AirOne: tutto ciò che avreste voluto sapere, ma non avete mai osato chiedere

Saturday, 5 July 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Gabriele Mastellarini per “Il Mondo” in edicola

Carlo Toto (nella foto) parla irlandese. La sua Air One si avvale, infatti, della società Challey limited con sede a Dublino, per «agevolare l’ottenimento dei finanziamenti necessari all’acquisto degli aerei, in quanto l’Irlanda, contrariamente all’Italia, ha ratificato la convenzione di Cape Town relativa alle garanzie internazionali su alcuni beni mobili strumentali», si legge nella nota integrativa al bilancio depositato nei giorni scorsi.

Mentre sembra prendere corpo il piano che prevede la creazione di una new company in cui far confluire il vettore dell’imprenditore abruzzese e Alitalia, “Il Mondo” alza un velo sui conti della compagnia di Toto. Che ha ceduto il «diritto all’intestazione degli aeromobili» a «società appositamente costituite in Irlanda» (Challey Itd e le sue sette controllate), alle quali paga l’affitto. Nella flotta di Air One, un solo aereo su 57 (un Boeing-737 del 1985) è di proprietà, due 73″ del ’90 sono in locazione finanziaria, 39 in locazione semplice e 15 in wet lease, strumento attraverso cui un vettore affitta aeromobile ed equipaggio, assolvendo anche agli obblighi assicurativi e di manutenzione. Nel 2007 Air One ha pagato 35 milioni più interessi alle controllate irlandesi per la locazione degli aerei. Il valore dei mezzi in affitto è di 890 milioni, ai quali aggiungere i nuovi A-320, che arriveranno nei prossimi anni, dopo la firma del contratto da 2 miliardi 160 milioni con Airbus. Toto, presidente di Air One, percepisce un compenso di 387 mila euro. «Siamo in utile da sei anni», ha spiegato. «Il nostro indebitamento legato all’attività corrente è di un terzo del fatturato, cioè un dato fisiologico e in linea con la media delle aziende italiane». Anche se, stando al bilancio, i debiti entro 12 mesi superano i 367 milioni, a fronte di ricavi totali per 750 milioni (+22,6% rispetto al 2006), per un utile di 6,8 milioni. E aumentata l’esposizione netta verso le banche: 95 milioni tra aperture di credito e mutui garantiti da ipoteche. Cassa di risparmio di Chieti, Cassa di Pescata e Popolare di Lanciano e Sulmona hanno ottenuto garanzie su alcuni complessi industriali dismessi a Bari e Cremona e su altri beni di proprietà della controllata italiana Alitec, che nel 2007 ha chiuso in perdita di 123 mila euro.

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