Ancora Facci & Travaglio. Marco su L'Unità: "E' ossigenato e pagato dal Cainano", Filippo: "E' scorretto e falso. Inventa sciocchezze perchè non ho difetti fisici da schernire, come fa con tutti"
Tuesday, 7 October 2008di Gabriele Mastellarini
Solo una mia breve introduzione a quello che leggerete in seguito: una replica di Filippo Facci indirizzata a Concita De Gregorio, direttore de L’Unità e un articolo di Marco Travaglio pubblicato oggi su L’Unità nella rubrica “Ora d’Aria”.
Proviamo a spiegare e beneficio dei più. 1) Travaglio – che si ritiene ossessionato da Facci ma in due giorni ne parla prima in un’intervista ad Affari Italiani e poi su L’Unità nell’articolo seguente, senza che l’altro l’abbia minimamente cagato – scrive un articolo sul processo Mills-Berlusconi, non citando mai Filippo Facci ma chiamandolo, nell’ordine “quello biondo platino con le mèches del Giornale, una sorta di Ghedini con la parrucca di Sharon Stone”; “giornalista ossigenato copia e incolla” e “simil-Ghedini ossigenato”.
Sul punto la risposta di Facci non fa una piega: “E’ ovviamente falso ch’io sia «mechato», «ossigenato» e altre sciocchezze che Travaglio inventa non avendo a disposizione altri palesi difetti fisici da schernire come è solito fare (con tutti)”. Sul punto sono d’accordo con Facci, bisognerebbe dire al giornalista torinese di smetterla con questi epiteti (dalle sue parti va molto in voga quello di verme e lombrico rifilato a Schifani e a Del Noce) e di essere più rispettoso di colleghi. Sarebbe poi ora che qualcuno gli chiedesse conto dei suoi libri scritti sulla Mafia, in particolare nelle parti relative al maresciallo-talpa Pippo Ciuro, ma questa è un’altra storia.
2) Travaglio nell’articolo odierno scrive che: “Il Cainano deve poi pagare un battaglione di politici e cosiddetti giornalisti che ripetono a pappagallo le panzane dei suoi avvocati”, riferendosi anche a Facci, il quale replica che tale affermazione è “scorretta”. Anche stavolta Facci ha ragione. E’ bene ricordare a Travaglio che l’attuale panorama italiano è pieno di editori impuri e Berlusconi è quello più importante. Ma è scorretto dire che, ad esempio, Roberto Saviano è “pagato” da Berlusconi perché pubblica per Mondadori, come del resto Carlo Lucarelli. E anche Michele Santoro è stato dipendente Mediaset, ma non si può dire che sia stato pagato dal Cainano. Così come è scorretto dire che Travaglio è pagato da De Benedetti, editore de L’espresso e di Repubblica, giornali per i quali Travaglio è a libro paga. Bisognerebbe invece chieder conto a Travaglio del perché non ha parlato delle riunioni tra De Benedetti e i politici abruzzesi finiti in galera nello scandalo della sanità abruzzese, del quale il giornalista torinese si è occupato. Ma anche questa è un’altra storia.
Ricevo da Filippo Facci. Qualora riportassi ciò che scrive di me Travaglio, eccoti la risposta che ho mandato alla Di Gregorio.
***
Gentile Direttore,
Riterrei per me disonorevole dover querelare l’Unità, perciò Le chiedo la
gentilezza di poter almeno precisare un paio di questioncelle a proposito
del solito articolo di Marco Travaglio, il quale mi tira regolarmente in
ballo salvo poi dire che io sarei ossessionato da lui.
Brevemente: è scorretto scrivere ch’io sarei «pagato dal Cainano» per
«ripetere a pappagallo le panzane dei suoi avvocati». Lo è formalmente, lo è
storicamente (mi perdoni il termine pomposo) e resta oltretutto singolare
che a supporlo sia un personaggio che ha fatto carriera ricopiando intere
sentenze di magistrati. Faccio presente che l’unico ad aver inoppugnabilmente copiato da un avvocato, per ora, è stato Travaglio nel
riportare testualmente un intervento del suo legale Caterina Malavenda (su
l’Unità del 15 giugno scorso) attribuendoselo come proprio, peraltro prima
che l’intervento della medesima fosse riportato dall’agenzia Ansa: a meno di
voler credere, essendo i brani identici, che Caterina Malavenda abbia
copiato da Travaglio un intervento sul diritto dell’informazione, materia
della quale lei è docente.
E’ ovviamente falso, infine, ch’io sia «mechato», «ossigenato» e altre
sciocchezze che Travaglio inventa non avendo a disposizione altri palesi
difetti fisici da schernire come è solito fare (con tutti) nonostante abbia
un fisico da malato terminale. Qualora volesse avvalersi del cosiddetto
diritto di satira, come è solito fare, debbo ricordare che appigliandosi al
medesimo, e sempre scrivendo su l’Unità, Travaglio è stato condannato per
diffamazione all’inizio dell’anno scorso dal Tribunale di Torino. Grazie per
lo spazio concessomi.
Filippo Facci
Prendi due, paghi uno. Di Marco Travaglio per L’Unità del 7 ottobre 2008.
A sentir lui, Al Tappone ha già speso «180 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti»: oltre 10 milioni per ciascuno dei 17 processi subiti finora. E con risultati tutt’altro che esaltanti, visto che è ancora imputato in 5 e rischia di tornare in tribunale se la Consulta boccerà la legge Alfano.
Già spremuto fino all’osso dai suoi legali, il Cainano deve poi pagare un battaglione di politici e cosiddetti giornalisti che ripetono a pappagallo le panzane dei suoi avvocati.
Spesa del tutto inutile, almeno per i giornalisti: basterebbe nominare direttori, cronisti ed editorialisti degli house organ di famiglia gli avvocati Ghedini, Pecorella e Longo, con notevole risparmio. Si chiama «economia di scala». Prendiamo per esempio quello biondo platino con le mèches del Giornale, una sorta di Ghedini con la parrucca di Sharon Stone. L’altro giorno ha scritto una pagina sull’ordinanza del Tribunale di Milano che, per la seconda volta, ha spedito alla Consulta la porcata Alfano, in quanto viola almeno 6 articoli della Costituzione. E ha deciso di proseguire il processo Mills-Berlusconi a carico di Mills, che non è un’alta carica dello Stato e nemmeno bassa (oltretutto è cittadino britannico), quindi non rientra nella porcata. Decisione scontata e tutt’altro che inedita: capita di continuo che, come prevede la Costituzione, i giudici che la ritengono violata da una legge chiedano alla Consulta di cassarla per evitare di applicare una norma incostituzionale. Stavolta però c’è di mezzo il padrone, dunque l’ordinaria amministrazione diventa scandalo. Ghedini, sempre spiritoso, dichiara: «Per la seconda volta i giudici di Milano rifiutano di applicare una legge del Parlamento… Ma, se questo collegio prevenuto dovesse condannare Mills, la sentenza non avrebbe valore politico né giuridico per Berlusconi». Il giornalista ossigenato copia e incolla: «Milano rifiuta per due volte di applicare una norma approvata dal Parlamento… Nella remotissima ipotesi che Mills dovesse essere condannato, l’effetto su Berlusconi sarebbe nullo» perché «le difese ritengono la Gandus troppo politicamente orientata». Questa Gandus è addirittura «tracotante», perché se ne infischia del «Capo dello Stato» che ha firmato l’Alfano. Il poveretto forse ignora che tutte le eccezioni di incostituzionalità puntano a cancellare leggi firmate dal capo dello Stato (senza la firma non sarebbero leggi e non ci sarebbe bisogno di impugnarle alla Consulta). Poi, in un italiano malfermo, se la prende con Di Pietro, reo di essere addirittura in sovrappeso: «Il corpulento dell’Italia dei Valori è sicuro che ci sarà una condanna (per Mills): questo nonostante trattasi, il processo Mills, del procedimento in assoluto più inconsistente tra tutti quelli che Berlusconi ha subìto in da una quindicina d’anni». Chiedendo scusa alla lingua italiana per aver riportato una simile bestialità, azzardiamo una domanda: ma perché il procedimento in assoluto più inconsistente eccetera preoccupa così tanto Al Tappone e le sue badanti? Perché lo aboliscono per legge, ricusano il giudice (anche ora che non potranno più giudicare il Cavaliere) e dedicano alla faccenda ettolitri d’inchiostro?
Se, come dicono, Al Tappone è sempre stato assolto nei processi più consistenti, non avrà difficoltà a farsi assolvere anche in quello più inconsistente. Invece sono terrorizzati. E hanno ragione, perché qui le toghe rosse c’entrano poco: qui c’è la confessione scritta, verbalizzata e poi comicamente ritrattata da Mills.
Ma il simil-Ghedini ossigenato, con grave sprezzo del ridicolo, insiste: «I legali di Berlusconi si erano dapprima augurati di poter andare a sentenza, così da incassare un’assoluzione che sarebbe stata (o sarà) inevitabile anche per il giudice più prevenuto di questa terra», perché «in mano al pm De Pasquale non c’è nulla». Ecco: l’avv. Ghedini non vedeva l’ora di arrivare a sentenza, infatti ha chiesto di rinviare il processo a dopo le elezioni, poi i suoi testimoni han fatto di tutto per non farsi trovare e allungare il brodo di un processo agli sgoccioli, infine ha ricusato la giudice Gandus per ricominciare tutto da capo. Dopodichè ci si è messo anche l’on. Ghedini, un semplice omonimo, che proprio sul più bello ha ispirato la legge Alfano che ha espulso Al Tappone dal processo. Deve averlo fatto per dispetto: per impedire alla Gandus di assolverlo. Figurarsi la rabbia dell’avv. Ghedini contro l’on. Ghedini. Dev’essere proprio furioso.
(Anche su http://www.antimafiaduemila.com/content/view/9492/78/)



Fabrizio Spinella dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 17:11
Un grande scrittore cattolico francese, Paul Claudel, disse: “Tolleranza? Esistono case apposta per questa roba”. Ora, se un Travaglio qualsiasi si fosse rivolto a me con le stesse frasi di scherno usate verso l’avvocato Ghedini o verso il giornalista Facci, non avrei perso tempo a scrivere a L’Unità o a sporgere querela, ma, armato di un secchio di letame, gli avrei rifatto il maquillage.
Ma l’Ordine degli Avvocati e l’Ordine dei Giornalisti, non hanno nulla da dire, per tutelare la dignità dei loro iscritti?
Wil Nonleggerlo dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 17:34
Probabilmente infierire sui difetti fisici reali o presunti delle persone non è il massimo del giornalismo. Su questo concordo.
Ma Filippo Facci che parla del Premier e dice che i suoi difensori si erano dapprima augurati di arrivare presto a sentenza, questo no, questo è bestemmiare in Chiesa.
Capisco che dalle pagine del Giornale non si possa ammettere l’incostituzionalità clamorosa del Lodo, ma elevare il Premier ad assolto “sicuro” fa malissimo, fa nervoso.
“Arrivare a Sentenza” ed “Immunità Totale” non vanno d’accordo, per nulla.
Wil.
Matrix_To dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 17:51
Bella questa comedy tra Facci e Travaglio..
Lei Mastellarini quale compito ha ? la voce anonima fuori campo ?
I lettori hanno già fatto la loro scelta, e non coincide con il vostro stile di fare giornalismo, quindi ci Facci-a ascoltare Travaglio in religioso silenzio.
Saluti.
Carlo Gambino dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 18:11
Ben vengano gli scaracchi tra Travaglio e Facci! Se grazie a queste diatribe ci sarà almeno un Italiano in più che vorrà per lo meno informarsi di COSA uno dei due (quello brizzolato di Torino) sta parlando, ben vengano!!
elzevirus dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 18:21
Ascoltate,
che Berlusconi abbia agito sulla legge italiana (e non solo) andando a toccare aspettio che lo riguardano da vicino è un fatto palese.
Travaglio sostiene che questo è stato fatto in malafese, Facci sostiene che invece è stato il comportamento della magistratura ad essere la maggior parte delle volte in malafede.
Questo è il punto centrale della diatriba.
Poi che questi si insultino a me lascia parecchio a desiderare.
Proviamo a superare queste beghe da asilo e chiediamoci.
Quale di queste due visioni è più vicina alla verità?
E’ questo il punto di interesse. Non chi la spara più grossa o chi è più maleducato.
Virus su di voi
Carlo Gambino dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 18:51
Su come la penso io, credo non ci siano dubbi. Do ragione a Travaglio, e poco importa se nel prendersela con Facci (porello, in fin dei conti è un buon giovine traviato dalle cattive compagnie!) è sempre piuttosto acido.
Domandina: perché tutta questa curiosità nei confronti dei modi in cui Travaglio tratta Facci? Ricordiamoci che sotto l’impietosa scure del giornalista torinese cadono spesso anche Ottone, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia, Ferrara, Polito, Feltri, Fede…
tequilero dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 19:02
Facci ha illustrato il processo Mills anche ieri mattina su canale 5, avendo come contradditorio una lavagna.
Insomma, contro lo strapotere ed il controllo dell’informazione in Italia da parte di Travaglio qualcosa si sta muovendo.
Per fortuna abbiamo giornalisti che ci ricordano che quando una legge è approvata dal Parlamento e firmata dal Capo dello Stato nessuno si deve azzardare a dire più nulla.
Se in un procedimento, infatti, una delle parti solleva la questione di legittimità costituzionale, il Giudice non deve valutare se la questione è manifestamente infondata o meno, deve sentenziare “ma come si permette, questa è una legge approvata dal Parlamento e io non posso rifiutarmi di applicarla”.
Qualcuno si ricorda di qualche legge, prima di questa, dichiarata incostituzionale?
Giocondo Zappa dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 19:15
Complimenti a Travaglio. Non sapevo che si potesse arrivare a disprezzare così le persone.
Comunque, viviamo l’epoca giusta…
Filippo Facci dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 19:43
Che i legali di Berlusconi volessero andare a sentenza è stravero. Me l’hanno detto loro. L’ho anche scritto. Anche la ricusazione contro la Gandus (che pure è sicuramente schierata) la considerano una cazzata.
Per il resto ci sono stati processi contro Berlusconi assolutamente fondati e probatoriamente concreti, ma questo no, davvero, ragazzi, non c’è davvero n-u-l-l-a.
Per il resto, oltretutto ben conoscendo gente come De Pasquale (che secondo me non dovrebbe neppure fare il magistrato) è palese che tra prescrizione e probabilità di una condanna di Berlusconi (probabilità zero) l’obiettivo è cucinarsi David Mills magari cercando addirittura di farlo condannarlo (ma è veramente difficile) ben sapendo che in Appello sarà stra-assolto. E siccome Berlusconi non sarà mai processato (per cento ragioni, e sicuramente mai condannato) e siccome in ogni caso lo sarebbe da un diverso collegio, alla fine De Pasquale e Gandus saranno quelli buoni che a far trionfare la verità ci avevano provato.
Verità sulla quale non mi pronuncio: ma contro Berlusconi e Mills non c’è veramente nulla. Se volete (ma non vorrete) allego una lunga analisi che feci per il Riformista.
Filippo Facci dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 19:51
Dimenticavo: certo che i ricorsi alla Cinsulta esistono e si possono fare. Figurarsi. Ma che a farli sia proprio e sempre la Procura di Milano (e non è mica la prima volta, sapete) peraltro con un certo linguaggio, che ignora quanto ha stessa Consulta ha sancito nel 2004 (intervenendo sulo Lodo Schifani-Maccanico) a proposito dell’articolo 3 della Costituzione, beh, prefigura o che sono sempre i migliori dei migliori o che sono lievemente prevenuti.
Fabrizio Spinella: ottima domanda.
Fabrizio Spinella dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 19:55
Scrive Carlo Gambino: “…sotto l’impietosa scure del giornalista torinese cadono spesso anche Ottone, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia,…”.
Ma Carlo, ma lei pensa veramente che Ottone, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia, abbiano il tempo di occuparsi dell’agitazione della “impietosa scure” di un giovanotto la cui cultura approssimativa è talmente manifesta, da non aver prodotto nient’altro che battute da suburra, copiature di atti giudiziarii, concetti da bar sport?
Che poi il giovanotto iscritto all’Albo dei Giornalisti (a proposito, all’esame scritto come è stato giudicato? E a quello orale?) scriva sui giornali per offendere i veri giornalisti, questo è un argomento da sottoporre all’Ordine (purtroppo, “ente inutile”).
Daniele dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 21:03
Mi scusi Facci, ma se le leggi (o i lodi) vanno guarda caso a bloccare sempre e solo i processi della Procura di Milano chi lo deve fare il ricorso, quella di Caltanissetta?
Wil Nonleggerlo dice:
Tuesday, 7 October 2008 alle 21:53
FILIPPO FACCI
Allega pure l’analisi per il riformista, sarei molto curioso di leggerla (alla faccia di Deankeaton che dice che ignoro i tuoi scritti).
Insomma abbiamo capito che la Giustizia italiana si fonda sul nulla.
Che i 600 mila dollari spifferati da Mills al suo commercialista extraonest sono nulla.
Che il maxibunker del Lodo Alfano è stato eretto per sfizio, sul nulla.
Che l’iper-ricatto “O Lodo o 100Mila Processi Bloccati” era un capriccio, basato sul nulla.
Che gli avvocati del Premier non hanno ritardato le udienze ed il responso in ogni modo, ma anzi spingevano per la sentenza. Talmente tanto che mandarono d’ufficio e last minute quella graziosa ragazza praticante, di venerdì … venerdì.
Che il Premier verrà prescritto, eventualmente, anche in questo caso, e quindi il Lodo ha già portato a casa un ottimo scudo relativo.
Che non si può processare un uomo politico come in altri paesi, perchè in Italia fa fede il colore politico del Magistrato. Se diverso da quello appartenente all’indagato, il tutto è nulla (proporrò una formula matematica, la disequazione antigiustizialista).
Che se Olmert si dimette e dichiara di essere fiero di vivere in un Paese che processa il proprio premier (ci sono altre poi, di problematiche), da noi il Politico indagato incontra immediatamente solidarietà sistemica e pacche sulle spalle. Calore e affetto.
Si fa gruppo.
Wil
Alberto Santangelo dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 08:19
“Che i legali di Berlusconi volessero andare a sentenza è stravero. Me l’hanno detto loro. L’ho anche scritto. Anche la ricusazione contro la Gandus (che pure è sicuramente schierata) la considerano una cazzata.”
Facci, cerca di capire che stai scrivendo su un blog e non su “Il Giornale”. I fatti parlano da soli, senza chiedere il permesso a Polito: se volessero andare a sentenza si presenterebbero alle udienze.
Charly dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 10:09
Facci: strassolto, processo sul nulla, e via dicendo. E la lettera di confessione al commercialista? Suvvia Filippo, lo sanno anche i sassi che Berlusconi è solito comprare le persone. Lo ha fatto con i giudici romani (per interposto Previti), con la Gdf (per interposti manager), conosci Berruti? Con i guardalinee (per interposto co.co.co. che non mi ricordo come si chiama), con i senatori (conosci Dini?), con i giornalisti (conosci Facci?). Lo ha fatto con Mills. Sono d’accordo che non verrà mai condannato, e questo per una serie di motivi che nulla hanno a che fare con la sua innocenza (che non esiste), ma il processo non deve continuare, neanche nei confronti di Mills, perchè il cavaliere vuole succedere a Napolitano. Ciao.
Charly dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 10:17
Impagabile Facci: me lo hanno detto loro. Ah beh, allora ci crediamo…
Tania dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 12:46
Scusate, fatemi capire..
La prova che Milano sia prevenuta con Berlusconi è che i ricorsi alla Consulta sono fatti sempre da Milano?
Se è processato a Milano chi avrebbe dovuto farlo il ricorso, la procura di Vado Ligure?
Gli avvocati di Berlusconi volevano andare a sentenza? E te l’hanno raccontato loro? Meraviglioso.. come le favole che si raccontano ai bambini. Peccato che la credibilità dei suoi legali in questo ambito sia leggermente intaccata dal fatto che sono anche incidentalmente parlamentari e Niccolò Ghedini fa parte della commissione Giustizia.. Cioè uno approva una legge per rendere il premier immune e poi dice che, fosse per lui, avrebbe rinunciato volentieri all’immunità?
Mi sembra un tantino incoerente..
Comunque nel momento in cui la favola si avverasse e Belusconi decidesse di rinunciare all’immunità e di permettere al processo di arrivare a sentenza, fatemi un fischio. Non me la voglio perdere assolutamente.
Saluti
DeanKeaton dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 13:16
L’analisi di Facci sul caso Mills è apparsa su “il Riformista” il 26 giugno 2008 e si può leggere qui sotto.
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search¤tArticle=IIVYT
Saluti
Paolo Rossi dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 16:33
Scrive Mastellarini: “Travaglio – che si ritiene ossessionato da Facci ma in due giorni ne parla prima in un’intervista ad Affari Italiani e poi su L’Unità nell’articolo seguente, senza che l’altro l’abbia minimamente cagato”.
Mi sembra un’affermazione per niente obiettiva. Sono mesi che si spernacchiano. Adesso all’improvviso Facci è diventato la vittima di Travaglio
Mastellarini, l’autorevolezza si misura anche da queste cose…
ok grazie…e salutami sergio rizzo
Carlo Gambino dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 18:26
“Ma Carlo, ma lei pensa veramente che Ottone, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia, abbiano il tempo di occuparsi dell’agitazione della “impietosa scure” di un giovanotto la cui cultura approssimativa è talmente manifesta, da non aver prodotto nient’altro che battute da suburra, copiature di atti giudiziarii, concetti da bar sport?”
Ma infatti io non mi sono mica chiesto cosa provino i suddetti giornalisti a venire presi a colpi d’ascia da Travaglio. Mi sono semplicemente chiesto come mai QUI sul blogiornale di Gabriele Mastellarini ci si occupi così frequentemente delle diatribe Travaglio-Facci quando, per l’appunto, Travaglio è solitamente tremendo con colleghi ben più titolati ed anziani del Facci ( Ottone, Ostellino, Panebianco, Galli della Loggia, Fede, etc). E’ un discorso diverso.
“La prova che Milano sia prevenuta con Berlusconi è che i ricorsi alla Consulta sono fatti sempre da Milano?
Se è processato a Milano chi avrebbe dovuto farlo il ricorso, la procura di Vado Ligure?”
A m e n !!!
Daniele dice:
Wednesday, 8 October 2008 alle 19:36
Mastellarini, nell’intervista ad affari italiani mi pare che sia l’intervistatore a chiedere a Travaglio di Facci, mica lo tira fuori lui dal nulla… cosa avrebbe dovuto fare, far finta di non aver sentito e non rispondere?
Saluti