Sapevate che gli stranieri già dal 1996 possono votare in Italia?
Friday, 12 September 2008di Sergio Fornasini
Traggo spunto da un articolo pubblicato su www.internazionale.it, redatto da John Foot, insegnante di storia contemporanea al dipartimento di italiano dell’University college di Londra.
Il prof inglese fa notare un particolare poco noto, dimostrando come una delle discussioni periodicamente ricorrenti, promossa sia destra che a sinistra, sul diritto di voto amministrativo agli immigrati risulta in larga parte un puro esercizio demagogico. Dal 1996 è già possibile infatti per gli stranieri residenti stabilmente in Italia fare domanda di iscrizione alle liste elettorali del Comune di residenza. I requisiti richiesti sono due:
1) essere iscritti all’anagrafe della popolazione residente o averne fatto richiesta;
2) avere la cittadinanza in uno dei paesi membri della Unione Europea.
In soldoni, i residenti cittadini di: Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria se vogliono possono votare alle amministrative già da un pezzo, per farlo devono solo riempire un modulo prestampato fornito dagli uffici elettorali comunali.
I provenienti dall’est Europa sono circa la metà dei 3,5 milioni che costituiscono il totale dei cittadini stranieri residenti (il 5,8 per cento del totale della popolazione – dati Istal al gennaio 2008) e che di questi la maggior parte proviene da paesi dell’Unione Europea. Un potenziale corpo elettorale di ben 1.394.506 persone: anche depurato del 22,7 % circa di minorenni è sempre un bocconcino appetitoso per la politica di qualsiasi colore.
I dati e la realtà normativa svelano però che le iniziative favorevoli al voto degli immigrati recentemente intraprese da Veltroni con la sua lettera a Fini ed il personale favore all’iniziativa espresso dal presidente della camera prescindono totalmente dal fatto che buona parte degli stranieri possono già esercitare quel diritto. Anzi in molti già lo fanno. A fare dichiarazioni in merito sono però in buona compagnia, Maroni e Berlusconi scendono in campo per esprimere la loro contrarietà. Poi come sempre arriva pure Gasparri, al quale forse dovrebbero suggerire di prendere i tempi giusti per le dichiarazioni (vedi la proposta di boicottaggio delle Olimpiadi con Frattini già con le valige in mano per andare a Pechino) o quantomeno di informarsi meglio. Singolare comunque che nell’articolo citato del professor John Foot questo se la prenda solo con il povero Gasparri per la mancata conoscenza delle norme in vigore da tempo in Italia, anche se il capogruppo al Senato del PDL è in buona e numerosa compagnia nella sua apparentemente superficiale conoscenza delle cose.


DeanKeaton dice:
Friday, 12 September 2008 alle 22:30
Nulla di nuovo Sergio.
Tanti nostri connazionali all’estero, d’altronde, votano già da tempo nelle elezioni amministrative del Comune nel quale lavorano.
Il problema si pone evidentemente per la concessione o meno del diritto di voto agli immigrati extracomunitari.
Categoria che fino a pochissimo tempo fa, è bene ricordarlo, comprendeva quei numerosissimi cittadini dell’est da lei citati.
Saluti
Sergio Fornasini dice:
Saturday, 13 September 2008 alle 13:43
Tutto vero caro Dean, peccato che i politici (tutti) quando parlano di questa materia ignorino (volutamente o per ignoranza?) le norme già in vigore. Non parlano mai di modifica estensiva alla vigente legislazione per concedere il voto alle amministrative anche ai cittadini extracomunitari. Ed i mezzi di informazione se ne guardano bene dal far notare questa leggera discrepanza, con il solito spirito servizievole è da tempo che non fanno più informazione ma solo da megafono.
Oddio poi la discrepanza non è proprio leggera, sul nostro territorio ci sono già 1.077.953 potenziali nuovi elettori alle amministrative, secondo i dati ISTAT.
DeanKeaton dice:
Sunday, 14 September 2008 alle 12:51
Sergio.
Non credo che i nostri politici siano così ignoranti in materia.
Semplicemente Uòlter deve mostrare che il Pd “cares about” i diritti dei più deboli; i leghisti, d’altro canto, dichiarano che sono così duri e puri che il voto, fosse per loro, non lo concederebbero neppure a chi abita sotto la linea del Po, mentre Fini è impegnato da tempo nel tentativo di mondarsi da chissà quale peccato originale.
In una parola: propaganda.
In fondo anche loro avranno un amico italiano che risiede, per esempio, in Germania e vota da anni per il Bürgermeister di turno.
L’unico che mi lascia perplesso con le sue dichiarazioni è Gasparri. Poi ci penso, mi dico “è Gasparri” e passo oltre.
Saluti