ECCOVI UN'ONDATA DI VOMITO SU MARCO TRAVAGLIO

Monday, 27 October 2008
Pubblicato nella categoria ARTICOLI

di Giuliano Guzzo per Il Giornale di Vicenza

Brutto colpo per i sostenitori di Marco Travaglio: il loro idolo, da mercoledì, è un pregiudicato, proprio come il suo amico Michele Santoro e tantissimi altri. Classe 1964, laurea in storia contemporanea e una gavetta fatta all’ombra dell’ultimo Montanelli, Travaglio è da qualche anno il beniamino di quanti, per hobby o per noia, odiano Berlusconi e la sua coalizione.

Il tratto distintivo di questo popolarissimo giornalista, lo si sarà notato, sono le numerosissime contraddizioni che però, stranamente, i suoi estimatori non vedono.

Rinfreschiamoci la memoria. Travaglio sostiene che le televisioni siano sotto un dominio praticamente dittatoriale di Berlusconi che imbavaglierebbe chiunque gli fosse scomodo, ciononostante deve buona parte della sua ben retribuita fama (già nel 2005 intascava quasi 285.000 euro annui) ad una comparsa televisiva – la prima di una interminabile serie che continua tutt’ora i giovedì sera – ovvero quella del 14 marzo 2001 ad una trasmissione di Daniele Luttazzi nella quale al nostro fu concesso di parlare, o meglio di sparlare di Berlusconi per minuti e minuti. Ovviamente senza contraddittorio.

Eh già, perché Travaglio non ama repliche o, peggio ancora, domande. Qualche mese fa sono andato ad ascoltarlo ad un incontro a Trento e anche in quella occasione, a parte il pubblico che applaudiva commosso al punto che pareva di essere ad un Angelus del Pontefice, non ho potuto fare a meno di osservare la totale assenza di interventi che non fossero patetiche sviolinate.

Il meccanismo è ormai collaudato: Travaglio parla o scrive e molti lo osannano, senza andare poi a verificare se quanto da lui affermato corrisponda a verità.
Cosa che invece ha fatto il giudice che, per la prima volta, ha condannato Travaglio a 8 mesi di carcere, subito cancellati dall’indulto di mastelliana memoria contro il quale il giornalista ha speso parole di fuoco: altra contraddizione.
E non è finita. Travaglio, dicevamo, conosce a memoria i numerosissimi processi contro Berlusconi, passati e presenti, e non manca di sottolineare le prescrizioni che avrebbero salvato il Cavaliere da condanna certa.
Non solo: l’erede di Montanelli, come incautamente lo chiama qualcuno, ama avanzare ipotesi inquietanti circa presunti legami tra Berlusconi e la mafia.

Peccato che tutti gli elementi che, negli anni, i magistrati hanno avuto in mano al riguardo li abbiano sempre portati all’archiviazione: quei processi non si sono risolti per prescrizione o grazie alle cosiddette leggi ad personam; quei processi non sono mai cominciati.

Antonio Ingroia, magistrato che non ha certo la fama del garantista e che fonti ufficiose descrivono intimo amico di Travaglio, ha affermato che, piuttosto che complice, Silvio Berlusconi è da considerarsi “vittima” del sistema mafioso. Capito? Vittima. Il nostro, però, queste cose si guarda bene dallo scriverle.
Non per nulla uno che di lotta alla mafia se ne intende, il procuratore di Palermo Pietro Grasso, alludendo agli articoli di Travaglio, ha parlato di “disinformazione scientificamente organizzata”.

A proposito di legami poco edificanti, vale la pena ricordare che Travaglio, non più tardi di qualche mese addietro, ebbe a sostenere – in televisione ovviamente! – che il presidente del Senato Schifani avrebbe avuto “amici mafiosi”, dimenticandosi di sottolineare che in realtà ad essere incriminati per mafia non furono stretti conoscenti della seconda carica dello Stato, bensì personaggi ai quali quest’ultimo era stato legato decenni or sono e per pochissimi mesi.

Dopo quelle pepate dichiarazioni, però, si scoprì che ad aver avuto a che fare con un personaggio, dice una sentenza, “estremamente compromesso col sistema criminale”, fu proprio Travaglio il quale, nel 2003, con questo galantuomo ci trascorse le vacanze.

Piccolo particolare: il personaggio in questione è Pippo Ciuro, maresciallo dei carabinieri che indagò su Dell’Utri e sui Finanziamenti Fininvest. Sarà una coincidenza?
Andiamo avanti. Il “Saint Just della mutua”, com’è stato apostrofato da Fedele Confalonieri, passa dunque per un “esperto” di legge e giustizia. In realtà, così esperto di giustizia Travaglio non è visto e considerato che in un suo libro ha scritto che Roberto Castelli, esponente di spicco della Lega Nord, è stato condannato mentre, fino a prova contraria, Castelli risulta essere incensurato.
Sempre ad Annozero, dove recita la parte dell’oracolo, Travaglio si è fatto spiegare da Flavio Tosi, sindaco di Verona dalla parlata non certo accademica, la differenza (che ignorava) tra finanziamento illecito e corruzione: che figuraccia.
Gabriele Mastellarini, un collaboratore del settimanale l’Espresso, al quale collabora anche il beniamino dei nemici di Berlusconi, ha osato ricordare questa incredibile gaffe con Tosi sul suo blog ed è stato licenziato in tronco: ma non era Travaglio la firma scomoda e ribelle?

Non era, come ama definirsi, un “liberal-montanelliano”? Se è sufficiente ricordare i suoi errori per essere licenziati, evidentemente qualcosa non quadra.
Altra chicca sono i suoi libri: decine di possenti tomi con citate centinaia tra sentenze e verbali, eppure mai, in quegli imponenti capolavori, compare un’associazione che col potere politico ed economico ha molto a che fare: la massoneria.
Certo, si parla spesso della P2. Ma chi glielo spiega a Travaglio che quella Loggia non esiste più da decenni mentre, ad oggi, in Italia vi sono almeno due potentissime loggie massoniche di cui si sa poco o nulla?
Un’ultima contraddizione di Travaglio è l’odio che costui riserva agli elettori di Berlusconi, dei quali parla come se fossero un gregge di idioti.
Sbaglio o Travaglio ha collaborato al Giornale, sì proprio il Giornale del gran cattivone di Berlusconi, dall’88 al ’92? Lui che grazie ai soldini di Berlusconi ha campato, forse, dovrebbe avere un po’ più di rispetto verso chi, il Cavaliere, ha avuto solo la “colpa” di votarlo alle urne, no?
Certamente un po’ di rispetto dovrà averlo verso i pregiudicati, visto che da qualche giorno è lui stesso parte della categoria.

http://www.ilgiornaledivicenza.it/ultima/oggi/cronaca/Aal.htm

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Nessun commento presente per “ECCOVI UN'ONDATA DI VOMITO SU MARCO TRAVAGLIO”

  1. Candidus dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 11:51

    Che astio ragazzi, Mastellarini è un tuo amico?

    Saluti

    mai conosciuto
    A Vicenza sono stato una volta ma avevo 6 anni…Conobbi un bambino, figlio di un amico di mio padre…Non credo sia il collega…
    gm

  2. Sergio Fornasini dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 12:44

    Mi pare che l’autore dell’articolo non possa essere additato quale persona estremamente precisa in ciò che scrive. La condanna di MT è in primo grado e nell’articolo non se ne fa menzione. Non è affatto subito cancellata dall’indulto, per il momento è pena sospesa in attesa del probabile appello che verrà presentato. Ciuro non era affatto dei carabinieri ma della GdF.

    Tutto questo con una veloce e distratta lettura, immagino che ad approfondire possa essere anche peggio.

  3. Gabriele Mastellarini dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 12:50

    In effetti vi sono svariate imprecisioni ma il succo mi sembra chiaro
    gm

  4. Orlando dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 13:32

    Un’altra imprecisione è la cacciata di Mastellarini dall’Espresso. Puoi avere tutti i dubbi che vuoi… ma se non hai uno straccio di prova le accuse non reggono. Anche gli sms astiosi non costituiscono prova.

    E si continua su “dagli a Travaglio” (la specialità della casa insomma)! 😀

    Caro Orlando, il pezzo non l’ho scritto io
    gm

  5. pellescura dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 13:34

    il succo è chiarissimo. L’importante è buttare un po’ di cacca addosso a Travaglio.

  6. Federica dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 13:55

    Mastellarini, scusi, fuori da ogni possibile polemica: è chiaro e appurato che il pezzo non lo abbia scritto lei, ma una domanda comunque mi sorge spontanea: a che pro pubblicare un articolo così ricco di imprecisioni e approssimativo?

  7. paolo rossi dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 13:59

    il pezzo preso dal giornale di vicenza mi sembra un ottimo esempio di pessimo giornalismo. Forse mast dovresti scegliere con più cura che cosa pubblicare se, pur nella convinzione delle tue idee su travaglio, non vuoi perdere credibilità e autorevolezza

  8. Tyler dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 14:11

    sempre peggio XD

  9. Gabriele Mastellarini dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 14:17

    Il pezzo del giornale di vicenza è regolarmente già presente su internet

  10. Charly dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 14:19

    @G. Mastellarini

    Una curiosità: hai intenzione di pubblicare qualsiasi articolo di qualsiasi persona parlerà di Travaglio?

    Credo di sì
    gm

  11. Nicola dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 14:25

    Effettivamente l’articolo è risibile 😀

    Mi permetto un consiglio al sig. Mastellarini: lei vuole screditare Travaglio, sopratutto agli occhi dei suoi “fans”; ok concetto appurato; secondo me sbaglia il modo però.

    Anziché metterla sul gossip o sul “vomito” che gli viene sparato contro, farebbe un lavoro più efficace criticando e confutando il lavoro del giornalista torinese.

    Esempio: Travaglio fa un articolo nel suo blog a proposito di Giuseppe Frigo?(http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2067831)
    Lo legga e poi corregga le sue imprecisioni e/o falsità e/o faziosità; credo che gioverebbe sia a lei che a tutti i frequentatori di questo blog.

    Un umile parere.
    Saluti.

  12. Federica dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 15:04

    Ma che risposta furbetta.
    E che titolo furbetto.

    Speriamo nei prossimi articoli pescati, allora.

  13. Python dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 15:24

    Il pezzo di Guzzo è davvero pieno di imprecisioni. Anche la definizione del procuratore Pietro Grasso (“disinformazione scientificamente organizzata”) è imprecisa. Infatti era meglio dire “disinformazione INDUSTRIALMENTE organizzata”.

    …E se fosse proprio lui (MT) il miglior allievo del Berluska, come dice Paolo Barnard?

  14. Clau89 dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 15:43

    Contraddizione l’indulto? L’indulto non è rinunciabile e se lo fosse, Travaglio vi rinuncerebbe. E’ una contraddizione che non dipende da lui.

    “Peccato che tutti gli elementi che, negli anni, i magistrati hanno avuto in mano al riguardo li abbiano sempre portati all’archiviazione: quei processi non si sono risolti per prescrizione o grazie alle cosiddette leggi ad personam; quei processi non sono mai cominciati.”

    Appunto!

    Il pm Pietro Grasso ha motivato la sua affermazione? E’ una domanda seria, non provocatoria, perché mi piacerebbe sapere quali elementi ha per affermare questa cosa.

    Chi dice che l’autore di questo blog è stato licenziato proprio per aver fatto notare questa presunta gaffe? Giuliano Guzzo sa o si limita a “trarre conclusioni”?

    Per concludere; Il Giornale non è sempre stato del Cavaliere. E’ da ricordare che Montanelli lasciò il suo ruolo di direttore quando Berlusconi comprò il quotidiano?

  15. Charly dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 16:07

    Inutile postilla: pregiudicati si è dopo la Cassazione…

  16. Federica dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 16:37

    Piccola precisazione:

    Clau89, Montanelli fu direttore (e fondatore) de Il Giornale dal ’74 al ’94. Abbandonò appunto nel ’94 quando il suddetto giornale si stava orientando verso un ben precisa parte politica, cosa da lui non gradita. Ma i Berlusconi erano già entrati in campo da anni, dal ’78 con Silvio e nel ’90 con Paolo.

  17. Clau89 dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 16:41

    D’accordo, tuttavia non appena fu chiaro l’intento di Berlusconi Montanelli se ne andò. Quindi non si può dire che Montanelli e Travaglio fossero “dalla parte” del Cavaliere.

  18. Tyler dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 17:06

    yes, Berlusconi già aveva il giornale ma non era ancora entrato in politica e i giornalisti avevano autonomia.

    ce lo può dir lui come è andata 😉

    http://www.youtube.com/watch?v=4K1vNS7tWis

  19. enrix dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 17:13

    Scusa se ti correggo Federica, ma secondo me non è esatto dire “quando il suddetto giornale si stava orientando verso un ben precisa parte politica”. Direi che il verso politico del Giornale di Montanelli è sempre stato lo stesso e sarebbe continuato ad essere lo stesso. E a Travaglio andava benissimo quel verso, all’epoca. Montanelli non digerì la discesa “diretta” di Berlusconi in politica, e quindi non digerì di dover dirigere un vero e proprio, a quel punto, giornale di partito.
    Ma nessuno chiese a Montanelli di cambiare “idea” o linea editoriale.
    Berlusconi comunicò semplicemente a Montanelli che sarebbe sceso in politica, e che quello sarebbe stato di li in avanti il giornale della sua iniziativa politica. Sempre di orientamento liberal-conservatore, ma con l’editore divenuto parte attiva.
    Montanelli legittimamente rifiutò.

    Per quanto riguarda invece il “modello” di giornalismo Montanelliano (che non c’entra nulla con la sua scelta di non dirigere un giornale di partito), questo è esattamente l’opposto di quello di Travaglio, che quindi quando si dice suo allievo, ne dice una delle tante che usa dire.

    A Montanelli non piacevano i bizantinismi delle parole, non avrebbe MAI RIPETO MAI tagliato argutamente una citazione virgolettata col risultato di far credere una cosa al posto di un’altra, (se Travaglio l’avesse fatto sotto la sua direzione e sul suo giornale, procurandogli una condanna, per lui sarebbero stati cazzi) era una persona schietta, sapeva distinguere nelle varie personalità della politica il buono ed il cattivo di ciascuno, a prescindere dall’appartenenza, e pertanto del manicheismo alla Travaglio non sapeva che farsene.
    Inoltre per Montanelli i Tribunali erano come gli ospedali: luoghi da frequentare il meno possibile, per non impregnarne i vestiti dell’odore difficile poi da mandar via.
    Travaglio invece quando parla di aule e di mannaie della giustizia, è tutto un brividino di piacere, e quell’odore se lo dispensa dal mattino insieme al dopobarba.

    Montanelli invece, ancora nell’ultimo periodo della sua vita (2 febbraio 97) ad un lettore del Corriere che gli chiedeva un’opinione sulla bontà dell’avere in Italia ben 3 gradi di giudizio, rispondeva in questo modo:

    “I lettori si saranno accorti, spero, che, quando si tratta di criticare il funzionamento della nostra Giustizia, non mi tiro certamente indietro. Sulla esasperante lentezza dei suoi procedimenti, sull’esibizionismo e il protagonismo di molti suoi rappresentanti e spesso sulla loro mancanza di un minimo di decoro anche esteriore; sulla evidenza di condizionamenti ideologici, e sulle colpevoli indulgenze del Consiglio Superiore della Magistratura che, istituito per garantire l’indipendenza della magistratura dal potere politico, ha poi consacrato l’intrusione di questo potere accettandone nel proprio seno gli emissari e dividendosi in “correnti” che fanno capo, se non a partiti, ad “aree” politiche (bel modo di garantirsene l’indipendenza); su tutto questo non ho mai perso occasione di dire, senza peli sulla lingua, la mia. Cio’ posto e confermato, stavolta pero’ devo dirle che dalla critica sua dissento. Che un processo possa essere oggetto di revisione e’, per il cittadino, una garanzia irrinunciabile, specie quando si tratta di processi indiziari, e quindi rimessi a valutazioni soggettive e pertanto sempre discutibili. Nessuno e’ infallibile, nemmeno i giudici, e quindi il diritto di appello e’ sacrosanto. Quello che sacrosanto non e’, sono gl’interminabili tempi che questa operazione solitamente richiede, dovuti a due motivi chiaramente visibili: i grovigli procedurali in cui il processo e’ avvolto, delizia del genio cavillesco italiano, e l’inefficienza del personale che vi e’ addetto. I magistrati lamentano la scarsita’ degli effettivi, ma non e’ vero. E’ vero che tra loro ce ne sono parecchi che nel burocraticume degli ordinamenti, nell’arcaicita’ degli strumenti operativi e nella inefficienza dei subalterni trovano un comodo pretesto alla propria neghittosita’, e non fanno proprio nulla per rimuoverli. Tutto questo discende da un’unica causa: il cattivo reclutamento del personale. Per diventare giudice, in Italia, basta un esame di concorso che s’impernia quasi esclusivamente sulla conoscenza delle procedure, cioe’ sulle formalita’. Per fare un giudice ci vuole ben altro: ci vogliono soprattutto prove di equilibrio e di fermezza, cioe’ di carattere, di cui solo un adeguato tirocinio puo’ fornire la misura. Eppoi basta con le promozioni per titolo di anzianita’, come se un somaro meritasse l’avanzamento solo perche’ raglia da piu’ tempo di un altro. Insomma anche nel mondo della Giustizia c’e’, come diceva Bartali, tutto da rifare. Basta con gli esibizionismi. Basta con le risse interne dovute unicamente a invidie e rivalita’. Ma il diritto di appello, non tocchiamolo, specie fin quando avremo a che fare con magistrati male reclutati e garantiti da una totale mancanza di filtro selettivo.”

    Eh, no, decisamente.
    Ben poco a vedere con Travaglio.

  20. Carlo Gambino dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 18:01

    Indultabile una condanna di primo grado?
    Qualcuno può illuminarmi su questo, please?

  21. Virgus dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 20:29

    Fantastico Enrix!
    Bentrovato, e grazie per la bellissima citazione.

  22. Wil Nonleggerlo dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 20:56

    Dopo l’orrido articolo di Libero sul costo delle puntate politiche in Rai, eccone un’altro davvero bestiale.

    Attenzione, non perchè si attacca Travaglio. Come sapete, pur “stando dalla sua parte”, sono sempre incuriosito dalle critiche costruttive. Dai veri errori commessi, dalle gaffes, dalle stranezze.

    Ma articoli come questi non possono che finire nel crepaccio del cattivo giornalismo.

    Wil

  23. gianbi dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 20:59

    Articolo da cestinare: mi sono fermato alla parola “pregiudicato” nei confronti di travaglio. Ignoranza voluta o in malafede?

  24. Federica dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 21:14

    Enrix, d’accordo, accetto ben volentieri la tua precisazione. La mia contestazione a Clau89 era circa le tempistiche, non era (e non è) mia intenzione quella di entrare nel merito del fatto.

    Resta tuttavia, che scritto con tale sintesi il mio commento risulti incompleto.

  25. Alberto Santangelo dice:

    Monday, 27 October 2008 alle 23:06

    Questo pezzo non merito di essere pubblicato su questo blob.

  26. Tyler dice:

    Tuesday, 28 October 2008 alle 01:16

    @Alberto Santangelo

    ti si è intrecciata la tastiera o volevi proprio scrivere Blob? Me piace il Blob di Mastellarini XD

  27. Franco dice:

    Friday, 27 March 2009 alle 15:32

    Se stiamo a vedere le imprecisioni, omissioni (volute e non) notizie non scritte o scritte a metà……sembra quasi un articolo scritto da Travaglio stesso.

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