Posta e risposta / 4: nuova replica di Gabriele Mastellarini

Tuesday, 25 August 2009
Pubblicato nella categoria LETTERE

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Ricevo via email e pubblico volentieri:

Caro Sergio,

leggo l’email del collega Biancardi, dimissionario dall’Assostampa. Mi permetto un’ultimissima replica.

Mi spiace che il collega continui a “balenare” plagi, stavolta tirando in ballo i “segni” apposti sull’articolo de Il Centro. Forse e’ una fissazione, la sua. E sono costretto ancora una volta a smentirlo. Io con l’avv. Rossi Stefano ho parlato diverse volte e nell’articolo scrivo anche “che e’ sfollato a Pescara”, particolare non da poco. Il num dell’avv. Rossi l’ho trovato sul sito dell’ordine degli avvocati, poi sono stato trasferito a un cellulare, prefissato 335 e ho parlato con lui (se volete fornisco il numero in pvt). Strano ma vero. Eppure Rossi aveva fatto gia’ un comunicato stampa, riportato da Il Messaggero, Il Tempo, Il Centro (ecco perche’ l’ho sottolineato) e nelle conversazioni mi ha semplicemente detto di riconfermare quanto riportato nel precedente comunicato.

Non capisco perche’ non ci si voglia piu’ “addentrare” sulla storia della delibera. Io, invece, voglio addentrarmi eccome. Si contestava che Il Mondo avesse bluffato, parlando di “un documento che abbiamo potuto consultare” e ora, suvvia, meglio “non addentrarsi”. E no, caro Sergio, qui si mischiano le carte in tavola.

Riguardo alla data del fax, il collega – calendario alla mano – potra’ controllare che il 19 era domenica e il 20 lunedi’, quindi se io mando un fax ad un ente pubblico la domenica, lo dato lunedi’ perche’ gli uffici municipali la domenica sono chiusi.

Sul fatto di non esser venuto direttamente a L’Aquila, mi permetto di sorridere. A parte il fatto che dal 6 aprile sono stato decine e decine di volte nel capoluogo (pensa, caro Sergio, che il 5 aprile fino alle 21 circa ero in pieno centro a L’Aquila, per lavoro) e poi non e’ mica reato procurarsi i documenti via fax o per email. Se fosse obbligatorio presentarsi ogni volta sul luogo di cui si scrive, sarebbe pressoche’ impossibile lavorare. Non credo che Rizzo e Stella si siano presentati dal barbiere della Camera prima di scrivere La Casta e non penso che quelli dell’Espresso siano mai stati a Villa Certosa, eppure ne parlano.

Conclusione. Chiunque abbia seguito quest’assurda vicenda – che dovra’ essere chiarita necessariamente nelle competenti sedi – avra’ facilmente intuito dov’e’ la ragione e dove il torto.

E quando si ha torto e’ sempre meglio chiedere scusa, senza far troppe perifrasi, confidando nel buon senso dell’interlocutore.

Un caro saluto
Gabriele Mastellarini

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