TAGLI AI COSTI DELLA POLITICA. Tolta la scorta a Paolo Guzzanti (dopo 4 anni e mezzo). Lui sbotta: "Forse lascio l'Italia".

Monday, 1 September 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Paolo Guzzanti per Il Giornale

Prima che decidessero di togliermela, ero sotto scorta da quattro anni e mezzo. Il che vuol dire che in questo periodo di tempo non sono mai potuto uscire da solo con mia moglie, accompagnare i bambini a scuola da solo come tutti i papà, uscire senza averlo programmato per comprare un giornale o andare a trovare un amico o per fare qualsiasi cosa che non possa essere programmata con anticipo.

Vivere sotto scorta è un primo livello di arresti domiciliari: si rinuncia alla privacy e in compenso la tua famiglia diventa anche quella della tua scorta, di cui conosce tutti i caratteri umani i casi personali, e insomma si vive insieme con dei deliziosi sconosciuti che hanno sempre un’arma a portata di mano e con cui si diventa più che amici.

Vivere sotto scorta non è come avere l’auto blu. Non è un privilegio ma la certificazione che gli uffici che si occupano della sicurezza dopo l’assassinio di Marco Biagi hanno considerato la tua vita in pericolo. Ma la mia vita è in pericolo? Io questo non lo so ma se devo giudicare il fatto che dopo due anni di scorta la mia protezione fu aumentata al livello di quella del mio amico Ben Hur, ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, devo dedurre che qualcosa di concreto ci doveva essere.

D’altra parte chi conosce la storia di Alexander Litvinenko conosce anche il gruppo di e-mail che, nel giorno del suo omicidio, gli vennero fatte leggere al sushi bar di Piccadilly Circus in cui erano descritte dal signor Eugeni Limarev le circostanze dettagliate e le modalità che prevedevano fra l’altro il suo e il mio omicidio.

Oggi è di moda far finta che la Commissione Mitrokhin non sia esistita o che consistesse in qualcosa di losco, mentre invece posso e voglio affermare con orgoglio che il lavoro di quella Commissione è stato uno degli episodi più drammatici e più autentici della storia d’Italia degli ultimi venti anni. Io ho l’impressione che il motivo per cui quasi da un giorno all’altro mi è stata tolta la protezione armata, che mi aveva accompagnato per quasi duemila giorni, sia il motivo di sciatteria burocratica e di disordine politico e amministrativo.

Non voglio prendere in considerazione che coloro i quali si sono assunti una tale enorme responsabilità abbiano voluto dare anche un segnale ai moltissimi cui farebbe molto comodo – e all’ancor più numeroso gruppo di coloro ai quali farebbe semplicemente molto piacere – che io fossi fatto fuori.

Trovo poi un ignobile atto di scorrettezza istituzionale e di villaneria contro il Parlamento della Repubblica, che il prefetto di Roma abbia ritenuto di informarmi della cessazione della mia protezione armata nel corso del mese di agosto e senza contattarmi personalmente, come penso avrebbe pure dovuto fare il ministro degli Interni, che delle azioni del prefetto è responsabile, al quale chiederò immediatamente conto con una interrogazione urgente dei dettagliati e ben meditati motivi, completi della certificazione delle indagini svolte, che hanno condotto alla decisione di fare di me un bersaglio inerme.

Sto considerando seriamente, avendo tre bambini di 7, 5 e 2 anni di lasciare questo assurdo Paese che si chiama Italia per il quale è praticamente inutile compiere alcun sacrificio e correre rischi. Lo stato delle cose è questo: fra breve pubblicherò un ampio studio e relazione personale degli eventi degli ultimi dieci anni alla luce di ciò che il Kgb e i suoi agenti italiani hanno fatto e seguitano a fare al mio e ad altri Paesi. Sono convinto che il mio libro non sarà letto da molti ma sarà utile a coloro che hanno ancora a cuore le sorti di questa patria equivoca e sovente sciagurata.

Non faccio la vittima e spero che mai nessuno debba piangere per la decisione che è stata presa. Ma con la stessa chiarezza devo dire che ognuno deve prendersi le sue responsabilità e che il governo in carica, a cominciare dal suo ministro degli Interni, ma non solo, ha il dovere di valutare le conseguenze dei propri atti e giustificare in maniera completa e convincente il significato di azioni che allo stato attuale hanno un’immagine torbida e minacciosa. Questo Paese non ha bisogno di vittime, non ha bisogno di eroi, non ha bisogno di dietrologie, ha soltanto bisogno di quella dose minima di verità che agli italiani è in genere negata affinché la libertà di tutti sia protetta e garantita.

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  1. Francesco B. dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 14:51

    Ma questo qui aveva la scorta perchè sennò la gente lo linciava?

    Manco lui sa perchè aveva la scorta…

  2. tequilero dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 15:38

    Opinione personale.
    Non trovo mai divertente se viene tolta la scorta a qualcuno.
    Nella mia ingenuità penso che, evidentemente, ci fossero delle ottime ragione per averla.
    Che sia venuta meno questa esigenza nei confronti di Guzzanti mi pare strano, visto che continua a fare, dire e a scrivere sempre le stesse cose.
    E questo indipendente dal fatto che sia daccordo o meno sulle cose che ha fatto o che attualmente dice e che scrive.
    Saluti.

  3. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 16:06

    Ha un buon reddito, magari si può far prestare del denaro da sua figlia di primo letto Sabina la comica, stipendi una guardia del corpo (già lo Stato gli garantisce l’assistente parlamentare) e non scambi il tremito della propria coda per l’uragano Gustav.

  4. tequilero dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 16:45

    Fabrizio,
    di solito trovo i suoi post interessanti e divertenti.
    In questo caso, lo ammetto, non vi ho trovato nessuno dei due elementi.
    Compreso il riferimento alla figlia Sabina, quantomai inopportuno.
    Ma evidentemente con i Guzzanti va di moda indicarli come figli di… papà di…, quasi che non avessero una propria vita, una propria storia ed una propria personalità.
    Mi perdoni se, per stavolta, non la seguo sul filo della sua ironia.
    Saluti.

  5. Tommaso Farina dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 16:49

    Attenzione che i “costi della politica” stavolta non c’entrano. Le scorte sono disposte dalle autorità di pubblica sicurezza, prefetti & c.

  6. Gabriele Mastellarini dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 17:44

    Anch’io voglio la scorta per proteggermi da Tequilero
    gm

  7. paolo martocchia dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 17:54

    Infatti. Bravo Tommaso! Il problema è che i (grandi) cronisti non spiegano mai la differenza. Per cui nell’immaginario collettivo l’attenzione viene posta sempre sulla casta.

  8. tequilero dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 18:06

    Paura di prendere una sonora sbornia?
    Credimi GM quelle da Tequila (non dimeticare mai il sale e il limone) sono davvero ottime.
    Ripeto.
    Sarò ingenuo, stupido, tutto quello che volete.
    Ma sul togliere le scorte alle persone, di chiunque si tratti, non riesco a fare ironia.
    E tanto per non farmi mancare nulla, ho anche postato la mia solidarietà direttamente a Guzzanti, citando anche le facili ironie che ho trovato in rete sulla vicenda.
    Politicamente non convido quasi nulla con l’onorevole di Forza Italia, anzi su molte questioni sono lontano anni luce dalle sue idee, ma è una persona che apprezzo perchè certamente non è uno dei soliti yes man nei confronti del Leader, e se ha qualcosa da dire glielo lo dice sul muso ed in buon italiano.
    Saluti.

  9. DeanKeaton dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 21:53

    Io sto con Guzzanti. Punto.

  10. Fabrizio Spinella dice:

    Tuesday, 2 September 2008 alle 00:06

    Tequilero, nessuna ironia. Con la scorta (facciamo un solo agente), muoiono in due. Senza scorta, muore uno solo. Quando faceva le inchieste da grande cronista, toccando interessi pericolosi, Paolo Guzzanti aveva la scorta? Sì, del fotografo.

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