La Hamaui (direttore L'espresso) sbrana Brunetta: "Con le sue repliche non smentisce una virgola della nostra inchiesta"
Sunday, 16 November 2008La direzione dell’Espresso in relazione alle dichiarazioni del ministro Renato Brunetta sull’inchiesta pubblicata nel numero in edicola venerdì 14 novembre precisa:
1) L’Espresso non ha pubblicato nessun indirizzo delle proprietà immobiliari del ministro. ma indicate le città nelle quali esse si trovano e alcune foto che non consentono di individuare la strada ma permettono ai lettori di avere una idea del reale valore.
2) Lo stesso ministro in numerose interviste a quotidiani, riviste, televisioni (nazionali e locali), rintracciabili anche sulla rete Internet, ha elencato le sue proprietà indicandone località e caratteristiche. Alcuni siti internet hanno nell’occasione pubblicato anche alcuni indirizzi del ministro.
3) La direzione dell’Espresso respinge dunque le accuse strumentali del ministro Brunetta volte a distogliere l’attenzione dai contenuti dell’inchiesta. Il ministro del resto, in una lunga replica pubblicata sul sito ufficiale del ministero, e rilanciata dal sito dell’Espresso, non smentisce una virgola di quanto da noi pubblicato.
La direzione dell’Espresso
La precedente rettifica del Ministro
«Apprendo, da anticipazioni di stampa, che il settimanale L’Espresso mi dedica la copertina e un’inchiesta. Questa attenzione non può che farmi piacere, il contenuto ancora di più. L’inchiesta de “L’Espresso” fruga nella mia vita. Fruga nel mio patrimonio. Fruga nella mia carriera universitaria. Fruga nella mia attività politica e di consulente. Fa tutto questo da par suo, con malizia ed esagerazione.
Alla fine, però, restituendo il ritratto di una persona per bene. Le case me le sono pagate accendendo mutui, che L’Espresso si è preoccupato di controllare e confermare. Bravi. Aggiungo un particolare, che all’ottima redazione è sfuggito: per gli investimenti immobiliari ho anche usato i soldi del loro Gruppo, l’Editoriale L’Espresso, che mi sono stati consegnati non proprio spontaneamente, ma a seguito di una diffamazione riconosciuta come tale dalla giustizia italiana.
La carriera universitaria raccontata è quella di un figlio di venditore ambulante, che è diventato professore incaricato a 27 anni, professore associato a 33 anni e professore straordinario a 49. Debutto giovanile, ma carriera non certamente fulminante (il posto di professore associato l’ho avuto da una commissione presieduta da Paolo Sylos Labini, un grande maestro).
Durante il concorso nazionale per diventare professore ordinario ho scontato il non essere parte del mondo dei baroni, il non avere protezioni, altro titolo di merito. Teramo, invece, non è stata una scelta, ma il rispetto della legge. Per il Nobel l’indicazione originale e di Ricki Levi, che, negli anni ’80, pubblica sul Corriere della Sera un articolo candidando, per i futuri Nobel, me assieme a Alberto Alesina, Francesco Gavazzi, Nicola Rossi e Riccardo Faini. Pertanto, si rivolgano a lui, e gli portino i miei ancora validi ringraziamenti. La consulenza non l’ho avuta a 25 anni, ma a 33 (ero già professore associato, a Padova) e detta attività si è svolta per cinque anni al Ministero del Lavoro, a titolo gratuito. Proprio questa mia consulenza mi ha procurato l’interessamento delle Brigate Rosse. Vivo ancora sotto scorta, al punto che mi dispiace solo una cosa: che si siano pubblicati indirizzi, foto e mappe delle case dove risiedo, in questo modo rendendo un servizio non certo al postino, ed aumentando il peso del lavoro dei ragazzi cui è affidata la mia sicurezza. Per quanto si possa essere spiritosi, non riesco a riderne.
Al CNEL sono stato nominato dal Presidente della Repubblica e in quella sede ho presieduto la commissione più importante: quella per l’informazione. Al Parlamento europeo, poi, sono stato relatore di una direttiva su accesso e interconnessione, direttiva fondamentale (e non “di indirizzo”) del pacchetto normativo sulle telecomunicazioni, e di un regolamento direttamente applicabile negli ordinamenti interni degli stati membri in materia di energia, oltre ad aver lavorato su altri dossier, come relatore ombra o per parere, ed aver interrogato le istituzioni comunitarie. Per quanto riguarda i voli low cost per raggiungere la sede di Strasburgo, ero in compagnia di tutta la delegazione di parlamentari europei italiani, con noi l’attuale Presidente della Repubblica. E’ bene ricordare che il sistema elettorale per il Parlamento europeo prevede l’uso delle preferenze. Gli elettori, unici a dover valutare il lavoro degli eletti, sono stati ripetutamente generosi con me, il che non credo si debba al valore di una rete clientelare che non ho, che non avrei saputo e non saprei come alimentare. Ove gli ottimi giornalisti vogliano cimentarsi su questo tema, così come su tutto il resto, contino pure sulla mia collaborazione. Inoltre, faccio osservare che i dati sulle presenze sono tratti dal mio sito, cioè resi pubblici da me. Attendo un’inchiesta su quanti si sottopongono alla medesima disciplina della trasparenza. Sul mio sito (www.renatobrunetta.it) è già presente abbondante documentazione sull’attività, professionale e politica, svolta. Da domani sarà possibile consultare ogni cosa, relativa all’inchiesta dell’Espresso, compreso, naturalmente, il testo della sentenza che mi riconosce diffamato. Sono sicuro che il direttore del settimanale, così come quello del quotidiano La Repubblica, vorranno offrire un link ai loro lettori, e, magari, anche emularmi nel mettere in rete i loro meriti e le loro gesta. Senza reticenze.
Riassumendo: le case me le sono comprate con i mutui, e con i soldi dell’Espresso. La cattedra universitaria me la sono sudata. L’attività politica e di consulente sono frutto di una lunga gavetta. Nell’insieme, quindi, ringrazio L’Espresso per l’attenzione dedicatami e per i risultati cui ha portato. Prima di tutto, però, li ringrazio perché trattando quei temi hanno dimostrato che altrimenti non si potrebbe attaccare il lavoro che sto conducendo, e che sono pronto ad illustrare, nel dettaglio, ai lettori del settimanale. La carta giocata, se capisco bene, suona più o meno così: le cose che dice Brunetta sono giuste, ma lui non è coerente ed il più pulito ha la rogna. Salvo che, leggendo, si scopre tanto la coerenza umana, culturale e politica, quanto la buona salute della mia epidermide. Grazie».
Renato Brunetta, Ministro della Funzione Pubblica
(Nella foto Daniela Hamaui, direttora de L’espresso)


DeanKeaton dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 12:32
Dal sito http://www.renatobrunetta.it
Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, On. Prof. Renato Brunetta, ha dato mandato allo studio legale di fiducia di citare in giudizio la società editrice de “L’Espresso”, il direttore del settimanale e gli autori dei servizi: “La casta Brunetta” (pubblicato nel n. 44 del 6 novembre 2008) e “Quel furbetto di Brunetta” (pubblicato nel n. 46 del 20 novembre 2008), per ottenere ogni conseguente risarcimento a seguito dell’esplicita iniziativa del citato settimanale volta a denigrare e diffamare la persona, oltre che la figura professionale e politica del Ministro e a favorire oggettivamente, mediante la divulgazione di foto, mappe e localizzazioni delle abitazioni, una personale situazione di rischio non solo potenziale.
tequilero dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 14:51
Possibile soluzione?
Una bella transazione con soddisfazione di Brunetta e con i giornalisti che potranno dire: mai stati condannati, è stata una scelta dei legali e dalla società editrice che noi non condividevamo.
Fabrizio Spinella dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 17:00
E Brunetta si comprerà un altro appartamento… Renato in gondoleta… A parte le battute, la rivista potrebbe essere rinominata “L’Espresso della controriforma”: agisce per conto dei politici e dei sindacalisti che avversano Brunetta e Gelmini, i due ministri che hanno deciso di cambiare le cose nella pubblica amministrazione e nella scuola. Per partito preso (PD, non tutto).
asdrubale dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 20:25
Io credo che Brunetta abbia sbagliato nel reagire così violentemente, in fondo dalla “inchiesta” dell’Espresso non è uscito nulla che possa veramente metterlo in difficolta. Certo è che si sente sotto attacco: l’Espresso e Repubblica gli sparano addosso tutti i giorni, ma forse questo potrebbe avvantagiarlo, alla lunga.
Bisognerebbe che chiedesse chiarimenti all’ing CDB.
Tyler dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 23:41
spero che queste calunnie contro Brunetta si spengano, è il mio eroe, lui sì che sta facendo qualcosa contro i fannulloni
bono il fumo che m’hanno dato stasera
Candidus dice:
Monday, 17 November 2008 alle 10:42
@Fabrizio Spinella
“… Brunetta e Gelmini, i due ministri che hanno deciso di cambiare le cose nella pubblica amministrazione e nella scuola.”
Ne è proprio sicuro di questa affermazione?
Un consiglio dei ministri ad immagine e somiglianza del proprio presidente, senza possibilità di disobbedienza e di pensare con il proprio cervello.
asdrubale dice:
Monday, 17 November 2008 alle 12:07
Sono stato quasi un profeta, oggi sono in tanti a sparare sull’ing. CDB e i suoi giornali.
Tommaso Farina dice:
Tuesday, 18 November 2008 alle 15:58
Massima solidarietà a Brunetta.
Fabio dice:
Friday, 21 November 2008 alle 00:18
Queste sbiellate contro Brunetta e la Gelmini (lo sapete che degli insegnanti hanno sfilato con i simboli dei deportati ebrei facendo incazzare alquanto chi ha avuto la famiglia sterminata, e che altri insegnanti nel Lazio hanno preso i bambini delle elementari e hanno fatto far loro una bella recita anti-governativa?) dimostrano che si sta perdendo la lucidità, che c’è un disperato tentativo di conservare posizioni che illecitamente si tenevano da decenni e che ora sono in pericolo.
Sono i segnali che ti dicono che stai facendo bene.