Cartatravaglio/4 "Giornalista copia e incolla" (by Filippo Facci)
Wednesday, 18 June 2008Riceviamo e pubblichiamo da Filippo Facci (“Il Giornale” – “Il Riformista”)
Incredibile, i primi effetti della prossima legge sulle intercettazioni si fanno già sentire: Marco Travaglio ha copiato un virgolettato senza citare la fonte (e sin qui niente di pazzesco) ma per la prima volta nella storia l’ha fatto non dalle carte di un magistrato, ma di un avvocato. E’ la rivoluzione.
Ecco i due frammenti identici: il primo è in un Ansa del 15 giugno con dichiarazioni di Caterina Malavenda, uno dei maggiori esperti italiani sul diritto dell’informazione (e avvocato di Travaglio nella causa contro Mediaset/Confalonieri, ndr) ; il secondo, il giorno dopo, è estratto da “Ora d’Aria”, la rubrica di Marco Travaglio su l’Unità. (F.F.)
INTERCETTAZIONI. MALAVENDA: “DDL VIETA LA CRONACA GIUDIZIARIA”.
Ansa Palermo, 15 giugno 2008. (…) «Chi scrive qualcosa facendo riferimento agli atti giudiziari sarà punito con l’arresto da uno a tre anni e con l’ammenda fino a 1.032 euro per ogni articolo pubblicato. «Le due pene, detentiva e pecuniaria – spiega Malavenda – non sono alternative, ma congiunte. Il che
significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un paese dove è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a due anni, pene alternative fino a tre), il giornalista ha ottime probabilità di finirci: alla seconda o alla terza condanna per violazione del divieto di pubblicazione, non meno di nove mesi per volta, si superano i due anni e si perde la condizionale; alla quarta o alla quinta si perde anche l’accesso ai servizi sociali e non resta che la cella». (…)
«D’ora in poi – spiega l’avvocato Malavenda – le aziende editoriali dovranno premunirsi contro eventuali pubblicazioni di materiale vietato, con appositi modelli organizzativi, perché la violazione del segreto con questo disegno di legge è stato fatto rientrare nella legge 231 sulla responsabilità
giuridica delle società editoriali. Significa che l’editore, per non vedere condannata anche la sua impresa, deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni contro le violazioni della nuova legge». Dispaccio Ansa, 15 giugno 2008
Chi scrive qualcosa è punito con l¹arresto da 1 a 3 anni e con l¹ammenda fino a 1.032 euro per ogni articolo pubblicato. Le due pene – detentiva e pecuniaria – non sono alternative, ma congiunte. Il che significa che il carcere è sempre previsto e, anche in un paese dov¹è difficilissimo finire dentro (condizionale fino a 2 anni, pene alternative fino a 3), il giornalista ha ottime probabilità di finirci: alla seconda o alla terza condanna per violazione del divieto di pubblicazione (non meno di 9 mesi per
volta), si superano i 2 anni e si perde la condizionale; alla quarta o alla quinta si perde anche l¹accesso ai servizi sociali e non resta che la cella.
(…) D’ora in poi le aziende editoriali dovranno premunirsi contro eventuali pubblicazioni di materiale vietato, con appositi modelli organizzativi, perché il “nuovo” reato vien fatto rientrare nella legge 231
sulla responsabilità giuridica delle società. Significa che l¹editore, per non vedere condannata anche la sua impresa, deve dimostrare di aver adottato tutte le precauzioni contro le violazioni della nuova legge.
Marco Travaglio, “Ora d’aria”, “L¹Unità” del 16 giugno 2008.

Arya dice:
Wednesday, 18 June 2008 alle 21:36
Scusi Signor Mastellarini ma quale grande segreto è stato rivelato da Facci tanto da meritare un intero post sul suo blog??
Le brucia così tanto questo mister X da farle perdere la bussola…torni a fare quello che ha sempre fatto,ovvero il giornalista che da NOTIZIE.
Grazie,con stima.
Questo blog è uno spazio aperto a tutti, come può vedere. Se lei ha notizie da dare, sarò ben lieto di pubblicarle, come ho fatto per Trillo o per Facci. CHe si parli o no di Mr. X
grazie gm
Christian Corda dice:
Wednesday, 18 June 2008 alle 22:59
Il segreto è che Travaglio copia senza citare le fonti. Prima o poi qualcuno lo querelerà per plagio…
PURE QUESTA MICA MALE
GM
Domenica dice:
Wednesday, 18 June 2008 alle 23:02
Ma allora aveva ragione il giornalista Caridi quando scriveva che Travaglio ricicla e rimastica… Fossi l’editore dell’Unità, pretenderei la restituzione del compenso per quell’articoletto copiato dall’Ansa. Ma forse Travaglio ha pensato: siccome ho pagato Malavenda per assistermi legalmente, posso utilizzare quello che lei dice o scrive, appunto perché è pagato e quindi è mio.
SPLENDIDA QUESTA!
GM
Christian Corda dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 07:01
A volte il “copia e incolla” SE CITATE LE FONTI può esser utile. Ecco quanto scriveva il grande Filippo Facci su “il Giornale” del 22 maggio
“Marco Travaglio potrà essere zittito in uno dei seguenti modi: 1) Tu sei andato in vacanza con un tizio poi condannato per favoreggiamento di un mafioso, già prestanome di Provenzano; 2) Tu hai telefonato a un siciliano, uno che faceva la spia per un prestanome di Provenzano, e gli hai chiesto un aiuto per la villeggiatura in Sicilia; 3) La tua famiglia e quella di Pippo Ciuro, poi condannato per aver favorito le cosche, si frequentavano in un residence consigliato da Ciuro e si scambiavano generi di conforto; 4) Il procuratore di Palermo Pietro Grasso, sul Corriere, scrisse che tu facevi «disinformazione scientificamente organizzata» e speriamo che il tuo amico Pippo Ciuro con tutto questo non c’entri nulla; 5) Renato Schifani frequentò delle persone che sono state inquisite 18 anni dopo, ma tu ne hai frequentata una che è stata arrestata per favoreggiamento mafioso pochi mesi dopo; 6) Tu non sei il presidente del Senato, è vero, sei peggio: perché vai in giro a fare il moralista e poi la tua famiglia sguazzava in piscina con un favoreggiatore di mafiosi. Eccetera. Le suddette sono frasi a loro modo ineccepibili, non querelabili, anzi: sono tutti «fatti» come direbbe Travaglio. Il quale ha una sola fortuna: non ha dietro un Travaglio che certe infamie gliele ripeta di continuo in libri e articoli e comparsate ben pagate dal contribuente. Ma si potrebbe sempre imparare.”
Da che pulpito le prediche di Travaglio….
Bah…
Alessandro dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 09:39
Io quello che trovo incredibile è che un giornalista che ha la fortuna di collaborare per una testata fondata da Indro Montanelli, si abbassi a scrivere queste scemenze.
Ma chissenefrega chi ha dato a Travaglio quel testo, il punto non è questo, il punto è che chiunque abbia detto o scritto quelle cose ha ragione, e che noi liberi lettori di una libera informazione ne pagheremo le conseguenze.
Ma è possibile che bisogna sempre schierarsi di quà o di là, e nascondere la testa sotto la sabbia in nome di uno schieramento?
Se io sono per Grillo o Santoro, allora non posso essere per Facci o Feltri, e intanto questa classe Politica ( chiedo scusa ai padri Costituenti per averli accomunati a questi peracottari )continua beatamente a farsi i propri interessi sia a destra che a sinistra, tanto noi siamo occupati dalle nostre beghe di cortile, da bottegai, per poter prendere coscienza di quello che stanno combinando sulla nostra pelle.
Complimenti, finchè sarà cosi, hai voglia a prendere vaccini…..
Robert dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 10:03
per Christian Corda: il tuo “grande” facci che si è intromesso nella vicenda Travaglio- D’avanzo ha dimenticato di riportare le ultime battute tra i due tralasciando il finale…
Caro direttore, D’ Avanzo è liberissimo di ritenere che i cittadini non debbano sapere chi è il presidente del Senato. Io invece penso che debbano sapere tutto, che sia nostro dovere informarli del fatto che stava in società con due personaggi poi condannati per mafia, che si occupava di urbanistica come consulente del comune di Villabate, controllato dal clan Mandalà, anche dopo l’ arresto del figlio del boss e subito prima dello scioglimento per mafia. Perciò l’ ho scritto (dopo valorosi colleghi come Lillo, Abbate e Gomez) e l’ ho detto in tv presentando il mio libro. Anche perché la Procura di Palermo sta ancora vagliando le dichiarazioni rese nel 2007 dal pentito Francesco Campanella, già presidente del consiglio comunale di Villabate e uomo del clan Mandalà, sul piano regolatore che, a suo dire, il boss aveva «concordato con La Loggia e Schifani» (Ansa, 10 febbraio 2007). Ciò che non è consentito a nessuno, nemmeno a D’ Avanzo, è imbastire una ripugnante equazione tra le frequentazioni palermitane del palermitano Schifani e una calunnia ai miei danni che – scopro ora – sarebbe stata diffusa via telefono da un misterioso avvocato: e cioè che l’ imprenditore Michele Aiello, poi condannato per mafia in primo grado, mi avrebbe pagato un albergo o un residence nei dintorni di Trabia. La circostanza è totalmente falsa e chi l’ ha detta e diffusa ne risponderà in tribunale. Potrei dunque liquidare la cosa con un sorriso e un’ alzata di spalle, limitandomi a una denuncia per diffamazione e rinviando le spiegazioni a quando diventerò presidente del Senato. Ma siccome non ho nulla da nascondere e D’ Avanzo sta cercando – con miseri risultati – di minare la fiducia dei lettori nella mia onorabilità personale e nella mia correttezza professionale, eccomi qui pronto a denudarmi. Se questo maestro di giornalismo avesse svolto una minima verifica prima di scrivere quelle infamie, magari rivolgendosi all’ albergo o dandomi un colpo di telefono, avrebbe scoperto che: 1) non ho mai incontrato, visto, sentito, inteso nominare questo Aiello fino al giorno in cui fu arrestato (e comunque, non essendo io siciliano, il suo nome non mi avrebbe detto nulla); 2) ho sempre pagato le mie vacanze fino all’ ultimo centesimo (con carta di credito, D’ Avanzo può controllare); 3) ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell’ albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’ era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’ anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di «cuscini». Ecco tutto. Che c’ entri tutto questo con le amicizie mafiose di Schifani, francamente mi sfugge. Qualcuno può seriamente pensare che, come insinua D’ Avanzo, quella vacanza fantozziana potrebbe rendermi anche solo teoricamente ricattabile da parte della mafia o addirittura protagonista di «una consapevole amicizia mafiosa»? Diversamente da Schifani, non solo sono un privato cittadino. Non solo non sono mai stato socio né consulente di personaggi e di comuni poi risultati mafiosi. Ma non ho mai visto né conosciuto mafiosi, né prima né dopo la loro condanna. Chiaro? Se poi questo è il prezzo che si deve pagare, in Italia, per raccontare la verità sul presidente del Senato, sono felice di averlo pagato. PS. Su una sola cosa D’ Avanzo ha ragione. Tra i miei ex direttori, ho dimenticato quello del «Borghese»: Daniele Vimercati. Era uno splendido e libero giornalista. Purtroppo non c’è più, l’ ha portato via a 43 anni una leucemia fulminante. Mi manca molto.
MARCO TRAVAGLIO
Nessuno ha mai messo in dubbio l’ onorabilità di Travaglio. Nessuno ha voluto sollevare una noiosa e irrilevante polemica personale. Si è voluto soltanto ragionare senza ipocrisie su un metodo giornalistico che, con niente o poco, può distruggere la reputazione di chiunque. Era un memento a Travaglio e a noi stessi ad usare con prudenza, armati di niente o poco, la parola «verità» (evocata, purtroppo, anche oggi). E prima di mettere punto: ma davvero c’ è qualcuno che, in buona fede, può pensare che Repubblica faccia sconti alla mafia e alle sue collusioni con i poteri? (g.d’ a.)
enrix dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 11:54
“Per la cronaca si tratta del medesimo Guzzanti che negli stessi giorni accusava Rainews24 di aver “manipolato” l’ultima intervista di Paolo Borsellino, quella -assolutamente autentica- in cui il giudice parlava di indagini sui rapporti tra il mafioso Mangano e il duo Berlusconi-DellUtri.”
Da “La scomparsa dei fatti”, o da “Mani sporche”, fate voi tanto è così paro paro, come per molte altre parti, su entrambi i libri.
Marco Travaglio, che è speciale in ogni cosa, è pure l’unico giornalista, che mi risulti, che copia-incolla anche da se stesso.
Così, quando poi i magistrati peritano le interviste e le dichiarano non “assolutamente autentiche” ma “alterate” o “evidentemente manipolate”, le bufale si sdoppiano.
Due libri, due identiche affermazioni, due identiche bufale.
Christian Corda dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 12:53
Egregio Robert,
questo quanto scritto da Travaglio riportato da te
“ho conosciuto il maresciallo Giuseppe Ciuro a Palermo quando lavorava alla polizia giudiziaria antimafia (aveva pure collaborato con Falcone). Mi segnalò un hotel di amici suoi a Trabia e un residence ad Altavilla dove anche lui affittava un villino. Il primo anno trascorsi due settimane nell’ albergo con la mia famiglia, e al momento di pagare il conto mi accorsi che la cifra era il doppio della tariffa pattuita: pagai comunque quella somma per me esorbitante e chiesi notizie a Ciuro, il quale mi spiegò che c’ era stato un equivoco e che sarebbe stato presto sistemato (cosa che poi non avvenne). L’ anno seguente affittai per una settimana un bungalow ad Altavilla, pagando ovviamente la pigione al proprietario. Ma i precedenti affittuari si eran portati via tutto, così i vicini, compresa la signora Ciuro, ci prestarono un paio di cuscini, stoviglie, pentole e una caffettiera. Di qui la telefonata in cui parlo a Ciuro di «cuscini».”
Questo invece quanto risulta a Facci
“Pippo Ciuro, poi condannato per aver favorito le cosche”
Dunque chi conosce e chiede informazioni ad un tizio poi condannato per aver favorito le cosche è il tuo idolo Travaglio, ne io, ne Gabriele ne Facci.
Ora, preso atto che ne nelle frequentzioni di Schifani ne in quelle di Travaglio ci sia niente di penalmente rilevante, mi spieghi perchè per le frequentazioni di Schifani 2+2 fa 4 e si parla di frequentazioni mafiose invece per quelle di Travaglio il risultato è diverso e non si può parlare di frequentazioni mafiose?
Mistero….
Alessandro dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 14:43
Io non capisco il problema scusatemi.
1)L’intervista di Paolo Borsellino fu ritenuta originale da Fiammetta Borsellino, sua figlia.
2) Prima di Paolo Guzzanti ci furono gli avvocati del dott. Dell’Utri ad avanzare l’ipotesi (con regolare denuncia presso la Magistratura)della manipolazione artificiosa di quei nastri.
3) Paolo Guzzanti riprese dalla denuncia degli avvocati di Dell’Utri la teoria della manipolazione da parte di Rainews.
4) Quelle di Schifani non erano frequentazioni, ma al limite amicizie e attività professionali con Mandalà. Ora non è che possiamo stare qui a scrivere dell’importanza che rivestivano i Mandalà sulla cosca di Villabate, e ne possiamo stare qui a raccontarci che Gesu’Cristo è morto di freddo: quando si è mafiosi di quel livello, mafiosi di quel livello non ci si diventa in tre giorni.
5) Se, per esempio, conosco per motivi di lavoro ( non dimenticate che Travaglio nasce cronista giudiziario) un rappresentante delle forze dell’ordine, do’ abbastanza per scontato che sia per lo meno una brava persona. Ora questo Ciuro avrà pure favorito le cosche, ergo tutti i suoi conoscenti hanno avuto frequentazioni mafiose….?
Dai cerchiamo di essere seri, un conto è costituire una società, essere testimoni di nozze, ciò prevede per lo meno una conoscenza di qualche anno, e un conto è qualche telefonata per due cuscini o per un conto di albergo sballato.
5) Travaglio se è per questo, ha scritto 4 o 5 libri satirici, da “Bananas” a ” Huliwood party” che altro non sono che raccolte dei suoi articoli sull’Unità, altro caso di copia-incolla? Non direi.
Se in un suo libro rientrano dei contesti analizzati su di un altro suo testo, cosa dovrebbe fare secondo voi? Lasciare quelle pagine in bianco e passare oltre?
Continuo a chiedermi a chi giova questo scontro di cortile, questo rimbeccarsi nel pollaio.
Scusate ma non lo capisco proprio
enrix dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 15:38
Alessandro, ti rispondo solo sui primi tre punti perchè è una vicenda che conosco molto bene, mentre sulle vicende di Schifani sono meno esperto.
Non entro nel merito dei rapporti fra la famiglia Borsellino e la videocassetta dell’intervista, perchè è in preparazione su questo argomento un nuovo articolo sul mio blog, e non voglio fare anticipazioni.
Ma a questo link, sul mio blog, puoi vedere il sinottico con le varie versioni dell’intervista, (c’è anche uno stralcio della trascrizione fatta dai perito del Tribunale di Palermo, la sola ed unica veramente fedele all’originale), e renderti conto da te stesso delle alterazioni e delle manipolazioni avvenute:
http://cronachedallimbecillario.splinder.com/post/17222860#17222860
Inoltre, sempre a quest’altro link, c’è un mio articolo sulla vicenda di queste manipolazioni, che pur se molto lungo è bene leggere, per farsi un’idea di ciò che è avvenuto:
http://cronachedallimbecillario.splinder.com/post/16479495#16479495
Fabrizio Spinelli dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 15:50
Te lo dico io a chi giova. A quanti (ovvero i lettori comuni), guardando quello che avviene in un cortile, non si faranno suggestionare dalla “gallina bianca” che razzola al pari di quelle “nere”. Ci sono migliaia di giornalisti in Italia che si fanno un mazzo così nelle redazioni, per informare quotidianamente e, anche se la loro notorietà non è amplificata dalla tv, rendono un servizio alle comunità, non pretendendo di essere contemporaneamente osservatori, testimoni, interpreti, protagonisti e giudici di quello che accade, di quello che si dice e di quello che si presume.
Christian Corda dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 19:25
Standing ovation per Fabrizio Spinelli
Alessandro dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 21:11
Caro Enrix, con piacere sto cominciando a leggere le tue cose, ed anche se faccio comunque a condividerne qualcuna, non mancherò assolutamente di seguire i tuoi consigli. Ho gia cominciato a sfogliare Cielilimpidi, di cui non ne conoscevo l’esistenza, e lo trovo interessante, ben fatto ed elegante. Riguardo alle manipolazioni della videocassetta, non sò…. mi rifaccio alle dichiarazioni di Fiammetta Borsellino, che giura sull’autenticità, ho il brano trascritto dell’ intervista, ma non mi ero mai posto il problema di chiedermi se fu manipolato oppure no: chiaro che ora il discorso acquista tutto un altra valenza.
Per Fabrizio
Se ho capito bene quello che scrivi ( ma ne dubito, faccio sempre fatica a capire al primo colpo ) a me lettore comune dovrebbe giovare questo clima che si è instaurato in questo blog, solo perchè come dici te “…Ci sono migliaia di giornalisti in Italia che si fanno un mazzo così nelle redazioni, per informare quotidianamente e, anche se la loro notorietà non è amplificata dalla tv, rendono un servizio alle comunità, non pretendendo di essere contemporaneamente osservatori, testimoni, interpreti, protagonisti e giudici di quello che accade, di quello che si dice e di quello che si presume…”?
Sempre se ho capito bene, è giusto insultare Travaglio o Facci o Guzzanti o dire il mio è più bello del tuo perche ci sono migliaia di giornalisti in Italia che si fanno un mazzo così nelle redazioni, per informare quotidianamente?
Niente, non capisco, so de coccio come dicono nella mia via, ma che c’entra?
Luca Villa dice:
Thursday, 19 June 2008 alle 22:50
Sig. Gabriele, mi piacerebbe che la smettesse di occuparsi in modo così ossessivo di Marco Travaglio. Io lo seguo, leggo i suoi articoli e lo ritengo un buon giornalista. Per diventare tali non c’è bisogno di seguire la scia di qualcun altro, cercando di tirarlo per la giacchetta, quando si riesce. Lei con questa storia si è procurato un po’ di visibilità, anche se non so in che luce. Criticare Travaglio è legittimo, ma sfruttarlo è una scemenza. La sua rubrica, Cartatravaglio, ne è la dimostrazione, aldilà che sia seguita dai lettori. Poteva chiamarla Cartapesta o Cartavelina, ma il riferimento esplicito ad un altro giornalista mi fa venire il vomito.
Fatto poi da chi pubblica messaggi personali, anche offensivi, aggrava il mio giudizio. L’errore di Travaglio, oltre agli insulti, è quello di non aver utilizzato la soluzione migliore per certe situazioni: l’indifferenza. E ad ogni battuta che viene fatta sul suo blog contro Travaglio eviti di commentare.
Manderò anche io una mail al direttore dell’espresso per vedere di contribuire alla risoluzione dell questione, ma non per lei, ma perchè la si smetta di dire che c’è stato un ultimatum di Travaglio.
Fabrizio dice:
Friday, 20 June 2008 alle 00:45
Probabilmente, non mi sono fatto intendere bene dal cortese Alessandro, che finge di essere “de coccio”. Se tu vedi una rissa, avviata da un prepotente che la vuol avere vinta sugli altri solo perché si sente più dotato di loro, sai bene che cosa dovrai sfuggire nella vita: il prepotente. Il lettore comune, che vuole informazione perché questa l’aiuta a vivere e a scegliere, non ama i discorsi apodittici dei prepotenti che fanno i giornalisti-moralisti sempre lancia in resta contro qualcuno. Il lettore comune, quello che compra i giornali, vuole informazione, schierata se del caso, contraddicente, ma informazione, da cui trarre elementi appunto per vivere e per scegliere. Dire “lombrico” e “muffa” non fa parte di queste opzioni.
Alessandro dice:
Friday, 20 June 2008 alle 10:29
Ciao Fabrizio, in tutta onestà io, oggi come oggi, di prepotente ( sempre come lettore comune si intende ) ne vedo uno e solo uno, ed è il nostro amato Presidente del Consiglio. So che putroppo non lo posso sfuggire, perchè il 70% degli Italiani me lo ha donato ed imposto per almeno 5 anni.
Diverso il discorso per, come li chiami tu “i giornalisti-moralisti sempre lancia in resta contro qualcuno” per quelli ho sempre la possibilità di non comprare i giornali per i quali scrivono, o i loro libri, o addirittura non andare ai V1 o V2 o a tutti i V del mondo. Nessuno mi obbliga, anzi.
In questo mi sento libero. Mi sento libero la mattina di comprare L’Unità, Il Giornale e Repubblica, cosi come mi sento libero di vedere il TG4 delle 19.00 per tirarmi su il morale quando mi sento triste.
Vedi, non mi scandalizza ne il lombrico ne la muffa di Travaglio, come non mi scandalizza la paranoia di Guzzanti, o le invettive di Facci.
Anzi sono felice perchè le posso leggere ed ascoltare.
Mi fà paura, invece quello si, che qualcuno decida della mia vita solo per i propri interessi, e non vorrei riaprire un dibattito su questo.
Il fatto che domani qualcuno potrà legalmente, ossia autorizzato dalle leggi ad personam, tappare la bocca definitivamente a Mastellarini, Travaglio, Facci assieme alle “migliaia di giornalisti in Italia che si fanno un mazzo così nelle redazioni, per informare quotidianamente”, mi fà paura, e pure tanta.
Trillo dice:
Friday, 20 June 2008 alle 16:42
Quoto al 100% Alessandro, ed aggiungo solo un invito: smettiamola di essere sudditi e cominciamo a fare i cittadini
giuseppe dice:
Friday, 20 June 2008 alle 17:13
l’articolo di Travaglio su L’Unità a cui fa riferimento il facci e del 15 giugno e non del 16 giugno.
Meditate gente….meditate
Quando la volpe non arriva all’uva…
Daniela dice:
Friday, 20 June 2008 alle 22:29
Tie`, copiato e incollato:
__________________________________
20 giugno 2008, in Marco Travaglio
Lettera a Dagospia
13 commenti
Caro Dago, leggo con sincera preoccupazione la lettera del poveraccio con le mèches che scrive sul Giornale e da un po’ di tempo anche sul Riformista. Preoccupazione dovuta alle sue condizioni di salute, che devono essere davvero precarie. Ossessionato da me, al punto da dedicare gran parte della sua produzione letteraria a quel che scrivo io (con tutto quel che succede in giro), il tipo in questione ha ormai smarrito non solo il lume della ragione, ma anche la consecutio temporum.
Infatti, in pieno al delirio, ti scrive testualmente: “Marco Travaglio ha copiato un virgolettato senza citare la fonte (e sin qui niente di pazzesco) ma per la prima volta nella Storia l’ha fatto non dalle carte di un magistrato, ma di un avvocato. E’ la rivoluzione. Le allego due frammenti identici: il primo è in un Ansa (qui ci sarebbe stato bene un apostrofo, ma pazienza, ndr) del 15 giugno con dichiarazioni di Caterina Malavenda, uno dei maggiori esperti italiani sul diritto dell’informazione; il secondo, il giorno dopo, è estratto da ‘Ora d’Aria’ di Marco Travaglio pubblicato il giorno dopo su l’Unità. Copia e incolla”.
Seguono le citazioni, effettivamente identiche, dall’Ansa e dal mio articolo. C’è solo un piccolo dettaglio da correggere: l’Ansa in questione è datata 15 giugno 2008, ore 14.30; il mio articolo è uscito sulla prima pagina dell’Unità del 15 giugno (domenica), dunque è stato scritto il 14 giugno (sabato). Il giorno prima, non il giorno dopo. Essendo impossibile che io, il sabato, abbia copiato un’Ansa uscita domenica, non posso non concluderne che: 1) l’Ansa ha copiato da me e non viceversa; 2) il poveraccio con le mèches non solo non sa scrivere, ma non sa neppure leggere.
permalink | creato da chiarelettere il 20/6/2008 alle 18:1 | Versione per la stampa
Daniela dice:
Friday, 20 June 2008 alle 22:31
e dato che ci sei, caro Mastellarini, mandalo anche a Facci, grazie
Trillo dice:
Saturday, 21 June 2008 alle 00:52
Guai ad esporre il fianco (ed anche la milza e la coratella e tutto il resto delle frattaglie) a Travaglio. Non è un extraterrestre, e uno che sa fare bene il suo mestiere, ma è anche un cinico. Tende ad esagerare quando lo definisce poveraccio e dice che delira. Non condivido gli attacchi di tipo personale, parlare dei comportamenti della gente è un conto, ma mai attaccare direttamente la persona. Ognuno di noi è portato all’errore.
Però è ineccepibile il paradosso delle date e quindi evidenziare la contraddizione dell’articolo. Non c’è comnque nulla da eccepire, ma un pizzico di eleganza in più gli donerebbe.
maury dice:
Sunday, 27 July 2008 alle 23:04
Facci sara’ anche un “poveraccio con le meches”,ma sempre meglio di un presuntuoso con quattro capelli in testa cotonati.Non capisco ancora il successo di questo personaggio!Lui puo’ tutto,gli altri righino dritto altrimenti…
Maury
Tommaso Farina dice:
Monday, 28 July 2008 alle 15:12
Ehi Maury, i capelli cotonati li ho anch’io, non fare certi paragoni!
Maury dice:
Tuesday, 29 July 2008 alle 12:32
Scusa Tommaso,non intendevo offenderti,intendevo solo usare lo stesso linguaggio che usa il”divino” Trave’.
Maury
Maury dice:
Tuesday, 29 July 2008 alle 13:26
Dimenticavo: io ho le meches….
Maury