Crisi dell'editoria cartacea. Presto finirà il giornale in edicola: gli sponsor preferiscono Internet
Wednesday, 24 September 2008di Luca Vaglio per Affari Italiani
A guardare le ultime cronache sul mondo dell’editoria c’è da mettersi le mani nei capelli. Sembra di essere davanti al tramonto di un impero. In Italia – ma anche all’estero le cose non sono molto diverse – non c’è gruppo editoriale che mostri indici di crescita forti e duraturi. C’è chi sta un po’ meglio e riesce a mantenere a fatica le posizioni e chi vede mese dopo mese precipitare i propri ricavi. Ma nessuno scoppia di salute. La rassegna stampa sulle news dei media ogni giorno sembra un bollettino di guerra. Il Manifesto, colpito a morte dal taglio dei finanziamenti pubblici ai giornali di partito, chiede ai suoi lettori di sottoscrivere un abbonamento.
E anche Liberazione è in difficoltà, mentre l’Unità, recentemente rilevata da Renato Soru, riduce il formato per risparmiare soldi. EPolis non va in edicola a causa di problemi tra l’editore e lo stampatore. Per non parlare del disagio ormai cronico dei grandi editori della carta stampata, il cui valore di borsa si riduce ogni giorno, come pure le copie vendute in edicola. Da Rcs al Sole, alla vigilia di una fase di forte rinnovamento della governance e delle posizioni di vertice. Fino al Gruppo Espresso, dove il ribaltone è già iniziato, con l’uscita dllo storico ad Marco Benedetto e l’ingresso di Monica Mondardini, e dove pare in arrivo una ristrutturazione degli organici imponente. Per chiudere con TI Media, dove per mano del “canaro” Giovanni Stella i tagli sono stati già annunciati. E quasi a dare una certificazione notarile alla sfascio in corso sono arrivati i dati di Upa, che per il 2008 indicano -3,3% nei ricavi dei media classici, con internet su del 26%.
Che dire, la situazione appare davvero fosca. Ma se, nonostante tutto, si vuole essere ottimisti non resta che da pensare che siamo di fronte a una rivoluzione, a un macrociclo economico che finisce per lasciare il posto a qualcosa di nuovo, di completamente diverso. E’ quello che pensa Vittorio Bonori, ceo di Zenith Optimedia Italia, che ad Affari spiega: “Il 2008 è davvero un annus horribilis, il mondo dell’editoria sta vivendo una recessione vistosa, forse la più grave degli ultimi decenni. Ma al tempo stesso si assiste a un forte salto tecnologico. L’esito di questi due fattori sarà la morte del vecchio sistema, di schemi di business in difficoltà già da tempo e la nascita di un nuovo modello. Si entra con forza nell’era digitale. C’è chi come Mediaset l’ha capito, investendo sempre di più sul Dtt. Ma anche la stampa deve diventare digitale. Il business della pubblicità è destinato a spostarsi di più sulle nuove piattaforme video e gli editori dei giornali cartacei oggi possono facilmente diventare editori televisivi. In che modo? Basta che i siti dei grandi giornali, ora che la banda larga è diventata realtà, puntino di più sui video. Ancora, a un gruppo come Rcs, ad esempio, conviene considerare se aprire un canale news satellitare o sul Dtt. E poi devono puntare sugli user generated content, sulle news che vengono dagli utenti. L’advertising più evoluto richiede la partecipazione degli utenti e lo stesso deve avvenire per i contenuti editoriali. E’ indispensabile un rinnovamento tecnologico”.
E le storiche testate cartacee sono destinate a sparire, travolte dal nuovo e da un’emorragia di copie che sembra non finire mai? “Credo che i giornali di carta resisteranno, ma che molte risorse verranno dirottate dalle attività più tradizionali alle nuove forme di giornalismo. Questo non significa che i grandi brand dell’informazione spariranno, anzi proprio in una fase di trasformazione sarà importante tutelare gli utenti con delle news ben fatte e di qualità. Non va poi dimenticata la componente del mobile, soprattutto in Italia, dove i telefonini hanno una penetrazione del 140%. E’ certo che si deve cambiare in modo radicale il modello di business. La vita o la morte dell’editoria passa da qui. Vincerà chi avrà coraggio e saprà tenere i nervi saldi”.
COMUNICATO DEL GRUPPO EPOLIS
Martedì i giornali del gruppo E Polis non vanno in stampa e non si sa ancora quando le pubblicazioni saranno riprese. L’editore – si legge in una nota – ha comunicato alla redazione che la causa sarebbe un contrasto sorto con lo stampatore.
In mancanza di notizie certe, la Fnsi e le Associazioni di stampa di Campania, Emilia, Lazio, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana e Veneto ritengono urgente un incontro con la proprietà. Il sindacato nel manifestare piena e totale solidarietà ai giornalisti coinvolti, ancora una volta, in una situazione di incertezza, è fortemente preoccupato per il futuro di un’iniziativa editoriale che, stando alle dichiarazioni dell’editore, appariva ormai consolidata sia dal punto di vista aziendale che finanziario.
Da tempo i giornalisti avevano manifestato il proprio malessere per la mancanza di risposta da parte dell’editore. Lo stesso piano editoriale del direttore era stato bocciato a grande maggioranza dalla redazione.
La Fnsi e le associazioni di stampa chiedono trasparenza e chiarezza sugli assetti proprietari, sulla gestione delle testate e sui piani aziendali che – conclude la nota – dovrebbero assicurare ai giornalisti condizioni di lavoro professionalmente compatibili con le dimensioni editoriali dell’iniziativa.
Proprio un “contrasto con lo stampatore” (che in quell’occasione lamentava numerosi mancati pagamenti) fu alla base della prima crisi di E Polis, che un anno fa portò a una prima sospensione delle pubblicazioni per tre mesi e al successivo passaggio di proprietà fa Nicola Grauso ad Alberto Rigotti.
LA PUBBLICITA’ VA TUTTA VERSO L’ON-LINE
Ma la vera rivoluzione riguarda Internet. Secondo le parole di Enrico Finzi, sociologo, presidente di Astra Ricerche e della TP, la vera scoperta dell’analisi annuale è un “dirottamento delle risorse sul Web”: le aziende stanno sperimentando l’advertising tradizionale, tabellare in Rete. E mentre i quotidiani crollano, internet spicca il volo e fa registrare una crescita del 26%.
Più nel dettaglio calano gli investimenti destinati ai quotidiani (-2,5%), con la free press che fa segnare un +1%. I periodici perdono il 4,7% e trascinano il settore della stampa a un -3,5%. La televisione guadagna qualcosina, ma meno dell’anno scorso, e si ferma a +1,4%. Con un +4,2% gli investimeni alla radio mantengono il loro trend positivo. Il rallentamento della caduta della pubblicita’ nelle sale cinematografiche (-6,3%) segnala, secondo Finzi, “che la travagliata fase di riordino del comparto e’ prossima alla conclusione e l’attende un futuro luminoso”. Nel loro complesso gli investimenti in pubblicita’ esterna chiuderanno con una crescita dello 0,7%. Tutte in crescita le forme “non media”: direct response (+2,2%), promozioni (+2,7%), relazioni pubbliche (+3,1%), sponsorizzazioni (+1,4%) ed eventi (+7%). Sassoli ha concluso l’incontro con un appello: “A marzo del 2009 faremo un summit sulla comunicazione. Ci confronteremo tutti assieme, sara’ una specie di ‘Stati generali’ della comunicazione”.
“Siamo in un momento difficile caratterizzato da grandi incertezze e contraddizioni”. Questo il commento di Lorenzo Sassoli De Bianchi, presidente dell’Upa sulle previsioni a fine anno che vedono una flessione della raccolta pubblicitaria pari al 2,2% (dato che, non calcolando un’inflazione prevista al 3,8% si traduce però in una crescita dell’1,6%). “La stampa periodica, ad esempio, soffre – ha spiegato Sassoli De Bianchi – ma alcuni periodici vanno benissimo. La tv regge molto bene, ma internet sta rallentando la propria crescita”. Tutti fattori che spingono il presidente Upa a parlare di un “panorama complesso e articolato”, e a concludere che, di fronte a un quadro di questo genere, “è difficile fare previsioni anche a medio termine”.


Il futuro dei giornali « Le cittá sono la ricchezza delle nazioni dice:
Sunday, 16 November 2008 alle 08:48
[…] Ma il loro numero di opinioni e notizie sara’ probabilmente minore perche’ il processo di disaggregazione eliminera’ i sussidi interni che oggi i giornali generano ad esempio fra le pagine dello sport e […]