torinese Marco Travaglio soggiornava proprio in quell’hotel finito in amministrazione giudiziaria, come dimostrato anche dalla girata dell’assegno presentata nel 2008 da Travaglio – nel corso di 6 anni il giornalista e’ diventato famoso e oggi fa business – per dimostrare il pagamento del conto, dopo che uno dei migliori cronisti di giudiziaria, Giuseppe D’Avanzo di Repubblica, aveva parlato di quella vacanza (sempre taciuta da Travaglio) e di un’intercettazione telefonica che non aveva convinto.
A Travaglio il Torre Artale venne consigliato dal suo amico e maresciallo Giuseppe Ciuro, in servizio presso la Procura di Palermo, successivamente condannato per aver passato informazioni riservate al mafioso Michele Aiello, braccio destro del boss Provenzano.
Nel 2002, mentre Travaglio si godeva il sole della Sicilia, a pochi passi da lui Elio Teresi, il coordinatore degli animatori della Cooperativa Nuova Generazione che gestisce alcuni immobili sequestrati ai mafiosi a Trabia per farne case-vacanza per centinaia di bambini di Palermo e Provincia, rilasciava un’intervista, dichiarando: “Trabia è da sempre luogo di rifugio per molti mafiosi. Qui ha regnato per molti anni la “pax mafiosa, nulla doveva succedere perchè tutto passasse sotto silenzio. Questo ha anche agevolato chi volesse risiedere qui”.
“Trabia – continua Teresi – è uno dei posti dove negli ultimi anni sono stati sequestrati più beni, ce n’è uno a circa due chilometri di distanza da qui, apparteneva a un boss di Caccamo che è stato affidato all’Opera Don Calabria ed è diventato un centro di recupero per tossicodipendenti. Qui sotto c’è l’hotel Torre Artale, anch’esso in amministrazione giudiziaria, che occupa l’antica residenza del Marchese Artale, più 94 villette bifamiliari, per un valore di centinaia di miliardi di lire.”
Mentre Travaglio soggiornava beatamente da quelle parti, i magistrati di Palermo avevano in trattazione il procedimento in. 5733/96 R.G.N.R., pendente presso la 4^ Sezione del Tribunale penale, per i reati di associazione mafiosa e riciclaggio. Al termine del processo, l’11 marzo del 2005 Rosario Alfano viene condannato a sei anni, per concorso esterno in associazione mafiosa. Contemporaneamente viene però assolto dall’accusa di riciclaggio ed i beni gli vengono restituiti, compreso l’hotel Torre Artale.


paolo rossi dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 09:03
faccio outing. Sette anni fa ho cenato in un ristorante nel centro di roma che rientrava nelle attività di una società posta sotto sequestro perché appartenente a una cosca. Mi ci aveva mandato un amico mio che poi è stato denunciato per evasione fiscale (ma la sua vicenda giudiziaria non è conclusa). Chiedo scusa a tutti, restituiro la mia tessera all’Ordine perché con questi precedenti è chiaro che non posso fare più il giornalista e tutto quello che ho scritto in vent’anni di mestiere era falso. Del resto come potevo non sapere che era il ristorante di un clan della camorra?
enrix dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 09:46
Chiedo scusa, Paolo Rossi: se il tuo amico anzichè per evasione fiscale fosse stato condannato perchè faceva in procura la talpa di un mafioso, essendo tra l’altro anche dichiaratamente “amico” dei proprietari del ristorante mafioso, tu troveresti poi così bello anche averci fatto insieme le vacanze l’anno dopo, con lui e con il PM con cui collaborava?
E soprattutto: ti sentiresti orgoglioso di esserti reso protagonista, da Santoro, di un attacco inaudito e contenente falsità, contro l’eroe che arrestò Riina, seduto nello studio televisivo al fianco del PM che aveva come braccio destro quella talpa della mafia, e protetto dalla censura di Santoro dal contradditorio con l’avvocato di quell’eroe cui il grande conduttore televisivo ha rifiutato la parola?
Maury dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 10:30
Ribadisco il concetto:Travaglio e stato travolto dal suo famoso “metodo”, per quello che riguarda questa faccenda,per il resto ce ne sarebbe da dire…Questo e’ il modesto parere di un fan deluso di San Travaglio!
Maury
Paolo Rossi dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 17:19
eNRIX, MA CHE COSA C’ENTRA
I giornalisti vanno valutati per quello che scrivono e/o dicono. Travaglio ha detto o scritto cose falòse su Schifani? E’ inutile tentare di delegittimarlo con la storia della delle vacanze. Anche se fosse lui stesso un mafioso, e sono certo che non lo è, il giudizio deve essere incardinato solo ed esclusivamente sul suo lavoro. Vero o falso? Tutto banalmente semplice.
Ti faccio un esempio. Il giornalista della cronaca di Roma di un quotidiano se viene multato epr divieto di sosta non può più fare servizi sulla sosta selvaggia?
enrix dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 20:21
Ma stai scherzando?
Perchè, un politico che viene multato per divieto di sosta, secondo te diviene incompatibile ad affrontare in sede politica problematiche legate al traffico nelle città, esattamente come un politico contiguo alla mafia diviene incompatibile ad affrontare in sede politica problematiche legate alla mafia? Ti rendi conto della sciocchezza?
Se permetti quindi “che c’entra” lo dico io.
Tu dimentichi un piccolo dettaglio, una cosetta che invece è facile facile da capire:
MARCO TRAVAGLIO è un giornalista che si distingue, perchè grazie al suo metodo ed alla fama che ha saputo conquistare, quando dice che un certo politico è mafioso (pur senza prove fattuali), centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi imcondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
E quando ti dice invece che un politico NON è mafioso (pur conoscendolo solo superficialmente), centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi incondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
Quando dice che un certo politico è un disonesto delinquente o incompatibile con la sua attività, centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi incondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
E quando ti dice invece che un politico è onesto, rispettabilissimo, compatibilissimo con la sua attività, ed anzi fa parte di una cerchia ristretta di politici da salvare ed ammirare (nonostante sia iscritto su un registro di indagine per reati gravissimi, proviamo a pensare a un nome a caso), centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi incondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
E quando ti dice che un eroe di Stato, un carabiniere che ha compiuto uno degli arresti di mafia più pericolosi del dopoguerra, quello di Totò Riina, avrebbe fatto quel che ha fatto consentendo agli uomini di Provenzano di ripulire il covo di Riina dai documenti compromettenti e quindi favorendo il mafioso,pur non sapendo neppure se c’erano documenti di sorta (anzi, essendo agli atti indizi dell’esatto contrario), centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi incondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
E quando invece ti dice che un magistrato è un eroe dello stato per meriti conquistati sul campo nonostante questo magistrato abbia lavorato per anni fianco a fianco con un agente poi arrestato per aver fatto la talpa di un mafioso, mafioso che di quel magistrato ha pure ristrutturato la casa al mare, e nonostante le dichiarazioni di stima siano scontate avendoci egli fatto le vacanze insieme e quindi avendo con lui un rapporto non solo professionale, centinaia di migliaia per non dire milioni di suoi incondizionati ammiratori, fanno “si” con la testolina.
Se lo dice Marco, quello è un grande magistrato che qualsiasi cosa faccia ci sta bene.
Si chiama potere, caro Rossi, e qualcuno l’ha chiamato Quarto potere.
Quindi il problema non è essere trasparente se sei politico, ma se sei uomo di potere.
E’ Travaglio E’, uomo di potere.
Ed essendo un grande uomo di potere, capace di condizionare l’opinione di milioni di cittadini, se permetti le sue frequentazioni sono ancora più importanti di quelle di Schifani.
Quindi, prova a leggere qua:
“occhio all’uomo che scrive di mafia e contro la mafia essendo poi egli stesso frequentatore amicale di amici e favoreggiatori di mafiosi, e consigliato da loro.”
E’ paradossale come idea? Certo, se è semplicemente letta come l’ho scritta.
Ma l’ho semplicemente scritta usando il metodo Travaglio. Non ho detto una bugia, ho detto la verità. Ma se approfondisci fatti e circostanze in relazione a ciò che ho scritto, alla fine scopri che in effetti gli ho semplicemente gettato addosso fango, perchè dietro a quei rapporti e quelle frequentazioni, pur esistenti, non c’era in concreto nulla di male.
E lo stesso dicasi per Schifani, sino a prova contraria.
Metodo Travaglio.
Paolo Rossi dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 21:20
Non è una questione di metodo. E’ una questione delle cose che scrive che di volta in volta vanno valutate. Vere o false. Poi chissenefrega del metodo.
La lezioncina è del tutto fuori luogo. Conta solo ed esclusivamente se è vero o è falso. Tutto il resto sono chiacchiere inutili.
E se permetti il caso Schifani è emblematico
E’ vero o no che è stato in affari con persone che poco dopo hanno commesso reati di mafia? E’ vero o no che è stato consulente di una giunta sciolta per infiltrazioni di mafia?
Se sono vere queste cose, pur senza poter affermare che Schifani è mafioso, ci si può comunque chiedere se sia la persona più indicata per ricoprire la seconda carica dello stato.
Per inciso, il paragone sul divieto di sosta era un caso limite, un ragionamento per paradossi. Ma vado avanti con il ragionamento per casi paradossali. Prendiamo un giornalista che va a puttane il giovedì sera e il venerdì denuncia e smachera un traffico di prostituzione al Parlamento: secondo il vostro ragioamento, non è titolato a farlo perché lui stesso è andato a puttane… A me di quello che fa un giiornalista nella sua vita privata (fermo restando che ne deve rispondere, se chiamato, nelle sedi opportune), non me ne frega niente: mi interessa quello che fa come giornalista.
E per l’ennesima volta ribadisco che io non sono un fan di Travaglio, che non conopsco personalmente e del quale non condivido tantissime cose.
Trovo però che una sana informazione, anziché interrogarsi sulle vacanze di Travaglio, dovrebbe indagare su come si sono evoluti negli anni gli afafri di schifani con gli ex soci mafiosi.
Daniele dice:
Tuesday, 16 September 2008 alle 23:04
Minchia Enrix,
io mi ero quasi convinto che una persona, anche se in possesso di 3 televisioni + giornalisti compiacenti nel servizio pubblico + giornali di sua proprietà + una casa editrice + svariate altre attività non fosse realmente in grado di condizionare a proprio piacimento l’opinione pubblica che usa l’esperienza personale e altri canali (internet soprattutto) per informarsi… e tu invece mi vai a fare un discorso estremamente convincente su Travaglio (dalle cui labbra penderebbero secondo te centinaia di migliaia di persone, per non dire milioni) ed il quarto potere… me cojoni, come si suol dire negli ambienti nobiliari. Bisogna fare qualcosa per limitare questo immenso potere che mette a rischio la nostra democrazia… una bella legge ad hoc per il travaglietto no?
enrix dice:
Wednesday, 17 September 2008 alle 08:10
“Trovo però che una sana informazione, anziché interrogarsi sulle vacanze di Travaglio, dovrebbe indagare su come si sono evoluti negli anni gli afafri di schifani con gli ex soci mafiosi.”
Ed infatti, Rossi. L’hanno già rivoltato come un calzino e non c’è stata nessunissima evoluzione.
Per quanto riguarda Mandalà poi, basta leggere il libro di Abbate e prendere atto di quale salutare amicizia mafiosa ci fosse tra i due,e quali “affari” abbiano fatto insieme.
Quindi questo tuo “trovo che…” pecca per l’appunto di “petitio principii”, perchè si basa su falsi sospetti su attività di Schifani tanto presunte quanto nei fatti inesitenti, insinuati da un giornalista dal metodo di informazione molto discutibile.
Informazione il cui risultato è quello di infangare inutilmente l’immagine del paese nel mondo, o persino di demoralizzare e quindi DEMOTIVARE gli agenti di stato che svolgono la pericolosa attività di ricerca dei latitanti mafiosi, PAGATI DA NOI TANTO QUANTO I POLITICI, visto che l’onore della loro principale icòna ispiratrice, colui che arrestò Riina, è stato infangato con una serie di falsità in prima serata TV, dove è stato trattato anzichè da eroe, da delinquente, senza possibilità di contradditorio (tanto per richiamarti al danno, sociale ed erarariale, anche maggiore di quello che può arrecare al paese un politico, che può arrecare un giornalista di quel calibro).
enrix dice:
Wednesday, 17 September 2008 alle 08:29
@ Daniele
“… una bella legge ad hoc per il travaglietto no?”
Ti piacerebbe eh? La via più rapida per fare di un furbacchione un martire.
No, per quanto mi riguarda mi basterebbe che accettasse il contradditorio in Tv, con un atto di buona volontà, diciamo un fioretto.
Per me può rovesciare anche la spazzatura sul pavimento, davanti alle telecamere. Purchè acconsenta di avere al fianco qualcuno che immediatamente la raccolga.
Fatto è che lui non vuole. Chissà perchè, ha una passione irreversibile per i monologhi.
alamon dice:
Monday, 6 October 2008 alle 11:37
Audacter calumniare, semper aliquid haeret
Calunnia sfacciatamente, qualcosa resterà sempre attaccato. Francesco Bacone (London 1561-1626)
Gruppo Delfini Curiosi dice:
Monday, 6 October 2008 alle 12:42
Alamon, ci dici chi ha calunniato chi?
Carlo Gambino dice:
Monday, 6 October 2008 alle 13:41
Sapete che c’è? che delle vacanze di Travaglio non ce ne frega un bel niente, così come non ce ne frega più niente neanche degli amici di Schifani, o del fattore di Arcore, o della mercedes di Di Pietro, o di Squillante e Pacifico, o di Craxi Andreotti Forlani, o di Berlusconi, Previti, Mills e Dell’Utri, o di Calvi, Ambrosoli e Sindona, o di Tangentopoli, e via dicendo.
L’Italia e gli Italiani ne hanno viste talmente tante e tali da avere superato il livello di guardia e di attenzione. Oramai non ci stupisce più nulla, non ci scandalizza più niente, anzi, ogni nefandezza oramai è diventata fisiologica, normale, quasi ovvia.
A incazzarci siamo rimasti in pochi. Sembriamo tanti, ma siamo pochi. E abbiamo sempre meno forze, meno energia, meno voglia di prendercela. E tra l’altro, non contiamo un fico secco. Che tristezza, gente.
Sergio Fornasini dice:
Monday, 6 October 2008 alle 13:45
Carlo, meglio pochi che si incazzano piuttosto che l’indifferenza (o la connivenza) generalizzata
DeanKeaton dice:
Monday, 6 October 2008 alle 14:02
“Sembriamo tanti, ma siamo pochi” (…) “E tra l’altro, non contiamo un fico secco”.
Si chiama democrazia Gambino, la cui massima espressione è il voto popolare, non certo la manifestazione di piazza o i nostri pensieri sui blog.
E la prego di capire che umanamente l’italiano medio sia più interessato a cercare di arrivare a fine mese e ad eliminare lo spacciatore sotto casa piuttosto che al processo Mills. Il cittadino comune, in fin dei conti, vive il presente, è proiettato al futuro e si accontenta di poco.
Saluti
Carlo Gambino dice:
Monday, 6 October 2008 alle 15:36
“Il cittadino comune, in fin dei conti, vive il presente, è proiettato al futuro e si accontenta di poco.”
Cosa c’è di più triste? 🙁
Sergio Fornasini dice:
Monday, 6 October 2008 alle 15:46
Caro Dean, perché una visione così arida della vita?
Nella scala dei bisogni dell’essere umano, conosciuta anche come “Piramide di Maslow”, la sua descrizione sembra essere limitata ai primi due gradini della stessa. Per essere davvero proiettati verso il futuro c’è dell’altro
DeanKeaton dice:
Monday, 6 October 2008 alle 16:58
“Cosa c’è di più triste?”
Chi mistifica il passato, distrugge il presente e non costruisce il futuro, caro Gambino.
L’esistenza media di un cittadino è, a ben vedere, piuttosto triste, ma almeno gli dà sicurezza. Quando questa sicurezza viene a mancare, di solito, succede un casino. Ecco perchè dobbiamo preservare un certo tipo di ordine e di legalità, dovessimo pure accantonare qualche libertà personale e nascondere qualche segreto sotto il tappeto.
Ne va della sopravvivenza dell’ordine sociale. Di noi stessi in poche parole.
Saluti
DeanKeaton dice:
Monday, 6 October 2008 alle 17:23
Caro Sergio,
non intendevo certo fare un’analisi sociologica, ma mi permetta di ricordarle che i primi due livelli della “Piramide di Maslow” proiettano comunque l’individuo verso il futuro, poichè senza di essi questo non esiste, ed accomunano tutti gli individui, indipendentemente dal contesto sociale ed antropologico.
Ritornando a noi, volevo solo dire che è inevitabile che determinate tematiche non incontrino l’interesse del cittadino comune.
Esemplifico.
L’elettore medio di Berlusconi chiede maggior sicurezza economica e sociale e non si cura delle vicende giudiziarie del Cavaliere.
L’iscritto alla CGIL chiede che vengano tutelati, in ogni maniera, i propri diritti acquisiti e non si cura di tutto il carrozzone del sindacato che contribuisce a mantenere.
L’elettore medio dell’IdV chiede che Berlusconi venga eliminato dalla scena politica e non si cura dei metodi del passato e del presente del leader, incontrastato per statuto, del partito.
L’elettore medio di Veltroni… chiede solo che il buon Uòlter se ne vada in Africa, che forse così un 20% alle Europee riescono a prenderlo.
Saluti
Sergio Fornasini dice:
Monday, 6 October 2008 alle 18:03
Caro Dean, ammetto che la sua analisi semplificata ha una parte molto simpatica.
Certamente lo schieramento politico di Berlusconi ha puntato più sulla base dei bisogni, proprio per questo ritengo che abbia maggior successo con gli elettori. Ben venga la soddisfazione delle esigenze fondamentali, altrimenti non esitono sviluppi superiori dell’individuo.
Attendiamo i risultati di tale politica, si fa sempre più fatica ad arrivare a fine mese e la sicurezza dei cittadini per il momento non mi sembra sia aumentata in maniera significativa. Lasciamoli un po’ lavorare…
Wil Nonleggerlo dice:
Monday, 6 October 2008 alle 22:27
DEANKEATON
Ormai la ritrovo su tutti i fronti.
“Si chiama democrazia Gambino, la cui massima espressione è il voto popolare, non certo la manifestazione di piazza o i nostri pensieri sui blog.
E la prego di capire che umanamente l’italiano medio sia più interessato a cercare di arrivare a fine mese e ad eliminare lo spacciatore sotto casa piuttosto che al processo Mills. Il cittadino comune, in fin dei conti, vive il presente, è proiettato al futuro e si accontenta di poco” …
Forse nella democrazia “perfetta” il voto è la massima espressione popolare, oggi come oggi, sappiamo benissimo che la nostra croce non ha l’importanza che dovrebbe avere.
Siamo democraticamente Spuntati, oserei dire.
Il vero cardine della Democrazia è oggi in Italia la libera informazione, appunto perchè stenta ad esplodere. L’informazione è fondamentale, ed una democrazia reale può sorreggersi solamente ove vi sia un pluralismo concreto e non di facciata.
Dopo l’informazione ci metto la Giustizia. Povera, bistrattata giustizia. E’ tutta colpa sua se le cose vanno male, troppo politicizzata giusto? Quanto l’Italia necessita di etica e legalità …
Consiglierei a tutti una lettura molto simpatica per rispolverare lo stato attuale delle cose: “Il ritorno del principe”, di Lodato e Scarpinato.
Con leggerezza e precisione, senza sarcasmo ma con arguzia, vengono ripercorse le tappe che hanno portato ad essere l’Italia il paese che è oggi.
Un paese in cui al suo interno il Politica che commette un reato trova immediato sostegno e solidarietà all’interno della propria cerchia. Un paese in cui le persone collocate nei posti di potere devono poter essere ricattabili, in qualche modo.
Un paese che si è regalato una Costituzione in maniera “prematura”, senza cioè quel desiderio di unità, giustizia e legalità che ha contraddistinto la nascita di altre democrazie storiche.
Un paese che è nato marcio, e che per rialzarsi ha bisogno di cultura, innovazione, riforme, dialogo, unione. Ma soprattutto, lo ripeto, cultura.
A presto, grazie Gabriele per questo spazio.
Wil (maledetto il momento che son passato di qui, ricordi quando cercavo l’articolo di Facci su Travaglio … il titolone cubitale su Il Giornale?)
Carlo Gambino dice:
Monday, 6 October 2008 alle 22:46
“Ecco perchè dobbiamo preservare un certo tipo di ordine e di legalità, dovessimo pure accantonare qualche libertà personale e nascondere qualche segreto sotto il tappeto.”
Ah ma io sono un grande fan della legalità. Peccato che Berlusconi NON lo sia, e, proprio berlusconizzando l’Italia un pezzo alla volta, abbia trascinato l’Italia nella direzione opposta. Una direzione fatta, come dicevo, di menefreghismo, qualunquismo. E ciò è pericolosissimo, oltre che triste.
DeanKeaton dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 01:18
Vi prego, Wil e Gambino.
Mi ricordate quelli delle bandierine arcobaleno, che se non ne esponevi una sul balcone eri automaticamente un guerrafondaio.
Perchè il copyright del pacifismo era riservato e se non sfilavi con loro eri automaticamente un killer di afghani, irakeni e palestinesi a seconda del caso.
E così uno non può votare centrodestra ed essere contemporaneamente un bravo cittadino onesto. No. Chi ha a cuore la legalità non si sognerebbe mai di votare per il Cavaliere, nemmeno sotto tortura. E se lo fa, è tutta colpa del bavaglio alla libera informazione. Come se finora nessuno avesse mai scritto un libro sul Premier. Come se il Corriere, Repubblica, la Stampa, l’Unità, il Manifesto, Liberazione e Raitre non fossero mai esistiti.
Che cavolo! Un cittadino che osa mettere la croce su Berlusconi e compagnia deve essere quanto meno un evasore fiscale, uno sfruttatore di lavoratori indifesi, ignorante, xenofobo, razzista, fascista, nazista, ladro, assassino, camorrista, mafioso.
Ho dimenticato qualcosa?
Così. Retorica per retorica.
Quando ritorniamo a parlare di fatti vi prego di avvertirmi.
Io la chiudo qui.
Saluti
Wil Nonleggerlo dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 12:57
DEANKEATON
Io sono sicuro che lei sia il prototipo del “buon padre di famiglia”, lo sento nelle sue parole.
Un ottimo lavoratore, serio, concreto. Una persona colta, che ama leggere ed informarsi.
E’ qui che sale l’angoscia: essendo così perfetto, ovvero l’incontrario del Premier, come fa a prenderne le parti?
Mi arrovello, ma non ne esco caro Keaton. Forse sono limitato.
Tral’altro ho un rifiuto verso la sinistra, il mio primo voto, a 18 anni, è andato a destra, per poi capire che nessuno mi rappresentava realmente, perchè Fassino, Tremonti, D’Alema e Veltroni non possono far altro che rappresentare loro stessi.
Non ho mai appeso la bandiera della pace, pur essendo un pacifista ecologista salutista convinto.
Non mi piaceva la scelta cromatica.
Wil