Onorevoli acchiapponi, Chiesa ipocrita e poveri cristi
Thursday, 31 July 2008di Gabriele Mastellarini
Un paio d’anni fa mi capito’ di seguire una notizia assai curiosa e, allo stesso tempo, avvilente. In Abruzzo, nei pressi dell’Aquila, il parroco del paesino del quale adesso non ricordo il nome, non celebro’ i funerali in Chiesa di un camionista. “Ordine della diocesi”, si giustifico’ il prete. E alle richieste dei famigliari dovette ammettere: “Il defunto era divorziato, quindi si era posto al di fuori delle regole della Chiesa. Per questo non potra’ avere un funerale religioso”.
Divamparono le polemiche, le critiche, ma la Curia non fece nessun passo indietro, forse rassicurata dalle alte sfere cattoliche vaticane.
A questo punto mi (vi) domando e dico? Lo stesso trattamento sara’ riservato a Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Antonio Di Pietro e gli altri onorevoli-divorziati quando diventeranno de cuius?
Anzi, se le regole della Chiesa sono (o almeno dovrebbero essere) uguali per tutti, ai signori Berlusconi, Fini, Casini, Di Pietro non dovrebbe essere data neanche l’Eucarestia perche’: “Loro si sono posti al di fuori delle regole della Chiesa”. Feci un discorso del genere con pretino insignificante delle mie zone e lui, da buon bigotto ipocrita confermo’ “Da me un divorziato non prende la Comunione. Puo’ entrare, ascoltare, ma stia lontano dai sacramenti, compreso l’estrema unzione”.
Chissa’ se sentiremo queste frasi: “Stia lontano, Cav. Dott. S.E. Berlusconi”. “Presidente Fini, non osi presentarsi nei pressi di un altare con la sua Elisabetta Tulliani e con il vostro pargolo”. “Dottor Casini, lei che e’ un ex democristiano, faccia lo stesso”. “E lei, Di Pietro, ha gia’ due mogli e figli di primo e secondo letto, non si vergogna a farsi fotografare con altre donne! La smetta di fare l’acchiappone!”
La coerenza vorrebbe che anche ai nostri “onorevoli acchiapponi” venga riservato lo stesso trattamento del poverocristo. Ma, cari amici, non sara’ cosi’. Nessun pretino avra’ il coraggio di dire quelle frasi e l’ipocrisia della Chiesa trionfera’ ancora.
Povero Cristo!
(Nella foto Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani)


Daniele dice:
Thursday, 31 July 2008 alle 10:18
Mastellarini, potrebbe postarci o fornirci il link dell’articolo di due anni fa e darci piú particolari? No, perché questa non l’avevo ancora sentita. Sapevo dei sacramenti, ma non pensavo che anche il funerale venisse negato.
Tra l’altro mi pare che da poco il nostro adorato presidente del consiglio abbia rifiutato (lui ha rifiutato, il prete gliela stava dando!) l’ostia ed ha chiesto molto umilmente che si cambiassero le regole della chiesa per i divorziati di modo che pure loro la potessero prendere (http://www.corriere.it/politica/08_giugno_21/comunione_divorziati_berlusconi_0e969420-3f88-11dd-aa0d-00144f02aabc.shtml)… dobbiamo aspettarci che si faccia eleggere papa per cambiare lui stesso la regola? Quell’uomo mi fa scompisciare ed ha ragione DeanKeaton quando dice che ha “una certa inclinazione nel manipolare la realtà a suo vantaggio”, ma tanto c’é di peggio.
Comunque le ho chiesto di fornirci anche altri elementi riguardo alla vicenda del camionista perché in occasione dei funerali negati a Welby ho partecipato a diverse discussioni in alcuni forum dove i paladini della chiesa cattolica difendevano la sua posizione (quella della chiesa che condannava welby, ma salvava altri suicidi, o omicidi, o mafiosi e che dopo ha concesso i funerali religiosi a Nuvoli che si trovava nelle stesse identiche condizoni di Welby e che chiedeva le stesse cose) dicendo che per lui l’aggravante era il fatto che avesse fatto “pubblicitá” alla morte portando un esempio negativo per tutti (mentre altri mafiosi, omicidi e suicidi avevano diritto ai funerali religiosi perché, pur facendo cose sbagliate, non le pubblicizzavano). Ora vorrei sapere se per caso quel camionista avesse fatto pubblicitá al divorzio magari vantandosi pubblicamente di aver lasciato la moglie.
Saluti
Gabriele Mastellarini dice:
Thursday, 31 July 2008 alle 10:32
@ Daniele.
Ecco il link. Ciao
gm
http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/parroco-contestato/parroco-contestato/parroco-contestato.html
Daniele dice:
Thursday, 31 July 2008 alle 10:54
Grazie del link Mastellarini.
Doop aver letto l’articolo ed essermi informato un minimo su questa vicenda su google credo che si possa affermare che si sia trattato di una decisione autonoma di quel prete (con l’apparente complicitá del vescovo che peró pare non assumersi responsabilitá). Ho trovato ad esempio questa disposizione della chiesa cattolica:
Il Direttorio Pastorale Familiare della Chiesa Cristiana, al n. 234, recita: “un’attenzione pastorale va riservata al problema della celebrazione dei funerali religiosi di quei fedeli che, al momento della morte, si trovavano in una situazione coniugale irregolare. Poiché il senso del funerale cristiano consiste propriamente…nell’implorazione della misericordia di Dio sul defunto, nella professione di fede nella risurrezione e nella vita eterna, nell’invocazione per tutti, e in particolare per i familiari, della consolazione e della speranza cristiane, la celebrazione del rito delle esequie non è vietata per questi fedeli.”
Su questo link ( http://www.avvocatiefamiglia.org/leggi_articolo.asp?id_articolo=221 ) potrá leggere un interessante articolo che chiarisce un po’ la questione.
Tommaso Farina dice:
Thursday, 31 July 2008 alle 14:32
Volendo essere precisi e spaccare il capello in quattro, se un divorziato vive il suo post-divorzio nella castità per la Chiesa non fa nulla d’irregolare. E può ricevere tranquillamente la comunione.
Questo, direi, non è il caso degli onorevoli sunnominati, che pare si comunichino spesso, contro le prescrizioni ecclesiastiche.
La Chiesa non è ipocrita. Gli ipocriti sono loro.
Tommaso Farina dice:
Thursday, 31 July 2008 alle 14:42
Aggiungo un codicillo su Fini.
Lui può comunicarsi, in teoria. Lui non è mai stato sposato in chiesa. Non poteva farlo, perché sua moglie Daniela era già sposata (con Sergio Mariani), e per maritare Gianfranco ha dovuto divorziare. Un divorziato in chiesa non può risposarsi. E per la chiesa, uno che non si sposa in chiesa non è sposato.
Fini è dunque semplicemente un “convivente”, dal punto di vista canonico. Credo.
In effetti Tommaso ha ragione. Ma il mio editoriale voleva soprattutto mettere in evidenza le ipocrisie della Chiesa, debole con i forti e forte con i deboli.
Gabriele Mastellarini
Fabrizio Spinella dice:
Friday, 1 August 2008 alle 01:23
La Chiesa non è né debole né forte. E’ misericordiosa e non mette in piazza quello che fa in segreto per recuperare alla Grazia chi è caduto nel peccato.
giovanna dice:
Saturday, 13 September 2008 alle 18:41
Quante ipocrisie…la Chiesa emette troppi giudizi e troppe condanne poi magari annulla matrimoni religiosi durati anni e anni….
credo non si debba aggiungere altro….