BOMBA DERIVATI. TOCCA ALLE REGIONI

Friday, 29 August 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Gabriele Mastellarini per Il Mondo

Dopo i grandi Comuni lo scandalo derivati si allarga alle Regioni. In particolare a 14 amministrazioni a statuto ordinario con debiti complessivi che superano i 25 miliardi, 9,3 miliardi dei quali sostenuti da operazioni di finanza strutturata, tra mutui e obbligazioni.

La fotografia scattata dalla Corte dei conti, nel rapporto firmato dal consigliere Rita Arrigoni, è impietosa e invita a maggiore prudenza la Campania guidata da Antonio Bassolino (2,5 miliardi in swap), la Lombardia di Roberto Formigoni (1,8 miliardi) e il Lazio (1,06 miliardi) di Piero Marrazzo, le tre regioni maggiormente esposte al rischio di oscillazione dei tassi.

Nel 2007 solo Lazio, Calabria e Umbria hanno fatto ricorso a strumenti derivati, sottoscrivendo nove contratti (rispetto ai 23 del 2006 rilevati sull’intero campione), tutti per rinegoziazioni di precedenti mutui, allungando cosi la scadenza e abbassando l’importo delle rate. È lo stesso leitmotiv seguito dai normali clienti delle banche, pronti a chiedere la rivisitazione delle condizioni sottoscritte negli anni scorsi a uno svantaggioso tasso variabile, per ottenere una rata più leggera in cambio di una data di estinzione sempre più lontana. La Corte dei conti ha comunque criticato «il fenomeno delle ricontrattazioni legate all’esigenza di abbassare il costo del debito, previo allungamento delle scadenze». «Si ha uno spostamento in avanti di perdite progressivamente maggiori», si legge, che «comporta l’effetto di un aggravamento delle gestioni fucure». I giudici contabili non hanno nascosto le «forti perplessità» per alcune complesse operazioni cii rimodulazione elei debiti operate dalle varie Regioni e da alcuni enti locali.

«Le perdite», è scritto nel rapporto, -vengono di volta in volta spalmate, con un effetto a cascata che comporta esposizioni finanziarie progressivamente crescenti». Questa la scia seguita dalla Calabria che ha rivisto precedenti contratti swap con Bnl (BnpParibas) e Ubs per un totale di 216,2 milioni, posticipando la scadenza dal 2031 al 2035 e ritoccando le clausole contrattuali accettate un anno prima e già ritenute inadeguate. Sono state modificate anche le condizioni di altre esposizioni debitorie verso Bnl e Dre-sdner Kleinwort, banca d’investimenti tedesca. Su questa operazione si è acceso il faro della Corte: ha evidenziato come la Regione presieduta da Agazio Loiero, dopo un iniziale tasso fisso del 4,3% per il primo anno e mezzo, debba corrispondere a partire da giugno 2008 un salacissimo tasso Euribor maggiorato elei 3,6%, uno spread sorprendente. Nel 2007 l’Umbria ha fatto ricorso ai derivati per lanciare un’emissione obbligazionaria da 213,2 milioni con rimborso trentennale. Una quota di 99,5 milioni è stata utilizzata per finaziamento investimenti, mentre i restanti 113,7 milioni sono serviti per l’estinzione e la contestuale riaccensione di una serie di mutui che saranno completamente rimborsati nel 2037, alla scadenza del prestito obbligazionario. «Il costo per la chiusura anticipata delle operazioni swap», annota la Corte, «è di 2,47 milioni con Bnl e 11,9 milioni con Nomura», l’importante banca d’affari giapponese. Perdite totali per 14 milioni, finite nel cumulo della nuova emissione. La giunta laziale, presieduta da Piero Marrazzo, ha in parte recuperato l’anno scorso firmando tre contratti con Citigroup Gml, il colosso bancario Usa, per rinegoziare un’esposizione di 1,3 miliardi di euro, suddivisa in tre blocchi, rispettivamente da 550 milioni, 500 milioni e 250 milioni. La chiusura di due operazioni per un totale di 800 milioni ha comportato un risparmio di circa 50 milioni, con sostanziale modifica del piano di ammortamento e rate più leggere nei primi anni, mentre per il futuro Citigroup riceverà un tasso d’interesse calcolato in rapporto al valore dell’inflazione e al tasso Euribor. Una trovata intelligente, apprezzata dalla stessa Corte dei conti, che ha invece estratto il cartellino giallo per alcuni Comuni.

Giudizio negativo, in particolare, per le due operazioni da 13,8 milioni ciascuna, sottoscritte dal Comune di Cosenza l’anno scorso con Banca Intesa e Dexia Crediop, l’istituto per la finanza pubblica e di progetto presieduto da Mario Sarcinelli. L’ente avrà il vantaggio di pagare per un anno e mezzo (dal primo gennaio 2007 fino al 20 giugno prossimo) un tasso fisso al 3,6%, ma, negli anni successivi, si impegna a corrispondere un interesse variabile che peserà moltissimo sul bilancio. Anche la rirnodulazione dei mutui operata dal Comune di Orvieto (Perugia) non è passata inosservata ai magistrati contabili, in particolare il contratto stipulato con la scozzese Rbs (Royal bank of Scotland) per un ammontare di 32,5 milioni, con scadenza nel 2031 II piano di rimborso prevede modifiche del tasso in tre passaggi: fino al 2008, dal 2008 al 2011 e dal 2011 fino al 2031. «Va osservato», afferma la Corte dei conti, «che il primo periodo (2007-2008) già espone un differenziale negativo» e ulteriori aumenti delle rate sono attesi per il futuro.

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