Sgarbi: una vita di cause, querele, risse tv e insulti

Friday, 1 August 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Matteo Legnani per “Libero” ed. Milano

L’ultima vittoria risale giusto a mercoledì, quando il Tribunale regionale della Lombardia ha annullato il provvedimento con cui il sindaco di Milano lo scorso 8 ottobre aveva revocato la delega di assessore alla Cultura a Vittorio Sgarbi.

Quello di Gianpaolo Cicconi, avvocato di fiducia del critico d’arte più vulcanico d’Italia, sembra un compito ai limiti dell’impossibile. Eppure, il trentaseienne legale del foro di Macerata vanta un altissima percentuale di successi: «Delle circa duecento e passa tra cause civili e querele, più di un centinaio si sono concluse favorevolmente. E almeno una cinquantina sono sentenze definitive della Cassazione. Poi bisogna contare le decine che sono ancora pendenti» dice.

Le “duecento e passa” tra cause e querele, l’avvocato Cicconi le conta da 11 anni a questa parte. Da quando, cioè, è diventato il difensore di fiducia di Vittorio Sgarbi. I due si conobbero nel ’93, quando Sgarbi era sindaco di San Severino in provincia di Macerata, dove Cicconi aveva la residenza. Ma fu la madre del critico, la signora Rina, che si rivolse a Cicconi per conto del figlio, querelato nel “97 da un mercante di quadri di Rho Ferrarese.

«Allora lui lavorava anche in tivù e aveva altri avvocati, compresi quelli di Mediaset». Con gli anni, però, il rapporto di fiducia è cresciuto: «Credo – spiega Cicconi – che lui prese a considerarmi da quando durante un processo per diffamazione al giudice Cordova presso la corte di Appello di Catanzaro, io mi accorsi dell’esistenza di due sentenze in conflitto e così la condanna fu annullata».

Oggi il legale lavora anche per altri clienti ma, ammette, «il 70-80% dell’attività la svolgo per conto di Vittorio. Nel mio studio c’è un’intera stanza dedicata alle carte e ai documenti processuali che lo riguardano. Lui, invece, lo vedo di persona solo quando devo fargli firmare le deleghe.

Abbiamo orari troppo diversi: quando stava a Roma mi faceva tirare le quattro del mattino a mostrami le opere d’arte che teneva nella casa di via Dell’Anima. Poi io alle nove dovevo presentarmi in tribunale».

Conoscendo il personaggio e la sua irruenza c’è da domandarsi chi tra magistrati, politici di parte avversa, uomini di cultura e personaggi televisivi non abbia querelato in questi anni Vittorio Sgarbi: il primato, però, almeno stando a Cicconi, spetta al sindaco di Piacenza Roberto Reggi. «Vittorio deve aver detto di lui cose del tipo che è una zucca vuota, che ha rovinato Piacenza e così via. Credo che da Reggi abbia preso almeno quattro o cinque querele».

Il caso più curioso che Cicconi ricorda? E’ quello legato alla querela per diffamazione che Sgarbi ricevette nel ’95 dal giudice istruttore di Bergamo Gemma Cornetti: «In primo grado Vittorio fu condannato a pagare 20mila euro, che la Cornetti gli fece pignorare in contanti. In appello, però, la sentenza venne rovesciata e la Cassazione la confermò. Siccome la Cornetti non voleva restituire i 20mila, quattro o cinque anni fa fummo costretti a pignorarle la pensione, visto che nel frattempo aveva smesso di lavorare».

(Nella foto Vittorio Sgarbi, neo Sindaco di Salemi, celebra un matrimonio in Comune)

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  1. Tommaso Farina dice:

    Saturday, 2 August 2008 alle 17:44

    Legnani è il mio vicecaposervizio.

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