Lettera di Gabriele Mastellarini a Franco Bechis (direttore di Italia Oggi)
Sunday, 29 June 2008Caro direttore,
leggo con particolare interesse il corsivo pubblicato da “Italia Oggi” nella prima pagina del 28 giugno. La ringrazio per aver puntato l’attenzione su un episodio che mi riguarda da vicino: non per me – grazie a Dio non ho bisogno di pubblicita’ ne’ di lavoro – ma per i lettori e per quanti sono interessati alle vicende giornalistiche nazionali.
Perche’ questo mestiere, caro direttore, non e’ rappresentato solo dalle firme e dalle facce note al grande pubblico, ma anche da chi – piu’ giovane e con tanta voglia di fare – vuol cercare di approcciarsi a questa fantastica professione, non per fini personali ma per rendere un servizio al lettore, al telespettatore.
Non staro’ a spiegarle le logiche interne alle aziende editoriali, ne’ vorro’ argomentare oltre sulle verita’ scritte sul mio personalissimo blog, liberamente accessibile. Voglio invece soffermarmi, un attimo, su cio’ che e’ accaduto dopo che la notizia della mia “sospensione sine die” dall’Espresso e’ divenuta di dominio pubblico. Niente, caro direttore, proprio niente, ad eccezione del colonnino su Italia Oggi e di una serie di telefonate e mail di solidarieta’ ricevute da tanti colleghi dell’intero arco giornalistico nazionale (dal manifesto a Libero, per intenderci, passando per il gruppo Espresso-Repubblica).
Dov’e’ finito l’Ordine, dov’e’ la Federazione, dove sono i comitati di redazione, dove le varie associazioni a tutela della libera stampa? E, soprattutto, dove sono i “travaglisti” sempre pronti (a ragione, sia chiaro) a chiedere spiegazioni quando i conti non tornano nel settore della stampa, invocando anche la parola regime?
Tutte domande sospese nel vuoto.
Un caro saluto.
Gabriele Mastellarini

enrix dice:
Sunday, 29 June 2008 alle 16:59
“Travaglio è l’idolo degli analfabeti che dello sfottò dei difetti fisici altrui ha fatto letteratura per cerebrolesi”
F.Facci, dal Giornale di oggi.
Giacomo dice:
Sunday, 29 June 2008 alle 17:34
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Decisamente un commento attinente all’argomento del post
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tequilero dice:
Sunday, 29 June 2008 alle 18:03
Facci è l’idolo dei dementi che dello scrivere di argmenti inutili per sviare dai contenuti altrui ha fatto letteratura per ritadati mentali.
Tequilero, dal blog di Mastellarini di oggi
DeanKeaton dice:
Sunday, 29 June 2008 alle 21:20
Salve Tequilero.
Sono sempre io. Facci non è un mio idolo, nel senso che gli idoli li ho messi in un cassetto dopo l’età adolescenziale, ma appartengo a quella categoria di persone che prima di giudicarlo lo legge. Anche quando esprime opinioni che non condivido sulla 194 e su Israele.
Ora. Devo considerarmi anch’io un demente che legge letteratura per ritardati mentali o posso, sempre con il suo permesso, liberamente stimare Facci, specialmente quando scrive di argomenti che la stampa italiana sembra aver paura di trattare, come ad esempio la carriera dell’On. Antonio Di Pietro?
Aspetto con ansia che ne parli un giorno il principe dei giornalisti attendibili. Tale Marco Travaglio. Magari che ci scriva due o tre libri. “L’odore del grano(inteso come cereale)” oppure “Se li conosci li trebbi”.
Saluti
tequilero dice:
Sunday, 29 June 2008 alle 22:50
Caro Dean,
ed invece io sarei un cerebroleso ed un analfabeta?
Era una battuta.
Nulla di più.
Oppure quelle espressioni le può utilizzare, senza il mio permesso, solo Facci?
Dimenticavo… facci è solo un uomo, travaglio un idolo e come tale possiamo insultare lui, chi legge i suoi libri e i suoi articoli.
Tanto se leggono travaglio vuol dire che non capiscono un caxxo e non si meritano altro.
Un caro saluto.
Arturo Zulawski dice:
Monday, 30 June 2008 alle 12:06
Se lo dice Facci -allora- va bene: letteratura per chi?
La domanda è ovvia: Facci critica Travaglio, ok. Ma lo legge pure?