E'SPORT! Olimpiadi 2008. Il testo della proposta di legge per detassare i premi ai medagliati olimpici
Wednesday, 13 August 2008CLICCA QUI PER VEDERE TUTTI I COMPENSI DEI MEDAGLIATI
«Se il ministro Tremonti è d’accordo…», ha detto il presidente del Coni, Gianni Petrucci, commentando l’appello lanciato dall’argento olimpico nel tiro a volo Francesco D’Aniello e dalla campionissima della scherma Valentina Vezzali (nella foto).
«Noi non siamo come i calciatori – ha dichiarato Vezzali – i nostri guadagni non sono stratosferici: sarebbe giusto detassare i premi per le medaglie olimpiche, e non versarne la metà». E Giulia Quintavalle, medaglia d’oro nel judo: «Abbiamo portato in alto l’Italia, siamo stati meritevoli: avere un premio dimezzato dalle tasse è un dispiacere. Loro non sanno i nostri sacrifici».
«La medaglia olimpica arriva una volta ogni quattro anni e con lei anche il premio in denaro: io di tasse ne pago tante, non chiedo privilegi. Ma ai Giochi contribuiamo a fare grande l’Italia, e poi il premio è un riconoscimento una tantum a quattro anni di lavoro», ha continuato la Vezzali.
Il Coni ha stabilito di premiare con 140 mila euro i vincitori di medaglia d’oro, l’argento con 75 mila e il bronzo con 50 mila. Per le Paralimpiadi invece i premi sono rispettivamente di 75 mila euro, 40 mila e 25 mila. «Detassate i premi ai medagliati olimpici, così come fanno in Cina», aveva detto D’Aniello. «Rivolgo un appello al Parlamento affinché faccia altrettanto, approvando la proposta di legge presentata circa un mese fa dal presidente della Federazione tiro Luciano Rossi, che è anche un deputato, di defiscalizzare i premi olimpici del Coni, equiparandoli ai premi di produzione e agli straordinari. Quando stavo in pedana non pensavo certo ai soldi, ma poi riflettendoci a mente fredda dico che non è bello ricevere solo il 50% di ciò che ti viene promesso. Noi del tiro, ma vale per tanti altri sport, non guadagniamo molto. E sarebbe giusto che almeno i premi olimpici per chi vince una medaglia non venissero tassati».
Ed ecco il testo della proposta di legge per defiscalizzare i compensi ai medagliati olimpici.
PROPOSTA DI LEGGE
d’iniziativa dei deputati
LUCIANO ROSSI, ARACU, BARANI, BARBARO, BECCALOSSI, BERARDI, BERGAMINI, BONCIANI, CARLUCCI, CENTEMERO, CERONI, DI CENTA, FORMICHELLA, GIRLANDA, HOLZMANN, MAZZUCA, MIGLIORI, NIRENSTEIN, NOLA, MASSIMO PARISI, PIZZOLANTE, PAOLO RUSSO, SPECIALE, STANCA
Detassazione delle erogazioni effettuate dal CONI in favore degli atleti vincitori di medaglie durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi
Presentata il 23 luglio 2008
Onorevoli Colleghi! – Lo sport è parte integrante della cultura di una società civile, di cui segue di pari passo l’evoluzione, e rappresenta un momento di formazione e di diffusione di valori sociali di grande importanza come la lealtà, la collaborazione e la sana competizione. La vita dell’atleta che pratica sport a livello agonistico è senza dubbio fatta di molti sacrifici, di rinunce, di disciplina, di sconfitte, ma anche di tante vittorie e conquiste.
La partecipazione ai Giochi olimpici, comunemente denominati «Olimpiadi», è il sogno più grande di un atleta, che vede in essa la realizzazione di un traguardo importante della propria carriera.
Le Olimpiadi, estive e invernali, rappresentano l’evento sportivo a cui partecipano i migliori atleti del mondo delle varie discipline praticate nei cinque continenti.
Nel motto dei Giochi olimpici «citius, altius, fortius», ovvero «più veloce, più alto, più forte», è racchiuso non solo lo spirito con cui gli atleti partecipano all’evento ma anche la forma mentis che percorre tutta la loro vita. Una vita fatta di dure battaglie, di amarezze, di ostacoli ricompensati dal raggiungimento di tanti successi. Partecipare alle Olimpiadi consente anche di confrontarsi con atleti provenienti da ogni parte del mondo, in un clima di fraternità e collaborazione.
Stesso discorso vale anche per le Paralimpiadi, ossia le Olimpiadi riservate agli atleti diversamente abili, i quali attraverso lo sport riescono a esprimersi con una riabilitazione, caratteriale e morale, che li aiuta a superare le sofferenze e le difficoltà legate inevitabilmente alla loro condizione.
La presente proposta di legge, attraverso la detassazione delle erogazioni in denaro effettuate dal CONI in favore degli atleti vincitori di medaglie olimpiche e paralimpiche, mira a riconoscere gli importanti meriti e i sacrifici dei nostri atleti che, oltre a un prestigio personale e di squadra, attraverso i loro traguardi danno lustro e onore al Paese che rappresentano.
Quest’anno il CONI ha stabilito un premio corrispondente al valore delle medaglie conquistate che sarà nello specifico: 140.000 euro per chi si aggiudica la più prestigiosa delle medaglie, l’oro, 75.000 euro per la medaglia d’argento e 50.000 euro per la medaglia di bronzo. L’incremento vale anche per la Paralimpiadi, per le quali l’oro è premiato con 75.000 euro, l’argento con 40.000 euro e il bronzo con 25.000 euro.
Alla luce di queste considerazioni e anche tenendo conto della grande promozione del prestigio del nostro Paese procurato dagli allori olimpici, appare contraddittorio sottoporre a tassazione queste somme.
Per tale ragione si presenta questa proposta di legge che prevede la detassazione delle erogazioni corrispondenti alle medaglie conquistate durante le Olimpiadi e le Paralimpiadi estive e invernali, a partire dalle Olimpiadi di Pechino 2008 (articolo 1) e la relativa copertura finanziaria (articolo 2).
PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. A decorrere dall’anno 2008, le erogazioni in denaro effettuate dal CONI in favore degli atleti vincitori di medaglie nel corso delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi estive e invernali non concorrono alla formazione del reddito imponibile.
Art 2.
1. All’onere derivante dall’attuazione della presente legge, determinato in 500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2008-2010, nell’ambito del fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2008, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della solidarietà sociale.


claudia dice:
Wednesday, 13 August 2008 alle 11:24
sono d’accordo in virtù del fatto che i nostri atleti contribuiscono a ripulire l’immagine dell’italia così sporcata da altri problemi o da persone poco rispettabili che danno un’immagine falsata di tutti gli italiani bravi e volenterosi in tutti i campi.Agli sportivi che non si dopano e fanno tanti sacrifici credo che sia il minimo consentito.Però non dimenticate che ci sono tanti altri che avrebbero bisogno di una minor tassazione per vedere ripagato il loro sacrificio.saluti claudia
Tommaso Farina dice:
Wednesday, 13 August 2008 alle 13:19
Mi sembra ridicolo questo dire “non siamo calciatori”. I calciatori, una volta indossata la casacca di una rappresentativa nazionale, possono farlo solo per quella. Il Qatar non può comprarne la cittadinanza e farli giocare, poniamo, per la sua nazionale. Ogni tanto ricordo questi circostanziali dettagli ai sostenitori della purezza olimpica.
Alberto dice:
Sunday, 17 August 2008 alle 02:13
Le tasse vanno pagate; anche chi lavora 12 ore al giorno fa grande l’Italia, paga le tasse e tira dritto. Gli atleti percepiscono già uno stipendio, la vittoria alle Olimpiadi dovrebbe ripagare abbondantemente gli sforzi…. se non è così, state a casa. Per quanto riguarda il “non siamo calciatori” bisognerebbe ricordare che il calcio in Italia mantiene da solo tutti gli altri sport….
Qundo si dice un bel tacer ……….
Manuel Nasci dice:
Sunday, 17 August 2008 alle 10:00
Questi sportivi sono quasi sempre stipendiati dallo Stato per coltivare la loro passione, essendo in forza alla Polizia ed alla Guardia di Finanza. Pertanto mi sembra che la collettività contribuisca già abbastanza al loro sostentamento.
Adesso pretendono che una somma come 140.000 euro (equivalente a circa 3.000 euro al mese per quattro anni) non entri a far parte del loro reddito. Ridicolo. Un insulto per chi si spacca la schiena lavorando VERAMENTE tutti i giorni.
Ciononostante, mi dichiaro d’accordo a detassare tali premi, se e soltanto se gli atleti accettano di essere multati ogni volta che vengono sconfitti in una competizione. Se vogliono un premio per aver fatto grande l’Italia, mi sembra giusto punirli quando la infangano.