ESCLUSIVO. LE CONFESSIONI DI LUCA TELESE (Il Giornale e La7). "Volevo entrare all'Unità per lavorare con Travaglio"; "Marco pagato per non scrivere a Repubblica"; "Gli ho detto che non ricordavo la sua data di nascita e si è divertito molto"; "Io e lui insieme costituiamo un chiasmo"; "Demenziale l'articolo di D'Avanzo contro Trav"; Sul PD: "Non ho cambiato idea su Veltroni è lui che è cambiato"
Wednesday, 27 August 2008Luca Telese, il giornalista di sinistra in forza al Giornale di Berlusconi, si confessa in esclusiva ai fan di Marco Travaglio…e non solo.
Cari Travaglisti,
Vi devo dire la verità, a me una delle cose che mi piaceva di più del progetto Unità se ci fossi entrato, era riuscire a stare in un giornale con Marco. E’ qualche anno che mi capita di litigare con i suoi detrattori di destra, e persino di sinistra (purtroppo ci sono, vedi il demenziale articolo di D’Avanzo e il memorabile titolo di Repubblica: “I fatti non sono la realtà”….). Io e lui, insieme, costituiamo, tecnicamente, “un chiasmo”. Ovvero: io un giornalista di sinistra che lavora a Il Giornale. Lui, con una provenienza di destra, a L’Unità. Non è un assurdo. Il problema non siamo noi due, ad essere fuori sesto, ma il modo in cui sono fatti i giornali oggi. In un paese normale, i giornali indipendenti farebbero a botte per assicurarsi un opinionista come lui. Ma in un paese in cui non c’è mercato, in cui gli editori sono prevalentemente palazzinari, o rappresentanti di partito (più o meno in incognito) viene criticato persino a l’Unità. Pazzesco. Marco è stato nell’organico di La Repubblica pagato per non scrivere!
Vedete, la vera differenza tra lui e certi pseudo-girotondini che millantano pose eroiche (uno che mi fa morire è Ricca, quando vedo il suo blog mi metto le mani nei capelli, un altro è FurioColumbus con i suoi allucinati articoli su Barigazzi), è che Marco – vedi Inciucio – nei suoi libri spara a 360 gradi, a destra e a sinistra, senza guardare in faccia a nessuno. Che ha talento da vendere e capacità di documentazione poderosa. Tutte cose che fanno impazzire i suoi critici improvvisati. Ho detto pubblicamente a Radio 24, che solo in Italia poteva essere criticato lui sul caso Schifani, e non Schifani (!).
Ho visto che qui qualcuno mi chiede conto dei miei articoli “feroci”, con Veltroni. Sono lì, come potete vedere, in rete. Ma non li considero “feroci”, piuttosto giustamente severi, dato quello che sta accadendo. E il ragionamento è questo: Veltroni è una grande delusione per molti progressisti, che si aspettavano da lui – non dico la rivoluzione bolscevica – ma che almeno qualcosa di sinistra potesse dirlo. Si è ammosciato, tutto qui. Ha negato la sconfitta. Ha messo su questa pagliacciata del governo ombra. Si è coltivato questa rovina che è la Binetti… Ha messo su una squadra di brocchi terrificanti fra cui la Madia sfavilla. Si è un pochettino “veltrusconato”, e questo per il nostro paese mi pare un danno devastante. Io ho una identità politica precisa – comunista italiano nel senso di Berlinguer – ma non ho una appartenenza a squadre politiche. Non solo: non credo che un giornalista debba averla. Ho pubblicato un anno fa una biografia di Veltroni (“Il piccolo principe”) nella mia collana, che era criticamente simpatizzante, se posso usare questo termine. ne ho scritta io stesso una su Cofferati, quando pensavo che potesse (vedi manifestazione articolo 18 ) rappresentare una alternativa agli inciucisti. Ha deluso (almeno me). Come Veltroni.
VELTRONI. I leader della sinistra post, dalla Bolognina ad oggi, hanno cambiato tutti idea come banderuole al vento. Tutti. Anche i migliori. Io non ho cambiato idea su Veltroni, è lui che è cambiato. Ma in termini tecnicamente politici. Volete un esempio? Nel 2001, quando l’Ulivo perde perché candida quel fesso di Rutelli (uno che giustamente Berlusconi voleva al posto di Bondi, a Forza Italia) e perché è stato così fesso da dividersi da Rifondazione, Veltroni vince a Roma – e lo teorizza! – perché dice: la sinistra vince solo se è tutta unita. E’ il Veltroni che parla di laicità, che dice di voler essere “kennedyano”, che dice che bisogna riscoprire le idealità. Bene. Dopo aver teorizzato tutto questo, fa esattamente quello che aveva criticato in Rutelli: manda a quel paese Rifondazione, ma anche – inspiegabilmente! – Socialisti e tutti gli altri. Voi direte: perché, ti piacciono i cespugli? Lo so, qui esprimo un’altra opinione che non va di moda. La sinistra ha vinto perché c’erano i cespugli. Ha vinto perché c’erano molte diverse varietà. Se uno segue Berlusconi sul terreno della monocultura finisce desertificato. E’ quello che sta accadendo. Così posso rispondere pure a quello che mi parlava dell’articolo su Berlusconi. Guardate che il predellino è una cosa alla Sarkozy. E’ un fatto tecnico, mica un complimento. A me Sarkozy non mi pare un genio, e fra l’altro pure lui porta i tacchi. Diciamo che prediligo Carlà.
E qui ritorno ancora ai miei pezzi sul Pd. Primo dicendo una cosa presuntuosa. Che il Pd partisse male, anzi malissimo, l’ho capito molto prima. Diciamo che dentro di me (pur avendo una grandissima simpatia umana per Walter, e persino dei legami umani “indiretti”) ho capito che Veltroni non avrebbe fatto nulla di quello che ci si aspettava da lui (non la rivoluzione, ripeto, ma qualcosa di “Veltroniano”) dopo aver pubblicato nella mia collana la famosa biografia “criticamente simpatizzante”. Poi è venuto la squallida assemblea di Assago (leggetevi la cronaca), in cui già annunciava che voleva buttare a mare tutti e correre da solo. Poi è venuta la scelta camomillosa e partitica di Franceschini numero due (già la Bindi sarebbe stata tutta un’altra cosa), già c’erano state le primarie taroccate per fare tabula rasa (sempre alla voce unanimismo: persino l’un per cento di Adinolfi dava fastidio). Poi c’è stata la scelta fallimentare dell’orrido Bettini come numero due del Pd. Poi c’è stata la coglionata di candidare Rutelli a Roma. Poi ci sono state le liste (Madia Calearo, do you remember?). Questo è semplicemente giornalismo. Credevo che fossero delle sciocchezze, ho scritto perché, quello che non solo io avevo profetizzato (non ci voleva nostradamus) si è facilmente realizzato. Se tu candidi quello della confindustria del veneto che nega l’aumento agli operai e ha la suoneria di Forza Italia sul telefonino (sempre Calearo!) poi ti stupisci che gli operai non ti votino? Io no. Ma le elezioni sono andate molto peggio di quanto lo stesso Walter e i suoi non pensassero. E l’onorevole sconfitta preventivata (altro errore) è diventata una caporetto. Il veltrusconi (eccome se esiste, vedi idea di sbarramento alle europee) è un’altra fesseria storica. Che cosa dovrei dire, che sono paraculate? No, e infatti penso e scrivo il contrario. E sono così appassionato (ma potete benissimo leggere incazzato), proprio perché vorrei che la sinistra vincesse prima dei prossimi cento anni (se non altro per il bene di mio figlio Enrico). In tutto questo qualcuno qui mi dice: ma perché scrivi soprattutto di sinistra? Perché tutti i giornalisti politici hanno una specializzazione (io, almeno per ora, non sono un editorialista) e la mia è quella: è come dire a uno che fa il dentista perché non fa anche trapianti. Forse sono persino in grado, ma prima ancora dei problemi di indirizzo, c’è questa divisione di ruoli che non è decisa da me (altrimenti sarei direttore).
Però voglio rispondere chiaramente a chi mi dice: come, ti dici “libero”, e poi sul giornale non scrivi un editoriale contro Berlusconi? Ma guardate che nemmeno Marco, su L’unità scrive contro Fassino. per aver detto, in una assemblea girotondina, che quelli di D’Alema erano “entrati con le pezze al culo a Palazzo Chigi e usciti ricchi”, il gruppo dei Ds (Cuperlo, Violante, Caldarola e altri) minacciarono di togliere il finanziamento pubblico a l’Unità!. Non perché lui lo avesse scritto su quel giornale, ma perché lui lo aveva detto da libero cittadino, e però scriveva anche su quel giornale. Tra parentesi: queste cose le ho raccontate, ad esempio con interviste a Marco, su Il Giornale. Questo vuol dire che serve più coraggio? Che bisogna andare a sparare ai censori? No, perché nessun giornalista è in grado di pubblicarsi un pezzo da solo. Però con il proprio lavoro si può crescere, e contrattare condizioni sempre migliori. E poi, siccome la realtà è complessa, ci sono cose (ma immagino che succeda anche per il vostro lavoro) che a volte vorresti scrivere e non puoi, a volte non potresti scrivere e le scrivi lo stesso, che a volte ti fermano e che a volte invece finiscono in pagina non si sa come. Attenzione: non solo al Giornale. In tutti i giornali. Non mi piace appuntarmi medaglie sul petto, non lo faccio, chi vuole legge e giudica. Però vi racconto un solo aneddoto. Ho avuto grande simpatia su Cofferati, e ho avuto da cronista, il giusto necessario a capire che (ben prima del 23 marzo) stava diventando un fenomeno. Era un outsider, nessuno sapeva tutto di lui. Propongo a Belpietro di scrivere una biografia a puntate su Il Giornale (!). Accetta (!!!). Perché? Perché Maurizio è meno prevedibile di quanto non si pensi, perché ogni giornale vuole avere qualcosa di diverso. Dopo le prime quattro puntate (piene di notizie, non di opinioni) i lettori de Il Giornale erano imbufaliti. Telefonavano e dicevano: bastaaaaa! (forse avevano ragione loro). Su Il Barbiere della sera esce un pezzo che raccoglie tutte le incredibili voci che circolavano in proposito. Era estate. Le vendite del giornale erano incredibilmente in aumento, di 5 10 mila copie (non certo per quella biografia, credo), ma Belpietro si è fatto scaramantico: “E se ci fossero lettori di sinistra incuriositi?”. Allora mi fa: “Quante puntate avevi preparato?”. E io: “Otto”. E lui: “Allora fanne venti”. Sapete quante ne ho scritte, alla fine? Quasi trenta.
Questo per dire che nulla è scritto, e che malgrado tutto, i lettori hanno una forza incredibile. E poi c’è il caso. Magari compravano il giornale per il cruciverba. E un cruciverba ha garantito questa operazione “apologetica” di Cofferati (!!!!) fatta da Il Giornale. L’Espresso mi prese pure per culo definendomi: l’OMBRA CINESE”. Qualche cirtuello scrisse che Cofferati piaceva a Berlusconi. Tutte puttanate, come si è visto. Questo mestiere funziona così, come la politica secondo Rino Formica: sangue e merda. Ma anche fortuna. Fatemi sapere.
Io ho sempre fatto analisi pessimistiche – anche qui tecnicamente – sul Pd. Ho scritto addirittura che secondo me hanno iniziato a perdere colpi nel 1989. Io dal 1989 ho votato – anche questo è noto – Rifondazione, e poi (Sob!) Sinistra arcobaleno. Ma non è una valutazione influenzata dalle idee politiche quella che il 33 zerovirgola del Pd sia un risultato da suicidio. Anzi: solo dei media addomesticati possono ignorare che – dal punto di vista strettamente algebrico – è il peggior risultato della sinistra dal dopoguerra ad oggi!.


Fabrizio dice:
Wednesday, 27 August 2008 alle 01:02
Un altro che si è montato la testa, dopo aver fatto con “Cuori neri” il riassunto di tutta la pubblicistica di destra sull’argomento.
Roberto Morelli dice:
Wednesday, 27 August 2008 alle 12:42
Correttezza vorrebbe che tu linkassi la pagina del forum dalla quale hai copiato uintegralmente gli interventi di Telese.
Correttezza vorrebbe…
Sei sempre il solito.
R.M.
Morelli? Chi? Il censore? Ah si, ora ricordo
gm
Paolo Rossi dice:
Wednesday, 27 August 2008 alle 13:25
Caro Fabrizio
Cuori Neri a mio avviso è un ottimo libro, molto ben documentato e non è affatto il riassunto di tutta la pubblicistica di destra sull’argomento. Certo non è tutto nuovo e inedito, ma da conoscitore (di sinistra, ti assicuro) della storia della destra italiana, in Cuori Neri ho trovato tantissime cose di cui non avevo letto nulla, nemmeno nelle lunghissime mattine passate alla Biblioteca nazionale per documentarmi sulla materia per ragioni di studio.
Scusami se te lo dico, ma il tuo giudizio è un po’ improvvisato.
PS Caro Mastellarini, permettimi ma a prescindere dal tuo giudizio personale su Morelli, dovresti sapere che le fonti vanno citate integralmente
Fabrizio dice:
Wednesday, 27 August 2008 alle 14:11
Scusami se te lo dico, caro Rossi, ma era il mio mondo, e lo conoscevo bene (libri underground compresi), nelle più riposte sfumature.
Valentina dice:
Thursday, 28 August 2008 alle 21:30
Cosa c’è di “ESCLUSIVO” in ciò che Telese ha scritto in un forum pubblico?