Facci a lezione da Travaglio: "Scriveva sulla Padania con lo pseudonimo di Calandrino"

Thursday, 30 October 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Filippo Facci per Il Giornale

Corri, c’è Travaglio. Alla Cattolica di Milano c’è l’incontro «Giornalismo, istruzioni per l’abuso» organizzato da Unità Lotta democratica (Uld, gli studenti di sinistra) e sostenuto dall’accorato giornaletto l’Urlo.

E in via Agnese 2, alle 15.30, c’è una ressa bestiale, tutti pazzi per Marco: hanno spostato l’incontro nell’aula più grande ma ancora non basta, la gioventù preme, i commessi fanno blocco sulle scale, fortuna che in mattinata avevamo chiesto il permesso: «Perché lui sì e io no?» tuona un’improbabile studentessa di 60 anni che si è vista superare da un pennivendolo della casta. Ma non basta ancora, superate le scale c’è ressa anche davanti all’aula, dobbiamo salire dalle scale antincendio.
Travaglio, finalmente. Aula piena come un uovo, un caldo mostruoso, l’eroe ha già cominciato da dieci minuti. Sta dicendo questo: «Per come sono messi i nostri telegiornali, sarebbe meglio che ritrasmettessero Carosello, sarebbe meglio che non trasmettessero nessuno dei nostri telegiornali». Parla sul serio: quando non è in tv, o quando pensa che non ci siano giornalisti, abbassa ancor più il tasso di semplicismo. Nascosti in aula, oltre allo scrivente, c’è solo un collega della Padania: che bello se raccontasse di quando Travaglio scriveva sulla Padania con lo pseudonimo di Calandrino. Era il periodo secessionista, oltretutto. Ma adesso Travaglio sta esortando gli studenti a non guardare i telegiornali: «Almeno sai di non sapere», a che serve del resto guardare i telegiornali quando di ciò che ti raccontano «non è vero niente?». Niente, non è vero niente. Niente. È tutto falso, perché «non arrivano le notizie», del resto in Italia «se un telegiornale leggesse anche solo le notizie dell’Ansa sarebbe eversivo», sarebbe «una rivoluzione copernicana», «sarebbe clamoroso». E vagli a spiegare, a Travaglio, che il problema semmai è che i telegiornali spesso si limitano a leggerli, i dispacci Ansa. Lui prosegue: «Manca il nucleo centrale delle notizie», «il potere non vuole far sapere», «altrimenti la gente capisce». Le frasi sono testuali e dipingono l’Italia, non l’Albania di Hoxa.
L’incontro sarà tutto così, più uno spolvero di cabaret da Travaglino: nessuna sfumatura, i buoni e i cattivi, i servi e i Travaglio (in positivo vengono menzionati solo Oliviero Beha e Massimo Fini) e tutto risuonerà infine consolatorio, rinfrancante: chi ama Travaglio lo venera anche perché ogni sua ignoranza trova una giustificazione a posteriori, ogni suo pregiudizio ritrova legittimità di giudizio, scoprirà che ogni apparenza non ingannava, che non era lui a essere qualunquista: sono i politici e i giornalisti che fanno schifo. Tutti, cioè quasi tutti. E intanto piove, governo Berlusconi: e ieri a Milano pioveva davvero.
«Ci sono cinque tecniche di disinformazione», prosegue Travaglio che tuttavia ne illustrerà solo tre. Il primo? Vespa Bruno, of course. Solita descrizione del despota che nasconde le notizie: quando condannarono Cesare Previti, ecco, Vespa fece una puntata sul Viagra. Ed è un esempio perfetto di verità alla Travaglio: che quella sera trasmisero un Porta a Porta sul Viagra, Travaglio, lo seppe peraltro da me, dallo scrivente, che a quella puntata vi partecipai: mi telefonò assieme a Peter Gomez e gli raccontai l’episodio. Ma la puntata in realtà era stata registrata un mese prima, e poi congelata solo perché quella sera c’era stata la strage di Nassirya. Vespa parlò del caso Previti in altre occasioni, ma non c’è motivo che Travaglio racconti queste sciocchezze agli studenti. Meglio raccontare che nel 2004, quando Rocco Buttiglione, anzi, quando «the Rocco Horror Picture show» (risate in aula) andò a Bruxelles e disse che l’omosessualità era un «peccato, non un crimine», ecco, Vespa fece una puntata sul «ritorno dal coma», segue battutone: «I partecipanti non riuscivano a dir nulla perché erano in coma pure loro». Ah ah.
Poi c’è il secondo metodo di disinformazione, «Il modello Floris» anche detto «alla Mentana»: altri due che non l’hanno mai invitato. Su Floris, una sintesi da ambulanza: «I fatti scomodi non si raccontano, ma si fa finta di raccontarli», il metodo consiste nel «farne parlare chi non ne capisce niente», tipicamente «i politici», del resto «li invitano apposta», «così da «buttare in caciara dei fatti oggettivi». I perfidi: «Sono pieni di invitati che parlano di un processo e magari dicono “premesso che non conosco le carte”; ma allora che cazzo ci vanno a fare?». Applausi a Travaglio, che invece le carte le conosce. Altrimenti non potrebbe riproporre alcuni passaggi di alcune sentenze al posto di altri, di certi verbali al posto di altri: è il suo metodo. Non potrebbe enfatizzare le sentenze di condanna o, in caso di assoluzione, le parti che la condanna auspicavano: come ha appena fatto con Calogero Mannino. E non potrebbe parlare del caso Andreotti, anzi, de «il più importante processo della storia d’Europa» come ha fatto ieri con gli studenti della Cattolica. L’architrave del processo di Giancarlo Caselli a Giulio Andreotti, quella impostata dal 1993, quella per cui sono stati spesi miliardi, quella dei Fratelli Salvo, quella dei voti mafiosi e del bacio con Riina, quella, ecco, è tutta e miseramente crollata: per essa Andreotti è stato assolto e basta. È vero, la Cassazione ha marginalmente stabilito che Andreotti ebbe dei rapporti a delinquere sino al 1980: ma lo status giuridico di Andreotti non è «prescritto per mafia», formula inesistente in tutto il mondo per quanto Travaglio ieri abbia cercato di venderla agli studenti: lo status è «non colpevole». La prescrizione comporta l’estinzione del reato, e chi non è condannato per un reato, qui in Occidente, è non-colpevole, e chi è non-colpevole, ergo, è civilmente innocente. Se la prescrizione non fosse questo, probabilmente, non esisterebbe: ma secondo Travaglio è un concetto troppo raffinato per spiegarlo agli studenti. Ai quali dice, semmai, che Andreotti è stato assolto «con formula dubitativa», ma non spiega che questa formula parla comunque di «assoluzione perché il fatto non sussiste»: gli studenti potrebbero non capire. Sono stupidi. Meglio trattarli come dei coglioni. L’incontro è stato comunque un grande successo.

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Nessun commento presente per “Facci a lezione da Travaglio: "Scriveva sulla Padania con lo pseudonimo di Calandrino"”

  1. Candidus dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 18:06

    Non sapevo che il blog di Mastellarini fosse una succursale de “Il giornale”.
    Mastellarini, mira ad un posto ne “Il giornale”?

    Saluti

  2. emanuele dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 18:39

    quand’e’ che Facci volera’ ad Hammamet (per restarci)?

  3. Tyler dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 18:58

    Travaglio votò anche Lega la prima volta mi sembra, mbè?

  4. paolo rossi dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:05

    capisco perché il giornale perde copie a rotta di collo

  5. Nicola dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:15

    Uhm, spero non me ne voglia nessuno per un leggero off-topic… ma neanche tanto, perché Travaglio in uno dei suoi Passaparola indossa una maglietta degli EELST 😉

    Enjoy ;D

    http://www.youtube.com/watch?v=g7j6JAVbN4g
    http://www.youtube.com/watch?v=Hbp3KpLYtQY
    http://www.youtube.com/watch?v=SVx3GNaMpu8

  6. Clau89 dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:19

    ho dato un’occhiata agli articoli che il signor facci scrive per il giornale. ma non riesce a trovare un argomento che non abbia come soggetto MARCO TRAVAGLIO?

  7. Tyler dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:33

    cmq funziona ragazzi, ne sento così tanto parlare che mi viene la nausea al solo nome. Mastellarini e Facci sono dei geni O_o

  8. pellescura dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:35

    le cose più divertenti e interessanti dell’articolo di Facci sono le battute di Travaglio.

  9. Federica dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:51

    Sì Clau89: Magistrati, manifestazioni di protesta, ambiente, Cristiano e Antonio Di Pietro, regolamentazione circa i nomi ridicoli, eutanasia, tagli a La7, processo Mills, europee, Pd, razzismo, De pasquale, credito al consumo, ad esempio, circa le recenti uscite.

    Però, dato che doppia negazione solitamente equivale ad affermazione, noto che comunque sia, nel tuo inconscio, convieni con me.

  10. Clau89 dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:55

    brava. altri non avrebbero scovato la mia piccola distrazione.

  11. Wil Nonleggerlo dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 19:58

    ME LO IMMAGINO FACCI.

    Scelta combattutissima quella di andare ad ascoltare l’ex amico, ora che il successo meritato di uno prevale decisamente sui continui attacchi dell’altro.

    Uno ha successo, l’altro si rode e lo attacca, quasi quotidianamente.

    Allora come si muove Facci? Semplice: si aggrappa ad ogni cavillo, ad ogni virgola sbagliata del passato, ad ogni puntino sulla i che Travaglio ha scordato.

    E allora giù ad interrogarsi su questo Marco, ma cosa fa? Satira, informazione, disinformazione, è un commentatore, un giornalista, un venduto? Perchè piace tanto, mentre io sto sul cazzo a chi ci capisce qualcosa?

    Tutto fa brodo in questa lotta al discredito. Non i fatti, ma le allusioni. Non gli errori, ma le sfumature. Questo Marco l’ha messo in conto, e questo è il prezzo da pagare quando ogni giorno si parla di una Casta spregiudicata e vergognosa. Uno ne parla, l’altro lavora per il Giornale. Parla su Canale 5 dall’inguardabile Durso. Oggi c’era Feltri, costantemente slinguato da Brachino. Penoso.

    Facci negli ultimi tempi si limita a dire “il governo ha preso molte decisioni che hanno registrato un forte consenso legato alla velocità e qualità dei provvedimenti, rovesciando la percezione di immobilismo che aveva caratterizzato il governo Prodi … ” o

    “Lo sanno anche i corrimano dei tribunali che i magistrati lavorano mediamente poco, che non di rado Tizio «oggi non c’è», che Caio «oggi lavora a casa», che Sempronio «oggi non è venuto», che pochi si sobbarcano il lavoro di molti perché molti sono imboscati o fuori stanza: sono uomini e funzionari come gli altri, non è che sono eticamente superiori …” …

    Attacca Fede, poi Travaglio, poi Travaglio, poi Travaglio, poi DiPietro, poi Travaglio, poi DiPietro.

    Ma l’apice del suo lavoro Facci l’ha raggiunto una mattina, sempre dalla D’Urso: a fronte di una ricerca approfondita, ha rimpianto i tempi in cui “Negro” non era una parolaccia. Non una parola sulla morte del ragazzo di turno.

    Sullo sfondo, tutti i quotidiani che si sono indispettiti. Ovviamente Libero, Il Giornale, La Padania, non c’erano.

    Ciao Filippo.

    Willy.

  12. Beppe dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 20:00

    Mi chiedo se un giornalista possa passare la maggior parte del suo tempo a scrivere articoli su articoli su un collega con l’intento di denigrarlo o di diffamarlo. Collega che ha come principale difetto quello di far riflettere su questioni molto serie, Facci si dedichi ad altro che ora sta veramente esagerando, un po’ di invidia per caso?o c’è qualcosaltro???Mah

  13. Beppe dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 20:07

    E mi riferisco pure al Dott. Mastellarini e ad altri.
    Brutta cosa l’INVIDIA…

  14. DeanKeaton dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 20:08

    Notavo che tra gli annunci Google di questo blog ne sono comparsi due piuttosto inquietanti. “Video Parto” e “Foto Parto”.

    Non è che stiamo esagerando col Travaglio?

    Saluti

  15. Nicola dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 20:20

    A me preoccupa di più “Scarica la Suoneria di Andreotti. Ascolta e Scarica: il Potere Logora”

  16. Tyler dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 20:21

    hgghghghghgghgh menomale che si è scassato pure Dean su sta cosa, sennò sembra che sono sempre i soliti cattivoni a dirlo

  17. Filippo Facci dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 21:11

  18. Gruppo Delfini Curiosi dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 21:24

    BEPPE
    a chi ti riferisci?
    Puoi scriverlo, tanto resti anonimo.

  19. Fabrizio Spinella dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 23:41

    D’ora in avanti, chiamatelo Calandrino. E questo blog sarà più divertente. Date un volto anche a “Bruno” e “Buffalmacco”, i suoi compagni ad Anno Zero: Santoro e Vauro. E questo blog sarà più esilarante.

  20. Wil Nonleggerlo dice:

    Thursday, 30 October 2008 alle 23:52

    FILIPPO FACCI, aderire a cosa? Il link che hai indicato non porta a nulla, ma ai gruppi personali di chi lo clicca (non alle tue iniziative).

  21. emanuele dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 00:32

    Fabrizio..
    di gente che ci fa ridere c’e’ veramente bisogno, perche’ per come siamo messi adesso c’e’ veramente da piangere.. sob sob..

  22. Sergio Fornasini dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 00:37

    Probabilmente nell’aula c’era troppa gente e MT non si poteva accorgere della bionda chioma imboscata tra gli studenti, altrimenti sai che scenetta divertente sarebbe stata: un confronto a sorpresa, una cosetta abbastanza vivace presumo 😀

  23. Fabrizio Spinella dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 02:35

    Calandrino prendeva a botte la moglie. Chissà perché Travaglio scelse di adottare quel personaggio di Boccaccio come pseudonimo (per la Padania!), avendo già un cognome presago…

  24. Zazo dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 04:22

    Ma che cacchio di link mette Facci?

  25. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 09:59

    oddio facebook, naaa

  26. Saburnio dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 10:49

    Secondo me Facci l’han messo apposta lì in quel ruolo. Gli han detto: senti questo travaglio sta proprio rompendo, vedi di far qualcosa, ed ecco lui che si affanna a gettare la propria secchiatina di escrementi quotidiana su uno che, nel bene e nel male fa il suo lavoro.
    Verrebbe anche da chiedersi cosa sarebbe per traslazione, il meccanismo che usano i detrattori più superficiali di Travaglio: “Travaglio non esisterebbe se non esistesse Berlusconi” e allora “Facci non esisterebbe se non esistesse Travaglio”. Vale veramente la pena sprecare la vita a mordicchiare le chiappe di qualcun’altro solo per tentare di incrinarne l’immagine (cosa che Travaglio ha fatto nei confronti di Facci con un unico articolo? La cosa che mi fa sorridere è che le poche volte che sul Giornale non scrive su Travaglio (io leggo il Giornale perchè accetto il pluralismo e mi piace sentire anche l’altra campana), scrive su cose di cui è palesemente non competente, come quando si intorcina con triplo salto mortale per tentare di dimostrare che sull’accordo sul clima fa bene l’Italia a inquinare quanto gli pare.
    Perchè non parlare della sua folla di lettori adoranti che in maniera assolutamente acritica tirano sviolinate alla cieca su qualsiasi cosa scrive? Mah..

  27. asdrubale dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 10:52

    Decisamente strana la scelta dello pseudonimo: Calandrino era una specie di scemo del villaggio, ma tutt’altro che buono, era un arrivista ottuso,invidioso e pure disonesto.

  28. Charly dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 11:25

    La cosa che mi scazza assai di questi articoletti di Colpodisole, è che dà degli ignoranti a quelli che leggono e seguono Travaglio. Io, per dire, ho comprato l’Odore dei soldi prima che Travaglio andasse da Luttazzi, ho letto altri libri e articoli suoi avendo l’accortezza, come per altro faccio anche quando leggo altri (ad esempio Facci) di capire se leggo cose vere o false. Io, sempre per dire, mi reputo assai meno ignorante, per esempio di Facci, che fa il giornalista sbagliando la grammatica, che cita fatti sbagliati, sbaglia i nomi delle persone (immortale Caterina Forleo) sempre col paravento (o paraculo) di Mediaset. Ovviamente la sua è la strategia di Fede: non essendo in grado di confutare, dà dell’ignorante a chi ascolta che, nel mio caso, ascolta varie campane, anche quelle stonate coi colpi di sole.

  29. Saburnio dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 11:29

    Forse mi sono espresso male nel commento precedente.. I lettori acritici che commentano sul Giornale son quelli di Facci….

  30. Charly dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 11:29

    Che coraggio però, è andato ad ascoltare Travaglio in incognito ma con l’accredito. Pensa se lo sgamavano con la parrucca, gli occhialoni e l’impermeabile…

  31. Wil Nonleggerlo dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 11:53

    Charly, condivido.

  32. Maury dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 12:27

    Oramai Travaglio e’ diventato un idolo….Siamo proprio messi bene….

  33. SKA dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 13:13

    “La prescrizione comporta l’estinzione del reato, e chi non è condannato per un reato, qui in Occidente, è non-colpevole, e chi è non-colpevole, ergo, è civilmente innocente.”

    In questa frase è riuscito a dire una vagonata di minchiate. Chi riesce a trovarle tutte?
    La prima “civilmente innocente”.
    Il reato di concorso esterno in associazione mafiosa per Facci non è penale, ma civile. Continuate voi.

  34. Tommaso Farina dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 14:40

    Morale della favola: Gabriele Mastellarini, iscriviti a Facebook!

    A parte questo: bell’articolo, che sul personaggio non dice nulla di nuovo. Non per colpa dello scrivente, ma dell’oggetto dello scritto, sia chiaro.

  35. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 15:36

    ma Facci non parlava dell’idiozia di internet? io ci smanetto da una decina d’anni e non ho proprio voglia di iscrivermi a facebook, per visualizzare i link tipo quello che ha mandato Facci bisogna iscriversi, infatti io non lo vedo. Quindi Facci è un altro che ha il profilo su facebook XD
    hai messo foto sexy?

  36. Wil Nonleggerlo dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 17:05

    Ragazzi, non preoccupatevi: il link di Facci non porta da nessuna parte, sono iscritto a Facebook.

    Una metafora dei suoi scritti.

    Wil

  37. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 17:10

    huahuauhahuauhauh

  38. Nicoletta Salata dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 22:08

    Dal “Dizionario delle scienze naturali” di Frédéric Cuvier – 1830 – Natural history:

    “CALANDRINO: Questa specie, un poco più piccola della Lodola mattolina ha il becco mediocremente grosso , subeguale alla metà della testa, di color grigio corneo. Le penne del pileo, della cervice, del dorso, le scapolari, il groppone , e il sopraccoda sono d’uno stesso color grigio lionato con macchie bislunghe nerastre, colla fascia sopraccigliare, e la penne cigliari biancastre. La gola , il gozzo, e i lati del collo sono biancastri, e sui lati della gola, di là dall’angolo del becco, si veggono quindici, o sedici piccole macchie nere cenerognole. Il petto è di color bianco leggermente ceciato , con qualche macchiolina nera lateralmente , ed una macchia più grande nera osservasi fra i lati del petto , e la base della cervice ecc…..

    Ma soprattutto,

    Dal “Dizionario domestico sistematico” di Gaetano Arrivabene – Pubblicato da Bettoni, 1809:

    “CALANDRA. Uccello che chiamasi anche Calandro e Calandrino, e si riene in gabbia per amor del suo canto. Egli ha gran voce e non resta mai di cantare.”

    Che sia stata questa la fonte di ispirazione per lo pseudonimo?

  39. Tyler dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 22:45

    “Travaglio merda” non facevamo prima XD
    obiettività saltame addosso XD

  40. Candidus dice:

    Friday, 31 October 2008 alle 22:55

    LOL Tyler 🙂

  41. Domenica Valensise dice:

    Saturday, 1 November 2008 alle 17:21

    Della serie: quando FACCI ci azzecca…
    «Ottaviano Del Turco era lo scemo del villaggio. Il primo a rivelarlo fu Bettino Craxi (1993) dopo che l’ex sindacalista aveva negato d’essere a conoscenza del finanziamento illegale del suo partito, il PSI. Ora Del Turco dice in un’intervista: pensavo che i soldi venissero da aziende che pagavano gli stand congressuali, oppure da lobbies socialiste. «Lei era proprio lo scemo del villaggio», gli ha detto allora Claudio Sabelli Fioretti; «Lo riconosco», ha risposto Del Turco. In altre parole, Craxi aveva ragione ancora una volta, almeno sin qui: perché Craxi, a dire il vero, disse anche altro. Il 12 ottobre 1994 consegnò un memoriale in cui raccontava che Del Turco percepiva sistematicamente cifre illecite e che era informato circa i conti esteri del partito; ne scrisse di tutti i colori insomma di fronte a un personaggio – Del Turco, già stra-craxiano nell’era delle vacche obese, già testimone di nozze di suo figlio Bobo – che naturalmente ebbe a ripudiare Craxi in tutti i modi possibili e a dargli la colpa di ogni cosa: ovviamente prima di buttarsi a sinistra. Ma Del Turco può star tranquillo: noi non crediamo a Craxi. Noi crediamo a lui. Noi non crediamo alla parola dell’ex statista Bettino Craxi: noi crediamo a quella del noto cuor di leone Ottaviano Del Turco, uomo d’apparato per quarant’anni. E sapete perché? Perché anche noi siamo gli scemi del villaggio.»
    FILIPPO FACCI
    Corsivista de il Giornale

  42. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 1 November 2008 alle 19:01

    Parente dell’ottima Marina?

  43. Tyler dice:

    Saturday, 1 November 2008 alle 19:41

    per me i soldi che hanno trovato a Craxi ce l’ha messi Del Turco U_U

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