CRIC E CROC: DI PIETRO E TRAVAGLIO

Friday, 15 August 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Marcello Veneziani per “Libero”

Cosa resta della sinistra italiana? La destra giudiziaria, più contorno di famigliole cristiane. Le gambe su cui cammina l’opposizione in Italia si chiamano Marco Travaglio e Tonino Di Pietro e provengono da un filone intransigente e giustizialista della destra.

Travaglio nasce dal Giornale di Montanelli e dal Borghese di Vimercati, vicino in origine a magistrati giustizialisti ma destrorsi che scrivevano essi stessi sul Borghese e decisamente improntato a quel rigorismo che un tempo fu tìpico della destra conservatrice e reazionaria, per giunta piemontese, che credeva nello Stato, nell’Ordine e nella Giustizia penale prima che in quella sociale.

Tonino nasce dall’humus del giustizialismo popolare meridionale, quello che fornisce carabinieri e poliziotti allo Stato, guardie giurate e sceriffi; quella destra contadina col forcone che chiede maniere spicce e bruschi scapaccioni ai corrotti e agli smidollati. Ne conoscevo tanti di tonini al sud, iscritti alla fiamma o in divisa, magari tifosi del principe Borghese e sognatori di un bel golpe per raddrizzare la schiena agli italiani. Il sogno è Legge e Ordine, orgasmo tradizionale della destra antica.

Lasciate stare per un momento la valutazione che ne date, l’intransigenza a senso unico, la faziosità e l’antiberlusconismo viscerale, l’accanimento giudiziario solo con una parte. Travaglio è l’autore che più spopola a sinistra con i suoi libri ma anche nei siti internet e Di Pietro è, come dire, il maschio di casa, perché a Veltroni è riconosciuto al più un ruolo femminile o peggio di geisha, ma noa quello virile di castigatore del nemico. In entrambi rivive il mito di Zorro e della Pulizia Generale, ma se dovessi collocarli politicamente, ideologicamente e psicologicamente, direi che entrambi rappresentano un filone cospicuo della destra autoritaria, quella dei generali in pensione e dei brigadieri in servizio che si avvicinarono alla destra nazionale, più le bigotte di Famiglia cristiana.

Lo dico senza ironia.

IN GINOCCHIO DA TE
Travaglio, prima delle ultime elezioni politiche, ha pubblicamente espresso la sua preferenza per Di Pietro. «A convincermi a votare per l’Idv», ha scritto, «sono le liste che ha presentato Di Pietro, che ospitano diverse persone di valore, alcune delle quali sono amici miei, di MicroMega, dei girotondi e di chi ha combattuto in questi anni le battaglie per la legalità e fa libertà d’informazione».

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Nessun commento presente per “CRIC E CROC: DI PIETRO E TRAVAGLIO”

  1. giulio contini dice:

    Friday, 15 August 2008 alle 22:35

    Assolutamente non confutabile l’analisi sulla matrice politica dei due. Viene da chiedersi cosa è successo di recente nel nostro paese: per trovare un punto di riferimento e di opposizione, da sinistra si è costretti a guardare a personaggi della vecchia destra giustizialista. A destra invece mettono su un governo pieno di ex socialisti, alcuni dei quali mazzettari rei confessi. Schierano l’esercito nelle città, bloccano con un lodo i processi a carico del lider minimo, annunciano e proclamano ma intanto stiamo andando a rotoli senza alcun freno. L’oposizione di centro-sinistra è divisa tra il frignare contro il silvio cattivo e farci un bel inciucione storico. Nel frattempo la sinistra è sparita dal parlamento, ma non è che se ne senta troppo la mancanza.

    Si siamo proprio messi bene

  2. Antonio Serao dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 06:11

    Che cosa è successo in Italia? Dopo 40 anni di emigrazione saprei spiegarvelo facilmente, ma ci credereste? Faccio solo una piccola prova e il risultato molto probabilmente sarà che il commento per sgradimento nemmeno apparirà (ma faccio prima uno screenshot come prova),
    L’ignoranza combatte l’ignoranza e vince dunque chi ne ha di più. Invece di cercare di definire come dovrebbe essere “un buon italiano”, vi siete ridotti all’impotenza e vi masturbate cerebralmente con una psicoanalisi delle destre contro le sinistre e viceversa. Guardatevi allo specchio e ammettete un paio di cose semplici ma chiare. La giustizia non vi piace e la chiamate giustizialismo. La morale non vi piace e la chiamate moralistica. L’onestà non vi interessa e la chiamate antipolitica. Ormai solo gli artisti italiani si battono veramente per i problemi orribili del paese e per la costituzione riconoscendo che il loro posto di osservazione deve essere il teatro. Avete rovesciato l’intero glossario semantico e vi interessa solo spacciarvi per grandi analisti sapientoni oltrepassando indifferentemente ogni limite della logica formale. Ma dove manca la logica c’è solo da ridere o spesso peggio, da piangere. Mi fermo perchè sono certo che già non sapete di cosa parlo, è troppo semplice e troppo logico, e non essendo più abituati non vi risulta nemmeno concepibile sul vostro pianeta Italia.

  3. DeanKeaton dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 13:13

    Mi raccomando Serao.
    Stia pure all’estero. Della sua giustizia e della sua morale, in fondo, non sappiamo che farcene. Già c’è chi le rappresenta degnamente.
    E se ci riesce inviti ad espatriare pure tutti quegli “artisti italiani” che dal 1994 promettono di autoconfinarsi ma alla fine sono sempre qua. E chissà perchè.

    Saluti dal Pianeta Italia

  4. asdrubale dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 13:48

    La Giustizia non è il giustizialismo e la Morale non è il moralismo. Forse è proprio nell’aver dimenticate queste semplici distinzioni il male dell’Italia.

  5. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 19:58

    Quanta sicumera, Serao.

  6. Antonella dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 20:58

    “è troppo semplice e troppo logico, e non essendo più abituati non vi risulta nemmeno concepibile sul vostro pianeta Italia.”

    Caro Serao, i commenti hanno appunto dimostrato che hai perfettamente ragione.

  7. Fabrizio dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 22:56

    Buttiamola in musica:

    Que Serao, Serao,
    What ever will be, will be;
    The future’s not ours to see
    Que Serao Sera0,
    What will be, will be…

    Ad Antonio Serao, emigrato da 40 anni:
    1) «Torna, torna:
    che smania ‘e t’abbracciá…»
    2) «Adesso mi rendo conto
    che voglio averti qui accanto
    torna torna con me…»
    3)«Torna da me non so senza di te che vita è»

  8. Fabrizio dice:

    Saturday, 16 August 2008 alle 22:58

    Accogliete Serao con le canzoncine di cui sopra. Senza “glossario semantico”, vi raccomando.

  9. giulio contini dice:

    Sunday, 17 August 2008 alle 00:44

    La non conoscenza della società civile induce alla miope supponenza. Gli italiani si sbrodolano addosso il loro convincimento di essere furbi e ben guidati mentre il capitano se la ride e la barca va affondando, neppure tanto lentamente da passare inosservata. L’arroganza spendetevela ora che siete in luna di miele con il silvio, nel frattempo i pignoramenti degli appartamenti alla gente che non è riesce più a pagare il mutuo a luglio sono aumentati del 55% in USA. Qui da noi i dati non vengono pubblicati (ad ottobre 2007 +19% poi si sa solo che le banche straniere si stanno ritirando dal mercato immobiliare italiano). Le brutte notizie potrebbero offuscare le strombazzate trionfali, meglio evitarle

  10. Fabrizio dice:

    Monday, 18 August 2008 alle 01:50

    Vuoi vedere che per il sobrio Giulio Contini chi è ottimista fa parte della “società incivile”? E poi, chi fa la “luna di miele con il silvio”? Chi “strombazza trionfalmente”? L’unico che in Italia ha previsto le difficoltà socio-economiche nel contesto internazionale è stato Tremonti (leggere il suo libro, please). E con lui, Berlusconi ha chiarito che si prospettano tempi difficili anche per l’Italia, e che il suo Governo farà di tutto per attenuare i rischi di una congiuntura sfavorevole.
    Contini, ha qualche ricetta da proporre?

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