Vittorio Feltri si cucina Maurizio Belpietro: "Non conosce la legge sui contributi. Panorama ha incassato 22 milioni dallo Stato, ma lui tace e attacca me. Aggiornati Belpietro, Libero non è più il giornale dei monarchici"

Saturday, 30 August 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Vittorio Feltri per Libero

Maurizio Belpietro è bresciano, io sono bergamasco e non so chi di noi abbia la testa più dura. Sta di fatto che un paio di settimane fa lui ha dedicato una pagina del suo Panorama agli odiati contributi all’editoria. Odiati si fa per dire. Perché il direttore mondadoriano detesta i soldi che ricevono Libero e vari quotidiani, però ama quelli di sua spettanza.

Al punto da premere affinchè siano tolte le provvidenze destinate a tutti ad eccezione delle somme incamerate da lui.
È proprio un bel tipino. Non contento di aver scritto un articolo per sostenere la bizzarra tesi da me riassunta, nel numero in edicola del settimanale ne verga un secondo della medesima natura, stavolta steso su ben due pagine. Nel quale sostiene che non conosco la legge che disciplina la materia, quando, in realtà, è lui a non conoscerla.

Un esempio. Per Belpietro il nostro giornale riceverebbe un contributo pari al 60/70 per cento delle sue spese. Magari.
Se avesse dato un’occhiata al bilancio di Libero si sarebbe accorto che tale contributo non supera il 12/14 per cento delle entrate complessive. Non solo. Se avesse almeno letto le norme di cui discetta, si sarebbe reso conto: primo, che bisogna vendere minimo il 25 per cento della tiratura (netta) per riscuotere l’obolo, sennò nisba, manco un euro; pertanto è inutile gonfiare la tiratura, anzi è controproducente perché il rischio è di rimanere a secco; secondo: che se l’introito pubblicitario supera il 30 per cento dei ricavi, scatta pure l’azzeramento.

Ma questi sono dettagli tecnici. La cosa più buffa del pezzo in questione riguarda l’ostinazione con cui l’autore tace sui milioncini incassati da Panorama negli ultimi sette anni. Che sono tanti: 28. Senza contare 22 milioni (in un biennio) introitati dalla Mondadori sotto forma di credito di imposta; senza contare le agevolazioni telefoniche, le sovvenzioni sui rinnovamenti tecnologici.

Si da il caso che il magazine abbia 220 mila abbonamenti spediti per posta, ciascuno dei quali comporta all’azienda una spesa di 0,36 euro. Come mai così poco? Perché lo stesso importo viene pagato quale integrazione dallo Stato (non regalato dalle Posteitaliane).

Ce n’è ancora. Ieri sono andato alla posta con una copia di Panorama e l’ho spedita. Prezzo, 2,20 euro.
Questo è quanto paga il cittadino comune. Mondadori paga 0,36, lo Stato aggiunge altri 36 centesimi, totale 72 centesimi. A fare la tariffa piena mancano un euro e 48 centesimi. Chi ce li rimette? Le Poste italiane, i cui passivi sono poi ripianati dallo Stato.

Belpietro dice che in qualsiasi Paese europeo si favorisce l’editoria, e questo è vero. Ma non capisco perché si debba favorire Panorama e non Libero sia pure con criteri diversi.

Gli omaggi pubblici sulla spedizione in abbonamento, dato che servono a Belpietro, sono legittimi; quelli a Libero per consentirgli di andare in edicola sono da cancellare.

Il lettore obietterà: uffa, anche voi invece di vendere in edicola, vendete in abbonamento. E che sia finita. No amici cari. Un quotidiano generalista nel nostro Paese se si affida alla posta arriva nelpomeriggio quando il giornale è già raffermo. Meglio che giunga puntuale alle sette presso il rivenditore, altrimenti fallisce.
E il Sole 24 ore che ha una caterva di abbonati e di agevolazioni come Panorama perché campa lo stesso? Non è generalista, ma specializzato. E se anche lo ricevi il dì appresso non è scaduto.

Morale. Belpietro è cieco e accusa me di essere orbo. Cerchiamo di non insistere.
Vogliamo colpire la stampa? Rilancio la proposta già avanzata: aboliamo tutti i contributi, diretti e indiretti. Tu, Maurizio, paghi i tuoi abbonamenti 2 euro e 20 centesimi, tariffa piena, e io volontariamente rinuncio – il mio editore è d’accordo – al contributo diretto.

P.S.: Libero non è il giornale di un movimento. Lo è stato. Adesso è una Srl. Aggiornati, Belpietro. Ammetto di essere monarchico. Lo sono diventato durante il settennato di Scalfaro e non mi sono mai pentito.

http://dituttounblog.com/articoli/feltri-attacca-belpietro-e-mondadori

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  1. Francesco B. dice:

    Saturday, 30 August 2008 alle 15:50

    Una cosa che mi son sempre chiesto è visto che ci sono edicole ogni 500 metri, ma perchè cacchio agevolare con finanziamenti statali una spesa inutile quale quella di spedire i giornali per poste (che poi giustamente arrivano in ritardo, dicesi poste italiane) invece di agevolare gli abbonamenti presso le edicole presso cui ritirare tutti i giorni sto benedetto giornale?

    Bha!

  2. Pasquale dice:

    Saturday, 30 August 2008 alle 21:50

    Come si dice: il bue che dà del cornuto all’asino

    Pasquale

  3. Walter Paiano dice:

    Sunday, 31 August 2008 alle 17:02

    Contento di sapere che Feltri non lesina sull’attaccare Belpietro e le troiate che scrive sul suo settimanale

  4. Fabrizio Spinella dice:

    Monday, 1 September 2008 alle 03:44

    Belpietro ha registrato che Libero, più dinamico e meno “pugnettaro”, sottrae a destra lettori al Giornale. Ed ha deciso di colpire (un favore a Giordano e un ritorno di citazioni su Libero per Panorama).
    A Via Negri si è imposta una vague socialista un po’ vecchiotta, scontata, che rende il Giornale a tratti pedante (la stessa che si sarebbe imposta a Forza Italia). Le pagine della Cultura (Album compreso) sono di una noia e di un dejà vu mortali. Caterina Soffici ha fatto un repulisti tra i collaboratori di destra, e il risultato si vede.
    Belpietro, che ha lasciato il Giornale un po’ rintronato nelle mani di un bravo ragazzo di bottega, polemizzando con Feltri addirittura negli editoriali, per misere questioni di sconti postali e contributi statali, ha così fatto scadere di stile quel grande magazine (dove, tra l’altro, non c’è spazio più per Buttafuoco, che il precedente direttore Calabrese aveva lasciato imperversare. La stessa operazione di Soffici). Per la questione, sarebbero bastate quattro righe spiritose nella rubrica dei pettegolezzi, dove ognuno si toglie le spine che vuole senza farne una questione di Stato.

  5. Rastafan dice:

    Monday, 10 November 2008 alle 05:20

    Si cucina sta minchia. Pensi che Berlusca faccia chiudere Panorama se non ha piu’ quelle agevolazioni?
    Invece Feltri, FANNULLONE DIPENDENTE STATALE CON STIPENDIO A LIVELLO DI parlamentare se gli levano i finanziamenti butta il suo giornale liberista (dalla dignita’) NEL CESSO.

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