Da Malindi alle Maldive
Monday, 18 August 2008di Gabriele Mastellarini
Leggo con attenzione un bell’editoriale di Piero Ottone (vero nome Pier Leone Mignanego, gia’ ex direttore del Corriere, a meta’ degli anni Settanta, ma non ditelo a Travaglio…), apparso oggi su Repubblica (clicca qui) che, stigmatizza, l’azione del nostro Ministro degli Esteri, Franco Frattini, che direttamente dalle Maldive, tra un atollo e un bagno nell’oceano e’ intervenuto (sic!) per “sistemare” la questione georgiana.
D’accordo su tutta la linea con Ottone: come non sbeffeggiare il componente di un Esecutivo (gia’ commissario Ue alla Sicurezza, se non erro) che dice di aver affrontato il problema “telefonicamente dalle Maldive” e di essere stato (a suo avviso) decisivo nella positiva conclusione del conflitto.
Ormai di questi Ministri vacanzieri ne abbiam piene le tasche. Chi non ricorda la bella ministra Giovanna Melandri in quel di Malindi? Destra e sinistra, come al solito, pari sono anche sulle mete turistiche e tra una cenetta, un colpetto di sole, un balletto caraibico, si ricordano anche del loro ruolo istituzionale, arrivando anche a chiedere gli applausi per quello che (non) hanno fatto.
Franco Frattini non mi e’ simpatico, lo dico subito. Credo che sia stato troppo sopravvalutato per aver ottenuto un cosi’ importante dicastero. Preferivo, insomma, il buon Massimo D’Alema che e’ riuscito a riportare l’Italia nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Meglio di Frattini ha fatto anche Gianfry Fini, l’attuale presidente della Camera, fresco fresco del benefit giudiziario chiamato piu’ comunemente “Lodo Alfano”.
Eppure in Italia i giornalisti ormai non criticano piu’, fatta eccezione per le poche “firme” illustri come Piero Ottone, Eugenio Scalfari, e pochi altri. Il resto e’ vuoto. Anzi sono tutti in vacanza, ma per l’intero anno!


tequilero dice:
Monday, 18 August 2008 alle 20:37
Mastellarini, casomai se lo fosse perso, Le segnalo un articolo di Travaglio del 15 agosto sul Ministro, dal titolo “vieni avanti Frattini” che può leggere su voglioscendere.it.
Saluti.
Gabriele Mastellarini dice:
Monday, 18 August 2008 alle 20:52
Riporto sotto Travaglio, ma il mio editoriale e’ piu’ “elegante” (scherzo, ovviamente…) grazie per la segnalazione
gm
DI MARCO TRAVAGLIO PER l’Unità, 15 agosto 2008
Se non fosse per un paio di esternazioni polemiche delle opposizioni, l’assenza di Franco Frattini al vertice dei ministri degli Esteri europei sarebbe passata del tutto inosservata. Com’è noto, mentre i colleghi discutevano della guerra russo-georgiana, il cosiddetto capo della nostra diplomazia rosolava su un atollo delle Maldive. Ma nessuno dei colleghi aveva avvertito la sua mancanza. Non che sottovalutino il peso internazionale dell’Italia: è noto che il regime fasciostalinista di Putin ha nel nostro governo il più servile alleato. Il fatto è che, nonostante i due anni trascorsi da Frattini alla Farnesina e i tre alla Commissione europea, nessuno sa chi sia. Quando lo vedono aggirarsi per i corridoi dell’Europarlamento con l’aria assente, tipica dei suoi momenti di massima concentrazione, lo scambiano per un rappresentante della Folletto e lo congedano con un glaciale: “Giovanotto, abbiamo da fare e gliel’abbiamo già detto mille volte: nessuno qui ha bisogno di un aspirapolvere”. E quando tenta di sedersi al tavolo al posto dell’Italia, c’è chi gli infila una banconota da 5 euro nel taschino e lo accompagna alla porta. Figurarsi se l’altroieri qualcuno ha notato che Frattini non c’era e ha intimato: “Ragazzi, sia chiaro: finchè non arriva lui, non si decide nulla”. Al posto dell’Italia s’è seduto un anziano signore occhialuto e con la gobba, Enzo Scotti, che tutti hanno scambiato per Andreotti congratulandosi per il continuo ricambio generazionale della classe politica italiana e soprattutto perché il governo Berlusconi ha trovato un ministro che sa dov’è l’Ossezia.
Intanto Frattini chiamava e richiamava dall’atollo, senza riuscire a prendere la linea. Quando finalmente ce l’ha fatta e ha detto dov’era, una gentile segretaria gli ha spiegato che lo sportello viaggi del Parlamento europeo era chiuso. Lui ha obiettato: “Ma sono un ministro degli Esteri Nato”. Allora la signorina non ci ha più visto e l’ha liquidato in malo modo: “Sì, e io sono un ministro degli Esteri morto”. L’unico che l’ha preso sul serio è Johnny Raiotta, che gli ha regalato cinque minuti di Tg1 per spiegare che “le moderne tecnologie (cioè i telefoni, peraltro inventati oltre un secolo fa, ndr) accorciano le distanze”, per cui lui può fare tranquillamente il ministro degli Esteri dell’Italia dalle Maldive e, telefonando dalla spiaggia, “contribuire in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa”. All’insaputa dell’Europa, s’intende. Più che un ministro, è il vuoto pneumatico, l’aria che cammina. Non per nulla – informa il sito della Farnesina – “pratica gli sport invernali, già maestro di sci alpino ed ha profonda conoscenza della montagna e della realtà naturale e geomorfica alpina” ed è stato presidente della “Commissione Scuole e Maestri di Sci”: nessuno è mai riuscito a pronunciare meglio di lui concetti profondi come “corpo a valle”, “piega le ginocchia”, “scendi a uovo”, “fammi lo spazzaneve”. Li esprime con la stessa aria pensosa, il ditino poggiato sul mento, le sopracciglia aggrottate, con cui ai vertici internazionali, le rare volte in cui lo fanno entrare, contribuisce in modo decisivo a formare la posizione dell’Europa: di solito, proponendo di aprire le finestre per cambiare un po’ l’aria. Con quella fronte inutilmente spaziosa, Frattini sembra fatto apposta per la penna di Fortebraccio.
Ogni tanto, alla Farnesina, si ferma un’auto blu e non ne scende nessuno: è Frattini. Fu così già nel reparto maternità della clinica di Roma dove nacque nel 1957, ovviamente all’insaputa dei genitori e dell’ostetrica. In fondo è bello avere agli Esteri un ministro ignoto ai più, soprattutto a se stesso: almeno lui evita le figuracce che fanno i suoi colleghi. Non dice mai nulla, ma lo dice benissimo. E, soprattutto, è sempre all’oscuro di tutto. Nel 2004 apprese a Porta a Porta che, in Irak, avevano ammazzato Fabrizio Quattrocchi (alla Farnesina lo sapevano da due ore, ma si eran dimenticati di avvertirlo) e dai tg che avevano assassinato in Arabia Saudita il cuoco Antonio Amato. Dopo questi trionfi il Cainano lo spedì alla Commissione europea, dov’era stato appena bocciato Buttiglione per le sue idee sulle donne e i gay: impossibile che bocciassero anche Frattini, visto che lui di idee non ne ha mai avute. È come il ficus: non disturba, non sporca, fa la sua figura, dove lo metti sta. E, last but not least, ha “profonda conoscenza della realtà geomorfica alpina”. Ma ora, alle Maldive, si fa una cultura anche in materia di barriere coralline. Uno statista completo, alpestre e marino. Si potrebbe lasciarlo tranquillamente lì, a telefonare dall’atollo, per cinque anni. Almeno finchè qualcuno non l’avvertirà che è il ministro degli Esteri.
DeanKeaton dice:
Monday, 18 August 2008 alle 21:23
Che il nostro ministro degli Esteri abbia fatto decisamente una brutta figura è un dato di fatto.
Che Mastellarini sia più elegante di Travaglio, sceso, se è possibile, ad un livello di comicità più basso dei film che ci dilettano a Natale (a proposito: non era un giornalista?), è pure un dato di fatto.
Ma D’Alema, caro Gabriele, io lo ricordo a braccetto con Hezbollah e questo mi fa preferire Frattini alle Maldive.
Saluti
Fabrizio dice:
Monday, 18 August 2008 alle 22:05
Vi rivelo un fatto che non avete sospettato minimamente: Frattini, con la scusa del viaggio alle Maldive, ha evitato il plateale ruolo di secondo piano (di “accompagnatore”) nella gestione del “dossier Georgia” che avrebbe avuto qualora fosse rimasto in Europa, perché in realtà Berlusconi, con ottimi consiglieri diplomatici, avendo deciso di dirigere la politica estera, ha trattato in questo caso personalmente con i protagonisti della crisi, a cominciare dal suo amico Putin.
Berlusconi ha di fatto stabilito che Palazzo Chigi è la vera sede del Ministero degli Esteri, com’era un tempo, ai tempi del cavalier Mussolini, anche se l’ufficio principale del Duce – Presidente del Consiglio era a Palazzo Venezia.
tequilero dice:
Monday, 18 August 2008 alle 22:21
A me “l’amico Putin” fa schifo e a voi?
Sergio Fornasini dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 01:29
tequila ti ripropongo quanto avevo scritto in questo vecchio commento : “Dopo di che ho pensato che un tipo come Putin non lo inviterei mai a casa mia, a meno che non avessi uno stomaco di ferro e volessi farci affari insieme. Ma naturalmente io parlo a titolo personale.”
È appunto questione di gusti e di stomaco invitarlo, poi io il villone in sardegna non ce l’ho… 🙂
la tigre della malora dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 10:36
@ Fabrizio
I miei complimenti per la rivelazione. Berlusconi, quindi, dirigerebbe la politica estera da Palazzo Chigi, e avrebbe trattato personalmente col “suo amico Putin”. A me e al resto del mondo risulta che nei giorni caldi della crisi in Caucaso, il nostro presidente del consiglio fosse in Sardegna, e che l’unico russo che avrebbe contattato fosse stato il presidente del Chelsea, Abramovich. Niente a che vedere con Merkel e Sarkozy, che a ferragosto hanno interrotto le loro vacanze per recarsi in Georgia e cercare di mediare. Poi non capisco per quale motivo sia stato proposto e nominato un ministro degli esteri. Fabrizio, sai per caso chi siano questi “consulenti diplomatici” di Berlusconi? Così ci si può fare un’idea della loro competenza in politica estera. Stendo un velo pietoso sul paragone con Mussolini. La sua grande politica estera ha portato ai risultati che sappiamo.
@ DeanKeaton
Già, meglio un ministro degli esteri inesistente che uno che fa il suo mestiere. Che è anche quello di discutere con tutte le parti in causa e fare politica estera.
DeanKeaton dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 13:19
Vede Tigre.
Lei confonde la diplomazia, fatta pure di accordi sotterranei, con il ruolo istituzionale del ministro degli Esteri che rappresenta la posizione pubblica di un Paese agli occhi del mondo.
Insisto. Meglio Frattini in bermuda che D’Alema in compagnia di terroristi assassini.
Entrambe le immagini sono ben poco edificanti, lo riconosco, ma la seconda è sinceramente vergognosa.
Saluti
la tigre della malora dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 14:33
@ DeanKeaton
Io non confondo proprio nulla. Non mettere in bocca, per favore, cose che non ho mai detto. In ogni caso, meglio pagare un ministro che lavora (e una foto non significa nulla) che uno che non lavora.
DeanKeaton dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 15:38
Quanta animosità Tigre.
Non siamo sul forum (non ufficiale) di Travaglio. Qui siamo tutti amici e ci vogliamo bene.
In ogni caso lei ha detto che il mestiere del ministro degli Esteri è quello di “discutere con tutte le parti in causa”. Sbagliato. Questo spetta alla diplomazia. Il ministro è il rappresentante ufficiale della linea che un Paese intende tenere nei confronti degli altri. E la mossa di D’Alema non ha fatto che ribadire che noi, nei confronti dei terroristi, siamo stati e siamo fin troppo teneri. Si legga a proposito la risposta di Cossiga a Geronimo su “Il Giornale” di oggi.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=284052
Certamente. Una foto non significa nulla. Tanto è vero che da anni ormai dedico amorevoli cure alla signora Jolie Angelina. Nonostante questo evito accuratamente di farmi ritrarre in sua compagnia. Non si sa mai.
Saluti
la tigre della malora dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 16:14
Nessuna animosità, da parte mia, ovvio, dato che sono una persona educata. Qui io non ho, comunque, amici, ma persone con le quali discutere e/o commentare. Che c’entra, poi, Travaglio… Vabbè, discutiamo della lana caprina. Il compito della diplomazia è diverso da quello del ministro degli esteri? Ma quest’ultimo non è il capo, della diplomazia? Mi si dica se sbaglio ancora, al contrario di te, DeanKeaton.
Ho letto stamattina, quanto affermato dal sen. Cossiga in risposta a Cirino Pomicino (una bella coppia, non c’è che dire). E ritengo che sia rivoltante, a distanza di 28 anni dalla tragedia di Bologna, affermare simili assurdità. Il sen. Cossiga ha la verità in tasca, sui veri autori e mandanti di quella strage? Vada a fare nomi e cognomi ai magistrati. E non finga di svegliarsi dopo decenni. Una persona che è stato ministro dell’interno, presidente della repubblica e quant’altro fa affermazioni gravissime? Dov’era allora? Dormiva?
DeanKeaton dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 22:19
Capisco Tigre che le piaccia vedere le cose tutte bianche oppure tutte nere. Posso garantirle però che in mezzo ci sono migliaia di sfumature.
Il ministro degli Esteri non è pertanto il capo della diplomazia. E’ una figura istituzionale chiamata a fare qualche bella dichiarazione, a firmare qualche documento e a partecipare a riunioni di vecchie comari dove non si decide mai nulla.
I giochi si svolgono altrove. E non tutti remano dalla stessa parte, nemmeno se fanno parte della stessa squadra.
Mi spieghi poi cosa ci trova di rivoltante nelle parole di Cossiga e perchè le ritenga assurde. E soprattutto mi spieghi dove il Presidente emerito parla di veri autori e mandanti visto che l’unica cosa che afferma è che “la strage della stazione di Bologna non sia da imputare alla Mambro e al Fioravanti, ma ad una involontaria deflagrazione di una o due valigie di esplosivo, che qualche attivista palestinese trasportava «in franchigia»”.
Niente mandanti oscuri o autori a piede libero. Un incidente. Punto.
Altri propendono per la volontarietà dell’azione, leggendovi un modo d’agire tipico del terrorismo palestinese e in genere mediorientale.
In ogni caso emergono documenti e pezzi di verità. Qualcosina di più, se permette, di quelle che lei ritiene assurdità.
Se poi le piace continuare a credere che la Cassazione abbia messo la parola fine alla vicenda nel 1995 è libero di farlo.
Sappia comunque che siete rimasti in pochi.
Lo so. E’ un dramma. Come scoprire che Babbo Natale non esiste.
Saluti
Fabrizio dice:
Tuesday, 19 August 2008 alle 22:28
Non facciamo i travaglini, per piacere.
Cominciamo a condividere un principio, Tequilero: lo schifo non è una categoria politica; non è una categoria filosofica; non è una categoria diplomatica. E’ soltanto una rappresentazione di una intossicazione personale. Non c’entra niente con le relazioni estere.
Secondo: morale e politica sono distinti, anche se possono coniugarsi in certe situazioni. Ne conviene anche Eugenio Scalfari nel suo ultimo libro, che invito a leggere (anche se non a condividerne tutti i pensieri).
Terzo. La “tigre della buon’ora” fa finta di ignorare che, per dettato costituzionale, il Presidente del Consiglio dirige la politica generale e ne è il responsabile. Quindi anche gli affari esteri. E fa finta di ignorare che esiste presso la Presidenza del Consiglio un Ufficio del Consigliere diplomatico che “assiste il presidente nella sua attivita’ in materia di relazioni internazionali in Italia e all’estero e, in generale, negli atti che attengono alla politica estera”, come recita il sito ufficiale del Governo Italiano. Il consigliere diplomatico del Presidente del Consiglio è l’Ambasciatore Bruno Archi, coadiuvato dall’Ambasciatore Marco Carnelos e da altri diplomatici: Ruggero Corrias, Sem Fabrizi e Pasquale Salzano. La “tigre della buon’ora” forse ignora la loro preparazione, perché magari frequenta più Piazza Navona che la Farnesina. Anche il Presidente della Repubblica ha il suo consigliere diplomatico.
Per quanto riguarda il riferimento a Benito Mussolini, la “tigre della buon’ora” non sa leggere quello sche scrivo e dice, per provocazione, sciocchezze. Non ho fatto alcun paragone tra i due Presidenti del Consiglio italiani. Ho citato Palazzo Chigi che un tempo era sede del Ministero degli Affari Esteri, anche se il presidente Mussolini teneva le relazioni internazionali dal suo ufficio di Palazzo Venezia, per segnalare il luogo dell’attuale motore della politica estera.
La “tigre della buon’ora” finge di non sapere che dopo consultazioni tra i maggiori leaders europei (mi dispiace per la “tire”, ma tra loro è anche il nostro Presidente del Consiglio) si è deciso di affidare le trattative con i georgiani ai francesi e ai tedeschi, mentre Berlusconi, visti i suoi buoni uffici con Putin, ha tenuto i rapporti con i russi. Non c’era bisogno di recarsi a Mosca, per fare opera di informazione e persuasione.
Quanto al resto (Cossiga, eccetera), gli Stati vivono di una loro “ragione”. Certo, il segreto (di Stato) che “accompagna” il dolore (dei famigliari delle vittime di stragi) umilia le nostre coscienze. Ma che avrebbe dovuto fare l’Italia? Dichiarare guerra all’Olp (terrorismo), a Israele (ritorsioni), all’Urss (destabilizzazione), alla Cecoslovacchia (addestramento di bande armate), alla Bulgaria (traffico di armi, esplosivo e droga)?
giulio contini dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 00:11
@ deankeaton
Se leggesse le sue parole il senatore Andreotti penso che avrebbe molto da ridire. Ed io pure, per quanto non sia mai stato vicino a lui gli devo riconoscere che ha interpretato il ruolo di Ministro degli Esteri in modo molto autorevole, come credo nessun altro nella storia della nostra Repubblica. Invece Cossiga rivoltante lo è sempre stato per quanto mi riguarda. In particolare quando si erge a custode di segreti che solo lui conosce e detiene in maniera esclusiva. Se veramente è stato un uomo delle istituzioni è il momento che lo dimostri, smettendo di far trapelare parole pesanti tramite i giornalisti e si presenti nelle sedi opportune per contribuire con quello che conosce, salvo che non si tratti di delirio senile. Altrimenti chiunque abbia un minimo di visibilità è leggittimato a raccontare la sua verità, tipo che Babbo Natale era in anticipo di qualche mese e transitava per la stazione di Bologna con un regalo per la Rote Armee Fraktion o per l’ETA. Peccato che un distinto signore si trovava troppo vicino a quelle valige mentre stava fumando un sigarone toscano ed è accaduto uno spiacevole inconveniente.
Solo che le cazzate dette da uno qualunque rimangono tali, mentre se escono dai deliri onirici di un anziano senatore a vita possono anche contribuire ad intorbidire le acque.
Poi a seguire ci sono i superficiali o gli accondiscendenti schierati che non solo accettano una tesi ma la suffragano per spirito di parte e se ne fanno portavoce. Quelli che giustificano tutte le storie insomma, anche quella di Babbo Natale. E ci sono anche quelli che non credono che Mambro e Fioravanti c’entrino più di tanto, così come Sofri con l’assassinio di Calabresi. Puri e verginelli no, ma nemmeno dentro fino al collo. La verità della giustizia finisce però in Cassazione e tale rimane.
tequilero dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 08:18
Sarò anche intossicato, ma Putin continua a farmi schifo.
Noto che, però, nessun Berluschino ha detto cosa ne pensa dello Zar.
Visto che nessuno di noi fa parte della diplomazia italiana, magari possiamo anche sbilanciarci un pochino ed esprimere un giudizio personale su Vladimiro.
Le parole di Fabrizio comunque confermano che, stavolta, il Travaglio su Frattini ha visto bene.
Saluti.
la tigre della malora dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 09:34
Siamo sempre lì, la solita tecnica: provocare, storpiare gli pseudonimi, non rispondere nel merito, sviare la discussione, mettere in bocca all'”avversario” cose mai dette, “non hai capito”, “non hai letto bene”, eccetera. La solita tecnica degli ineducati quando hanno a che fare con qualcuno che abbia idee diverse dalle loro. Fabrizio, sei un campione. Non spendo altre parole con te.
@ giulio contini
Concordo in tutto e per tutto con te, m’hai tolto le parole di bocca.
@ DeanKeaton
Buon natale 🙂
tequilero dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 11:40
Scusate, vado OT.
Per tutti quelli che credono ancora a Babbo Natale segnalo questo link
http://www.cristianolovatelliravarinonews.com/articoli/liberomancuso.html
Tra le altre cose mi ha colpito molto la descrizione della conferenza stampa del libro di colombo, dove i coniugi Mambro e Fioravanti sono stati trattati come “divi di hollywood”, baciati e abbracciati da diversi noti personaggi (vedete le foto nel link).
Chissà che ne pensano di quei baci e di quegli abbaracci i parenti e gli amici di Roberto Scialabba, finito con un colpo alla nuca, Antonio Leandri, colpevole di essersi trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato,il poliziotto di 19 anni Maurizio Armesano, ammazzato per prendersi “gratuitamente” il suo mitra, Franco Evangelista 37 anni, Francesco Straullo e Ciriaco di Roma “La morte di Straullu è stata causata dallo sfracellamento del capo e del massiccio facciale con spappolamento dell’encefalo; quello di Di Roma per la ferita a carico del capo con frattura del cranio e lesioni al cervello”, Enea Condotto e Luigi Maronese, ed i camerati Francesco Mangiameli, Marco Pizzarri e Giuseppe De Luca, lo studente Caravillani che passava per caso in Piazza Irnerio durante la rapina alla BNL.
Quella mattina, avevo 10 anni, facevo la 5 elementare ed ero accanto a mia madre a Piazza Irnerio quando ho visto ammazzare un ragazzo di 17 anni.
Senza dimenticare l’assalto a Radio Città Futura e quello alla Sezione Comunista dell’Esquilino, con bombe a mano e colpi di mitra, 25 feriti e il rimbrotto del buon Fioravanti al Camerata Pedretti perchè non c’era scappato il morto.
Mambro 6 ergastoli e 84 anni di reclusione, anni di galera effettivamente scontati 16, Fioravanti 6 ergastoli e 134 anni di reclusione, anni di galera effettivamente scontati 16.
I baci e gli abbracci mi fanno vomitare e ammetto di essere uno dei pochi imbecilli che danno ancora valore alle sentenze della Cassazione.
Fabrizio dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 12:03
Giulio Contini, io tento analisi e do informazioni, magari indugiando nello ius narrandi e nei calembours (inoffensivi). Dài, uno che si firma “tigre della malora” – ed io lo ribattezzo “della buon’ora” – dovrebbe sorridere. Comunque, se qualcuno si sente offeso, chiedo scusa. Così almeno divento campione di masochismo.
DeanKeaton dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 14:49
Avvocato Tequilero.
Trovo estremamente cinico postare un elenco di atrocità giustificate da un semplice “scusate, vado OT”.
Qui nessuno intendeva glorificare il Fioravanti e la Mambro. Si voleva solo far notare che, nuovi documenti e indagini alla mano, molti ormai siano convinti del fatto che la Strage di Bologna non sia opera loro.
Capisco che accollare pure questo scempio di vite umane ai “bastardi fascisti” possa in qualche modo rincuorare. Colpevoli certi e certamente cattivi. Meglio di così non si può fare. La realtà però ora appare diversa e quando granitiche certezze si sgretolano pian piano ci si ritrova spiazzati ed arrabbiati.
In ogni caso i due hanno almeno trascorso sedici anni in un carcere e non bighellonando oltralpe, nelle istituzioni o in uno stato di finta latitanza.
Certo. Sarebbe potuta andare peggio. Ma ad altri è andata sicuramente meglio.
Saluti
DeanKeaton dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 15:05
Contini.
Per interpretare il ruolo di ministro degli Esteri come lo intende lei ci vogliono gli attributi. E quelli non si inventano.
Capitolo Cossiga.
Lei non gli crede? Padronissimo.
Deve ammettere però che se le sue sono invenzioni, queste sono estremamente geniali.
Così geniali da risultare plausibili.
E’ di qualche giorno fa, ma lei l’ha letto questo?
http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/15/Non_vidi_carte_sempre_saputo_co_9_080815061.shtml
Saluti
tequilero dice:
Wednesday, 20 August 2008 alle 18:22
Nessun cinismo caro Dean,
su Bologna si facciano tutte le ricerche che si vogliono e se ci sono degli elementi che vanno approfonditi si indaghi.
Se vi sono prove nuove si faccia la revisione del processo.
Si presenti anche un bel libro sul caso, ma che cosa cazzo c’entrano i baci e gli abbracci a degli assassini?
Che ne pensa della foto della Maglie?
Non provo nessun piacere ad addossare la strage di Bologna a qualcuno, ma c’è una realta processuale.
Per Lei sono favolette, per me no.
Ed ogni volta che si parli di quei due assassini e bene ricordarsi delle loro vittime innocenti.
La penso così e il colore politico in questo caso non c’entra un benemerito cavolo.
I miei giudizi non cambiano se i terroristi sono rossi o se sono rifugiati in Francia.
Sempre sporchi assassini restano.
Saluti.
Fabrizio dice:
Thursday, 21 August 2008 alle 01:30
Cosa volete che siano le vittime, le sentenze, le lapidi, al cospetto della Ragione di Stato? Ma pensate che la democrazia italiana non abbia dovuto patire i silenzi (le omertà), i segreti, le stragi, per rimanere tale?
C’è un vizio italico di addebitare tutto il male accaduto (e quello a venire) ai capi dei servizi di sicurezza, i quali spesso invece devono fronteggiare e disinnescare minacce che non vengono comunicate all’opinione pubblica, e spesso nemmeno ai vertici politici, proprio per non compromettere l’esito delle operazioni. Chi agisce ai vertici dei Servizi, ha una delega non scritta a decidere, a tacere, ad osare, a cedere, eccetera. Per questo si nominarono grandi uomini come De Lorenzo (sostenuto anche dalla sinistra e finito come parlamentare della destra), come Miceli (sostenuto da Moro e da ambienti di destra che lo portarono poi in Parlamento), come Santovito (sostenuto anche da Andreotti)che si crucciò per non aver saputo sventare l’attentato al Papa benché avesse avuto una soffiata in proposito.
Ho conosciuto personalmente un vecchio generale del Servizio (quando era uno): era un uomo intemerato, intelligente, potente, ben disposto verso il prossimo. Serviva fedelmente la Ragione di Stato, che coniugava atlantismo e arabismo. Quando gli chiesi un favore (far mandare in forza assente un giovane militare ricoverato al Celio), era stato già defenestrato in malo modo, ma non aveva recriminato, né scritto articoli, né fatto dichiarazioni.
Andai a trovarlo. Sollevò il telefono, chiamò al Celio un colonnello medico e gli segnalò in mia presenza il caso del militare. Poi seppi dal giovane, che per caso nel momento della telefonata era stato convocato dal colonnello per verificare la sua condizione, quello che avvenne nell’ufficio: quando gli passarono la chiamata del generale, il colonnello rispose alzandosi e scattando sugli attenti. Pur senza essere più capo del Servizio, il generale continuava ad essere nel mondo militare l’Autorità per eccellenza.
Perché racconto questo? Perché lo Stato democratico ha bisogno di persone autorevoli che ne sorreggano le difese, e che qualora ci sia tempesta, sappiano quale atteggiamento tenere, ricordando il giuramento di fedeltà.
giulio contini dice:
Thursday, 21 August 2008 alle 09:49
@ deankeaton
tutte cose di qualche giorno fa, probabilmente le avrà lette anche Cossiga
http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/14/Trattai_lodo_Moro_Mani_libere_co_9_080814018.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/29/terrorista_Carlos_Sismi_vicino_all_co_9_080629089.shtml
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/06/29/le-verita-di-carlos-lo-sciacallo-il.013le.html
Ma di polveroni sulla strage di Bologna è pieno il cielo (ed anche il Web), probabilmente i comuni mortali non conosceranno mai la verità. Però se ci si vuole informare sull’argomento e scoprire che Cossiga non è l’unico che indica suluzioni alternative a quanto stabilito dalle sentenze, segnalo anche:
http://www.archivio900.it/it/articoli/art.aspx?id=6803
http://www.ilbenecomune.net/2008/strage-di-bologna-il-falo-delle-verita/
http://newes.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/btestiatti/2-01636.htm
http://www.aziendalex.kataweb.it/article_view.jsp?idArt=31395&idCat=128
http://www.cielilimpidi.com/?p=167
http://www.storiain.net/arret/num139/artic2.asp
con molti altri link a seguire segnalati nelle stesse pagine
Saluti
DeanKeaton dice:
Thursday, 21 August 2008 alle 13:37
Carissimo Tequilero,
io non conosco le vicende umane che legano la Maglie alla Mambro (Fabrizio, non è che lei sa qualcosa pure di questo?). Non posso quindi permettermi giudizi in proposito, e forse non li esprimerei comunque poichè ritengo che entrerei in una sfera personale che non mi riguarda.
Trovo comunque curioso che, mentre schiere di parlamentari ed extraparlamentari si recano nelle carceri a visitare assassini, predatori sessuali, spacciatori e rapinatori, specie se extracomunitari perchè fa molto politically correct, protestando per la condizione dei nostri penitenziari lei voglia negare un semplice gesto d’affetto ad una donna che comunque, le ripeto, almeno sedici anni di carcere li ha vissuti.
Altro che cattedre, libri e parlamentari.
Saluti
tequilero dice:
Thursday, 21 August 2008 alle 14:52
Appunto Dean,
dice bene, a visitare in carcere.
Non mi risulta che si mettano anche ad abbracciarli e baciarli sotto lo sguardo divertito dei fotografi.
Non mi metto ad indagare sulla sfera personale della Maglie, si trattava di un evento pubblico, la giornalista ha ritenuto opportuno mostrare a tutti il suo affetto umano per un assassina, e io mi faccio un’idea, ed esprimo un giudizio.
Per quanto mi riguarda ogni volta che vedo in TV o leggo di Fioravanti e della Mambro, come di chiunque altro assassino terrorista rosso o nero che sia stato, penso alle loro vittime e ai loro parenti.
Che non sono coccolati ed abbracciati o invitati a partecipare ad attività mondane, anzi, molto spesso si tende a dimenticarli.
L’elenco che ho postato serviva proprio a questo.
Ricordare chi erano questi assassini, come hanno ammazzato delle persone che erano al servizio dello stato o che semplicemente si trovavano a passare per una strada.
Magari mi sbaglio io, ma vedo che è una cosa che si tende a dimenticare con molta facilità.
Saluti.
DeanKeaton dice:
Friday, 22 August 2008 alle 13:02
Mi scusi Tequilero.
Non la prenda come una mancanza di rispetto nei suoi confronti, ma preferisco chiudere qui la questione.
Altrimenti finiremmo per parlare di vittime di serie A (quelle del terrorismo nero), quelle di serie B (quelle del brigatismo rosso) e perfino di serie C (i cittadini vittime della delinquenza comune, non politica).
Ed io preferisco non entrare in polemiche di questo tipo.
Saluti
tequilero dice:
Friday, 22 August 2008 alle 14:48
Concordo con Lei Dean.
Mai fatto classifiche di vittime, nè era mia intenzione.
Un assassino non ha colore politico.
Così come le sue vittime.
E un espressione di affetto pubblica ad una terrorista assassina rimane quello che è. Una schifezza.
Saluti.
DeanKeaton dice:
Friday, 22 August 2008 alle 21:33
Scusi Tequilero se intervengo ancora.
Le sue parole conclusive mi hanno dato però una sensazione di qualunquismo che solitamente non ritrovo nei suoi commenti. E me ne dolgo.
Non è vero che le vittime sono tutte uguali.
Lei conosce mogli di tabaccai uccisi che sono entrate in Parlamento?
Sa mica di figli di imprenditori trucidati nella propria casa che hanno scritto libri e fanno gli inviati all’estero?
C’è forse una giornata in memoria degli autisti dei furgoni portavalori?
Diciamoci la verità Tequilero.
Morire alla stazione di Bologna oppure vittime di uno scippo non è la stessa cosa.
Come non lo è bruciare alla Thyssen o cadere da un’anonima impalcatura.
Nemmeno per lo Stato.
Saluti
tequilero dice:
Friday, 22 August 2008 alle 23:25
Guardi Dean, ha ragione Lei.
Lasciamo perdere.
Non pensavo che chiamare sporco assassino, uno sporco assassino, ci portasse a discutere in questo modo dei parenti delle vittime, di quelli che vanno in parlamento o che scrivono un libro e di quelli, invece, dimenticati dallo stato.
Nè che provare indignazione per il bacio appassionato di una giornalista ad una terrorista assassina ci portasse a parlare di morti di serie a), b) o c).
Grazie al cielo, come dice Lei, su questi argomenti sono un qualunquista, l’originalità la lascio volentieri agli altri.
Saluti.
Fabrizio dice:
Saturday, 23 August 2008 alle 02:07
La versione dell’ “incidente” dei palestinesi in transito alla stazione di Bologna si diffuse il giorno dopo l’esplosione anche negli ambienti giornalistici. Si parlò di terroristi pedinati dal Mossad, i quali con quell’esplosivo avrebbero dovuto eseguire un attentato a Milano.
Ma in quella direzione non si indagò.
Anche per l’aereo esploso mentre sorvolava Ustica, si preferì celare la verità dei missili francesi.
Tutto questo non significa essere complici delle stragi. Significa che la Ragione di Stato e le convenienze internazionali prevalgono.
la tigre della malora dice:
Tuesday, 26 August 2008 alle 10:26
Eh, già. Non si indagò sulla versione dell'”incidente” dei palestinesi. Forse perché nessuna delle vittime era di nazionalità palestinese. Ed è improbabile che palestinesi con valigia/e piene d’esplosivo avessero lasciato incostodito il loro bagaglio vicino alla sala d’aspetto di II classe, alla stazione di Bologna. Che io sappia, poi, non s’indagò neanche sulla versione dello scoppio di una caldaia (ricordo che fu indicata da Bruno Vespa, lo stesso giornalista che definì “mostro” Valpreda. Un cronista affidabile). Ma questi “fatti” contano di più delle sentenze di condanna “oltre ogni ragionevole dubbio”.
Fabrizio dice:
Tuesday, 26 August 2008 alle 22:53
Tigre della malora, non faccia banale ironia. Nessuno contesta in diritto quella sentenza, alla quale si pervenne secondo il convincimento dei giudici e della giuria popolare sulla base del risultato delle investigazioni possibili in quel tempo.
Ma in seguito voci dissonanti, di personalità politiche, hanno posto il problema di una verità fattuale che non corrisponde alla verità giudiziaria.
Il dovere di un giornalista è cercare la verità dei fatti. Non si rispose allora ad una domanda inquietante che circolò: furono “ricostruiti” e quindi identificati tutti i cadaveri a brandelli più vicini all’epicentro dello scoppio?
Non appartengo alla specie degli storici alla rovescia, e quindi non faccio mia nemmeno questa ultima supposizione.
Ma Tommaso Besozzi dell’Europeo non credette alla versione della Polizia sull’uccisione di Salvatore Giuliano, pur non sigillando di autenticità le vociferazioni da lui correttamente riportate sulle dverse modalità della morte del bandito: «E allora? E’ forse possibile rispondere alle domande che sono state poste al principio del discorso? Si può tentare. Per un buon tratto di strada anzi cammineremo su terreno sicuro e, quando usciremo dalla realtà della cronaca per riferire le congetture che molti fanno, avvertiremo onestamente il lettore».
Così operava il buon giornalismo di un tempo, quando Travaglio non era ancora nato.
Fabrizio dice:
Tuesday, 26 August 2008 alle 22:57
Correggo: Besozzi non credette alla versione fornita dai Carabinieri e successivamente confermata dal Ministero dell’Interno.
la tigre della malora dice:
Tuesday, 26 August 2008 alle 23:09
Fabrizio, “banale ironia” la farà qualcun altro. Non io. Non sui morti innocenti. Le domande, contestazioni, o quel che è su Travaglio, falle, per favore, a Travaglio, non a me, grazie. Io ho un altro nome (anzi, cognome). Oltretutto, non vedo legami tra quanto da me scritto e la strage di Portella della Ginestra. Il solito sviare.
Domenica dice:
Wednesday, 27 August 2008 alle 14:54
Le solite incomprensioni. Non si coglie nemmeno l’analogia.