Ancora Vespa & Travaglio. Bruno s'ispira a questo blog e attacca Marco sulla storia di Ciuro e del libro Intoccabili (scoperta da noi). Travaglio glissa e rilancia sulle vacanze di Vespa con Mannino

Sunday, 12 October 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Gabriele Mastellarini

Sono davvero lusingato. Dopo Filippo Facci anche Bruno Vespa (purtroppo senza citarmi a differenza del collega) spara su Marco Travaglio “avvalendosi” di un mio editoriale uscito su questo blog e su “Affari Italiani” relativo alle omissioni di Travaglio a proposito di Pippo Ciuro, l’ex maresciallo della Dia condannato in primo grado e in appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento personale a Michele Aiello (braccio destro del boss Provenzano) violazione del sistema informatico della procura e rivelazione di segreto d’ufficio e nel passato protagonista delle indagini su Dell’Utri. Di Ciuro, il giornalista-scrittore Travaglio era tornato ad occuparsi nel 2005 nel libro “Intoccabili” che sono stato il primo a riprendere e a rileggere per capire come fosse stato trattato l’ex compagno di vacanze, definito semplicemente “talpino” o millantatore, mentre la sentenza di appello lo definisce “una figura estremamente compromessa col sistema criminale”. Travaglio, nella successiva replica a Vespa pubblicata sempre su L’Unità, continua a non rispondere nel merito alle critiche relative alle sue vacanze 2003 in Sicilia, sulle quali continua a minimizzare, spiegando di essere stato “nello stesso residence di un investigatore successivamente arrestato per favoreggiamento”, mentre dallo stesso Ciuro apprendiamo che al residence Golden Hill di Altavilla, un giornalista, un magistrato e un finanziere, che sarà arrestato due mesi dopo, facevano chiacchierate, passeggiate a bordo piscina e avvicenti partite a tennis

Invece di dare spiegazioni, Marco Travaglio spara un uppercut, chiedendo a Vespa: “Ci racconti le sue ferie del 2005, quando il “Giornale di Sicilia” lo immortalò sulla spiaggia di Pantelleria mentre “faceva tuffi nelle acque di Cala Levante insieme all’ex ministro Calogero Mannino”, informandoci che, “nella casa che l’ex ministro ha in affitto, i due hanno mangiato un’insalata accompagnata da un bicchiere di vino della produzione pantesca di Mannino”. Qualche settimana dopo, nelle pagine gastronomiche di “Panorama”, comparve un’entusiastica recensione dei vini made in Mannino. Firmata da chi? Da Vespa, naturalmente, che ne approfittò per rammentare agli enogastronomi l’ingiusta “persecuzione” giudiziaria subìta dall’ex ministro viticultore. Mannino, diversamente dal maresciallo Ciuro, all’epoca dei tuffi e delle bevute con Vespa, non era un insospettabile servitore dello Stato: era un imputato di mafia, rinviato a giudizio da alcuni anni per concorso esterno in associazione mafiosa”.

Il resto del carteggio Vespa-Travaglio è un condensato di invettive travagline e di inutili disquisizioni sul numero dei processi a carico di Silvio Berlusconi. Pubblico tutto di seguito.

Lettera di Bruno Vespa all’Unità dell’11 ottobre
Cara Direttrice,
ti chiedo spazio per un’ultima volta su caso Travaglio.
Se scrivo nel mio libro che Berlusconi dopo l’ingresso in politica ha avuto 22 processi e non 15 o 17 come scrive Travaglio, è perché ho i numeri di protocollo che sono costretto ad esibire.
1)    N° 842/95 (Falso in bilancio Fininvest per libretti al portatore. Archiviato).
2)    N° 6081/95 (Edilnord commerciale. Archviato).
3)    N° 6031/94 (Palermo associazione mafiosa, archiviato nel ’97; riciclaggio, archiviato nel ’98).  
4)    N° 1370/98 (Caltanissetta su stragi Falcone e Borsellino, archiviato).
5)    N° 3197/96 (Firenze su strage via dei Georgofili, archiviato)
6)    N° 3000/96 (Progetto Botticelli, archiviato)
7)    N° 11343/99 (Lodo Mondadori, prosciolto dal Gup perché il fatto non sussiste, amnistiato in appello e in Cassazione).
8)    N° 11262/94 (Tangenti Guardia di Finanza, assolto per non aver commesso il fatto per tutti i capi d’imputazione tranne uno in cui c’è stata assoluzione per insufficienza probatoria).
9)    N° 9811/93 (All Iberian, assolto per intervenuta prescrizione).
10)    N° 10594/95 (Medusa, assolto per non aver commesso il fatto).
11)    N° 4262/95 (Macherio, assolto da tre imputazione perché il fatto non sussiste e da una per amnistia).
12)    N° 11747/97 + 12193/98 (Corruzione Ariosto Sme, assolto per non aver commesso il fatto e perché il reato non sussiste).
13)    N° 5888/02 (Falso in bilancio Ariosto Sme, assolto perché il fatto non costituisce reato).
14)    N° 735/96 (“Consolidato, falso in bilancio”, assolto perché il reato si è estinto per prescrizione).
15)    N° 2569/99 (All Iberian 2, assolto perché il fatto non è più prevista dalla legge come reato).
16)    N° 2569/99 (Lentini. Estinto per prescrizione).

Altri tre procedimenti (“Diritti”, “Mills”, “Mediatrade”) sono in corso come il processo Telecinco in attesa di archiviazione dopo che il tribunale ha assolto tutti gli otto imputati per i quali è stato celebrato il processo. E siamo a quota ventuno.

Il 22esimo processo, il più vecchio (N° 5746/93 Viganò Verzellesi ha visto Berlusconi inscritto nel registro degli indagati il 28 gennaio del ’95. L’archiviazione è avvenuta cinque anni dopo. Nessuna indagine è stata dunque avviata su Berlusconi prima del suo ingresso in politica.

Ho sempre sostenuto che il Cavaliere non è entrato in politica solo per “salvare l’Italia dai comunisti”, ma anche per proteggere le sue aziende. I Poteri Forti gli avrebbero fatto fare la fine di Angelo Rizzoli, depredato di tutto. Enrico Cuccia gli aveva fatto revocare dalla sera alla mattina fidi importanti. Glieli mantenne soltanto Cesare Geronzi, l’uomo che avrebbe salvato il Pds dai debiti. Ma soltanto una mente poco lucida può trovare normale che sull’uomo più votato dagli italiani sia stata scaricata addosso una simile valanga che ha finito per giovargli.

Le campagne di Travaglio – come quelle dei suoi amici di piazza Navona – hanno come obiettivo finale l’indebolimento del Partito Democratico. E questa non è una buona cosa per la democrazia italiana. Ma temo che tra i tuoi lettori, cara direttrice, non tutti se ne rendano conto.
 
Due parole, infine, sul caso Travaglio – Schifani – Ciuro.
A chiunque può capitare di avere in buona fede rapporti con una persona che poi si scopre più che discutibile. Ma occorre un bel coraggio per crocifiggere il presidente del Senato per aver avuto un rapporto con una persona condannata per mafia 14 anni dopo, mentre si trascorrevano ripetutamente le vacanze e si accoglievano le amichevoli segnalazioni di una persona come il maresciallo Ciuro arrestato tre mesi dopo l’ultimo soggiorno con il giornalista e definito “figura estremamente compromessa con il sistema criminale” prima della condanna in Corte d’Appello a 4 anni e 8 mesi per favoreggiamento. Ma Ciuro aveva una grande benemerenza. Come scrivono Marco Travaglio e Saverio Lodato nel loro libro “Intoccabili”, il maresciallo era stato impiegato dal Pubblico Ministero Ingroia (anche lui partecipe delle stesse vacanze) “nell’ultima fase delle indagini su Dell’Utri e sui finanziamenti Fininvest”. Una medaglia d’oro al valor civile
.

Cari saluti
Bruno Vespa

Replica di Marco Travaglio per l’Unità, 11 ottobre 2008
Vedo che l’avvocato aggiunto Emilio Vespa continua a sostituirsi all’on. avv. Niccolò Ghedini, evidentemente troppo impegnato tra le aule parlamentari e quelle dei tribunali. Purtroppo, diversamente dall’on. avv. Ghedini, è molto disinformato in fatto di giustizia. 1) Dopo aver sostenuto in tv che “Berlusconi ha avuto 26 processi” (addirittura 66, compresi quelli alle sue aziende), ora ripiega sulla più modica cifra di 22. Che però rimane un falso, visto che i processi sono 17, quelli che ho elencato io. Gli altri sono indagini archiviate, delle quali avevo parlato anch’io, conoscendo però la differenza tra processi e indagini (se Vespa non la conosce, può rivolgersi alla sua signora, che fa il giudice, per qualche ripetizione autunnale). 2) Non esistono “assoluzioni per amnistia” o “assoluzioni per prescrizione”. Esiste il “non doversi procedere” per amnistia o per prescrizione, di solito seguito – come nel caso del Cavaliere pluriprescritto – dalla condanna al pagamento delle spese processuali. Che è il contrario dell’assoluzione, in quanto riguarda i colpevoli, non gli innocenti (difficile dichiarare amnistiato o prescritto un reato che non è stato commesso). 3) Per le tangenti alla Guardia di Finanza, Berlusconi ha avuto l’insufficienza di prove per tre mazzette, non per una: la Cassazione, nella sentenza depositata il 7 novembre 2001, scrive: “Tenuto conto di quanto già osservato sulla insufficienza probatoria, nei confronti di Berlusconi, del materiale indiziario utilizzato dalla Corte d’appello a proposito delle vicende Mondadori, Videotime e Mediolanum…”. Più chiaro di così! 4) Per la tangente Previti-Fininvest al giudice Metta perché sottraesse la Mondadori a De Benedetti e la regalasse a Berlusconi, il Cavaliere non è stato “amnistiato in appello e in Cassazione”: il reato è stato dichiarato prescritto grazie alle attenuanti generiche (riservate ai colpevoli, non agli innocenti). 5) Nel caso Sme-Ariosto/falso in bilancio, la formula è “il fatto non è più previsto dalla legge come reato” perché nel frattempo Berlusconi, cioè l’imputato, l’ha depenalizzato. 6) Vespa insiste nel dire che “nessuna indagine è stata dunque avviata su Berlusconi prima del suo ingresso in politica”. Falso: Berlusconi era già stato processato per falsa testimonianza nel 1989 e indagato dalla Finanza nel 1983 per traffico di droga; e prima del ’94 il pool di Milano indagava su gran parte delle società del suo gruppo: come ogni indagine, anche quelle partivano dai pesci piccoli per poi salire a quelli grossi. Sentendo il fiato dei giudici sul collo, il Cavaliere giocò d’anticipo e si buttò in politica. 7) Non so quali fantomatici “Poteri Forti gli avrebbero fatto fare la fine di Angelo Rizzoli, depredato di tutto”. Angelo Rizzoli, dopo aver consegnato la Rcs alla P2, fece bancarotta e dunque finì in carcere. E’ possibile che Berlusconi, indebitato fino al collo e inseguito dalla Giustizia, avrebbe fatto la stessa fine, ma i poteri forti non c’entrano: c’entra la Giustizia, che avrebbe dovuto occuparsi dei numerosi reati commessi da lui e dalle sue aziende. In un paese normale, chi commette reati finisce in galera. In Italia, la pena massima è Palazzo Chigi. 8 ) “Soltanto una mente poco lucida può trovare normale che sull’uomo più votato dagli italiani sia stata scaricata addosso una simile valanga che ha finito per giovargli”. Il numero di voti non c’entra nulla col numero dei processi a carico, che dipende dai reati commessi, o meglio dalle notizie di reato raccolte dalla magistratura.

Non so se le inchieste e i processi a carico di Berlusconi siano troppi o troppo pochi: so che sono nati tutti da notizie di reato e che l’azione penale, per ora, è obbligatoria. Forse, se non si fosse circondato di galantuomini del calibro di Gelli, Craxi, Carboni, Previti, Dell’Utri, Mangano e così via, Berlusconi avrebbe avuto meno inchieste e meno processi. Personalmente, trovo più scandaloso che un galantuomo come Francesco Saverio Borrelli abbia avuto 323 iscrizioni sul registro degl’indagati della Procura di Brescia (indagini, comunque, non processi), e soprattutto che nessun Vespa abbia mai inscenato il pianto greco contro l’orrenda persecuzione. 9) Io non ho mai “crocifisso il presidente del Senato per aver avuto un rapporto con una persona condannata per mafia 14 anni dopo”: ho semplicemente fatto sapere agli italiani – così bene “informati” dal dottor Emilio Vespa – che il presidente del Senato era socio di due persone che oggi stanno in carcere per mafia, una delle quali, il boss Nino Mandalà, aveva nelle mani la giunta comunale di Villabate di cui Schifani, a metà degli anni 90, era il consulente urbanistico. Io non faccio “campagne”, io do notizie. E me ne infischio delle sorti del Pdl, del Pd e di tutti gli altri partiti che invece, comprensibilmente, stanno molto a cuore al loro supremo vate di Porta a Porta, che li considera suoi ”editori di riferimento”, come già la Dc di Forlani e Andreotti (altro prescritto che Vespa, mentendo, definisce spesso “assolto”). Su un’unica circostanza concordo col dottor Emilio Vespa: reputo un’opera meritoria le indagini sui rapporti fra Dell’Utri e la mafia, come del resto le ha ritenute il Tribunale di Palermo, che ha condannato il senatore Dell’Utri a 9 anni per mafia (sentenza che dev’essere sfuggita a Vespa, il quale nella puntata successiva alla sentenza si occupò di calcio-scommesse con Aldo Biscardi e Maurizio Mosca).

Siccome poi è così appassionato alle mie vacanze nello stesso residence di un investigatore successivamente arrestato per favoreggiamento, mi auguro che, magari nel suo prossimo libro, il dottor Emilio Vespa ci racconti le sue ferie del 2005, quando il “Giornale di Sicilia” lo immortalò sulla spiaggia di Pantelleria mentre “faceva tuffi nelle acque di Cala Levante insieme all’ex ministro Calogero Mannino”, informandoci che, “nella casa che l’ex ministro ha in affitto, i due hanno mangiato un’insalata accompagnata da un bicchiere di vino della produzione pantesca di Mannino”. Qualche settimana dopo, nelle pagine gastronomiche di “Panorama”, comparve un’entusiastica recensione dei vini made in Mannino. Firmata da chi? Da Vespa, naturalmente, che ne approfittò per rammentare agli enogastronomi l’ingiusta “persecuzione” giudiziaria subìta dall’ex ministro viticultore. Mannino, diversamente dal maresciallo Ciuro, all’epoca dei tuffi e delle bevute con Vespa, non era un insospettabile servitore dello Stato: era un imputato di mafia, rinviato a giudizio da alcuni anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Marco Travaglio

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  1. Carlo Gambino dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 01:25

    A mio parere, Travaglio ne esce da gigante e Vespa no.

    La chicca è: “Le campagne di Travaglio – come quelle dei suoi amici di piazza Navona – hanno come obiettivo finale l’indebolimento del Partito Democratico.”

    Vespa è pazzesco. E’ davvero “L’Amico Di Tutti”!!!! 🙂

  2. Tommaso Farina dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 02:11

    Per la cronaca, il vino di Mannino (che in realtà non è solo suo) è ottimo.

  3. Mastellaroni dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 02:21

    Secondo me e’ molto piu’ grave quello che ha fatto e fa Vespa. Il Bruneo avra’ letto l’articolo di Facci sul Riformista. Vorrei anche difendere Gomez, che riteneva Vespa in conflitto di interessi rispetto al questione che avesse Berlusconi come editore. Mi sembra che ci sia una bella differenza tra il non poter parlare male di un politico che e’ il leader di un partito come il PDL e non poter parlare male di De Benedetti e della Fiat. Il caso Berlusconi editore di certi giornali e’ veramente un’anomalia grande come una montagna rispetto alla politica, tra l’altro a Travaglio o a Gomez non capita quasi mai di trovarsi a quattr’occhi con il proprio padrone ed intervistarlo, oltre al fatto che sono estremamente indipendenti dal PD. Se non ricordo male MT qualche volta ha parlato anche contro De Benedetti e forse c’era un commento negli articoli precedenti a questo che lo dimostrava.

  4. Gabriele Mastellarini dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 09:35

    @ Anonimo Mastellaroni

    Vespa prima di riparlare del caso Ciuro-Travaglio avrebbe dovuto rileggere su questo blog e non limitarsi al pezzo di Facci sul Riformista, seppure molto esaustivo. E poi citare le fonti, no?
    Travaglio sarà indipendente da pd e pdl ma ha dichiarato il proprio voto e le proprie simpatie per l’idv e di pietro, di fatto si è messo sullo stesso piano di Vespa con la ex Dc;

    @ Tommaso Farina
    Che vino fa Mannino?
    Rosso d’avola o passito?

    @ Gambino
    A mio parere ne escono entrambi male. Travaglio perché continua a essere reticente su Ciuro e sulle sue vacanze no Alpitur (ahi ahi ahi ahi) e soprattutto sul nuovo filone Ciuro-Dell’Utri-libro Travaglio.
    Vespa ne esce male sulla storia dei processi di Berlusconi, ma Bruno intendeva per processi tutti i fascicoli aperti contro di lui, mentre il furbo Travaglio ha ricondotto il termine a rinvii a giudizio. Come al solito il nostro Marcotravagliato è bravo a giocare con le parole e qualcuno ancora ci casca.

    Ciao
    gmast

  5. tequilero dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 09:43

    Gabriele, dire in televisione “ha avuto tot processi” significa una cosa ben precisa.
    Come direbbe un mio carissimo collega di bevute, come si può parlare di processo se il processo non c’è mai stato?

    @Tequila
    Ma la massaia di voghera che intende per processi, indagini, rinvii a giudizio, incidenti probatori, gup, gip, pm, pg, etc?
    Parlare al popolo non è facile, anche perché c’è sempre il satirico che se ne approfitta

  6. asdrubale dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 09:53

    Ci sono degli intoccabili in questo paese: Grillo, Travaglio e Di Pietro, qualunque cosa facciano, e ne fanno di cose discutibili, saranno sempre difesi a spada tratta dai loro seguaci, perché sono considerati la Speranza per avere un Paese migliore, ovvero per liberarsi del nano sodomizzatore del Madagascar.
    La storia d’Italia insegna che questi personaggi finiscono per essere impiccati proprio da coloro che avevano, per qualche ragione, creduto in loro.

  7. tequilero dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 10:29

    Gabriele hai ragione,
    ma bastava che Vespa nelle risposte a Travaglio lo spiegasse.
    Invece insiste sul punto e continua a parlare di processi.
    E per dirla alla facci: cosa cazzo c’entra la vacanza di Travaglio con il numero di processi subiti da Berlusconi?

    @ Asdrubale
    tra gli intoccabili io aggiungerei anche un certo Berlusconi, il quale qualunque cosa faccia o dica, anche discutibile, tipo sparare menzogne sulla Georgia, sarà sempre difeso a spada tratta dai suoi seguaci o adepti.
    Solo per curiosità, mi sai dire quando c’è stato l’ultimo congresso in Forza Italia, in che modo sono stati eletti o scelti i suoi Dirigenti, come si è scelto di confluire nel Partito delle Libertà?
    Così almeno ci facciamo un’idea su chi ha più seguaci che dicono solo e sempre di si.

  8. asdrubale dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 11:28

    Tequilero, possiamo allora discutere delle “primarie” del PD, o Unione, o come si chiamava all’epoca. Del partito di Di Pietro meglio non parlare, posso solo dire che certamente non ha i requisiti di democraticità interna richiesti per partecipare alle elezioni.
    Se la cura è peggiore del male, cosa fare?

  9. Francesco B dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 12:12

    Vedo che l’avvocato aggiunto Emilio Vespa
    ————

    Per il senso di schifio provato qui ho terminato la mia lettura, mi son perso qualcosa di interessante?

  10. Mastellaroni dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 12:32

    Caro Mastellarini,

    non mi pare che l’ultimo messaggio fosse anonimo. Il fatto che Travaglio parteggi per Di Pietro, non credo che sia abbassarsi ai livelli di Vespa. Certo l’ideale sarebbe essere imparziali come lo potrebbe essere lei o qualcun altro, ma Travaglio non ne fa solo una questione ideologica come per un democristiano come Vespa. Si tratta di praticita’: Di Pietro e’ il meno peggio fra tutti, che magari commette anche errori nella linea politica, ma almeno cerca di fare qualcosa di positivo. Almeno contrasta la follia del pensiero unico Berlusconiano e le sue politiche. L’italia e’ affetta da un’anomalia immensa, il Berlusconismo accompagnato da Berlusconi e le sue televisioni. Per quanto mi riguarda esiste il pericolo di una dittatura, spero di no, ma la possibilita’ c’e’. Scalfari che ha la sua eta’ ha recentente dichiarato che conoscendo un certo periodo storico del passato, gli sembra di sentirne ora la puzza, non vorrei che avesse ragione.
    Quindi in una situazione del genere se qualcuno prende parte per l’unico partito che va controcorrente o fa qualcosa di buono, non lo considero sbagliato. Lei e’ un ottimo giornalista, forse il migliore in italia anche perche’ non ha alcuna inibizione nello scrivere su chiunque, ma e’ troppo idealista e
    nell’essere ligio a certi principi e critica Travaglio spesso in modo abbastanza pretestuoso visto il contesto in cui viviamo.
    MT ha fatto parecchi errori gravi, ma lei gli sta veramente facendo le pulci. Mi domando infine da che pulpito Facci si permette di criticare Travaglio dato che critica la Carfagna per il fatto che non ha meriti per essere ministro ma non il il padrone che l’ha messa li’, oppure riesce anche a contestare la pizza alla renna berlusconiana inventata dai Finlandesi.

    La saluto

  11. tequilero dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 14:20

    Asdubrale se vuoi possiamo discutere del processo che ha portato alla formazione del P.D, delle primarie e anche dell’Italia dei Di Pietri.
    Mi sono limitato a far notare che trovo bizzarro etichettare con la parola seguaci i lettori di Travaglio o Grillo, quando abbiamo la principale formazione politica italiana guidata da 14 anni dalla stessa persona.
    Dove il gruppo dirigente è scelto dalla stessa persona.
    Ed in 14 anni non si mai visto neanche l’ombra di un Congresso che mettesse in discussione idee, principi e scegliesse i propri rappresentanti.
    Dove, improssivamente, il leader ha deciso che si doveva cambiare e si doveva fare il Popolo delle Libertà.
    O ci stavi oppure si stava fuori.
    Dove se qualcuno prova a dire guardate che magari il Leader su questo sbaglia, oppure rivendica un ruolo diverso dallo spingere un bottone, gli organi d’informazione di riferimento ti iniziano a dipingere come un pazzo ingrato che sputa nel piatto in cui mangia e che deve farsi da parte.
    Ecco, se qualcuno mi parla di seguaci o adepti mi viene in mente una cosa del genere.

  12. Wil Nonleggerlo dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 16:39

    Vorrei fare un po’ d’ordine, o almeno provarci.

    Marco Travaglio ha probabilmente sbagliato (non lo trovo un peccato eccessivo in ogni caso) a sminuire il trascorso criminale di tale Ciuro. Spero inoltre non abbia nulla a che fare con la questione Espresso/Mastellarini, credo infatti che la colpa vada ricercata tra i piani alti, altissimi.

    Ma ricordiamo che Marco è un giornalista, e deve rispondere solamente alla sua etica professionale, a differenza del rappresentante istituzionale che invece deve rendere conto a Tutti i cittadini, oltre che alla legge e a sè stesso (sembra una barzelletta, no?).

    Qui capita spesso che alcuni confondano Travaglio, Berlusconi, DiPietro, etc. Bisogna fare molta attenzione.

    A Marco do’ il grande merito di aver portato agli altari un nuovo tipo di giornalismo (che può o meno piacere), ma che di certo (e su questo non si può discutere), è perfetto per risvegliare coscienze dormienti. Chi per ammazzarlo di insulti, chi per iniziare un cammino di ricerche (non spirituali, ma sociali ed istituzionali, e magari correggere ed ampliare il suo lavoro), chi per venerarlo manco fosse un Dio … molti insomma i coinvolti.

    Come ho già ribadito su questo blog, il buon Vespa, seppur sia caratterizzato da un passato giornalistico probabilmente di valore, oggi non posso che vedere in lui una “prolunga insana” del volere Berlusconiano. Anche se “Vespa c’era già prima”, oggi sicuramente Vespa conduce un programma orripilante, fazioso, vergognoso.

    Non azzardatevi mai a guardare qualche programma d’informazione su televisioni Francesi, Tedesche, Inglesi … comincerebbero a prudervi le mani, e vorreste correre dal Buon Vespa.

    Oltre a pendere dalle labbra del Premier, sbaglia persino la sua storia processuale, e questo è gravissimo. Mastellarini sostiene che per la massaia di Cinisi fa lo stesso … ma qui non concordo per nulla.

    La tv potrebbe rappresentare un ottimo strumento divulgativo … ma solo se incominciamo a produrre della qualità. Bisogna essere tecnici, precisi, accattivanti, seri. Se il cittadino non capirà il concetto oggi, lo capirà domani, ma bisogna iniziare a produrre, lo ripeto, QUALITA’.

    Basta con i Fede che deridono la Scorta di Saviano, basta con i Mimun, i Giordano, i Belpietro.

    E ripeto … non confondiamo Giornalisti con Politici. Ricordiamo che la classe dirigente, che deve perseguire l’interesse collettivo, può e deve essere controllata anche da chi non è un Verginello SenzaPeccato.

    Anche perchè chi è senza peccato …

    Grazie, Wil.

  13. asdrubale dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 16:54

    Tequilero, coloro che seguono un capo, chiunque essi siano, senza discutere mai il loro operato, difendendone invece sempre e comunque ogni mossa, non possono che essere definiti “seguaci”. Basta del resto leggere gli interventi dei frequentatori dei blog di Grillo e Di Pietro per accorgersi che ci si trova di fronte a delle vere e proprie sette, che raccolgono il peggio dell’intolleranza.
    Che il PdL sia un partito fondato sul carisma di berlusconi non ci piove, ma il movimento di Di Pietro è veramente un partito fondato sulla venerazione del capo, Presidente a vita per statuto, manco fosse Fidel Castro. Se c’è un pericolo di un ritorno a un regime fascista questo non è di certo rappresentato da Berlusconi, a guardare bene.

  14. Carlo Gambino dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 17:52

    “La storia d’Italia insegna che questi personaggi finiscono per essere impiccati proprio da coloro che avevano, per qualche ragione, creduto in loro.”

    Certi però finiscono a testa in giù, mi pare.

  15. DeanKeaton dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 18:09

    Ecco Wil.
    Cominci lei a non confondere i Giordano con i Belpietro.
    Concordo invece su una affermazione nel suo commento che trovo geniale, sebbene, credo, involontaria

    “Marco è un giornalista, e deve rispondere solamente alla sua etica professionale”

    Che Travaglio risponda alla “sua” etica professionale è quanto di più vero abbia letto negli ultimi tempi.
    Dopo aver letto molto di lui e su di lui chi può dubitarne a questo punto?

    Saluti

  16. Fabrizio Spinella dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 19:13

    La direttora Concita De Gregorio accenda un cero a San Gennaro: scrivendo all’Unità per precisare, Vespa ha fatto vendere qualche copia in più del quotidiano in cui scrisse Fortebraccio (il quale non avrebbe mai immaginato che il suo spazio sarebbe stato un giorno utilizzato da quello che Cossiga ha definito “un fascistello”).
    …Eppoi, secondo le convenienze mondane e giornalistiche, passa una bella differenza tra bere un bicchiere di vino con l’ex ministro Mannino e scambiarsi la carta igienica con l’ex maresciallo Ciuro.

  17. tequilero dice:

    Sunday, 12 October 2008 alle 19:42

    Asdrubale, quando Di Pietro inizierà ad accentrare su di sè lo stesso potere politco, mediatico e finanziario di Berlusconi allora inizierò a preoccuparmi.
    Allo stato, molto astutamente, raccoglie tutti i delusi dell’opposizione “dure e pura” e nulla di più.
    Oltretutto non ha neanche il carisma o la preparazione per incarnare vecchi timori.
    Magari il Vespa della situazione ti potrebbe dire:
    hai idea di quanti processi ha subito Di Pietro dall’inizio di Mani Pulite.
    E quante volte è stato condannato?
    Oppure che “soltanto una mente poco lucida può trovare normale che sull’uomo più amato dagli italiani nel 1992 sia stata scaricata addosso una simile valanga di inchieste e di dossier che ha finito solo per giovargli”.
    Che dici, qualche seguace in più lo trova?
    Grillo merita un discorso a parte, ma quello che leggiamo sul suo blog è un segnale che non deve essere sottovalutato, ignorato o semplicemente etichettato.
    La rabbia e la protesta che esprimono nascono da problematiche reali che richiedono risposte ed interventi concreti.
    Risposte che, al momento, non vedo.
    Travaglio, infine, è un giornalista.
    Nell’attuale situazione dell’informazione in Italia non mi sorpende che abbia raggiunto un’enorme notorietà e un ottimo successo economico.
    In un paese normale probabilmente avrebbe continuato a scrivere libri da ridere sul calcio.
    Concordo, comunque, con te quando dici che La storia d’Italia insegna che questi personaggi finiscono per essere impiccati proprio da coloro che avevano, per qualche ragione, creduto in loro.
    Inclusi quei personaggi che vengono considerati la speranza per un paese migliore oppure il mezzo per liberarsi dai comunisti mangia bambini.
    Ciao

  18. Filippo Facci dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 00:39

    Ma un giornalista fa comizi pubblici a mnifestazioni politiche?
    Un giornalista fa satira?
    Un giornalista si difende in tribunale opponendo il diritto di satira?
    Un giornalista parla alle feste di partito come quello di Di Pietro?
    Un giornalista va in vacanza coi magistrati di cui scrive?
    Un giornalista è uno che riporta sempre e solo, sempre e solo, sempre e solo l’opinione dell’accusa?
    Un giornalista passa il tempo a spiegare che solo lui saprebbe fare domande scomode e che tutti gli altri (tutti, tutti, tutti tranne quelli che lavorano con lui) sono dei servi?
    Continuate voi.

  19. RITA BELLACOSA dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 01:50

    Perdonate la digressione.Perché quando si é consapevoli di esprimere sinceramente le proprie opinioni si adducono pseudonimi quali Tequilero o Asdrubale?È per mantenere la privacy oppure perchè in questo Paese la libertà di espressioneè utopia? Rita Bellacosa

  20. stardust dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 02:41

    Un giornalista infanga (o annulla) la propria dignità per difendere a spada tratta il suo editore di riferimento (o potente di turno, leggasi Craxi), anche se questo fa delle cazzate?

  21. diego rivera dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 05:15

    Fortuna che in questo blog scrivono anche Wil e tequilero!
    In un paese normale quello che fa Travaglio sarebbe inconcepibile. Peccato che noi non siamo un paese normale, mi viene da pensare che chi ci ha messo al 53° posto come nazione con la maggiore libertà di stampa, ci ha regalato almeno una decina di posizioni grazie al giornalista torinese. Dopo aver letto “Il Giornale” è probabile che invece ci abbia considerato fuori classifica.

  22. Nicola dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 06:42

    1)Se si riferisce a Piazza Navona, bisogna dire che non era propriamente una manifestazione politica. Comunque in generale sarebbe meglio evitare implicazioni
    2)Perché no? Un articolo satirico è piacevole da leggere, se ben scritto; poi il limite tra la critica e la satira è molto sottile: in casi di cronaca particolarmente clamorosi (nel senso che generano molta enfasi) è facile superarlo; l’importante è non pendere troppo dalla parte della pura satira, cosa che a Travaglio non riesce sempre (ma ciò nonostante i suoi scritti sono spesso brillanti)
    3)http://www.difesadellinformazione.com/57/il-diritto-di-satira/
    4)Non dovrebbe assolutamente; ma un giornalista che scrive su un giornale di partito, pur senza esporsi nei comizi, non fa in fondo la stessa cosa? (intendo come concetto, nessun riferimento in particolare)
    5)una risposta generica NON ha molto senso
    6)Tecnicamente si. L’accusa diventa tale quando trova incongruenze o falsità nella natura, nell’operato e nelle dichiarazioni della “difesa”; poi a seconda del settore di cui si occupa il giornalista ricopre con frequenza variabile quella posizione: un critico musicale poco spesso, un cronista politico molto di più invece
    7)Probabilmente esagera un pò. Però bisogna dire che quelli che Travaglio chiama “servi” non gli danno molti motivi per non farlo: insomma Vespa, Riotta, Fede, solo per citare i più famosi, sono abbastanza lontani dall’ideale di “watchdog” che dovrebbe essere il giornalista.

  23. Wil Nonleggerlo dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 10:15

    Bhè, che sia questo allora il vero giornalismo:

    “LA STRANA AFASIA DEL GRILLO PARLANTE”
    di Mario Zucchetti
    Il Giornale, 13/10/2007

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=297599

    Un brivido freddo mi sale dalla schiena, prendendo quota muta in conato …

    Wil (ti ringrazio Diego)

  24. tequilero dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 11:21

    Grazie della citazione Diego.
    @ Rita
    E’ una mia scelta, null’altro.
    Esprimo sempre sinceramente le mie opinioni, e non credo che il contenuto delle stesse cambi se sotto ci scrivo un nome.
    Ovviamente se il titolare del Blog ritenesse necessario apporre su ogni commento la propria firma mi adeguerei.
    Saluti.

  25. diego rivera dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 12:02

    L’importante è scrivere sul blog con lo stesso nome/pseudonimo, in maniera tale da essere sempre riconducibili ai post precedenti. Scrivere su un blog con più nick è da sfigati.

  26. RITA BELLACOSA dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 12:57

    @Tequilero e @Diego grazie.Non credo che in questo Paese malconcio ci sia libertà d’espressione.Mi terrorizza il pensiero che arriveremo a dovere “blindare” la nostra identità per timore di squallide potenziali ritorsioni.

  27. diego rivera dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 13:36

    Cara Rita la situazione è grave, ma non fino a questo punto, almeno non in quel senso. Durante il Fascismo prima se la sono presa con gli oppositori politici (li parliamo di omicidi), poi con i giornalisti che non piegavano la testa, e poi con la cultura del sospetto nei confronti dei singoli cittadini.
    Nei nostri tempi questo tipo di regime non potrebbe aver luogo, la comunità europea, la chiesa e non ultimi gli Stati Uniti non lo permetterebbero mai. Il massimo che faranno sarà quello di continuare sulla strada dell’occupazione dell’informazione, dell’esautorare il parlamento dalle sue funzioni e di mettere la magistratura sotto il controllo della politica.
    Insomma proprio quella che Di Pietro chiama dittatura dolce, o qualcun altro regime occulto. Alla fine dei giochi però è un sistema molto pergiore, perchè addormenta le coscienze e rende gli uomini schiavi inconsapevoli.

  28. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 17:57

    Siamo in epoca federalista: quot capita, tot sententiae.
    Il regime a burrocacao, sarebbe preferibile, per molte labbra.

  29. pellescura dice:

    Monday, 13 October 2008 alle 21:43

    L’articolo di Giordano in cui per denigrare un avversario politico ricorre alla presa in giro della paternità a tarda età è un esempio di…non mi viene la parola, credo che potremmo usare “giordanite”

  30. Tommaso Farina dice:

    Tuesday, 14 October 2008 alle 15:58

    I vini di Mannino sono un gran buon passito e uno zibibbo secco, misto a viognier. L’ho bevuto proprio domenica sera. Un bianco profumato e aromatico.

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