TRAVAGLIO SBUGIARDATO DA MONTANELLI. Marco riprende Facci sul Maestro Indro e la P2. "Gelli tentò di reclutare anche Montanelli, il quale se ne tenne a debita distanza e lo definì magliaro", ma Indro scrisse: "Soltanto il caso m'aveva salvato dal ritrovarmi in quella lista. Assumemmo una posizione controcorrente rispetto alla leggenda nera imbastita sulla P2. Gelli? Un bischero"

Saturday, 22 November 2008
Pubblicato nella categoria EDITORIALI, TRAVAGLIO'S

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Update2. Intervista Tv a Montanelli che racconta l’incontro con Gelli insieme al “massone” Trionfera. E minimizza sulla P2. http://it.youtube.com/watch?v=5-zUm7bSmvg. Update1. Se ne parla anche tra i commenti (dal n. 90 in poi) sul blog Voglioscendere. La discussione infiamma, ma nessuno risponde (al solito). Bel pezzo di Marco Caruso anche su Il Pensatore (il link e’ in trackback).

di Gabriele Mastellarini

Mi scuso con i collaboratori e gli amici del blog ai quali avevo promesso di pubblicare il mio pezzo apparso sul Mondo di questa settimana sul caso della Reiss Romoli, ma tocca occuparsi ancora di Marco Travaglio e dintorni. Lo faccio con lo spirito di chi si è rotto veramente le palle di questo teatrino ma, allo stesso modo, spero che quest’ennesima scivolata dell’opinionista di Anno Zero induca qualcuno a riflettere sulla qualità del giornalismo nostrano.

Andiamo per ordine. Filippo Facci sul Giornale (www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=307040) aveva pubblicato un pezzo dal titolo “Berlusconi, Videla e Montanelli” parafrasando a modo suo l’ennesima brutta figura rimediata da Travaglio (stavolta se l’è rifilata da solo, equivocando sulle dichiarazioni di Obama, ma ne abbiam parlato già in un post precedente). Nel pezzo di Facci si fa riferimento a Roberto Gervaso e Indro Montanelli e alla Loggia P2, della quale mi sono occupato diffusamente in un libro, una tesi di laurea e alcuni saggi apparsi su Golem (rivista diretta da Umberto Eco) e su Problemi dell’Informazione, rivista de “Il Mulino”. Ma non ditelo a Travaglio…

Ora, memore della lezione del giornalista torinese, terrò i fatti separati dalle opinioni, offrendo ai lettori una semplice riproposizione di quanto sostenuto da Travaglio su Montanelli e di quanto sostenuto da Montanelli…su sè stesso. Poi fate voi e decidete a qual è la versione migliore. Buona lettura.

Marco Travaglio risponde così a Filippo Facci sul blog Voglioscendere (commenti 113 e 114 http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/allcomments/2096142): Un’amica del blog cita un articolo del solito poveraccio con le mèches del Giornale, il quale, estasiato per il figurone rimediato da Capezzone nel dibattito con me a “Otto e mezzo”, tenta di convincere i suoi eventuali lettori che Montanelli, se mi avesse sentito ricordare che Berlusconi stava nella P2 con alcuni generali argentini, “prima di prendere Travaglio a pedate per una settimana, gli ricorderebbe d’aver scritto una Storia d’Italia in sei volumi assieme a un piduista dignitosissimo, Roberto Gervaso”. Tanto per cambiare, lo Shirley Temple del Giornale non sa quel che dice. Montanelli firmò il suo primo libro a quattro mani con Gervaso nel 1965 e l’ultimo nel 1970. Gervaso, all’epoca, era un giovane giornalista totalmente estraneo alla P2, che fra l’altro in quel periodo era ancora una normale loggia del Grande Oriente d’Italia, ben lontana dalle deviazioni gelliane. Fu infatti il 19 giugno 1971 che il gran maestro Lino Salvini nominò Gelli “segretario organizzativo” della P2, seguitando a detenerne il controllo. La loggia fu poi sciolta, almeno formalmente, nel 1974. Gelli ne divenne maestro venerabile solo nel 1975, ma un anno dopo la loggia fu di nuovo sciolta. Tant’è che, come ha stabilito la commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2, “Gelli ha acquisito nella seconda metà degli anni settanta il controllo completo ed incontrastato della Loggia Propaganda Due, espropriandone il naturale titolare e cioè il Gran Maestro”. Fu in quegli anni che vi si iscrisse Gervaso, tessera 622, che poi assunse il grado di “maestro” e nel 1978 reclutò, fra gli altri, Silvio Berlusconi. Quando firmava libri con Montanelli, dunque, Gervaso non era un piduista. In ogni caso Montanelli interruppe il rapporto di collaborazione con lui nel 1970, tant’è che nel 1974, quando fondò il Giornale, si guardò bene dal portarvi Gervaso. Gelli tentò di reclutare nella P2 anche Montanelli, il quale però se ne tenne a debita distanza e, dopo averlo incontrato all’Hotel Excelsior di Roma, lo definì pubblicamente “un magliaro”. Quando poi, dopo alcuni volumi della Storia d’Italia scritti da solo, Montanelli ebbe di nuovo bisogno di dividere la fatica con qualcuno, si guardò bene dal richiamare in servizio Gervaso (nel frattempo scoperto nelle liste di Gelli sequestrate dalla Guardia di Finanza a Castiglion Fibocchi nel 1981). Si rivolse, invece, a Mario Cervi. Un consiglio a Shirley Temple: lasci perdere queste storie decisamente più grandi di lui, oppure faccia un’eccezione, s’informi.

Di seguito riporto quanto è scritto nel libro Indro Montanelli. Soltanto un giornalista. Testimonianza resa a Tiziana Abate”, Bur Saggi, 2002, pp. 239 e seguenti:

Indro Montanelli: “Con Gelli ebbi un solo contatto, nel ’77. E sfiorai la catastrofe. Un giorno Trionfera (Renzo Trionfera, ndr) telefonò da Roma: “M’hanno detto che qua c’è un tipo potentissimo che ha le mani in pasta dappertutto, ee che magari potrebbe darci un aiuto. Perché non adiamo a parlargli?”. Io passavo le notti in bianco per il rovello dei debiti e dissi subito di sì. Dopo qualche giorno Trionfera mi comunicò che l’incontro era combinato. “Ma non dobbiamo dirlo in giro, perché l’uomo è segretissimo” mi raccomandò. Poi, però, aggiunse che l’appuntamento era in un grande albergo di Roma. “Ma come, l’uomo segretissimo ci riceve in un grande albergo?”, obiettai. Trionfera non si scompose. “Entreremo alla chetichella  e saliremo direttamente nella sua stanza. Mi hanno dato il numero”. Puntuali, all’ora convenuta imboccammo le scale e ci ritrovammo di fronte a un dedalo di corridoi nel quale non riuscivamo a raccapezzarci. Mentre eravamo lì, incerti sul da farsi, passò un cameriere con un vassoio e ci disse: “Che cercano il Cavalier Gelli? Sta in fondo a sinistra”. Insomma, la stanza supersegreta era una specie di porto di mare. Gelli, che per me era un signor nessuno, ci accolse con una certa condiscendenza. Io gli dissi subito che non cercavo elemosine ma azionisti, visto che “Il Giornale” aveva una tiratura che giustificava l’acquisto di quote. Ma lui m’interruppe: “Sì, sì, ma capirà: il suo giornale, per me, è una piccola cosa”. “Capisco” risposi che lo sia per lei. Ma per me e per i miei non lo è di certo”. Lui parve infastidito. “Senta, io sto disegnando una ristrutturazione generale della stampa italiana. (…) “Ma ci vorrà l’appoggio del governo” replicai sempre più esterrefatto. Lui fece un sorrisetto. “Lì non ci sono problemi. E comunque lei capisce bene che in un assetto di questo genere è fatale che i piccoli giornali come il suo scompaiano”. Su questo ci congedò. Nel corridoio io e Trionfera ci guardammo in silenzio. Lui era mortificatissimo. Qualche tempo dopo, quando la bufera della P2 si scatenò, gli ricordai quall’episodio. “Renzo, ringraziamo Iddio che quel bischero ci abbia accolti così. Perché se lui ci avesse detto: se volete salvare “Il Giornale” dovete entrare nella P2, noi c’entravamo”. Senza sapere cosa fosse, come è successo a tanti.

Cito ancora Montanelli, p. 269. “Spadolini propose lo scioglimento della P2 e fu un gesto doveroso. Ma “Il Giornale” assunse subito una posizione controcorrente rispetto a quella ch’era la smisurata leggenda nera imbastita sulla P2. Che non aveva certo come fine l’eversione, la dittatura e le stragi, ma la creazione d’una società di mutuo soccorso per incettare palanche e poltronte. Perché poi Gelli e i suoi compari avrebbero dovuto proporsi il rovesciamento d’un regime che sembrava studiato apposta per i loro comodi? Quel ch’è certo è che se i piduisti approfittarono della congrega per arraffar posti, molti di quelli che ne reclamarono il crucifige lo fecero per occuparli a loro volta, profittando della purga dei titolari. Ci fu chi sostenne che “Il Giornale” minimizzava la portata della P2 perché il suo editore vi era coinvolto. Infatti il nome di Berlusconi risultò nell’elenco. Ma prima di tutto non aveva mai avuto ruoli nella conduzione politica del “Giornale”. E poi, come ho già raccontato soltanto il caso m’aveva salvato dal ritrovarmici anche io. Sapevo quindi perfettamente quale valore dare a quella lista. Indro Montanelli.

A scusate, manca ancora una lezioncina sempre di Montanelli: “I fatti vanno raccontati tutti, chi ne censura qualcuno è un disonesto che, come tale, prima o poi viene smascherato”.

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  1. CONTRAFFATRAVAGLIO. Quando Marco va allo sbaraglio (By Filippo Facci che cita Gabriele Mastellarini) | www.dituttounblog.com - dituttounblog.com dice:

    Wednesday, 26 November 2008 alle 08:09

    […] TRAVAGLIO SBUGIARDATO DA MONTANELLI. Marco riprende Facci sul Maestro Indro e la P2. “Gelli tentò…, di Gabriele Mastellarini Queste icone linkano i siti di social bookmarking sui quali i lettori possono condividere e trovare nuove pagine web. […]

  2. Le regole che non valgono per Travaglio. « il Pensatore dice:

    Thursday, 27 November 2008 alle 10:01

    […] difettosa è la prima è sbagliato e anche un po’ da fessi. Insomma: qualche giorno fa, il buon Mastellarini riportava alcuni passaggi di un libro-intervista in cui proprio Montanelli dichiarava alla […]

  3. Nick F. dice:

    Saturday, 29 November 2008 alle 11:55

    G.M. : “3 – E sempre su Ciuro. Come dimenticare quando prese in giro mezza Italia mostrando le ricevute della prima vacanza? Poi sbugiardato da me, D’Avanzo e Facci, annuncio’ l’assegno della seconda vacanza al Golden Hill, ma nessuno l’ha ancora visto.”

    Salve Mastellarini, su questo volevo chiederle una cosa: l’ha letto il post di Travaglio “Carta Canta/2″ sul suo blog?
    Diceva:

    “(…)Bene, sono felice di comunicargli che il mio soggiorno di dieci giorni in un villino del residence Golden Hill ad Altavilla lo saldai con la proprietaria (il cui nome, se vuole, gli fornirò in privato) in data 21 agosto 2003 con un assegno della mia banca, San Paolo-Imi di Torino: assegno di 1000 euro numero 3031982994.

    Per la fotocopia, farò subito richiesta alla banca e spero di averla tra qualche settimana, come l’altra. Casomai D’Avanzo gradisse qualche ragguaglio sulle mie ferie precedenti o successive (le faccio tutti gli anni), posso fornirgli la documentazione completa, onde evitare di dovergliene render conto a rate.(…)”

    Allora era questo l’assegno di cui tanto sparlava?
    Non crede al codice e alla banca ma vuole la fotocopia?

    Se è così perchè non chiama Travaglio o non viene a scrivere sul suo blog per richiederla, non la censurerebbero, e forse potrebbe ottenere quello che davvero le interessa…

    ma le interesserebbe avere la prova che le sue accuse non sono state altro che false e diffamatorie?

    Caro Nick, visto che MT (non noi) ha annunciato di voler esibire la fotocopia dell’assegno, così come ha fatto con l’altro che non c’entrava nulla (era dell’anno precedente alla vicenda), non vedo nulla di strano a voler essere trasparenti. Anche se mi sembra che ancora non l’abbia esibita questa copia pubblicamente promessa.

    Se le imprecisioni evidenziate (nessuna accusa, forse se la è sognata) dovessero rientrare nella diffamazione o nel falso mi pare che a MT non manchino i legali per difendere i suoi diritti.

    Sicuro che fino a due giorni fa non scriveva in questo blog con un altro nome anonimo, Nick? Poi detto tra noi, che c’azzecca questo con l’articolo su Montanelli?

    Saluti

    sf

  4. Nick F. dice:

    Saturday, 29 November 2008 alle 17:42

    Salve S.Fornasini!

    “Sicuro che fino a due giorni fa non scriveva in questo blog con un altro nome anonimo, Nick? Poi detto tra noi, che c’azzecca questo con l’articolo su Montanelli?”

    Guardi, io scrivo per la prima volta in questo blog, e lei è libero di non crederci, ma a dire il vero io mi permettevo di farvi quelle domande perchè nei commenti di Mastellarini a questo post si rivangava la storia dell’assegno, e anch’io,
    detto tra noi,
    ho avuto la sua stessa reazione quando l’ho letta…:

    “3 – E sempre su Ciuro. Come dimenticare quando prese in giro mezza Italia mostrando le ricevute della prima vacanza? Poi sbugiardato da me, D’Avanzo e Facci, annuncio’ l’assegno della seconda vacanza al Golden Hill, ma nessuno l’ha ancora visto.”

    Leggendo quelle invettive contro Travaglio anche in un post che parlava d’altro mi sono chiesto se mi fossi perso qualcosa della storia… perchè io ricordavo di aver visto la fotocopia del secondo assegno;
    infatti successivamente sono andato a controllare ed effettivamente quella fotocopia Travaglio non l’aveva pubblicata; in compenso però aveva reso pubblico il numero di assegno comprensivo di importo versato, oltre che resa pubblica la disponibilità a dare ulteriori spiegazioni a chi l’avesse richieste.
    A quel punto mi sono chiesto:

    Cosa spinge il Mastellarini ad insistere così tanto su quel dettaglio?
    Ha delle prove che Travaglio si sia fatto realmente pagare la vacanza da un mafioso o che quell’assegno con relativo codice da 1000€ sia una bufala?
    O semplicemente è molto inca**ato con Travaglio al punto di esagerare e perdere la ragione?

    Quindi grazie per aver risposto, la situazione ora mi è più chiara.

    Per quanto riguarda la questione “diffamatoria”, da parte di Mastellarini insistere sull’assegno e quindi sul fatto che Travaglio si sia o non si sia fatto pagare la vacanza da un mafioso mi sembra un tantino fuori dalle righe:
    io capisco l’astio, l’odio o l’invidia, il disprezzo o qualunque genere di sentimento Mastellarini provi per Travaglio, ma ha ben altre armi per criticarlo che non rivangare una storia ormai ampiamente smentita, addirittura con prove.

    In questo caso non sono stato io ad andare fuori argomento, ho solo chiesto spiegazioni all’autore del post riguardo ad un suo commento, tutto qua.

    Ancora grazie per aver risposto, e se lo accettate, vi do un consiglio:
    voi criticate tanto il metodo Travaglio per motivi già ampiamente sviscerati, ma in questo caso forse, per attaccarlo meglio, non era il caso di rettificare all’accusa di essersi fatto pagare la vacanza da un mafioso?
    Se qualcuno prova la sua estraneità alle accuse, non credo che giovi all’accusatore insistere su quel punto, si perde inevitabilmente di credibilità.
    Travaglio è un uomo come noi, ha dei difetti come me, lei, Mastellarini o chiunque altro, e attaccandolo su quelli non si può darvi completamente torto, come neanche completamente ragione.
    Il punto è che si può criticarlo in mille modi e alcune volte avete colto nel segno, nella sostanza, ma insistere su una cosa sbagliata non la fa diventare giusta.

    Cordiali saluti,
    Nick.

  5. Enrico dice:

    Sunday, 21 December 2008 alle 18:18

    Caro Travaglio si informi… per favore!
    L’ultimo libro scritto da Indro Montanelli con Roberto Gervaso, aveva ed ha per titolo: “La fine del Medioevo”, edito da Rizzoli-Milano 1975. Perciò, rifaccia i conti e ci faccia sapere quando il sig. Gervaso fu iscritto alla P2. Auguri a tutti!

  6. Federica dice:

    Sunday, 21 December 2008 alle 20:09

    Mi pare ci si stia perdendo nei dettagli.

    Comunque:
    “La fine del Medioevo” fa parte di una collana illustrata tratta dalla Storia d’Italia. Altro non è che una scelta di “L’Italia dei secoli bui” (lo chiesi tempo fa a Scancarello, direi attendibile come fonte).

  7. Enrico dice:

    Monday, 22 December 2008 alle 10:09

    Già, semplici dettagli sig.ra Federica, ma mi concederà che anche l’Universo è costruito da semplici dettagli. Con simpatia!

  8. mindfever dice:

    Sunday, 28 June 2009 alle 18:00

    il titolo ti questo presunto articolo da un idea che Travaglio fu sbugiardato da Montanelli.Non ho visto neanche traccia di cio che dice il titolo. Indro e la P2 ?
    Ma aspettate,dite di proporre fatti e poi mettete a disposizione dei articoli,che non so dove li avete presi.Potete citare la data dei giornali ? Non esistono 2 verita.O questa cosa sia vera ,opure no… non dite “…voi deciderete”.Il titolo per se,ti mette in una condizione di condannare Travaglio.Come se scrivessi “dittuonblog.com e la Mafia Calabrese.Giornalisti,bugie e faziosita” (mentre i “topic” sono separati un dall altro)

    Quell che diceva Montanelli sull etica giornalistica e come si deve lavorare… boh,mi sembra una cosa ovia.

    Ciao

  9. mindfever dice:

    Sunday, 28 June 2009 alle 18:04

    p.s.: molto divertente leggere quelle stupidagini di mafiosi e Travaglio (cmq,soltanto la logica mi sfugge… uno che scriveva articoli molto soccianti contro mafiosi,dovrebbe essere un mafioso?)boh,comunque… divertente leggere queste accuse su Travaglio, che sono state smentite,sbugiardate e cosi via…
    Ti fa pensare come funziona il vostro sistema giornalistico.Fate un po pena. Spero che abiate piu fortuna in futuro…

  10. mindfever dice:

    Sunday, 28 June 2009 alle 18:09

    lol,allora se Marco Travaglio non vi querela per queste stronzate,allora pensate che questa cosa e’ vera? Ma siete sicuri che lui legge questo blog?

    Ma come,lui deve provare il negativo ???? non puoi dire tipo ” se NON sei stato con un mafioso…provalo! ” beh, da noi si dice “prova che sono stato io, se no mi chiedi scusa “.
    Come so , non si puo provare che una cosa non esiste… si puo provare una cosa opposta, ma un fatto che non esiste,come puoi dire “prova che non esiste!” ??

    Boh, pensavo che avete qualche cosa interessante… io non vi leggo piu.Questo e’ un po troppo…

  11. giulio contini dice:

    Monday, 29 June 2009 alle 08:25

    poca mind e molta fever in questi commenti. c’è da domandarsi se l’articolo è stato letto oppure giudicato solo in base alla propria fede integralista

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