Marcozero di Filippo Facci (versione integrale)

Thursday, 25 September 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

Questa è la versione integrale del pezzo di Filippo Facci uscito sul Giornale di oggi. Ringraziamo Facci per la citazione (ma, ti ripeto, non mi interessa che si parli di me, ma del blog che dà spazio anche ad altri collaboratori, tutto qui. E non vado in giro a elemosinare pubblicità occultà nè affiggo abusivamente manifesti. (g.mast.)

Questa sera ricomincia Annozero di Michele Santoro, programma che a parere di chi scrive ha saputo contemperare eccellente giornalismo e piazzate discretamente vergognose. Di trasmissioni del genere c’è comunque bisogno, data una certa puzza di conformismo che c’è in giro e visto che la nuova stagione non offre niente più del consueto, semmai di meno: Ballarò è diventato un programma quasi equilibrato (Giovanni Floris è un ragazzo sveglio) mentre sull’annichilente morte di 8 e mezzo, su La7, stendiamo una pietosa pashmina.

Ad Annozero torna in onda anche quello là, e siamo al problema. Marco Travaglio, come presunto essere umano dotato di diritti civili, può essere ospite dove gli riesca e nondimeno ospite fisso in quella Rai già pagata dal contribuente: il problema è che la sua funzione non è quella di un giornalista per come in tutto l’Occidente è inteso un giornalista, e non è quella di satiro per come in tutto l’Occidente è inteso eccetera, non è quella di un opinionista, di un comico, di un buffone, di un commerciante della propria merce, di un esponente politico dell’Italia dei Valori per cui apertamente tifa: Travaglio è tutte queste cose assieme, con in più la paraculata di rivendicare un ruolo o un altro secondo copione. Quale che sia, sarà un copione basato su delegittimazione, irrisione, distorsione, faziosità, in qualche caso autentiche falsità e cialtronate spolverate di un umorismo da Travaglino che non risparmia niente, tantomeno la derisione dei difetti fisici o l’appellativo di «lombrico» per la presidenza del Senato, per esempio.

Cui prodest? A Travaglio: giova a lui, presunto giornalista che nelle cause si difende reclamando il diritto di satira, che scrive libri copia&incolla che sono faldoni asciugati dell’amido giudiziario, e fa spettacolini teatrali, scrive articoli-requisitoria, soprattutto propone e ripropone un cabaret che denota l’ulteriore ricerca di un pubblico sempre più basico, abbassando ogni volta l’asticella: il punto di riferimento, anche economico, resta Beppe Grillo, altro che Montanelli. Lui non si cura d’esser considerarlo (dai colleghi) un piccolo mercante interessato solo a vendere dei prodotti commisurati a un target. Non si cura neppure, e tantomeno lo fa Michele Santoro, che in fondo dovrebbe esser considerato anche un esponente politico a tutti gli effetti: sta con Di Pietro, ha votato Di Pietro, sostiene Di Pietro, ha partecipato alla festa del partito di Di Pietro, mai una volta ha criticato Di Pietro. Se altri facessero le stesse cose sarebbero additati come servi, se avessero delle fonti univoche come le ha Travaglio (magistrati, alcuni soprattutto) sarebbero ribattezzati come addetti stampa.

Certi schemi del resto li abbiamo già raccontati: citazioni di verbali o sentenze indipendentemente dal loro esito, enfasi o amido secondo comodità, invenzione di status giuridici inesistenti, semplificazioni brutali di «verità» che sono pura propaganda: il tutto in un soliloquio indisturbato di un quarto d’ora (più interventi vari) cui manca solo l’occhio di bue. Il punto non è neanche tanto l’assenza di contraddittorio: non si tratta di contraddirlo, ma di perder tempo ogni volta per riordinare una straordinaria quantità di asserzioni sbrigative o false o omissive indi tornare, infine, al punto in cui era rimasta una discussione che si voglia seria, utile, appunto un servizio. Abbiamo già raccontato anche tutte le scemenze e le omissioni in cui Travaglio era incorso nell’ultimo scorcio di Annozero: Roberto Castelli che lo smentisce in diretta, spiegandogli che lui, diversamente da come Travaglio aveva scritto in articoli e libri, non era mai stato condannato per nessun reato; le lezioni di diritto elementare impartitegli dal sindaco di Verona Flavio Tosi, il quale gli spiegò la mera differenza tra corruzione e finanziamento illecito dei partiti e poi l’informò che lui era incensurato anche se il documentato Travaglio non lo sapeva; le omissioni e inesattezze a proposito delle condanne subite da Travaglio per diffamazione, ricordate dal collega Gabriele Mastellarini prima di essere congedato dall’Espresso. Eccetera.

Ora si avvia a ricominciare, e le premesse sono tutte in un’intervista che Travaglio ha rilasciato alla Stampa di domenica scorsa: Vespa non è neanche un giornalista, all’estero non lavorerebbe, l’attentato a Maurizio Costanzo è legato alla sua mancata adesione a Forza Italia (che nacque a suon di bombe perchè sollecitata dalla mafia) e Riotta è solo un servo, Floris un piccolo Vespa, Mentana un battutista, mentre «Santoro e io facciamo nomi e cognomi, e il potere ci odia».

Aspettando l’ambulanza, da questa sera lo scarabeo stercorario ricomincerà la sua attività pro domo sua (anticipiamo la sua versione: il disastro Alitalia è colpa di Berlusconi) e ovviamente farà orecchie da mercante rispetto alla spaventosa lezione che gli è stata impartita prima dell’estate, quando il vicedirettore di Repubblica Giuseppe D’Avanzo, ricorderete, con finta noncuranza citò un’intercettazione telefonica dalla quale si apprendeva che Travaglio nei primi anni Duemila era andato in vacanza con certo Pippo Ciuro, un poliziotto poi condannato per favoreggiamento del mafioso Michele Aiello, a sua volta prestanome di Bernardo Provenzano. Il residence della vacanza, in Sicilia, era stato consigliato proprio da questo Ciuro, a cui Travaglio si era rivolto anche per avere uno sconto. Le rispettive famiglie si frequentarono appunto durante quelle vacanze, si scambiarono caffettiere e cuscini e generi di conforto. Com’è finita quella storia? Vediamo.

Non un personaggio da niente, questo Ciuro: il senatore diessino Massimo Brutti, consigliato dai pm antimafia Antonio Ingroia e di Gian Carlo Caselli, raccomandò Ciuro per entrare nel Sismi. Lo stesso Brutti ha ammesso la circostanza, sostenendo che il maresciallo gli era stato presentato come persona perbene da magistrati di provata fede antimafia.

Ma a parte questo, la sostanza è che Travaglio all’inizio dell’estate scorsa si ritrovò vittima dei suoi stessi metodi: dopo aver accusato Renato Schifani d’aver frequentato delle persone poi inquisite per mafia 18 anni dopo (circostanza nota e chiarita da tempo, ma rilanciata come una primizia) Travaglio improvvisamente diventava ufficialmente il frequentatore di una persona che, pochi mesi dopo quella vacanza e non 18 anni dopo, era stata arrestata per favoreggiamento mafioso. A complicare tutto, un’accusa improbabile: che l’intera vacanza di Travaglio fosse stata pagata dal succitato mafioso Michele Aiello. L’avvocato di quest’ultimo oltretutto confermò l’accusa al Corriere della Sera: «Posso solo dire che l’ingegner Aiello conferma che a suo tempo fece la cortesia a Ciuro di pagare un soggiorno per un giornalista in un albergo di Altavilla Milicia. In un secondo momento, l’ingegnere ha poi saputo che si trattava di Travaglio».

Un pasticcio improbabile, come detto, e neanche troppo interessante: si può credere che di certa mafiosità dei suoi interlocutori Travaglio non avesse la minima conoscenza. Nessun personale dubbio, su questo. Lui conobbe Ciuro a Palermo, quando quest’ultimo lavorava alla polizia giudiziaria antimafia: dopodichè, come detto, fu appunto lui che nel 2002 gli consigliò un hotel di amici suoi a Trabia, e l’anno dopo un residence di Altavilla Milicia, il Golden Hill.

Travaglio, pur non richiesto, di recente ha mostrato tutte le ricevute del caso: i pagamenti per le vacanze dell’agosto 2002 all’Hotel Torre Artale (fotocopia dell’assegno ed estratto conto della carta di credito) e poi l’assegno dell’anno dopo pagato alla poprietaria del villino dove aveva soggiornato con la famiglia. In quest’ultimo caso pagò molto poco, ma l’anno prima era stato un salasso: «Al momento di pagare il conto», ha scritto Travaglio, «mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato, cosa che poi non avvenne».

Certo che non avvenne. Infatti l’assegno del 2002 pubblicato da Travaglio (che l’ha messo in rete) ha sul retro, a ben guardare, una girata fatta col timbro della Santa Margherita srl: una società, basta verificarlo, che era in amministrazione giudiziaria per mafia. Il residence dove stava Travaglio, cioè, era sotto sequestro dal 2000 contestualmente all’arresto del costruttore Rosario Alfano, processato per concorso esterno e riciclaggio. Per il riciclaggio Alfano è stato assolto, con conseguente restituzione dei beni; per il concorso esterno in associazione mafiosa, invece, è stato condannato a sei anni in primo grado.

Marco Travaglio, detta in un certo modo, è l’uomo più sfigato del mondo. Sfortuna volle, cioè, che abbia soggiornato in un albergo mentre questo era posto sotto sequestro per vicende di mafia; sfortuna volle che a consigliarglielo sia stato un tizio successivamente condannato per favoreggiamento mafioso, questo Ciuro che gli aveva parlato di un hotel di amici suoi; sfortuna volle, infine e logicamente, che Travaglio sia infine incappato non nei proprietari dell’hotel già amici del suo amico (quelli che avrebbero potuto fargli uno sconto, tutti condannati per mafia) ma in un commissario giudiziario che secondo Travaglio raddoppiò i preventivi. Chiaro che l’amico Ciuro non sia riuscito a sistemare il problema del conto: aveva a che fare con un Amministratore Giudiziario. Travaglio pagò una cifra attorno ai dieci milioni di lire, e Ciuro in effetti non potè farci nulla: ma ecco, gli consigliò la vacanza dell’anno dopo. Per la quale, con assegno numero 303198299, in data 21 agosto 2003, Travaglio pagò la bellezza di 1000 euro. Per un villino. Per una vacanza. Per lui e per tutta la famiglia.

Detta in un altro modo, ad Annozero di questa sera tornerà a moraleggiare, pagato dal contribuente, un signore che nel 2002 è andato in vacanza in un residence siciliano su consiglio e in compagnia di un favoreggiatore di un mafioso, che era prestanome di un secondo mafioso (certo Bernardo Provenzano) e tutto questo nell’hotel, sequestrato, di un terzo mafioso. Sono cose che possono succedere; sono cose su cui un Travaglio inbastirebbe un canaio spaventoso. Ricordateglielo, quando ricomincerà a farci la morale.

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  1. Razan dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 15:10

    Detta in un altro modo, in Italia è tornato a governare, pagato dagli italiani, un signore che nel 1978 si è iscritto alla loggia massonica P2 (tessera n°1816) e ha tenuto un mafioso in casa per dueanni: dal 1976 al 1978 (Vittorio Mangano).Sono cosa che possono succedere; sono cose su cui un Berlusconi inbastirebbe un canaio spaventoso. Ricordateglielo, quando ricomincerà a farci la morale

  2. scraccino dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 16:11

    mi dispiace deluderla, caro Mastellarini, ma le consiglio di acquistare l’edizione cartacea de “il giornale” per vedere che, magicamente, il suo nome è scomparso e che tutto il pezzo che lei ha messo in grassetto non è presente…
    Mi faccia sapere…pagina 15

    Lo sapevo, Facci dice che hanno tagliato il mio nome e non ho modo di dubitare. Lui stesso ha pubblicato questa versione sul blog macchianera e testimonia la sua buona fede. In questo devo delle scuse al collega monzese

  3. emanuele dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 17:16

    il tuo blog, Mastellarini, iniziava a piacermi… il fatto che tu cancelli liberamente i miei commenti, un po’ meno…

    hai dato del drogato a un collega…

  4. emanuele dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 17:33

    togliendo quella frase li’ il resto e’ accettabile? Comunque faccio notare che lui puo’ comunque dare del bugiardo a chi gli pare, e pure mandare a f*****o chi gli pare (ricordi cosa disse dei “grillini”? – non sono un grillino come dice lui, ma quel suo atteggiamento mi brucia ancora nelle vene..)

    comunque sorry per aver esagerato i termini, ma a volte mi scappa

    il resto poteva essere accettabile…

  5. tequilero dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 18:21

    Perchè Facci se la prende tanto con Cuffaro?

  6. elzevirus dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 19:00

    Allora…..
    Mastellarini, io credo che tu sia una contraddizione continua. Attacchi Travaglio perchè prende per il culo tizio e caio, e tu lo prendi per il culo. Lo critichi perchè è caustico, i tuoi commenti su di lui lo sono. Lo accusi di attacchi preventivi e più di una volta hai dovuto rettificare quelli che tu gli hai fatto contro proprio perchè mossi non da fatti ma da un atteggiamento prevenuto.

    Io ho l’impressione che da un lato, forse, ce l’hai ancora con lui per come ti ha trattato (e qui posso anche darti ragione, però quanto tempo è passato ormai? Fattene una ragione, vi state sulle palle a vicenda, succede, non occorre che alimenti quotidianamente il tuo furore anti-travaglio). Dall’atro, però, fai un pò il furbone anche tu, perchè il tuo blog ormai viene letto proprio per via di questo monolitico e monotono battere sullo stesso tema: Travaglio si sbaglia, Travaglio il buffone, Travaglio il ricco, Travaglio la prima donna ecc, Travaglio il vile ecc. ecc.

    Un gioco che a me pare finalizzato solo per avere visibilità.
    E a me non piace.
    ciao

  7. Fabrizio Spinella dice:

    Thursday, 25 September 2008 alle 19:05

    Ma che partita d’azzardo, con gli spettatori che fanno il tifo. Mastellarini versus Travaglio, Facci versus Travaglio. Travaglio versus tutti (eccetto Di Pietro). E quel Razan “rataplan” che batte ancora la carica ai fantasmi… Non sa che anche il generale Dalla Chiesa si era affratellato nella Propaganda 2, con altri suoi onorati colleghi ufficiali. E la storia dello stalliere siciliano, elevato a rango di padrino… Rataplan rataplan.

  8. Gabriele Mastellarini dice:

    Friday, 26 September 2008 alle 01:03

    @ Elzeviro

    Credo sia giusto che qualcuno faccia provare a Travaglio il metodo Travaglio. Ma io ho piu’ classe di lui. E la classe, caro amico, non e’ acqua.

    ciao
    gm

  9. Gabriele Mastellarini dice:

    Friday, 26 September 2008 alle 01:05

    @ Fabrizio Spinella

    1) La P2 era una cosa seria.
    2) Trovo vergognoso che la Rai inviti Di Pietro in una trasmissione dove e’ opinionista Travaglio che ha pubblicamente dichiarato (presente anche su questo blog) il suo voto per Di PIetro e per l’Idv
    3) Mastellarini versus Travaglio? Non credo, lui non mi si fila, come diceva qualcuno
    4) Facci versus Travaglio? Solo vecchie ruggini, mi creda

    gm

  10. Razan dice:

    Friday, 26 September 2008 alle 12:45

    Scusi Gabriele, ma lei per chi ha votato? Se perassurdoha votato il Pdl non può andare in trasmissionidove ci sono esponenti del PDL?Questo discorso dovrebbe valere anche per Facci e company allora…Se lei per esempio ha votat Pdl ecritica il Pdl è un esempio della sua onestà e deontologia professionale

  11. diego dice:

    Friday, 26 September 2008 alle 18:13

    Manipolare la realtà dei fatti è molto facile, soprattutto x chi è un professionista della disinformazione come Facci.
    Sono convinto che Travaglio spesso esageri e non sottolinei abbastanza cosa si basa effettivamente su documenti certi, cosa su legittimi sospetti e cosa sull’intuizione basata sulla sua innegabile esperienza da cronista giudiziario. In ogni caso quel che è certo, è che Travaglio spesso sia l’unico o uno dei pochi a raccontare eventi sconcertanti che ormai quotidianamente affliggono e mortificano quel poco di democrazia che è rimasto nel nostro paese.
    Tanto per fare un’esempio, il modo vergognoso con cui il nostro presidente del consiglio e i suoi indecenti avvocati stanno ostacolando il corso del processo mills, è da paese sottosviluppato. Il processo, dove lui grazie al lodo Alfano è ormai fuori, si basa su prove inconfutabili ed è ormai vicino alla fine, solo che stanno facendo di tutto per far si che sopraggiunga la prescrizione prima della sentenza, in modo da salvare anche l’immagine del Berlusca che sarebbe di certo gravemente compromessa. Tutto ciò è di una chiarezza cristallina non solo per Travaglio e non lo capisce solo chi non lo vuole capire.
    Allora mi chiedo come mai Facci si occupa così ostinatamente di Travaglio invece di questa questione centrale e fondamentale della vita politica italiana? Non sarà forse perchè Mr. B. è casualmente proprio il suo editore?…….

  12. Fabrizio Spinella dice:

    Friday, 26 September 2008 alle 20:51

    Paese sottosviluppato? Ma “diego” ricorda la Francia di Mitterand e di Chirac, la rivendicazione di immunità alle alte cariche (Chirac docet)? La singolarità italiana è che fino all’entrata in politica di Berlusconi, nessun pubblico ministero aveva collezionato carte per accusarlo, i politici di ogni tendenza andavano a chiedergli sponsorizzazioni. Poi, quando personalità italiane ed europee, tra le quali il leader tedesco Khol, sollecitarono il dottor Berlusconi a “scendere in campo” per impedire che dopo “Mani Pulite” i comunisti avessero terreno libero per l’occupazione dello Stato italiano e che lo squilibrio italiano si riflettesse nella bilancia europea con effetti bizzarri (caduta l’URSS, il PCI e i suoi succedanei erano rimasti in piedi), si scatenò il diluvio contro di lui.
    Non c’è bisogno di Facci per saperlo. Ma Facci, che è smaliziato abbastanza, contribuisce a non farci prendere per i fondelli dalla cosiddetta “rivoluzione dipietrista” ordinata dall’equestre Borrelli previa autorizzazione del sepolcrale Scalfaro.
    Quando un giorno si ragionerà per fatti e non per odii, la vicenda politica italiana si vedrà sotto una nuova luce.

  13. diego dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 06:36

    Con rispetto parlando sig. Spinella la sua ricostruzione non mi convince, quantomeno ha delle imprecisioni evidenti, ma non metto in dubbio la buona fede.
    Nel 1990, e cioè ben 4 anni prima della sua “discesa in campo” la Corte d’appello di Venezia ritiene Silvio Berlusconi colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua affiliazione alla loggia massonica P2! Mica bruscolini…..
    Non viene comminata la pena per la sopraggiunta amnistia, ma Il solo fatto di essere stato un membro di “propaganda 2” e di aver giurato il falso davanti ai giudici, rende ai miei occhi Berlusconi (già da allora!) privo dei requisiti fondamentali per ricoprire qualsiasi incarico istituzionale. Se poi si vuole essere garantisti e obiettare che la partecipazione alla loggia massonica di Berlusconi sia non del tutto provata, non si può comunque far finta di nulla su quanto dichiarato da Gelli all’Indipendente nel febbraio 1996 a proposito del capo del governo: «Ha preso il nostro Piano di rinascita e lo ha copiato quasi tutto», roba da far rabbrividire!
    Riguardo quanto lei afferma sull’immunità alle alte cariche dello stato, avrei molto da dire, ma non lo faccio perchè non era quello il punto che avevo affrontato nel mio post precedente, lei ha frainteso. Ho detto molto chiaramente che Mr. B sta volontariamente intralciando il corso di un processo, che di fatto al momento non lo riguarda più. Il fantasioso tentativo di ricusazione del giudice (appena reiterato in cassazione) e la pretestuosa indisponibilità dei suoi avvocati a presentarsi in aula, non sono altro che subdoli mezzi per impedire al processo in cui mills è imputato di proseguire, in attesa ovviamente dell’immancabile prescrizione.
    Se lei ragiona sui fatti e non su pregiudizi come sembra sostenere nel suo post, deve riconoscere che il processo mills non è basato su un teorema di qualche toga rossa, ma su prove estremamente concrete. Berlusconi ha corrotto un testimone affinchè prestasse falsa testimonianza in un processo dove lui era chiamato a giudizio, questo ormai è un fatto evidente a prescindere dal lodo alfano e anche se interverrà la prescrizione del reato per mills.
    Che poi Il caro Silvio sia entrato in politica per salvarci dal pericolo comunista, e non per salvarsi dalle sue imminenti beghe giudiziarie o dalla bancarotta, fa parte di una annosa ed estenuante discussione sulla quale ognuno può pensare quello che vuole. Personalmente ritengo che l’interesse privato di Berlusconi, si è unito a quello di altri poteri molto più grandi del suo, poteri rappresentati da persone a cui non fregava assolutamente nulla della moralità del nostro “eroe”, ne tantomeno dell’interesse specifico degli italiani. Gli “sceriffi del mondo” notoriamente si sono serviti ovunque di ogni tipo di gaglioffo pur di perseguire i loro obiettivi e continuano a farlo….. Le considerazioni sulla storia del 900 del nostro paese e di molti altri non può prescindere mai da questa considerazione, comunque la si metta.
    Se poi anche si ritiene che gli interessi della cia e del governo americano abbiano davvero coinciso con i nostri (oggi come in tutto il dopoguerra), questo non deve distogliere dalla verità su chi sia realmente Silvio Berlusconi, sul perchè è entrato in politica e sulla questione centrale se abbia o meno i requisiti necessari per guidarci in un momento drammatico come questo.

  14. DeanKeaton dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 13:10

    Diego.
    Lei sa cosa sia l’amnistia?
    Ce n’è una definizione esatta perfino su Wikipedia.

    Saluti

  15. enrix dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 15:06

    A me la storia delle vacanze sicule, continua a divertire:

    http://cronachedallimbecillario.splinder.com/

  16. Sergio Fornasini dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 17:49

    Credo non sia proprio possibile parlare di condanna per falsa testimonianza a Berlusconi, se Diego vuole approfondire ho avuto già modo di trattarne in un commento a questo post

  17. Fabrizio Spinella dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 19:11

    Per il soddisfacimento di curiosità di vita e di cronaca. Della serie: siamo uomini di mondo. Il dottor Berlusconi non disse strictu sensu il “falso”, poiché aveva rimandato la tessera di “apprendista” (il grado più basso della dignità massonica) al mittente “gran maestro” Licio Gelli, ritenendola giustamente (e rinvenite la sottile ironia dell’uomo) inadeguata al suo status. Quindi, non si riteneva un iscritto (Gelli lo tenne comunque nella lista, che fu pubblicata depurata, poi vi dico un nome cancellato che circolò…). Ripeto: nella Propaganda 2 c’era il fior fiore (politico, economico, militare, intellettuale, …) della Nazione, comunque la si voglia vedere. Ugo Pecchioli aveva rapporti stabili, per conto del PCI, con i vertici piduisti dei Servizi di Sicurezza, che gli avevano messo a disposizione una garçonniere a Via del Babuino (chiedere a Cossiga e a Belluscio, please). Soltanto Maurizio Costanzo si pentì di aver fatto parte della Loggia, autodefinendosi un cretino. Fu lui a “lanciare” nel Corriere il “Piano Rinascita” (un manuale ispirato anche da settori avanzati dell’anticomunismo e della sicurezza pubblica e statuale, come è in una certa tradizione massonica che ancora continua), con una ampia intervista con Licio Gelli. Sbagliò a non premettere: “guardate, lettori, che io sono nello stesso sodalizio del commendatore, che è anche conte per decreto di Umberto II esule, e che è riverito dai capi di Stato esteri. Péron lo teneva in grande amicizia”. Costanzo preferì dunque autodefinirsi un “cretino”, dopo aver rovinato il povero Rizzoli con l’avventura costosissima de L’Occhio. Il dottor Berlusconi ha avuto più dignità, seppure nella omissione che egli stesso spiegò con l’aneddoto dell'”apprendista”. Nella storia della Prima Repubblica il dottor Berlusconi ha garantito aiuti finanziarii a tutti i partiti anticomunisti, per fronteggiare l’enorme capacità di propaganda del PCI foraggiata dall’Unione Sovietica in funzione di destabilizzazione dell’Italia e dell’Occidente. Non solo: su richiesta di Craxi, ha dato aiuti finanziarii a sostegno di cause di movimenti esteri (Palestinesi, Sudamericani, eccetera), i cui rapporti con lo Stato italiano dovevano essere mantenuti con una buona dose di autonomia e si spregiudicatezza per impedire operazioni antitaliane in un periodo difficilissimo.
    Voglio dire: il dottor Berlusconi è organico, da sempre, al mantenimento dell’equilibrio politico e statuale, per impedire derive radicali e totalitarie e minacce alla sicurezza nazionale. Di fronte a questi scenari, che le sfuggono perché legge resoconti e non analisi, e non si offenda, la prego, cosa vuole che siano, caro Diego, le minuzie processuali che lei cita, destinate com’è si è visto al cestino e forse a qualche nota a piè di pagina nei libri futuri?
    La sorte della democrazia, nella pratica liberale dell’Occidente, è affidata alla scelta della maggioranza. Stia tranquillo, caro Diego, da Berlusconi, figlio di un impiegato che diede il suo piccolo contributo alla causa antinazista, ci potremo aspettare magari improvvise pacche nel sedere ad una valletta a beneficio del gossip, piccole goliardie a beneficio delle cronache, manie dei capelli e del fisico (evviva un Presidente del Consiglio che non ci fa vergognare per come si veste e per come si presenta nelle assise internazionali), munificenze e liberalità per compiacere mogli di capi di Stato e per aiutare gli enti di beneficenza e gli ospedali, ma mai attentati alla nostra libertà e alle nostre proprietà, insidiate invece da poteri più riservati e quindi meno visibili che non toccano il culo alle vallette, che non fanno le corna nelle fotografie, che sono spilorci, ma che fottono l’umanità senza esporsi.
    (Questo avrei detto in un’aula di Tribunale, se fossi stato avvocato del dottor Berlusconi, presentandogli poi una parcella salata.)

  18. Fabrizio Spinella dice:

    Saturday, 27 September 2008 alle 19:13

    Scusate, ho dimenticato il nome che circolò: Maccanico.

  19. DeanKeaton dice:

    Sunday, 28 September 2008 alle 11:35

    La domenica, si sa, non può cominciare senza aver letto l’approfondimento di Scalfari su “Repubblica”: una dose di buon umore dopo le difficoltà della settimana lavorativa.
    E oggi il decano decantato del giornalismo italiano ci dona uno dei suoi pezzi migliori.

    Una puntatina su Alitalia, giusto per ribadire che si doveva vendere ad Air France senza se, nè ma.
    “Gran parte di queste gatte da pelare Padoa-Schioppa, ai suoi tempi, le aveva evitate: la gara internazionale ci fu, la proposta di Air France non prevedeva che lo Stato si accollasse i debiti, non c’era dunque bisogno di alcun prestito se si fosse firmato quell’accordo. Eppure ancora oggi Tremonti svillaneggia il suo predecessore perché secondo lui condusse malissimo quel negoziato il cui fallimento – è bene ripeterlo – fu dovuto all’azione congiunta del personale di volo e di Berlusconi”.

    Ma ecco che ritorna al suo cavallo di battaglia: insomma, com’è possibile che la luna di miele del Cavaliere con gli italiani continui e che il fenomeno Berlusconi sia così durevole?
    Ce lo spiega lui naturalmente.
    Mica niente di nuovo, si intende, ma è bene fare un ripassino.

    “Gli italiani sono un popolo di allocchi? Non più e non meno di tutti i popoli del mondo. Guardate alla campagna elettorale in corso negli Stati Uniti. Guardate a quella francese di un anno fa: può decidere una battuta, una foggia, un gossip, una promessa lanciata al momento giusto”.
    Mica due scelte a caso. Le culle della libertà e della democrazia. Come si permettono questi cittadini di non votare come vorrebbe il nostro saggio amico e tutta l’intellighenzia di sinistra? Allocchi che non siete altro! E pure in malafede perchè “gli individui di qualunque latitudine pensano innanzitutto alla propria felicità e si arrangiano per realizzarla. Poi, se hanno tempo e spazio, considerano anche la felicità del loro popolo, il bene comune”.
    Meno male che ci sono loro ad occuparsi degli ultimi e degli oppressi. Cinesi e cubani, per esempio, ringraziano.

    Anche perchè Scalfari scrive sul giornale dei migliori e lui mica si vergogna di dirlo.
    La luna di miele tra il Cavaliere e gli italiani “diventa strutturale o almeno così sembra. Come mai? Alcuni osservatori si sono posti il problema e hanno dato le loro risposte. In particolare su questo giornale che per sua natura e per la qualità dei suoi lettori è il più sensibile a queste questioni e forse il meglio attrezzato per affrontarle”.

    Ma Berlusconi ormai è parte della storia italiana moderna.
    “Non un fenomeno effimero ma durevole. Ce n’è stato più d’uno nella storia dell’Italia moderna. Alcuni di grande livello, altri di mediocre spessore, altri ancora pessimi. Cavour, Giolitti, De Gasperi appartengono alla prima categoria; Bettino Craxi alla seconda. Alla terza – quella dei pessimi – Benito Mussolini. Dove collochiamo l’attuale “premier”?
    Già. In quale categoria lo classificherà mai il nostro editorialista della domenica? Avete indovinato?
    “Secondo me Berlusconi va collocato a buon titolo tra i pessimi”.
    Lui e il Duce, insomma.

    Infine se ne va per la tangente. Tra marxismo e “società liquida” di Bauman. Niente di nuovo sotto il sole pure qui. Farina del suo sacco? Praticamente zero. Ma quando c’è da equiparare il Cavaliere ad un dittatore Scalfari non si tira indietro.
    “Di fronte a crisi globali lo Stato si ripropone come l’assicuratore di ultima istanza. Riassume i pieni poteri. Non tollera controlli. Semplifica. Spazza via gli ostacoli. Confisca i diritti che possono frenarlo. In una società globale e liquida il potere si identifica con i governi nazionali. Il nazionalismo torna ad essere preminente nelle scale valoriali. I fondi sovrani diventano strumento di potenza e volontà di potenza.
    Guardatevi intorno e vedrete che questa è la realtà che ci circonda. E per tornare ai casi nostri, di noi italiani, importa poco stabilire se il “format” berlusconiano sia una causa o un effetto, se sia duraturo o precario. Quel “format” c’è ed è all’opera da quindici anni. Non accenna a indebolirsi”.

    E meno male che c’è il nostro vecchio saggio con i suoi amichetti che ci guardano le spalle e sognano per noi un mondo migliore.
    “Sono molto affezionato ad un pre-giudizio che non mi impedisce di comprendere il diverso da me né di sognare e operare per una società dove i diritti e i doveri siano eguali per tutti e non ci sia solo tolleranza ma amore. In un mondo democraticamente ideale la tolleranza è offensiva rispetto all’amore e la tolleranza zero è una turpe bestemmia. Lo dicono anche i preti e questa volta sono d’accordo con loro”.
    Eccolo il nuovo (o vetusto?) asse “Repubblica”-“Famiglia Cristiana”. Proprio quello di cui sentivamo il bisogno.

    Bravo Eugenio. Un editoriale così una settimana prima delle Europee e potremo verificare se Forza Italia, pardon il PdL, è in grado di superare il 50% senza bisogno degli alleati.
    “Well done” direbbe McCain.
    O preferisce un “Chapeau” alla Sarkozy?

    L’articolo completo è qui sotto.
    http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/scalfari-settembre/regno-berlusconi/regno-berlusconi.html

    Saluti

  20. diego dice:

    Monday, 29 September 2008 alle 03:01

    Bene, bene…… è la prima volta che scrivo in questo blog, non ne conoscevo la “linea generale di pensiero” x così dire…, ma sto al gioco perchè mi sembrate tutti preparati.
    Intanto visto che vengo citato devo delle risposte.
    DeanKeaton so cos’è un’amnistia, ma l’estinsione del reato è un fatto giuridico e nello specifico una questione di opportunità politica. La riabilitazione morale è una cosa completamente diversa ed ha a che fare con i requisiti di cui parlavo prima.
    Sergio Fornasini, avevo già letto quel post e sono stato attento a non usare la parola “condannato”, ma aldilà dei tecnicismi l’opinione conclusiva della corte era chiarissima e l’amnistia non cambia la sostanza dei fatti. Ne ho fatto menzione solo x obiettare a chi diceva che nessun pm si era occupato di Mr. B. prima della sua “discesa in campo”.
    La storia della tessera rimandata indietro, per cortesia……. francamente fa sorridere! Oltre alle posizioni dei giudici ed otre a quanto appurato dalla commisione Anselmi, esiste anche la ratio umana….. Vi siete andati a vedere quante persone presenti nelle liste della p2 sono state negli anni, a diverso titolo, stretti collaboratori di Berlusconi?
    In ogni caso trovo l’opinione di Fabrizio Spinella una delle più stimolanti tra gli accaniti berlusconiani che ho conosciuto.
    Sono sincero, non mi piace il modo con cui lei sminuisce o distorce a suo comodo alcuni fatti, al fine di dimostrare le sue tesi. Tanto x cominciare (in un precedente post) lei cerca di sminuire la pericolosità dell’eversiva società segreta p2 dicendo: “Non sa che anche il generale Dalla Chiesa si era affratellato nella Propaganda 2?”. Non credo di doverle spiegare perchè il termine “affratellato” è ambiguo e fuorviante vero? E quello che a suo dire era un semplice stalliere, invece si occupava della sicurezza del berlusca e dei suoi figli. Non era un padrino ma un mafioso pluriomicida (con sentenze passate in giudicato), le sembra poco?
    Naturalmente io e lei abbiamo una visione della vita molto diversa, valori diversi soprattutto. Non si tratta di differenza tra resoconti e analisi politiche, probabilmente conosciamo gli stessi fatti, ma gli diamo significati opposti in relazione alla nostra scala di valori, tutto qua.
    Non se la prenda anche lei, senza offesa ma io la visione da buon samaritano che lei da di Berlusconi la trovo rivoltante, mentre ritengo degna di confronto la sua filosofia macchiavelliana che traspare fortemente dai suoi ragionamenti. Dica la verità, per lei il fine ultimo (presunto) di Berlusconi giustifica ampiamente i mezzi con cui lo persegue, chissene frega se ha mentito, se è sceso a patti con qualche criminale, se ha corrotto testimoni, giudici, politici e via dicendo, se ha amicizie mafiose e se viene riconosciuto come una macchietta un pò in tutto il mondo, se non peggio…..
    Per lei e quelli che la pensano come lei è un grande statista, colui che ci ha salvato dai comunisti che mangiano i bambini, il paladino della libertà che si oppone ai totalitarismi ed agli oppressori, insomma un grande uomo che tra 50 anni verrà riconosciuto come tale e fanculo a tutto il resto.
    Per me e quelli che la pensano come me invece è un uomo di una volgarità infinita, un uomo con un ego ipertrofico a cui interessano solo il potere ed i soldi, mentre se ne frega altamente del bene comune e del futuro del suo paese. Si definisce un liberale ma senza nessun titolo, la sua politica e tutto il contrario che liberale, a lui interessa solo la sua di libertà, quella di poter fare quel cavolo che gli pare a dispetto di tutto e di tutti.
    Al contrario di lei Fabrizio Spinella, sono convinto che quello che si scriverà nei libri di storia su Berlusconi sarà tutt’ altro che lusinghiero.
    Non sono un comunista, non ho mai votato partiti legati ad un’ideologia di sinistra, ne tantomeno sono un giustizialista, il mio giudizio si basa solo su ciò che ho potuto osservare e capire senza pregiudizio alcuno. Valori diversi come dicevo, o forse sono antropologicamente diverso come dice qualcuno…. ma fiero di esserlo.

  21. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 29 September 2008 alle 17:18

    No, non è lei Diego che è antropologicamente diverso. Lei appartiene alla massa delle persone normali, sintonizzate sull’onda media della vita e del pensiero. Spero che lei conosca il mondo del giornalismo (il più ipocrita e ben disposto a farsi solleticare dal potere, anche con denaro frusciante), il mondo dei veri dominii(che non è quello che lei vede in tv o di cui legge sui giornali), il mondo delle ragioni superiori (fondate sull’equilibrio armato e sulle dinamiche finanziarie più armate), il mondo delle idee fondamentali (veicolate attraverso le massonerie, le religioni, i trusts), il mondo dei reietti (variabile ciclica nella trasformazione degli equilibri tra le nazioni), ed abbia quindi la consapevolezza che a gestire il potere statuale e a fronteggiare le complessità del confronto non possono essere le tensioni moralistiche, l’indignazione fenomenale, gli assiomi suscitati dagli stati d’animo, dalle relative condizioni, dalle suggestioni da Libro Cuore. Il nostro (nostro, anche suo) Presidente del Consiglio non è né il male assoluto, né il male minore scelto dagli Italiani. Fatto è che a cicli la Santa Indignazione SpA sceglie i propri obbiettivi: ripercorra le cronache del preFascismo (gli attacchi a Giolitti, per non andare troppo lontano) e, poi, le cronache del dopo Fascismo (gli attacchi a Scelba, a Fanfani, eccetera), e capirà che tout retourne, tout se tient.
    Stia tranquillo, all’estero il nostro Presidente del Consiglio non è una macchietta. Questo lo lasci dire a Travaglio, che non è stato mai invitato ad un “tavolo” estero (né economico, né intellettuale, né mondano, né religioso, né politico) che conti, per conoscerne le opinioni. Sappia che in quel “tavolo”, l’Economist, tanto per citare il supercitato dai provinciali italiani, viene considerato solamente quando si devono veicolare “redazionali” a pagamento, nella logica di quegli aspetti che le ho sopra rappresentato e che lei potrà liberamente approfondire, ma non attraverso i libri, gli studi o i film di “casa Travaglio”.

  22. diego dice:

    Monday, 29 September 2008 alle 19:16

    Wow un’arringa degna di un grande principe del foro! Sono davvero colpito da cotanta arguzia e percezione sofisticata dell’esistenza. :))
    A parte gli scherzi, non me ne voglia Fabrizio, ma mi domando da quale pulpito Lei si arroga il diritto di impartire lezioni di saggezza e comprensione divina.
    Lei talvolta, con le sue argomentazioni, lascia quella sensazione sgradevole di interagire con chi aprioristicamente si ritiene dalla parte del giusto. La sua concezione del presente e del passato anche in proiezione futura, è quella di chi è convinto di avere una visione d’insieme della realtà superiore a quella altrui e non si capisce proprio il perchè. Io esterno opinioni, mi confronto sui fatti, cerco di ragionare prendendo in considerazione le diverse dimensioni della condizione umana, in definitiva mi esprimo ma non impartisco lezioni come fa lei. Il fatto che abbia un pensiero diverso dal suo, le fa concludere senza indugio che appartengo alla massa, in sostanza mi da dell’italiano medio, uno che basa i propri convincimenti sui resoconti di Travaglio e magari Grillo senza porre un’adeguato filtro, un mediocre diciamolo…. non arrivo a fare quelle connessioni che a lei permettono di pontificare ed insegnare dalla cima del trespolo.
    Cosa voglio dire con tutto ciò? Intendo semplicemente riavvolgere il nastro del discorso e ritornare al punto di partenza, ossia la scala di valori e quindi la personale filosofia di vita. I miei affini hanno abitualmente una concezione socratica dell’esistenza, le persone come lei e come il suo “eroe” tendono bensì ad una rappresentazione sofistica del pensiero.
    Forse non c’entra l’antropologia, ma ne è poi così sicuro?

  23. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 29 September 2008 alle 20:28

    Dalla cima del monte, l’insieme della realtà si vede meglio, perché ai piedi del monte i particolari ingannano. Rilegga “Cosi parlò…”. Non se la prenda, Diego, se avessi voluto farle (o darle) una lezione, non avrei usato un nom de plume, ma l’avrei invitata di persona da Babingthon a prendere un the. Per essere sofisticati, bisogna scendere agl’inferi e colloquiare con Pluto, lui sì antisofista, poi avere la forza di risalire a veder le stelle.
    Lei scrive, anonimo Diego, su un blog. Io sono meno anonimo di lei, perché firmo con un cognome, per così dire, “secondario”. Non sono un “accanito berlusconiano”, sono un “accanito provocatore”. I blog, come questo di Mastellarini, sono interessanti per chi, come me, usa la “specola”; fanno capire i pensieri correnti (perfino il suo, che si finge socratico, ed invece è aristofanesco in sedicesima: invece sono io ad usare la confutazione, metodo di Socrate, che, come sa, fu vittima del malevolo giudizio di Aristofane).
    Bisogna ringraziare Mastellarini, per questo, anche se il suo blog rischia di diventare noioso se si trasforma in “blog peripatetico”.
    Ci metta pure l’antropologia, se vuole, nel commento. Ormai, le varie scienze (le discipline) si fondono ormai e si confondono nella Dialettica. Quando ho mal di pancia, bevo siero di ricotta. Quando sono in battaglia, non mi faccio assalire dai dubbi di “Piero”. Per questo, capisco la condizione umana, forse meglio di lei, caro Diego, paziente a leggermi.

  24. diego rivera dice:

    Tuesday, 30 September 2008 alle 02:13

    Interessante il suo post caro Fabrizio,un bel rebus. Chissà se dal cucuzzolo della montagna non si intraveda anche l’ombra dell’Aquila.
    Dando seguito alla sua confutazione mi permetta di contraddirla sul quel gran commediografo di Aristofane, i cui biasimi colpirono Socrate solo nella funzione di amplificatore sociale.
    Non volendo Lei, nel tentativo malcelato di darmi del moralista dell’ultim’ora, mi fa un grande complimento con tale paragone. In fin dei conti la ragione ultima di quest’uomo non era diversa da quella di giganti del calibro di Socrate, Alcibiade, Protagora o Minosse, la cui eredità è parte del mio patrimonio.
    A proposito di Socrate, dalla cima del cucuzzolo dovrebbe scorgere la luna e non fissarsi sempre sul dito, si ricordi che egli aveva il massimo rispetto per la legge, che a suo dire non si deve infrangere in nessun caso. “La legge può essere criticata, ma non infranta: di fronte ad una legge ingiusta (o presunta tale) non bisogna infrangerla, ma bisogna battersi per farla cambiare.” Parole sue e per questo principio è andato anche a morire.
    Forse intervenire su questo blog fa parte della mia discesa agli inferi, ma non so dire se in Lei devo vedere più un Virgilio o un Caronte… In compenso le fiere ho ben presente chi sono, la mannaia dell’inquisizione “spagnola” sembra “albergare” nella mente di qualcuno, povero Travaglio qui può trovare pane per i suoi denti, altro che Tè. 🙂
    Per compiacerla mi firmo con un cognome non tanto secondario, saluti

  25. Fabrizio Spinella dice:

    Tuesday, 30 September 2008 alle 16:31

    Meglio Caronte (si faceva anche pagare per il passaggio in ferry-boat). Virgilio era un paraculo mantovano. Ma lei, per caso, si sente in uno zoo? L’impressione che ne ricavo, è di una grande afflizione. Mi sa che la traghetterò gratis.

  26. diego rivera dice:

    Tuesday, 30 September 2008 alle 19:32

    Direi più che altro in un manicomio, ma non mi rivolgo a lei ovviamente, altrimenti le avrei già dato ragione da un pezzo… Non si offenda il padrone di casa Mastellarini, ma questa è la sensazione dominante che avverto spaziando fra i vari blog di approfondimento politico. Non so (socraticamente) se uso la “specola” come lei, ma dove ci son troppe luci artificiali le stelle non si scrutano adeguatamente. Tanto nei blog di Grillo, Mastella, Di Pietro, Storace e via dicendo, quanto qui, i commentatori sono nella stragrande maggioranza dei burattini automatici preprogrammati, cioè artificiali. Le concedo comunque che è utile conoscere la programmazione corrente, spesso preferisco frequentare i “manicomi” piuttosto che i salotti buoni, anche perchè ad osservare certe signore ingioiellate riverire il pavone di turno, vien da pensare che non vi sia differenza alcuna.
    Ricavi pure l’impressione che crede Fabrizio, comunque grazie del passaggio.

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