Test medicina: l'Italia si spacca. Stesse prove annullate a Roma e Napoli, ma salve a Modena e Pescara

Monday, 28 July 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI, SENTENZE

A Roma e Napoli prove annullate, mentre resistono quelle di Pescara e Modena. (Nella foto, ragazzi impegnati a risolvere quiz rivelatisi errati).

di Gabriele Mastellarini per “Il Sole24Ore” Sanità”

Da Pescara e Bologna due sentenze importanti sui test per l’ammissione al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, svolti l’anno scorso. Il Tar del Lazio aveva annullato le prove sostenute all’Università “La Sapienza” di Roma, ma nei giorni scorsi dai Tar dell’Abruzzo e dell’Emilia Romagna sono arrivate due sentenze di contenuto completamente opposto che “salvano” le prove tenute negli Atenei di Chieti-Pescara e Modena-Reggio Emilia.

Tutto ruota attorno ai vituperati quesiti errati, contrassegnati dai numeri 71 e 79, annullati dal Ministero dell’Università e non validi per la valutazione complessiva, effettuata sulla base di 78 domande, anziché 80. Il Tar del Lazio arrivava a contestare altri tre quesiti e bocciava la commissione per non aver lasciato traccia della propria attività di predisposizione dei test («Si è bruciata dietro le navi», scrivevano i giudici parafrasando Cortés). Di tutt’altro avviso il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo (sede di Pescara, prima sezione, sentenza n. 641 del 3 luglio) che ritiene logica e coerente la scelta operata dalle Amministrazioni Pubbliche. «La scelta della commissione era l’unica possibile date le circostanze, onde evitare di dover ripetere le prove di esame, comportando non pochi inconvenienti anche per i candidati e avrebbe leso gli interessi pubblici ad un ordinato inizio dell’anno accademico», scrive Umberto Zuballi, presidente del collegio ed estensore della decisione. I giudici abruzzesi sostengono di «non ignorare» le pronunce di alcuni Tar di segno contrario (va aggiunto anche quello di Napoli, sentenza 871/2008), ma non le condivide. «La diminuzione del numero di quesiti rispetto a quelli inizialmente previsti assume rilievo indubbiamente minore e comunque consente di salvaguardare la par condicio» tra i vari candidati, spiega il Tribunale pescarese, rigettando il ricorso di un’aspirante dottoressa.

Identica sorte per cinque ragazzi bocciati alle prove di ammissione tenute presso l’Università di Modena, anche se il Tar dell’Emilia Romagna (decisione n. 3151 del 30 giugno) ha fatto un ragionamento diverso rispetto agli altri, scindendo i due quesiti. Relativamente al n. 79 «la disposta espunzione dal questionario» è ritenuta «necessaria, sicché sul punto la decisione dell’amministrazione appare ineccepibile». Ma sulla domanda n. 71, i giudici (prima sezione, presidente Piscitello, estensore Fina) non trovano legittima «la cancellazione della domanda dal questionario, ben potendo farsi ricorso a soluzioni più adeguate alla situazione determinatasi e più rispettose della buona fede dei candidati. In definitiva – si legge ancora nella sentenza del Tar di Bologna – l’errore commesso nella formulazione del quesito n. 71 non doveva necessariamente condurre alla sua eliminazione, tenuto conto che la possibilità di fornire due risposte esatte costituiva senza dubbio un vantaggio nella valutazione della domanda, ma non determinava un’anomalia di tale gravità da alterare il risultato della prova». Per ottenere l’annullamento dei test, i candidati dovevano aver risposto correttamente al quesito n. 71 e darne prova ai giudici. Non avendolo fatto, il loro ricorso è respinto. Ma, ormai è certo, sarà il Consiglio di Stato a dire la parola fine, con un giudizio (si spera) univoco.

Clicca QUI per l’articolo sulla sentenza del Tar Lazio.

Clicca per leggere le sentenze dei Tar di PescaraBologna e  Napoli.

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