SPECIALE TRAVAGLIO A TRABIA/6. D'Avanzo (Repubblica) torna alla carica: "La sua difesa e' alquanto debole. Fa confusione. Da rintracciare anche i cedolini di pagamento del 2003"
Thursday, 11 September 2008di Giuseppe D’Avanzo per La Repubblica (forse ispirato da questo blog, che e’ stato il primo a dare la notizia…ma non siamo citati neanche qui. gmast)
Ricapitoliamo, una buona volta questo affare, le questioni che sono in discussione e i benedetti “fatti” che, per Marco Travaglio, dovrebbero farmi vergognare. Partiamo dai “fatti”. Travaglio non parla mai di Giuseppe Ciuro, come se la presenza di questo signore fosse marginale. Al contrario, è essenziale. E non per sostenere che l’integrità di Travaglio è compromessa dalle vacanze comuni con un infedele poliziotto poi definito da una sentenza “criminale” e condannato a quattro anni e mezzo di galera.
Quando vi ho fatto cenno in maggio, volevo dimostrare quanto fragile e pericoloso fosse un metodo di lavoro che – abusando della parola “verità” – declina la conoscenza di Schifani con un tizio, quattro anni dopo indagato per mafia, come prossimità alla mafia. Come mafiosità. Travaglio sembra non comprendere di che cosa voglio discutere. O forse non ne ha voglia. Gli interessa soltanto difendere se stesso (lo capisco) e insultare e invitare i suoi lettori a farlo (lo capisco meno).
Purtroppo anche la sua difesa, presentata come definitiva, come esaustiva, è alquanto debole, se si deve proprio parlarne. Cincischia un po’ sulle mie fonti. Fa confusione. Fa credere che la mia fonte sia l’avvocato di Michele Aiello. Chi lo ha mai detto o scritto? Ho scritto: “Marco [Travaglio] e Pippo [Ciuro] sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un’ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l’avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l’albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia”. E’ di tutta evidenza che l’avvocato di Aiello non è la mia fonte, nonostante gli sforzi di confondere le acque.
Ma queste, come direbbe Michele Santoro, sono “quisquilie”. Travaglio vuole dimostrare, “carta canta”, che si è pagato di tasca sue le sue vacanze siciliane. Travaglio tiene, soprattutto, a smentire una frase del mio articolo. Questa: “[Dice l’avvocato che] Aiello ha pagato l’albergo a Marco”. Con enfasi, annuncia dal suo sito: “Ho finalmente trovato l’assegno e l’estratto conto della carta di credito Diners con cui pagai il conto di quella vacanza all’hotel Torre Artale di Trabia. L’assegno, emesso il 19 agosto 2002 dal mio conto presso il San Paolo-Imi di Torino e poi negoziato dal Banco di Sicilia (che lo conservava nei suoi archivi di Palermo), ammonta a 2.526,70 euro. I restanti 2 mila euro li pagai con la carta Diners (versamento datato 18 agosto 2002)”.
Ora Travaglio sa – e lo ha ammesso – che con il “criminale” Giuseppe Ciuro ha trascorso una vacanza nel 2003.
Racconta al Corriere della Sera (15 maggio 2008): ” [L’anno successivo, mese di agosto del 2003] Andai con la famiglia per dieci giorni al residence Golden Hill di Trabìa [si confonde: il Golden è ad Altavilla Milicia] dove di solito alloggiavano Ciuro e Ingroia [è un pubblico ministero del pool di Palermo] e ci fu quella buffa storia dei cuscini poi finita nei brogliacci delle intercettazioni”. “Ma al Golden Hill chi pagò il conto?”, chiede il Corriere. Risponde Travaglio: “Io ho pagato la prima volta il doppio di quanto stabilito e per il residence ho saldato il conto con la proprietaria. Tutto di tasca mia, fino all’ultima lira e forse se cerco bene trovo pure le ricevute”.
E’ il saldo del soggiorno al Golden Hill, dunque, a dover essere confermato, se proprio si vuole. Perché l’avvocato di Aiello indica, come pagato dal suo assistito a vantaggio di Travaglio, il soggiorno al residence di Altavilla (2003) e non le vacanze all’Hotel Artale di Trabìa (2002). Dice infatti al Corriere (15 maggio 2008) l’avvocato Sergio Monaco, difensore di Aiello (e naturalmente le sue parole, come quelle di Aiello, non sono oro colato): “Posso solo dire che l’ingegner Aiello conferma che a suo tempo fece la cortesia a Ciuro di pagare un soggiorno per un giornalista in un albergo di Altavilla Milicia. In un secondo momento, l’ingegnere ha poi saputo che si trattava di Travaglio”.
Ora sono sicuro che Travaglio, come ha trovato i cedolini del pagamento del 2002, possa agevolmente rintracciare anche quelli dell’anno successivo. E’ quel che mi auguro perché Travaglio dovrebbe sapere, come lo so io, che vivere delle colpe altrui è un po’ “come vivere a spese altrui”.
Per vergognarsi c’è allora tempo. Più urgente è ragionare. Non di Aiello, ma di Ciuro e di un modello giornalistico.
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L’editoriale di Filippo Facci sul Giornale
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Una ricostruzione della vicenda
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Leggi i commenti dal blog di Travaglio
Leggi tutto l’articolo di Giuseppe D’Avanzo dal sito di Repubblica

rob dice:
Thursday, 11 September 2008 alle 09:39
per la pratica travaglio la nemesi, a quanto pare, ha dato incarico a d’avanzo d’occuparsene.. vicenda abbastanza miseranda.
tequilero dice:
Thursday, 11 September 2008 alle 10:01
D’Avanzo: Ho scritto: “Marco [Travaglio] e Pippo [Ciuro] sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un’ambigua conferma di quella villeggiatura comune….”
Si è dimenticato di mettere la prima parte in cui datava l’evento nel 2002.
Innocente omissione, ovviamente, ma da un giornalista del calibro di D’Avanzo non me lo sarei mai aspettato.
In ogni caso, al di là del “metodo Travaglio”, mi domando: se uno diventa la seconda carica dello stato, la stampa in generale deve fare informazione su di lui, gli vanno chiesti chiarimenti, va spulciato il suo passato?
Noto che la storia di Schifani (riportata prima dall’espresso e poi nel libro I Complici) è passata inosservata su tutti i maggiori organi di informazione, tranne El Pais credo, mentre le vancanze di Travaglio a distanza di 4 mesi sono ancora di attualità.
Penso alla Palin, e alla storia appena uscita della sua relazione extraconiugale avvenuta 10 (dieci) anni fa.
Oltre a tutta una serie di informazioni davvero interessante tra le quali: “- Ma la gente ha paura di parlare apertamente per paura di Sarah Barracuda. La cui indole spietata e vendicativa nel suo stato è a dir poco leggendaria”
http://www.corriere.it/esteri/08_settembre_10/amante_sarah_palin_c524d13e-7f57-11dd-a664-00144f02aabc.shtml
In America, per caso, si stanno chiedendo
se anche il giornalista del National Enquirer ha avuto un’amante, un figlio drogato e una figlia allegrotta?
Saluti.