Un ex "paninaro" alla guida dei musei italiani (e gli inglesi se la ridono)
Sunday, 30 November 2008Articolo del settimale inglese The Economist, tradotto da Gabriele Mastellarini per www.italiadallestero.info
SOTTO LE ARCATE
Un manager dalla Mc Donald’s prende il controllo del patrimonio culturale italiano
“Sono qui solo per aiutare” dichiara Mario Resca (nella foto). “Sono qui per servire il Paese”. Il suo problema è che gli è stato chiesto di servire cultura. E, per 12 anni, ha servito panini. Da pochi giorni l’ex capo della Mc Donald’s in Italia ha ricevuto l’incarico di seguire 3.600 tra musei e siti archeologici italiani. Il suo incontro con Sandro Bondi, Ministro della cultura del Governo di Silvio Berlusconi, ha sorpreso e diviso i massimi esponenti della cultura italiana.
Alcuni hanno accolto favorevolmente l’idea di un manager esperto in un campo che chiedeva a gran voce una migliore gestione. Il più conosciuto critico d’arte italiano, Vittorio Sgarbi, ha definito la scelta di Resca “molto positiva”. Ma il Consiglio Nazionale dei beni culturali ha preso le distanze dalla riorganizzazione del settore che ha prodotto questa nomina. “Dirigere un’azienda importante o i musei italiani non è la stessa cosa” ammette sdegnato Salvatore Settis, presidente del Consiglio Nazionale.
Resca ha ammesso di non essere esperto di arte o archeologia, ma fa notare che anche in altre circostanze ha avuto poche conoscenze iniziali di altri business successivamente seguiti. “Il mio ruolo non è sfidare gli specialisti, ma dare valore aggiunto” ha detto. Ma farlo senza scontrarsi con gli esperti potrebbe già rivelarsi difficile, dato che le esigenze di valorizzazione e conservazione [delle risorse culturali] sono contrastanti.
Il patrimonio culturale italiano è gestito male. Alcuni musei sono posti poco accoglienti e con pochi mezzi. Il più famoso, la Galleria degli Uffizi a Firenze, è solo al 21esimo posto della classifica mondiale 2007, con appena 1,6 milioni di visitatori. E anche altre strutture molto note non sono mantenute in maniera ottimale. Le rovine di Pompei hanno richiamato 2,6 milioni di visitatori nel 2007, ma il sito è in condizioni tali da aver costretto il Governo a dichiarare lo stato di emergenza.
La parola più importante, enfatizzata dal nuovo corso di Resca è “valorizzazione” [in italiano nel testo, N.d.T.] o valore aggiunto. “Ciò che vorrei fare è valorizzare quello che abbiamo e migliorare l’accoglienza dei visitatori. Dobbiamo proteggere ciò che abbiamo, ma dobbiamo anche attrarre più gente” dice Resca.
L’uso di parole come “valorizzare” e la descrizione del patrimonio culturale italiano come un “asset” difficilmente riusciranno a conquistare il favore dei critici. Ma potrebbero apprezzare l’entusiasmo del nuovo manager per il lavoro di gruppo e la sua riluttanza a definire un programma prima di aver ricevuto l’incarico. “Mi piace prima ascoltare” dice Resca.


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Sunday, 30 November 2008 alle 19:17
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Francesco B dice:
Sunday, 30 November 2008 alle 20:45
Noooooo, un articolo filogovernativo O_o
pellescura dice:
Sunday, 30 November 2008 alle 22:26
non vedo lo scandalo, a mali estremi estremi rimedi, se non otterrà risultati potremmo criticare. Sperando che la scelta non sia la solita cosa clientelare
all’italiana.
Tommaso Farina dice:
Monday, 1 December 2008 alle 12:36
Se davvero il patrimonio museale italiano è gestito molto male, non è che forse è colpa di questi “professionisti della cultura” che adesso fanno quadrato contro Resca e non lo vogliono al loro sacro cenacolo? Dopotutto, prima di Resca c’erano loro a mandare avanti la baracca…