Alcune domande su Tonino Di Pietro
Monday, 30 June 2008Lettera a Dagospia.com firmata MC
Vorrei porre a voi – o a Travaglio e Facci, che recentemente sembrano solo interessati a smontarsi reciprocamente, invece di occuparsi del loro lavoro, le seguenti domande:
1. Ma chi è veramente Di Pietro?
2. Come è giunto in Magistratura? (Titoli, concorsi, ecc.)
3. Come ha potuto attaccare e contribuire alla fine di personaggi come Craxi, Forlani e un partito come il PSI?
4. Quali garanzie ha potuto offire a Dalema per ottenere da quest’ultimo (tutt’altro che ingenuo) un collegio blindato squisitamente comunista?
5. Come ha potuto cavalcare l’onda della politica, non tanto in maniera antagonista, ma rozza al di là di ogni tradizione italiana?
6. Come fa una larga fetta della politica e dell’elettorato italiano accettare la sua totale mancanza di valori (per esempio il rispetto delle
istituzioni che dovrebbe rappresentare) e al tempo stesso fondare un partito che si chiama Italia dei Valori, quasi uno sberleffo?
7. E’ solamente una scheggia impazzita, inizialmente utilizzata come un ariete da sfondamento, o cela dietro di sé altre verità?

DeanKeaton dice:
Monday, 30 June 2008 alle 12:21
Facci, già autore del libro “Presunti Colpevoli(1996), ha dato oggi una parziale risposta a queste domande dalle pagine de “Il Giornale”. Non che ci sia niente di nuovo, ma un riassunto delle puntate precedenti è sempre utile.
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArticle=IK5QC
Saluti
enrix dice:
Monday, 30 June 2008 alle 12:26
Io gli porrei alcune domande MOLTO più interessanti, ad Antonio Di Pietro, e cioè queste:
1) Che cosa vi siete detti, esattamente, Lei e Romano Prodi, nell’interrogatorio a porte chiuse nel Suo ufficio della Procura il 4 luglio 1993?
2) Le urla che udivano i giornalisti rimbombare nel suo ufficio, quel famoso 4 luglio 1993, erano autentiche, frutto di autentica ira, o facevano parte di una sceneggiata?
3) Se erano autentiche, quelle urla, che cosa di preciso la stava facendo incazzare così tanto da urlare così tanto nel muso di Romano Prodi, visto che non si è mai saputo?
4) Mentre lei urlava, è vero che Romano Prodi, come dice la leggenda, piangeva, oppure in realtà stava ridendo sotto i baffi insieme a lei?
5) Come mai lei, alla fine di quell’interrogatorio, ha congedato Romano Prodi in forma plateale, scandendo di fronte ai giornalisti le seguenti parole: “va bene professore, torni a Roma e rifletta bene su quello che abbiamo detto. Ci rivediamo lunedì, sappia però che potremmo essere costretti a farla continuare a riflettere lontano da casa”, mentre invece successivamente Lei Prodi non lo ha neppur più visto ma ha passato il testimone ad un sostituto?
6) Lei di solito quando si incazza con qualcuno, le urla in faccia minacciandolo per alcune ore, per poi dimenticarsi completamente di lui salvo farci un governo alla prima occasione?
7) Lei che ha fondato “L’Italia dei valori”, pensa che sia un valore da conservare quello del mimetismo istituzionale, quel mimetismo cioè che consente ad un PM di giurare ogni tipo di guaio ad un poltico se non collabora in un’inchiesta, salvo poco dopo lasciar perdere tutto e farci un governo alla prima occasione?
Grato per le risposte che mi potrà dare, la saluto moralmente.
enrix
Virgus dice:
Monday, 30 June 2008 alle 12:29
Caro Mastellarini,
consiglio ai tuoi lettori questo bellissimo libro:
http://www.libreriauniversitaria.it/pietro-biografia-non-autorizzata-facci/libro/9788804446903
E’ l’unico libro che dica con compiutezza e chiarezza come sono andate certe cose riguardanti il lato “oscuro” (ma solo perchè non se ne parla!) del Tonino nazionale. Basta paragonarlo ad altri volumi sull’argomento che non meritano pubblicità in quanto sono per lo più “celebrativi” del “mito”…
Dubito che Travaglio possa intervenire criticamente su Di Pietro. La contraddizione più evidente è Travaglio che difende De Magistris: De Magistris indagava Prodi e “di striscio” Mastella (si leggano le intercettazioni) eppure Travaglio (e il suo collega Di Pietro) affondarono su Mastella e misero Prodi tra i politici “da salvare”… E i Travaglini non hanno occhi per vedere…
Per quei lettori che insorgeranno al solo nominare Facci e una sua INTERESSANTISSIMA opera ricordo che dal 1997 ad oggi non ci sono state querele da Di Pietro come minacciato, evidentemente il libro riporta SOLO fatti VERI.
Buona giornata e complimenti per aver voluto tirare in ballo questo argomento! Finalmente se ne parla un po’!
Giacomo dice:
Monday, 30 June 2008 alle 12:50
1. Ma chi è veramente Di Pietro?
Nessuna idea.
2. Come è giunto in Magistratura? (Titoli, concorsi, ecc.)
Non lo so.
3. Come ha potuto attaccare e contribuire alla fine di personaggi come Craxi, Forlani e un partito come il PSI?
Non so neanche questo. Comunque, almeno alcuni ce li siamo tolti di mezzo.
4. Quali garanzie ha potuto offire a Dalema per ottenere da quest’ultimo (tutt’altro che ingenuo) un collegio blindato squisitamente comunista?
Non conosco la vicenda.
5. Come ha potuto cavalcare l’onda della politica, non tanto in maniera antagonista, ma rozza al di là di ogni tradizione italiana?
Grazie a Berlusconi. Quando scende in campo Berlusconi, senza nessuna credibilità politica ma con il prestigio della sua ricchezza, dei suoi meriti imprenditoriali, amplificati da un impero mediatico…. beh apre la porta a tutti quanti.
6. Come fa una larga fetta della politica e dell’elettorato italiano accettare la sua totale mancanza di valori (per esempio il rispetto delle istituzioni che dovrebbe rappresentare) e al tempo stesso fondare un partito che si chiama Italia dei Valori, quasi uno sberleffo?
Una larga parte della popolazione Italiana vede gli inciuci dei vari governi di sinistra, la gestione della cosa pubblica come proprietà privata da parte del centro destra……
E a quel punto anche quei pochi valori che può offrire, come non avere pregiudicati in parlamento, diventano preziosi. In mezzo al deserto la birra è Champagne.
7. E’ solamente una scheggia impazzita, inizialmente utilizzata come un ariete da sfondamento, o cela dietro di sé altre verità?
E’ un individuo meno ideologizzato degli altri, e che quindi può assorbire più facilmente il dissenso che gli italiani provano nei confronti della classe politica.
“Sembra” meno parte della Casta degli altri. Se poi sia così o meno, io non mi pronuncio.
Non lo conosco.
Per la cronaca, io non sono un elettore dell’Italia dei Valori. Semplicemente capisco il ragionamento di chi lo vota.
tequilero dice:
Monday, 30 June 2008 alle 13:20
Avrei una paio di domanda anche io da fare a Di Pietro:
Quando le hanno offerto un posto da ministro nel primo governo berlusconi perchè ha rifiutato?
E come le hanno posto la domanda: Lei mi fa schifo come magistrato visto che mette in galera gli innocenti ma come ministro mi farebbe comodo?
In conclusione: ben vengano tutte le inchieste del mondo su di pietro come su chiunque altro si candidi a governare questo paese.
p.s. tutto quello scritto ne l’odore dei soldi, in regime, lo chiamavano impunità, in mani sporche e in se li consoci li eviti sono fatti veri, visto che non ci sono state sentenze che hanno detto il contrario?
Daniele dice:
Monday, 30 June 2008 alle 13:25
Di Tonino Di Pietro non me ne frega assolutamente nulla, politicamente lo ritengo molto scarso. Per conto mio possono aprire altri 10 processi a suo carico se hanno le prove che abbia commesso qualcosa di illecito, magari Berlusconi ha registrato altre scottanti conversazioni e le ha fatte montare nella maniera piú fedele possibile, come suo solito, dal sempre pronto Gasparotti… stiamo a vedere, magari salterá fuori qualcosa di clamoroso.
Non nego poi come mi faccia veramente scompisciare dalle risate l’atteggiamento nei confrotni di Di Pietro di chi si professa “Garantista”, é veramente divertente.
A chi cerca di screditare Di Pietro con questi mezzucci posso solo consigliare di non mettersi troppi patemi perché l’ex giudice non acquisirá mai un ruolo politico importante, non perché voi scoprirete chissá quale misfatto, ma semplicemente perché non ne é all’altezza.
Vi posso anche consigliare un metodo infallibile per toglierlo di mezzo: dite a Berlusconi di ritirarsi e di lasciare la guida del centro-destra ad una persona piú seria e capace, vedrete che poi anche Di Pietro, volente o nolente, scomparirá dallo scenario politico; tolta un’anomalia l’altra non ha piú ragione di esistere.
DeanKeaton dice:
Monday, 30 June 2008 alle 14:56
Caro Daniele,
Di Pietro sarebbe già fuori dal Parlamento de il Veltroni che doveva andare da solo non si fosse alleato con l’IdV alle recenti elezioni politiche.
La ciambella di salvataggio lanciatagli dal buon Uolter ha fatto sì che l’onorevole molisano strilli da scranni ben più alti di quelli del palco o del blog di Grillo. Nonostante questo la riconoscenza non è di questo mondo e Di Pietro preferisce flirtare con il comico genovese piuttosto che con il leader del PD. D’altronde il vaffa-man e il trebbiatore domenicale qualcosa in comune almeno ce l’hanno e non è una novità. Per chi volesse approfondire si può partire da qui.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/18/Casaleggio_guru_web_grillo.shtml
E visto che siamo al question time avrei anch’io una domandina.
Perchè Veltroni, nella prospettiva concreta di perdere le elezioni, ha deciso di allearsi con l’IdV, ben sapendo che, una volta all’opposizione, il suo ruolo e quello del neonato partito sarebbero stati inevitabilmente oscurati da Antonio Di Pietro, abituato ad una politica ben più chiassosa e ridondante, causando così perdita di consensi e di legittimità della sua leadership nel PD, già indebolita da correnti interne, con le elezioni europee alle porte?
Perchè un simile suicidio politico?
Già. Perchè? C’entreranno mica le domande di Enrix?
tequilero dice:
Monday, 30 June 2008 alle 16:07
Caro Dean,
sono sempre io, tequilero, anche se alla fine mi scambieranno per Kaiser Sose visto l’insistenza con cui discutiamo.
So che Le piace la chiarezza, e le opinioni fondate sui fatti, sui documenti e non le menzogne propolate dai soliti noti basate sul nulla.
Allora Le chiedo: la Sua ultima affermazione la puo argomentare meglio?
Sa lascia molto di non detto, invece vorrei capire meglio.
In che senso c’entrano le domande di Enrix?
E la sua affermazione, oltre ad essere una sua personalissima opinione, è basata anche su qualche dato di fatto, concreto, preciso e documentato?
Di Pietro sa qualcosa di Prodi che non si può dire?
Mette sotto ricatto il PD?
Ecco mi spieghi e se possibile il tutto supportato da documenti, dati di fatto, sentenze, testimonianze riscontrabili e qualsiasi altra fonte di cui è in possesso sull’argomento.
I migliori saluti.
Daniele dice:
Monday, 30 June 2008 alle 17:13
“Caro Daniele,
Di Pietro sarebbe già fuori dal Parlamento de il Veltroni che doveva andare da solo non si fosse alleato con l’IdV alle recenti elezioni politiche.”
E mo nonno con le ruote sarebbe una motocarrozzella, ma continuiamo….
“La ciambella di salvataggio lanciatagli dal buon Uolter ha fatto sì che l’onorevole molisano strilli da scranni ben più alti di quelli del palco o del blog di Grillo. Nonostante questo la riconoscenza non è di questo mondo e Di Pietro preferisce flirtare con il comico genovese piuttosto che con il leader del PD. D’altronde il vaffa-man e il trebbiatore domenicale qualcosa in comune almeno ce l’hanno e non è una novità. Per chi volesse approfondire si può partire da qui.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/09_Settembre/18/Casaleggio_guru_web_grillo.shtml”
Roba veramente pesante eh, andiamoci piano… ma si puó fare comunque di meglio, sento che adesso arriva qualcosa di forte, bisogna tenersi forte…
“E visto che siamo al question time avrei anch’io una domandina.”
A chi?
“Perchè Veltroni, nella prospettiva concreta di perdere le elezioni, ha deciso di allearsi con l’IdV, ben sapendo che, una volta all’opposizione, il suo ruolo e quello del neonato partito sarebbero stati inevitabilmente oscurati da Antonio Di Pietro, abituato ad una politica ben più chiassosa e ridondante, causando così perdita di consensi e di legittimità della sua leadership nel PD, già indebolita da correnti interne, con le elezioni europee alle porte?
Perchè un simile suicidio politico?”
Altri potrebbero obbietare che il suicidio politico di uolter consista in ben altro che nell’alleanza con Di Pietro, ma siamo nell’ambito delle opinioni, quindi, marzullescamente, si dia pure la risposta che vuole.
“Già. Perchè? C’entreranno mica le domande di Enrix?”
Secondo me il misterioso interrogatorio a Prodi é in qualche modo ricollegabile all’attentato alle torri gemelle, fa tutto parte di un grande complotto internazionale ordito dai comunisti per sovvertire l’ordine mondiale. W il garantismo!!!
Dai, almeno mi mettete il buonumore.
enrix dice:
Monday, 30 June 2008 alle 17:57
Anch’io schianto di buon umore, quando vedo due furboni che inscenano una lite negli uffici della Procura, per i pirla che stan fuori della porta.
Daniele dice:
Monday, 30 June 2008 alle 21:06
Ah, quindi anche lei, egregio enrix, era là presente quando di pietro ha interrogato prodi! Ma perchè non ce lo ha detto prima? E le sue risate si sentivano mentre i due facevano finta di litigare oppure cercava di soffocarle?
Certo che non vi fate mai mancare le prove schiaccianti lei e Facci!
fabio dice:
Monday, 30 June 2008 alle 21:12
grande enrix, difensore della liberta’. Ancora una volta ha smascherato i colpevoli e svelato il trucco, ma come fara’ questo simpatico gianburrasca! …Che lenza!!!
Mi permetto solo di farti notare una cosa, grande genio: le tue non sono 7 domande ma e’ una sola domanda ripetuta male 7 volte.
Chiedi bene una volta sola se l’interrogatorio era vero o era una farsa e sei a posto, e’ inutile che ti sbatti a ripetere altre 6 volte la stessa domanda!
Ciao mitico
Fabrizio dice:
Monday, 30 June 2008 alle 22:17
Ricordiamo, a beneficio di chi si è perduto i passaggi importanti dell’uomo di Montenero.
1) Prodi viene maltrattato da Di Pietro durante l’interrogatorio, rischia l’arresto per le presunte sue complicità nelle dazioni (provvigioni, tangenti, liberalità, chissà?) di denaro di società dell’IRI a politici e a partiti. Prodi ne esce sconvolto, si reca dal presidente della Repubblica Scalfaro per chiedergli aiuto: verosimilmente invoca il suo sostegno ricordandogli quanti “favori” abbia fatto alla DC, di cui lui stesso era uno dei “boiardi” nell’industria pubblica. Scalfaro capisce l’antifona ed interviene a favore di Prodi presso il procuratore capo Borrelli (chissà attraverso quale mediazione, oppure direttamente visti i pregressi rapporti, di quando prima di dare il via a “Mani Pulite” contro i partiti e i loro leaders Borrelli stesso si recò al Quirinale per avere una sorta di nulla osta a procedere contro Craxi e altri). La sinistra dc è posta sotto tutela (finirà compatta tra i post-comunisti). Di Pietro deve recedere e scegliersi le vittime che gli sono permesse. (Lasciano perdere le altre situazioni amorali, come le sue accertate frequentazioni con biscazzieri, con faccendieri, eccetera; e le liberalità di denaro.)
2)Di Pietro mette sotto accusa il ministro Gaspari per il presunto scandalo dei fondi per la riparazione delle chiese dell’Oltrepò pavese. Ma Gaspari è delle sue parti, ha fatto del bene a migliaia e migliaia di molisani ed abruzzesi, è stato per loro un ufficio di collocamento. Eppoi, quando si avviò la carriera di poliziotto di Di Pietro, Gaspari era uno dei potenti democristiani. Non si vince facilmente un concorso per commissario di polizia senza le giuste segnalazioni. Qualcuno nutre il sospetto che dal fascicolo ministeriale (al Viminale) di Di Pietro siano state eliminate al tempo giusto tracce di eventuali segnalazioni a suo favore.
3) I concorsi per magistrato, si sa come avvengono in Italia. Di Pietro, se si esclude l’intuizione da commissario Basettoni dedito alle inchieste di malavita, dove il suo linguaggio è speculare a quello del milieu, non pare un fine giurista: verificato come oggi scrive e parla, anche di diritto, si può dubitare che i suoi esami, scritti ed orali, siano filati lisci. E allora, quale santo protettore?
4) La laurea. Mettiamo pure da parte le insinuazioni del dottor Berlusconi (che la sua laurea a pieni voti, l’argomento della tesi, i relatori, la festa in famiglia, ha raccontato più volte epicamente, fin troppo) sulla laurea di Di Pietro agevolata dai servizi (sarebbe bastato segnare per dati esami invece non sostenuti: ma qui, trattandosi del vecchio ordinamento, siamo nel campo del’opinabile). Ma perdiana, che Di Pietro non citi mai il nome di un docente che l’abbia interrogato, o il relatore della sua tesi, o il voto che avrebbe preso all’esame di procedura penale, o il voto di laurea, o qualche suo compagno di facoltà che con lui abbia sgobbato per prepararsi agli esami; e, ancora perdiana, che nessun docente o ex studente levi la voce per dire, di fronte a cotanta fama dell’ex giudice: “Io lo esaminai, io studiai con lui, vi dico com’era preparato, vi dico come corteggiava le ragazze”; ebbene, tutta questa riservatezza (tutto questo oblio sul suo passato accademico), non autorizza le maldicenze estreme?
Di Pietro, ci racconti come è andata quando faceva il goliarda.
tequilero dice:
Monday, 30 June 2008 alle 23:13
Perdiana Fabrizio a che Le serve che di pietro Le racconti qualcosa?
Sa già tutto!
Quasi quasi la scelgo come mio idolo al posto di Travaglio…
Saluti
DeanKeaton dice:
Monday, 30 June 2008 alle 23:18
Gentile Fabrizio,
sarei molto onorato di portarle le arance nel luogo dove probabilmente decideranno di detenerla. Sempre che non decida di fare qualche nome.
Conditio sine qua non è che io non venga imprigionato nella cella fianco alla sua.
ps: questa è satira
Cordialmente
Giacomo dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 00:57
Ah Gasparri era democristiano? si spiegano un sacco di cose..
Sapete, detto fra di noi, non me ne può fregare di meno della preparazione accademica di Di Pietro. Penso che l’italia abbia problemi peggiori di magistrati incompetenti.
Quanto però alla ricostruzione al punto 1) beh diciamo che è già più interessante. Non ho simpatie per Prodi o per i Post comunisti, e non mi stupirei per i loro scheletri nell’armadio. Di Pietro lo ripeto non mi piace un granche. però ripeto capisco chi lo vota. E’ il minore di due mali.
Io mi sono un pò rotto di votare il minore di due mali detto fra di noi. VOI NO?
enrix dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 07:53
Caro daniele, no, io non ero presente. Ma c’era una folla di giornalisti ed è stato dato ampio rendiconto. Così come c’era una folla di giornalisti al seguito di Prodi quando questo è salito al colle a chiedere aiuto, e quando si è recato per la stessa ragione dal Ministro di Grazia e Giustizia.
E’ tutto rendicontato al millimetro, compreso quanto si sarebbe detto nei due palazzi.
Infatti, come è noto e come avviene sempre, un politico minacciato di essere sbattuto in galera quando si muove nei palazzi romani per chiedere aiuto lo fa coi giornalisti al seguito, che seduta stante si fanno raccontare da Presidenti e Ministri i contenuti testuali delle richieste di raccomandazione.
A questo punto quei pezzi grossi intervengono su Borrelli e gli spiegano che Prodi è un brav’uomo che va lasciato in pace.
Questa la versione ufficiale.
Ognuno è liberissimo di crederci, dato che in Italia la storia di Prodi è nella consuetudine.
PM che strillano “io ti sbatto in galera” in faccia ai politici e Presidenti e Ministri che intervengono “lasciatelo stare poverino”, è roba di tutti i giorni.
Sal dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 08:40
a tutti quelli che denigrano Di Pietro si sono mai chiesti che cose di buono a fatto qualcunaltro il poveretto che è perseguitato dalla magistratura il poveretto che ha chiamato coglioni gli italiani e i coglioni gli anno dato il voto, c’è da chiedersi e chiedere ai vari enrix se parlano solo perchè hanno la bocca ma forse sarebbe utile connettersi prima di parlare. a chi si chiede il perchè di alcune scelte di Veltroni, si è mai chiesto di alcune scelte di qualcuno con la lega? Forse a volte bisognerebbe valutare le cose per quello che sono al di fuori di ogni apparteneza di facciata non politica, perche qualcuno dovrebbe spiegarmi dove sono finiti i cosidetti ideali dei cosidetti tosti che sono riusciti a riciclarsi x una poltrona, e di questo passo potrei continuare all’infinito. Se poi è vero quello che si è tentato di propinare in campagna elettorale assurgendo a tante eclatanti priorità qualcuno si è chiesto come mai siamo quasi tutti alla fame, ma i problemi più urgenti e importanti sono altri e intormo a questi falsi problemi sociali ci sono una moltitudine di politici che per una poltrona hanno fatto quadrato a difesa dell’unico problema italiano…… chissà cosa ne avrebbe pensato Almirante dei suoi delfini…….
Charly dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 08:42
Per quale azienda di telecomunicazioni brianzola lavoravano, dopo essersi dimessi dall’Arma, i due carabinieri condannati per aver calunniato Di Pietro?
Daniele dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 08:52
Giacomo, non so se lei stia scherzando, comunque, per sicurezza, le dico che si stava parlando di Gaspari, non Gasparri.
Trillo dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 09:31
@Giacomo:
forse si stava parlando di Gaspari di cognome (con una R sola) e Remo di nome
Daniele dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 11:14
“C’erano una volta due carabinieri, il maresciallo Giovanni Strazzeri e il brigadiere Felice Corticchia. Lavoravano alla procura di Milano. L’11 settembre 96, nel bel mezzo del processo a Berlusconi per le mazzette alla Guardia di Finanza, Strazzeri si presenta “spontaneamente” alla procura di Brescia per rivelare le clamorose malefatte del pool milanese: Di Pietro passava verbali segreti ai cronisti, molestava le giornaliste, si riuniva con i colleghi per distruggere politicamente Berlusconi, fabbricava prove false e concordava con Violante il famoso invito a comparire al cavaliere.
Da chi ha saputo, Strazzieri, queste notizie-bomba?
Da tre colleghi, dice lui: Tortorici, Triolo e Corticchia. I primi due smentiscono tutto. Corticchia invece, sempre “spontaneamente”, corre a Brescia e conferma. È il 23 ottobre: “Di Pietro voleva rovesciare Berlusconi per prendere il suo posto al Governo, per questo lasciò la magistratura”. Tutto è ancora segreto, fuorché per Berlusconi che, il 23 novembre, forse ispirato dall’arcangelo Gabriele, rivela che a Brescia stanno per emergere “notizie agghiaccianti” sul “ribaltone” del 1994. Il 12 dicembre si presenta lui stesso a Brescia per “aiutare” quella procura a fare piena luce.
L’Italia intera attende col fiato sospeso di saperne di più. Intanto viene sentita la giornalista, presunta molestata, Renata F. la quale nega tutto: “Mai subìto avances da Di Pietro, mai saputo nulla delle sue mire politiche”. Ma a Brescia sembrano credere ai due carabinieri, così la giornalista denuncia tutto a Gerardo D’Ambrosio: “Conosco Corticchia da anni, era lui che mi passava i verbali di Mani Pulite. Nel ’95 lasciò l’Arma e si vantò di essere diventato ricco perché lavorava per il gruppo Berlusconi.
Fu allora che mi chiese di andare a Brescia ad accusare Di Pietro di molestie sessuali, promettendomi in cambio l’assunzione alla Fininvest”. Sul caso indaga Ilda Boccassini. E scopre che il giovane brigadiere ha gettato la divisa nel dicembre ’95. Da allora il suo tenore di vita è balzato alle stelle. Corticchia, che guadagnava due milioni al mese ed era sempre in rosso con le banche, ha appena acquistato una villa a Santo Domingo per 95mila dollari e ha affitto un appartamento in zona Brera.
Annuncia agli amici che sta per diventare sceneggiatore tv e sui suoi conti, finalmente floridi, versa in un anno la bellezza di 250 milioni i contanti. Corona anche il sogno di pubblicare due libri, “Orrore giudiziario” e “Benito Mussolini assolto per non aver commesso il fatto”. Alle presentazioni accorrono i camerati Assunta Almirante, Ignazio La Russa e altri. Dai tabulati del suo cellulare, risultano 35 telefonate in sei mesi con Emilio Fede, suo vecchio amico, che lo incontra a Milano 2 e gli procura un appuntamento con Berlusconi ad Arcore.
Naturalmente le “notizie agghiaccianti” contro il pool se le erano inventate di sana pianta i due carabinieri. I giudici di Brescia li arrestano per calunnia aggravata il 1 febbraio ’97. Il processo dovrebbe accertare il mandante e il misterioso finanziatore del brigadiere-scrittore. Ma questi, assistito dall’avvocato onorevole Michele Saponara (Forza Italia), opta opportunamente per il patteggiamento: 1 anno e 9 mesi di reclusione, con la condizionale, per calunnia aggravata. Risparmiando a Fede e Berlusconi l’imbarazzo di un interrogatorio in tribunale.
E spalancando al neopregiudicato una nuova luminosa carriera. Dove? Alla Fiera di Milano, dove il presidente Flavio Cattaneo, amico di famiglia dei Berlusconi, lo assume come consulente a 70 milioni all’anno per “vigilare” sui furti alle esposizioni. L’uomo giusto al posto giusto….”
da questo sito: http://www.metaforum.it/archivio/2004/indexf591.html?t444.html
Ma ovviamente queste informazioni precise che, se false, potrebbero essere facilmente smentite, nulla sono se confrontate con i “si dice” ed i “tutti sanno” di quelli che imputano chissá quale complotto tra Di Pietro, Prodi, Scalfaro ed i comunisti… nooo, loro sono garantisti, vogliono le prove certe prima di emettere la condanna, a meno che non ci siano notizie vaghe, dico e non dico; come diceva mio nonno: “voce di popolo, voce di dio”, se poi lo dice pure la televisione o il Giornale andiamo addirittura oltre.
Trillo dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 11:19
Personalmente non mi faccio molte domande su Di Pietro, ma qualche riflessione si.
Del tipo: non è un politico di professione, non sa fare i bei discorsi forbiti di alcuni suoi colleghi, non sa parlare in un politichese vuoto e falso tanto caro a chi più che politica fa immagine e marketing. E allora cosa ci sta a fare in politica? Come si spiega il suo seguito attuale e la sua popolarità (nel bene e nel male)?
Secondo me stiamo vivendo una stagione per alcuni versi simile a quella che ha visto cadere, all’inizio degli anni ’90, tante teste e tanti simboli partitici. Ma non per colpa dei magistrati, che comunque di tanto in tanto qualche scandalo piccolo o grosso cercavano di perseguirlo.
All’inizio “Mani pulite” non aveva ancora questo nome, come molti altri mi aspettavo che i primi episodi di corruzione emergenti sarebbero presto finiti sotto palate di sabbia in gran quantità, come sempre avevo visto accadere prima. Mi sbagliavo di grosso, proprio come moltissimi altri osservatori distratti.
La differenza la determinò l’apporto di consenso dell’opinione pubblica all’operato dei magistrati. La sabbia messa copiosamente in campo dai partiti non poté nulla, ed il pool di Milano, spinto dall’attenzione e dal consenso, si spinse là dove nessuno era mai arrivato prima. Il botto fu davvero grosso, ancora ci ronza nelle orecchie.
Tornando alle mie riflessioni: che c’azzecca, direbbe il Tonino, quella situazione con l’attuale? Tutto direi, abbiamo oggi più di allora la sensazione (per i non addetti ai lavori) e la certezza (per chi ha un minimo di visibilità) che la politica è scandalosamente tornata ad affondare le fauci nel nostro paese, nelle nostre coscienze, nelle nostre tasche. Anzi non ha mai smesso di farlo, ha solo adottato qualche cautela in più. Ha accresciuto in maniera iperbolica la differenza tra chi ha tutto e gli altri, l’arroganza della politica ha raggiunto livelli non più tollerabili. Il potere è politica, e la politica è il potere.
Se parte della gente comune apprezza gli strafalcioni semi-italiani del Tonino nazionale, è perché è stanca di sentirsi addosso tutti i giorni il peso del malaffare, degli interessi personali dei potenti (di tutti) vissuti attraverso l’esercizio del potere politico. Vorrebbe rivederlo con la sua toga di magistrato, a far tremare i pezzi grossi, a dare una bella ripulita.
Perché c’è gente stanca e sfiduciata, magari ci fosse veramente un governo che vuol governare, ed una opposizione responsabile, disposta a confrontarsi sui temi importanti per il paese. Ci sono molte persone ormai disilluse, che non credono più né a destra né a sinistra, ne hanno piene le tasche. Ecco allora che un semi-barbaro molisano fa breccia con il suo parlare animoso e rozzo: li ha conciati per benino già una volta questi signori, fosse la volta buona che fa il bis! E vai con Tonino.
Visione del problema del tutto personale ovviamente, e non mi sono fumato niente di strano.
Paride Moscati dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 12:35
MC naturalmente è la contrazione di Marco Caruso, il sedicente “Pensatore”.
Mi complimento con Gabriele Mastellarini per aver dato prova, per l’ennesima volta, di essere lontano – come giornalista gestore di un blog – da logiche di partigianeria politica dando spazio anche alle mie “domande su silvio berlusconi”, oltre che a quelle di Caruso per Dagospia su Tonino Di Pietro.
MA COME SI PERMETTE DI FARE CERTE INSINUAZIONI. MA LEI CHI E’?. HO RIPRESO LA LETTERA DAL SITO DI DAGOSPIA. ANZI ERA FIRMATA M&C. SI SVEGLI MEZZOGIORNO E’ PASSATO DA UN PEZZO. GM
Daniele dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 13:37
Per la serie “Quello che Facci non dice o dimentica” su internet si possono trovare cose molto interessanti che in televisione e sui giornali tutti fanno finta di dimenticare. La cosa brutta é che questi articoli su internet contengono informazioni precise con tanto di fonti verificabili… é questo il punto signori, le informazioni devono essere precise e verificabili, non generici “tutti sanno”, “si dice” o “C’era una folla di giornalisti”, no signori, qua ci sono le parole dirette dei diretti interessati, le sentenze e le loro motivazioni. Prego cari i miei garantisti a convenienza, date un occhiata:
“Nel vostro articolo Il trionfo della bugia (1) sono citate delle sentenze riguardanti falsi testimoni che avrebbero cercato di far credere che il pool di Mani Pulite avesse agito a fini politici.
Vorrei saperne di piu’, se possibile.
Grazie.
Luca
Risponde Rita Guma:
I fatti cui facevo sinteticamente riferimento nel mio articolo sono i segg.:
– Nel 1995 Taormina e Cerciello denunciano Di Pietro per presunte pressioni sul maresciallo Nanocchio al fine di convincerlo a coinvolgere il generale e Berlusconi. Vi sara’ una smentita di Nanocchio e l’archiviazione del procedimento a Brescia.
– La sentenza del 18.2.99 n.ro 105/99 del Gip di Brescia, afferma fra l’altro che “…risulta per tabulas che proprio il Berlusconi ed il collega di partito Previti Cesare sospinse il dichiarante a parlare con la Procura di Brescia utilizzando ogni mezzo e facendo leva ……… sullo stato di dipendenza finanziaria e psicologica in cui trovavasi…” e che il dichiarante ha “…volutamente alterato i contenuti reali della vicenda…strumentalizzandola in chiave denigratoria …per il soddisfacimento dei propri urgenti bisogni economici ed in favore …dell’onorevole Silvio Berlusconi…” .
– Nel 1996 un ex maresciallo dei carabinieri, Giovanni Strazzeri, consegna alla procura di Brescia un memoriale, nel quale, fra l’altro, dice che Di Pietro fabbricò un “passi” falso di Berruti per incastrare Berlusconi mentre Davigo pilotava le fughe di notizie ai giornali di sinistra per “colpire gli avversari politici”.
Un altro ex maresciallo, Felice Corticchia, conferma le accuse.
Si scopre che Corticchia, che aveva in precedenza significativi problemi economici, aveva ricevuto piu’ di 250 milioni di lire, ed aveva rapporti con Mediaset ed Arcore.
Riguardo al supposto falso “passi” un agente in servizio a Palazzo Chigi riferisce di averlo regolarmente compilato lui per la visita di Berruti all’allora presidente del Consiglio.
31 gennaio 1997 viene firmato a Brescia un ordine di custodia cautelare contro Strazzeri e Corticchia, che vengono arrestati il 1 febbraio 1997 per calunnia pluriaggravata ai danni del pool.
Il processo e’ fissato a Brescia per il 22 settembre 1999.
Silvio Berlusconi e’ citato come testimone (quindi con obbligo di dire la verita’).
Ma l’avvocato Michele Saponara, parlamentare di Forza Italia e difensore di Corticchia, chiede e ottiene il patteggiamento poche ore prima del processo.
Si evita dunque il dibattimento pubblico e l’interrogatorio di Berlusconi come testimone.
Conclusione: per Strazzeri 1 anno e 8 mesi, per Corticchia 1 anno e 9 mesi; nessuna conseguenza per il mandante della calunnia, che resta ignoto.
Molti altri particolari delle sentenze di proscioglimento dei membri del pool, decine di volte indagati e sottoposti a processo, e sempre assolti, evidenziano che vi furono moltissimi tentativi di dimostrare che essi avessero agito in maniera scorretta e persecutoria, mentre le indagini hanno dimostrato l’estraneita’ ai fatti contestati e quindi l’inattendibilita’ delle prove e testimonianze fornite.”
link: http://www.osservatoriosullalegalita.org/03/domande/01.htm
Da come molti si esprimono sulla base delle supposizioni derivanti dall’interrogatorio di Di Pietro a Prodi ecc… immagino che a lorsignori basterebbe un decimo di queste accuse e di questi fatti per mettere Di Pietro sulla pubblica gogna, ma trattandosi del Loro Presidente si presume che non ci siano prove sufficienti o abbastanza elementi per trarne le loro brillanti deduzioni… e poi loro sono garantisti, mica giustizialisti come Travaglio.
tequilero dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 13:41
Daniele la Sua ricostruzione non è attendibile.
Primo perchè è in difesa di di pietro e quindi, per principio, non è vera.
Secondo perchè manca un bel verosimilmente…, oppure qualcuno nutre il sospetto che,,, e ancora, come è possibile che non ci sia manco un tesimome di quello che si sono dettii il carabiniere con fede e berlusconi.
Cavolo in quell’ambiente tutti sanno tutto di tutti e poi sono sempre circondati da schiere di giornalisti al seguito che vengono sempre perfettamente informati.
Terzo un patteggiamento per calunnia non vuol dire ammissione di colpa.
Uno fa una bella denuncia accusando una persona di ben precisi reati e poi.. che cazzo i processi sono lunghi, uno ha altre cose da fare… che mi metto a subire un processo per dimostrare a tutti che ho detto il vero?
Ed infine, Il Giornale non ci ha scritto nulla, quindi, è falso.
E se anche fosse vero, Lei Daniele, lo ha copiato da qualche parte.
Ed è questo quello che conta veramente.
Un saluto
Daniele dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 14:31
Caro tequilero,
é assolutamente vero, lei mi ha smascherato.
La notizia l’ho prese da un’ANSA del 7 luglio 2009 alle ore 14:54 che a sua volta riportava le dichiarazioni dell’avvocato del cugino di un conoscente dello zio di Caterina Malavenda. É cosí e basta, le prove sono schiaccianti e poi c’erano un sacco di giornalisti che hanno sentito le urla dell’avvocato del cugino di un conoscente dello zio di Caterina Malavenda mentre rilasciave le dichiarazioni e veniva interrogato da Di Pietro.
Faccio ammenda e mi scuso, ho volutamente mistificato la realtá.
paride moscati dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 15:59
bravo Mastellarini, continui a censurarmi: “chi è causa del suo mal pianga sé stesso”.
Caro Moscati, qui ci sono più amministratori e non solo io (non potrei esser sempre qui). E i suoi commenti sono stati spesso tagliati anche da altri perchè inclini al turpiloquio. Argomenti, argomenti…
gm
Fabrizio dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 18:20
Il frizzante interlocutore (Moscati)probabilmente ritiene a ragione che in politica “il privato è pubblico”. Se ciò vale per le “gnocche” del dottor Berlusconi, lo stesso dovrebe valere per le “gnocche” del dottor (rimane comunque sempre il riserbo universitario) Di Pietro. Sarebbe interessante, per comprendere le segrete pulsioni dell’uomo Di Pietro, sapere dalla sua prima (e ultima?) moglie bergamasca i motivi della sua rottura matrimoniale. Se è ancora vivo il suocero, un avvocato amico del valoroso camerata Tremaglia, altri particolari potremmo apprendere. Si dirà: ma a che serve? Serve, serve. A capire innanzitutto chi abbiamo di fronte: un contadino furbo o un furbo che finge di essere contadino.
ernesto guerrini dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 19:37
ah ah ah le gnocche di Tonino?
Fabrizio avrà certamente letto le famose intercettazioni in cui Di Pietro tratta prestazioni sessuali della Borromeo con Santoro, Travaglio, Vauro e il baffo con gli occhiali, Sandro Ruotolo (che è il vero magnaccia della situation).
Oppure quelle in cui si compiace con Beppe Grillo per avergli mandato nella sua villa in Sardegna (non si sa, ma Tonino ha una villa proprio a fianco a quella di Silvio Berlusconi) ben 8 grilline incazzate che l’hanno fatto “morire di passione” per 3 interminabili giorni.
Grande Fabrizio, grazie per queste anticipazioni succulente!
Attendiamo tutti con impazienza che il Giornale le pubblichi (Giornale a cui sono fedelmente abbonato da anni).
Complimenti per il blog. SEMPRE.
ernesto guerrini dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 19:39
Ps ma Moscati simpatizza Di Pietro perchè vendemmiano assieme?
smushuaua!
Fabrizio dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 22:11
Per una fenomenologia dell’essere, sarei più curioso di sapere come agisca nell’intimità (telefonate, conversazioni,confidenze, eccetera) Di Pietro. Evita di telefonare, di conversare, di confidarsi, eccetera, per non ritrovarsi un giorno o l’altro in qualche intercettazione?
Fabrizio dice:
Tuesday, 1 July 2008 alle 22:14
E poi, vorrei conoscere le tracce del patrimonio di Di Pietro sin dagli esordi (da quando lavorava come muratore in Germania a quando prese il primo stipendio di commissario, da quando cominciò a fare il magistrato a quando fece il politico). Ciò, per la trasparenza della politica.
Anonymous dice:
Wednesday, 2 July 2008 alle 09:39
Fabrizio, fai una bella inchiesta su Tonino di pietro in modo da esaminare tutti gli aspetti che Ti interessano.
Gente che comprearà il tuo libro o leggera i Tuoi articoli, la trovi.
Cosi come troverai chi Ti darà una mano.
Sulle tracce del patrimonio concordo con Te, sarebbe opportuno che chiunque, leader dell’opposizione ed ogni singolo componente del governo, di qualunque colore esso sia, ci spieghi la provenienza dei suoi soldi.
Da quando ha lasciato il liceo ad oggi.
E se non è in grado spiegarlo, se ne sta a casa.
Concordi?
Un saluto.
tequilero dice:
Wednesday, 2 July 2008 alle 13:48
il commento qui sopra di anonimo è il mio.
Mi sono dimeticato di inserie il nome prima di inviarlo.
Scusate.
Fabrizio dice:
Thursday, 3 July 2008 alle 21:52
Tequilero, al suo scritto mette il sombrero.