Giampaolo Pansa: "La Resistenza e i tre inverni della paura"
Saturday, 9 August 2008Giampaolo Pansa: “La resistenza è sempre stata la mia patria morale. Avevo dieci anni al momento della liberazione della mia città sul Po nel Monferrato, sono stato uno dei primi studenti italiani a fare una tesi di laurea sulla guerra partigiana, sulla quale poi si è stratificata tanta retorica, una versione quasi favolistica di quello che è accaduto, che non ha reso possibile capire anche la verità più semplice: non si può dire che da una parte erano tutti angeli e dall’altra tutti diavoli”.
Pansa, finalista al premio Pen Club il prossimo 6 settembre a Compiano (Parma), non ha peli sulla lingua nel presentare “I tre inverni della paura” (Rizzoli, p. 567, 21,50 €), il suo settimo libro dedicato alla Resistenza.
Intervistato da Francesco Mannoni della “Gazzetta di Parma”, il giornalista e scrittore piemontese è stato chiaro: “Si è dimenticato che lo schieramento partigiano comunista voleva trasformare l’Italia in una specie di Ungheria nel Mediterraneo. C’è una sorta di santificazione di quel momento che è stato un momento grandissimo, ma che per fortuna è sfociato nella liberazione dell’Italia dove non c’era l’Armata Rossa, ma le armate alleate”.
“Ho deciso di aprire una porta – ha continuato Pansa – che era sempre stata chiusa dalla retorica resistenziale, e vedere che cosa era successo anche nella parte di chi era stato sconfitto”.
Incalzato dal giornalista, Pansa ha affermato: “Le formazioni comuniste avevano continuato a uccidere anche a guerra finita, perché speravano di poter conquistare il potere politico in Italia con l’aiuto delle armi”. Perché solo Pansa ha cercato la verità in tutti questi anni? “ …più mi accusano, più cercano di boicottare le presentazioni dei miei libri, e più io, senza farmi vedere troppo mi frego le mani perché queste reazioni mi dicono due cose: primo, che ho visto giusto. E poi perché tutte le polemiche servono a far acquistare il libro da molti più lettori e a parlare dell’autore. Quelle che io chiamo le sinistre regressiste, a cominciare dall’Anpi, non si rendono conto di fare il mio gioco”. (Paolo Martocchia)


SERGIO MASTRINI dice:
Monday, 1 September 2008 alle 15:57
Pansa ha lasciato a mezza strada il percorso intrapreso:”Il sangue dei vinti” è stato il grimaldello per far luce sulla verità.
E’ora di continuare l’opera dando una paternità
anche a tutti i delitti compiuti sulla Linea Gotica,prima e dopo la Liberazione,dagli italiani e affibbiati ai tedeschi,per comodità e per copertura politica o partitica.
A me( 7 anni) e a Mariolino Arata (8 anni)in località La Croce,nel luglio 1944, il maggiore Reder offrì una caramella per sapere dove fossero nascosti i partigiani…Un mese dopo
il nostro pese fu bruciato assieme ad altri quindici.Furono uccise anche tre persone:Guido Pinelli.Adriano Palagi e Cesare Lazzoni.
Tutti diedero la colpa ai tedeschi di Reder,ma
testimoni oculari raccontano che erano invece italiani e parlavano il dialetto.
SERGIO MASTRINI dice:
Tuesday, 9 September 2008 alle 20:39
Il giorno 8 settembre 1943,avevo quasi sette anni,con tutta la mia famiglia siamo andati al santuario della Madonna dei Colli per ringraziarla di aver fatto tornare a casa mio padre pochi giorni prima che gli Americani sbarcassero proprio a Pachino dove mio padre era mitragliere in una postazione costiera.Alla sera l’annuncio che la guerra era finita.Tutta la gente si riunì davanti alla maestà della Madonna del Rosario per ringraziarla chè la guerra era finita.Ma non era vero.Il giorno dopo per tutta la giornata passarono militari che dal Nord andavano al Sud dove avevano la propria famiglia.Alcuni erano vestiti da preti altri avevano la tunica dei frati francescani,ma si capiva che erano militari che avevano abbandonato le proprie caserme dopo l’armistizio e volevano raggiungere i loro paesi d’origine,specialmente le Marche e l’Umbria.
L’8 settembre per noi fu l’inizio della Guerra.
paolo martocchia dice:
Tuesday, 9 September 2008 alle 22:19
Mi permetto di consigliarle di contattare il Dr. Pansa: la sua testimonianza, una fonte certa, ha valenza storica. Saluti
SERGIO MASTRINI dice:
Saturday, 13 September 2008 alle 16:49
Ringrazio Paolo Martocchia che mi ha consigliato di contattare Pansa.Il fatto che è che Pansa a me pare sia blindato:la segretaria della casa editrice non ha voluto dare il suo numero e non è stato attivato neanche il collegamento tranite centralino.Cordialmente,
Sergio Mastrini
Caro Mastrini, credo dovra’ passare per altre vie, provi magari con l’espresso
letterealdirettore@espressoedit.it
Gabriele Mastellarini
sergio mastrini dice:
Wednesday, 29 October 2008 alle 17:25
ho inviato e-mail a letterealdirettore@espresso.it come consigliato.Speriamo che mi risponda.Grazie