Furbetti. Le banche regalano 55 milioni a Gnutti. E Fiorani attacca Chicco: "Le scalata fu un'idea dei bresciani"

Tuesday, 29 July 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

55 milioni 828 mila e 850 euro di debiti. Cancellati, con un colpo di penna e una letterina di corredo. E poi criticano le banche: se vogliono gli istituti di credito riescono a mandarti veramente sul lastrico, ma se non lo vogliono…allora è tutta un’altra musica.

Si pensi a Emilio “Chicco” Gnutti, il re dei “bresciani”, il simbolo della “razza padana”, il finanziere legato al caso Antonveneta, quello dei furbetti del quartierino. La Procura aveva chiesto il fallimento delle sue società Hi Spring e Fingruppo ma, in soccorso di Chicco, ecco arrivare le banche. Con tre lettere di rinuncia, che riporto sotto, hanno lasciato 55 milioni di euro.

La rivelazione è del bravissimo Stefano Elli, dalle colonne di “Plus24”, il settimanale del “Sole 24 Ore”, in un articolo dal titolo “Una ciambella per Gnutti. Le manovre e gli intrecci per evitare il fallimento di Fingruppo”.

Scrive Elli: “Sul fronte bancario l’esposizione complessiva bancaria ammonta a 451 milioni di cui 397 milioni su Fingruppo mentre 55,8 milioni su Hi Spring. Per quanto riguarda Hi Spring, dunque, le banche esposte (Lodi, Banca Agricola Mantovana, Popolare di Vicenza) hanno già rinunciato alle proprie esposizioni. (…) Dunque, se tutto andrà come pianificato – precisa Elli – Hi Spring e Fingruppo non conosceranno l’onta del fallimento. E di conseguenza, Hopa, scatola cinese dall’accento padano (che fa riferimento a Gnutti e soci, ndr) potrà tornare all’operatività con un altro nome, altri soci e un altro progetto industriale. 

E intanto Gnutti e Fiorani sono ai ferri corti. Ecco cosa scrive ancora Stefano Elli.

Nel linguaggio giuridico si definisce «chiamata del terzo in causa». E i terzi chiamati in causa da Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca popolare italiana sono ben 57 tra concertisti, amministratori, dirigenti sia della Popolare Italiana, sia di Hopa, sia di Fingruppo.
Fiorani, dunque, non ci sta a fare da capro espiatorio, a pagare come unico responsabile del disastro bancario successivo al tentativo di scalata alla Banca Antonveneta e delle altre operazioni che hanno danneggiato la banca. Va detto che nell’atto di citazione firmato dall’avvocato Matteo Rescigno, Fiorani non viene soltanto chiamato in causa per la questione Antonveneta, ma per altre problematiche che si sono succedute nel tempo: a cominciare dalla scalata alla Banca Popolare di Crema (condotta secondo la Procura con metodi analoghi rispetto a quelli usati nell’Opa padovana). La chiamata in causa di Emilio Gnutti tuttavia riguarda esclusivamente quest’ultimo aspetto oltre all’esame del ruolo e delle eventuali responsabilità sue e degli altri 31 bresciani che avrebbero partecipato alla scalata alla banca patavina.

Su questo punto Fiorani dice chiaro e tondo che costoro sarebbero da considerare come gli «esclusivi responsabili, ovvero in subordine, responsabili in via concorrente o in ulteriore estremo subordine, tenuti a garantire Fiorani in relazione ai danni richiesti nel giudizio (82.664.944 euro) per l’operazione Antonveneta».

In altri termini Fiorani dice per la prima volta che la scalata è stata un’idea dei bresciani. Cui in seguito si aggregarono altri attori come Stefano Ricucci e altri.

D’altra parte Gnutti ha risposto alla chiamata di Fiorani con una comparsa firmata dagli avvocati Pierluigi Tirale, Maria Valente ed Emilia Claudia Cornalba nella quale si chiede di dichiarare inammissibile la chiamata in causa di Fiorani, di dichiarare nullo l’atto di citazione per assoluta indeterminatezza della richiesta e di respingere tutte le domande proposte nei confronti di Gnutti e in ogni caso di condannare Fiorani al pagamento delle spese del giudizio.
A decidere sull’esito litigioso di quello che era apparso come un inossidabile sodalizio d’affari sarà il Tribunale di Lodi.

(Nelle foto sotto le lettere delle banche di rinuncia ai crediti verso le società di Gnutti. Sopra Emilio Gnutti a sinistra e Gianpiero Fiorani a destra)

 

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