Dal premier-spazzino al premier-massaia. I mille mestieri di Silvio Berlusconi
Saturday, 9 August 2008Gli metti una scopa fra i polpastrelli, e diventa un premier-spazzino, come l’altro giorno a Napoli. Gli piazzi un paio d’uova sul palmo della mano, come ieri a Roma mentre si fa un giro al mercato di Campo dei Fiori dove chiede «quanto costano? Un euro? Ecco, almeno le uova non hanno subito aumenti!», e si trasforma in un premier-massaia. Silvio Berlusconi è fatto così. E’ un premier multiuso e poli-funzionale.
Da premier-spazzino a premier-massaia, il salto è stato fulmineo, ma non spiazzante.
Silvio si presenta fra le bancarelle del mercato e spiega: «Sono venuto per aggiornarmi sui prezzi dei generi alimentari. Chiede: «Quanto costa un chilo di pomodori?». «Da un euro e mezzo a due euro», gli viene risposto. «Un po’cari», fa lui: «Ma forse, sono io che non ho più orecchio sui prezzi».
Una volta ha narrato: «Accompagnavo sempre mia mamma a fare la spesa. Lei era bravissima a scoprire i banchetti dove i prezzi sono più bassi. Così dovrebbero fare tutte le massaie».
Un intero paragrafo del libro Berlusconate di Pietro Criscuoli e Alessandro Corbi è dedicato a «I mille mestieri di Silvio». Ovvero il premier-operaio, il premier contadino («Anch ‘io ho raccolto patate, ho fatto la mietitura, ho dormito nelle stalle»), il premier-imprenditore, il premier-presentatore, il premier-cantante («Ora però lavoro cosi tanto che non riesco a finire il nuovo disco con Apicella», ha annunciato ieri), il premier-allenatore di calcio, il premier-missionario, il premier-intellettuale («Citerei Pascoli, se non mi prendessero in giro», disse il 31 luglio del 2001), il premier-scultore («Le sculture che fa per noi Pietro Cascella sono frutto di un lavoro comune.
Quello di un artista e di un committente stimolante ed esigente»), il premier-floricultore («Stofilmando i bulbaggi di molte piante») e via così.
Ora, il premier-massaia ha appena concluso il suo giro al mercato romano e commenta: «Dopo questa diagnosi sui prezzi attuali, ho verificato che che ci sono stati aumenti fino al trenta per cento. Sono l’effetto a cascata dell’incremento del prezzo del greggia, della benzina e dei trasporti». (tratto da Il Messaggero)

