Posta e risposta. Contributi veri per giornali finti
Tuesday, 5 August 2008Caro Gabriele,
I finanziamenti si potrebbero dare in base alle assunzioni dei giornalisti, o al numero di praticanti, in base alle condizioni di lavoro dei giornalisti insomma, più assunti più finanziamenti, così ci sarebbe un netto miglioramento della qualità dei giornali e dell’indipendenza dei giornalisti che oggi sono quasi tutti freelance malpagati e supersfruttati.
Oggi i finanziamenti vengono dati in base alle copie stampate, si potrebbe darli in base al rapporto copie stampate/copie vendute o alle copie vendute.
Si potrebbe valutarli in base alla qualità secondo i cittadini (o altri criteri), si potrebbero dare a chi prende meno dalle pubblicità ma vende lo stesso, ci potrebbero essere un milione di criteri, ma questi sono solo alcuni, io purtroppo non sono un legislatore.
Mi piacerebbe molto sapere la tua opinione in proposito…
Anch’io insisto. Non si può in nome di una presunta libertà destinare ingenti quantità di denaro a chiunque voglia produrre un cereale.
Che si mantengano o chiudano.
Francesco B.
Caro Francesco,
giorni fa ho avuto modo di approfondire l’argomento con il direttore di “Libero”, Vittorio Feltri. Quel Sant’Uomo di Marco Travaglio parla di “Libero” come “il giornale vero di un partito finto”, visto che la testata riceve contributi come organo del partito monarchico (in realta’, in toni piu’ intelligenti, ne avevo scritto anch’io su Problemi dell’Informazione, il trimestrale edito dal Mulino e diretto dal prof. Angelo Agostini).
Quando esposi a Feltri il problema della contribuzione, lui mi spiego’ che quelli incassati da Libero sono spiccioli rispetto ai finanziamenti presi dai grandi giornali nazionali, in particolare come sovvenzione per gli invii postali. Il direttore fece capire che i problemi son ben altri e se il contributo sparira’, nessun problema, infatti hanno ritoccato a 1,20 il prezzo del quotidiano in edicola (60 Libero + 60 Liberomercato). In fondo, e’ meglio che il cittadino-lettore paghi consapevolmente un giornale da lui ritenuto interessante, anziche’ togliergli i soldi sotto il naso per finanziare una testata che rappresenta 2-parlamentari-2.
Non entro nel merito (non ne ho l’autorita’) dei “minigiornali” di partito che nel corso degli anni hanno preso tantissimo dallo Stato (alcuni dei loro rappresentanti son finiti in galera) e dato pochissimo ai lettori.
Sia chiaro: io sono per il pluralismo e quindi dico si’ al contributo per il manifesto, per Libero, per La Padania, financo per L’Unita’, per il Riformista e Il Foglio, ma dico “no” a tutti quei fogliettini insignificanti e inutili (penso al Campanile di Mastella, al giornale dei Verdi del quale non ricordo nemmeno il nome e a tante altre testate che si occupano di cavalli o di trebbiatura).
Alla mia riflessione, Feltri strabuzzo’ gli occhi: “Allora bisognerebbe cambiare la legge…”
Ecco, caro Francesco, cambiamo la legge sul finanziamento dei giornali ma non azzeriamolo. Giusto parametrare i contributi sulla base delle assunzioni, io direi anche di costituire una commissione perche’ valuti i contenuti della singola testata, assegnando punti in base al lavoro svolto (fai un’inchiesta? 50 punti, fai un’intervista? 5 punti, pubblichi agenzie? zero punti). E poi i free-lance. Perche’ non dare contributi ai free per far nascere nuove testate, anche on-line?
Putroppo, paghiamo gli errori del passato. Di testate come L’Unita’ (ma Travaglio non dice niente in proposito?) con bilanci in profondo rosso, pagate dallo Stato per non morire. Il sistema delle sovvenzioni pubbliche all’editoria va rivisitato da cima a fondo, partendo dal canone Rai e dai fondi versati a radio radicale per le dirette parlamentari, liberamente disponibili sul sito web della Camera o del Senato.
E’ la stampa, schifezza!
Gabriele Mastellarini


Kim dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 11:40
..però gira e rigira Marco c’entra sempre.
E’ proprio una tua ossessione.
Gabriele se ad ogni commento ci vedi Travaglio finirai con l’impazzire.
(confessione privatissima: Travaglio paga 20 centesimi a clic sui banner di google ads, mentre gli altri argomenti – tipo Gabriele Mastellarini – solo 5 centesimi. Misteri della Rete)
ciao
gmast
Francesco B. dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 12:29
Grazie mille per aver risposto, molto interessante devo dire, son d’accordo su tutta la linea.
Mi piace molto questo punto:
“E poi i free-lance. Perche’ non dare contributi ai free per far nascere nuove testate, anche on-line”, secondo me sarebbe veramente una gran cosa.
Per la cronaca io sul mio blog prendo ancora meno per un click sul banner 🙁
Ma io uso altervista…
Tommaso Farina dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 15:18
Libero non è più organo del partito monarchico da qualche anno, tra l’altro.
tequilero dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 16:56
Ecco perché non ci sono più editoriali a favore della Monarchia sul giornale di Feltri…
Una curiosità, visto che la gente si scandaliiza per il reddito di Travaglio, qualcuno sa dirmi quanto guadagna il Feltri come direttore di Libero?
Saludos
maremmaciuchina dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 17:30
Non se la passa male il Feltri, solo come pensione:
“Vittorio Feltri, 56 anni, giornalista-editore, ex direttore di ‘Europeo’, ‘Indipendente’ e ‘Giornale’.
Pensione Inps (dal maggio 1997): 13 mensilità da 408.050 lire.
Pensione Inpgi (dal maggio 1997): 14 mensilità da 24.465.170 lire”.
(dati forniti in ’50 Uomini d’oro’, ‘L’Espresso’, 13/19 agosto 1999)
tutti soldi più che legittimi, ha pagato i contributi inpgi ed è sacrosanto che percepisca la sua pensione. a questo poi va aggiunto quanto percepisce come direttore.
Tommaso Farina dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 18:05
Tequilero, l’unico monarchico (non filosavoia eh) della redazione di Libero credo di essere io.
tequilero dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 19:20
Tommaso,
e nessuno del Movimento Monarchico Italiano si è mai lamentato per questa cosa?:)
Attualmente, invece, se non sbaglio c’è una fondazione onlus che controlla Libero s.r.l?
Saluti.
Tommaso Farina dice:
Tuesday, 5 August 2008 alle 20:12
No, non è una onlus. Libero è una cooperativa editoriale.
giuseppe dice:
Thursday, 18 September 2008 alle 00:31
salve.Volevo dire una cosa.Il governo dice che bisogna tagliare le spese inutili.Ma i finanziamenti ai giornali sono o non sono spesi inutili e comunque esuberanti in un governo senza soldi.Perché il governo taglia sempre i posti di lavoro.? E non taglia gli stipendi ai politici e i finanziamenti ai giornali.Spero che gli italiani non votino più e si presentano alle elezioni persone che fanno parte del mondo operaio e impiegatizio.