Marco Travaglio, l'uomo ovunque che le sa raccontare

Thursday, 24 July 2008
Pubblicato nella categoria TRAVAGLIO'S

di Michela Murgia (*)

Sono in giro da un numero imprecisato di giorni per festival letterari in Umbria, Lazio e Piemonte, e come attività principale sfrutto l’equivoco che mi vuole intellettuale di qualche specie per apprezzare a spese altrui le meraviglie culinarie del posto.  Ma c’è uno svantaggio nell’andare in giro in continuazione. Apro gli occhi, guardo il soffitto della camera dell’albergo e cerco di fare mente locale: dove mi trovo? In questo contesto privo di certezze logistiche mi resta un solo punto fermo, sempre lo stesso, che si ripete costante a ogni nuovo festival che mi accoglie: è Marco Travaglio. A qualunque ora io arrivi sul posto, Marco Travaglio è già lì.

Non importa in quale punto lontano sia l’evento, o quali nomi noti della letteratura mondiale ci siano: Marco Travaglio c’è, e questo fatto ormai mi è talmente familiare che se mi invitassero dove lui non è incluso in programma, sarei quasi tentata di non accettare.

Per sentire Marco Travaglio c’è la fila da ore, e non importa se nella sala affianco viene intervistato simultaneamente un premio Nobel: ubi Marco, minor cessat. In alcuni casi si paga persino un biglietto simbolico, ma questo non influisce minimamente sulla lunghezza della fila.

C’entra poco la sete di letteratura, perché Marco Travaglio non è uno che fa letteratura.

Appartiene piuttosto a quella ristretta categoria di persone che, sembrando avere il coraggio di dire cose importanti in contesti scomodi, finiscono per diventare più importanti delle cose che dicono. Grazie a questa sovrapposizione tra la luna e il dito che la indica, Travaglio non è più semplicemente uno che dice cose vere: sono le cose a diventare vere, o più credibili, perché è lui a dirle.

Un potere enorme che spetterebbe solo ai buoni maestri, in un mondo in cui distinguere il buono dal cattivo è sempre più complicato, figuriamoci i maestri. Sarà per questo che la gente ha investito Travaglio del compito di osservare e raccontare la realtà con sguardo libero e attento: quello sguardo manca. Ma il sospetto mio è che andare ad ascoltare Travaglio sia un modo per sollevarsi la coscienza dalla colpa collettiva del torpore civile. Indignarsi per interposta persona fa sentire cittadini ancora appassionati, come se emozionarsi per il suo piglio critico verso i poteri grandi scusasse i silenzi collusi con il potere piccolo, le richieste in cambio di un voto, la logica del favore al posto di quella del diritto, tutte cose che mi sono familiari persino in un posto come Cabras, lontano dai gangli malati del potere vero.

E allora la vedo uscire così la gente dall’incontro con Marco Travaglio: sollevata e assolta, con le facce rilassate di chi ha fatto il suo dovere civico andando ad applaudire la rappresentazione catartica di quello che nella vita di ogni giorno conviene che non indigni più nessuno.

Bisognerebbe inventare una nuova figura letteraria per questo strano rituale, perché Travaglio è evidentemente un capro nobilitatorio, che si assume il compito di esercitare virtù di gruppo laddove quello espiatorio si carica delle colpe collettive.

Comprenderlo mi fa esattamente lo stesso effetto di un risveglio in un albergo estraneo, a guardare il soffitto e chiedermi: io, dove sono?

(*) La versione integrale è su http://michelamurgia.altervista.org

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Nessun commento presente per “Marco Travaglio, l'uomo ovunque che le sa raccontare”

  1. Orlando dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 16:00

    Mah… c’è del vero e del condivisibile. Non condivido in pieno l’azione “assolutoria” delle presentazioni di Travaglio.

    Trovo che dar contro Travaglio possa essere (per i vari motivi personali) anche giusto (ognuno ha per motivi più o meno validi le sue ragioni) ma in un tempo in cui manipolare l’informazione è sempre più facile… chi mi garantisce che chi confuta Travaglio non abbia a sua volta manipolato le prove? In definitiva bisogna scegliere di chi fidarsi… ed è difficile.

  2. romeo cosser dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 16:57

    murgia, salata, mastellarini, caruso, farina, facci:

    quanti altri ancora “si arrogheranno il diritto” di scrivere, spesso inutili e a loro modo infamanti, articoli sul giornalista torinese per far parlare un pò di sè?

    che tristezza infinita…
    Romeo scusi se mi intrometto, fra l’altro per me MT non è un mito ma nemmeno da bruciare, lo leggo e lo ascolto con piacere e lo ritengo un ottimo comunicatore. I motivi per i quali si scrive di lui sono gli stessi che a MT danno lavoro, ovvero se non ce ne fosse giusta ragione anche lui scriverebbe di altro. Come insegna Marco, teniamo gli occhi puntati sulle cause non su chi indica le manchevolezze, piccole o grandi. Saluti

    sf

  3. Tommaso Farina dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 17:48

    Faccio notare oltretutto che su Travaglio non ho scritto proprio nulla.

  4. nicola dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 17:58

    …e a mio parere, caro Tommaso, ne avresti tutto il diritto, visti gli attacchi a tuo padre… ma fa niente, taccio…

  5. Tommaso Farina dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 18:12

    Lo so che ne ho il diritto, ma certe soddisfazioni posso anche non dargliele. Le cose che scrive si commentano da sé.

  6. Mastellaroni dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 20:13

    Beh, ma sono attacchi giustificati, da che mondo e’ mondo i giornalisti sono una categoria a parte dai servizi segreti. Poi il Farina figlio sara’ lodevole, ma non mi pare che il padre abbia una bella reputazione.

    Saluti

  7. Carlo Gambino dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 21:09

    “ne avresti tutto il diritto, visti gli attacchi a tuo padre…”

    Datemi una mano a capire: perché dovrebbe essere scorretto criticare con ferocia l’operato di Renato Farina? Non se lo merita?
    Oppure pensate che in Italia, tutto vada in prescrizione e diventi “roba vecchia” dopo pochi anni? O forse criticate il MODO in cui Travaglio parla di Farina?
    Bisogna ammettere che, conoscendo la storia, è difficile non ironizzare con sarcasmo e, ok, anche una punta di cattiveria.

  8. Tommaso Farina dice:

    Thursday, 24 July 2008 alle 23:39

    @Carlo Gambino: le cose sono un poco più complesse di quello che sembrano, ma non mi sembra il luogo adatto.

    @Mastellaroni: non preoccuparti, Renato Farina presso alcune persone già non aveva buona reputazione anche prima. In ogni caso io preferisco guardare ai moltissimi (e sono la maggioranza) che invece lo stimano ancora.

  9. Nicoletta Salata dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 00:28

    Per Romeo: scusi, ma lei in due sole righe + 1 del titolo (in cui cita i colpevoli tra cui la sottoscritta, imputata di un “reato” che non sussiste perchè semmai è il suo difeso che utilizza lo stile “infamante”)ha scritto più inesattezze di quante noi in una sequenza di pagine. “Quanti altri”: guardi che prima, durante e dopo di noi già altre persone si stanno esprimendo su M.T. pro o contro che sia, pertanto qui non si è precursori di un bel niente;”arrogheranno il diritto”: non è solo un diritto, o meglio una libertà, è anche un dovere, se non altro verso se stessi, e per quello che mi riguarda perfino un piacere; “inutili e infamanti”: inutili può darsi, infamanti proprio no, legga meglio quello che scrivo, potrebbe finire per scoprire che M.T. non solo ha rappresentato per me una sorta di musa ispiratrice e di questo gliene sarò sempre grata, ma anche che gode della mia stima e del mio rispetto, e guardi glielo voglio proprio confessare, anzi no…a me importa solo che, semmai, lo sappia lui, ma le pare!!! E’ poi se è così esposto come si fa a non parlarne, e poi non potrebbe essere quello che vuole lui stesso? “far parlare un pò di sè”: posso ridere? se volessi far parlare di me, che tutto sommato prediligo ancora la riservatezza e la coscienza pulita, avrei adottato altri sistemi, altre risorse, già in tempi remoti, le assicuro che le occasioni non sono mancate. Il fatto è che a me è venuta proprio la voglia, la necessità, di parlare di lui! Le sembrerà banale ma è così. Legga il mio racconto e si ricreda! “Del resto perchè mai un segnale si attiverebbe se non per avvertire e una freccia si scaglierebbe se non per colpire?”

  10. nicola dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 08:38

    Già Tommaso, ho detto che ne avresti il diritto (perché dopo lo stupore e lo sdegno ho voluto conoscere bene la storia di tuo padre).
    Però altrettanto bene capisco il tuo non voler commentare.

    per Carlo Gambino:

    Mi dia una mano a capire: perché dovrebbe essere scorretto criticare con ferocia il modo in cui scrive Marco Travaglio?
    Non se lo merita?
    Oppure pensa che in Italia, il diritto di critica (feroce, salace e grassoccia)funzioni solo in un verso?
    O forse non le è congeniale il MODO in cui viene criticato Travaglio?

  11. Giacomo dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 09:44

    Nicola: “perché dovrebbe essere scorretto criticare con ferocia il modo in cui scrive Marco Travaglio?”

    Perchè finisce per distrarre da quello che è il contenuto. Perchè è il dito e non la luna.
    Io non ho letto quello che ha scritto Travaglio, nè ho seguito la vicenda di Farina, quindi non mi pronuncio. Dico solo che cricando con Ferocia il modo in cui scrive, spesso si corre il rischio di dimenticare le cose che scrive, se sono giuste o no. Ed il giudizio su queste cose è molto più importante del giudizio sul suo stile.

    Per Nicoletta Salata. Mi scusi, ma non credo che lei possa parlare di stima e rispetto nei confronti di Travaglio. Altrimenti non vorrebbe avere niente a che fare con questa manica di profittatori.

    ROMEO:
    Michela Murgia è un Antiberlusconiana di ferro,
    cattolica,
    comunista
    con riserve sulla 194
    a favore dei Dico…. eccetera.
    Un personaggio interessante. Secondo me le fai torto ad associarla con i personaggi di cui sopra.

  12. nicola dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 11:05

    Giacomo, se lei avesse letto con attenzione i commenti precedenti al mio, avrebbe chiaramente inteso il mio intento.

    Ma se la sua funzione principale è difendere Travaglio in ogni caso da “questa manica di profittatori” posso comprendere che anche lei abbia compiuto questa superficiale critica.

    saluti

  13. Giacomo dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 13:10

    No no, il mio scopo qui è ricordare di tanto in tanto alla “manica di profittatori” che appunto, è una “manica di profittatori”.
    Nel caso lo scordassero.

  14. Carlo Gambino dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 13:45

    “le cose sono un poco più complesse di quello che sembrano, ma non mi sembra il luogo adatto.”

    Ne sono certo. Ma, se è vero che suo padre sta “pagando” un certo tipo di comportamenti e quindi è fondamentalmente inutile ritornarci sopra, è anche vero che è altrettanto inutile stupirsi di chi ricorda il “caso Farina”, che, comunque sia, è stato un duro colpo per la categoria dei giornalisti.

    “Mi dia una mano a capire: perché dovrebbe essere scorretto criticare con ferocia il modo in cui scrive Marco Travaglio?
    Non se lo merita?
    Oppure pensa che in Italia, il diritto di critica (feroce, salace e grassoccia)funzioni solo in un verso?
    O forse non le è congeniale il MODO in cui viene criticato Travaglio?”

    Travaglio è criticabilissimo, come tutti a questo mondo, per carità. E anzi, guardi, le garantisco che il fatto stesso che i giornalisti si prendano a scaracchi fra di loro è di per se stesso un segno di democrazia. Pensi se fossero tutti d’accordo!
    Il “modo” in cui viene criticato Travaglio è anch’esso legittimo, e io infatti non mi accodo a quelli che, non appena si parla male di Travaglio (che è e resta tra i migliori in Italia, a mio parere) s’infervorano subito rischiando un ictus. Se Travaglio sbaglia, giusto farglielo notare, tanto più se si consideri che i suoi libri vanno a ruba.
    Una cosa è criticare Travaglio. Un’altra è volerlo screditare a tutti i costi.

  15. nicola dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 14:26

    Gambino la ringrazio per il chiarimento.

    Concordo in ogni punto della sua risposta.

  16. Nicoletta Salata dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 15:29

    Per Giacomo: ogni parola in più spero sia un dubbio in meno, per questo ancora persisto a ritornare sulla mia posizione che avrebbe dovuto essere, penso, già chiara. Comunque: le preciso che non scrivo in questo blog per diffamare Travaglio nè nessun altro giacchè è un’attitudine che non mi gratifica. Del resto quello che avevo da dirgli gliel’ho scritto nella mia lettera (in forma di racconto, già più volte qui menzionato) e qualsiasi altra cosa, al momento, io proprio non potessi fare a meno di dirgli, bella o brutta, credo di potere ancora comunicargliela direttamente, pur sapendo magari che non la leggerà.Lei saprà meglio di me a quanti indirizzi e-mail fa recapito! Sono stata invitata da G.Mast. a scrivere su questo blog per una coincidenza che ci ha fatto incontrare sul web pochi giorni fa, la quale sicuramente è legata alla questione M.T. ma ritengo sia impensabile ed offensivo per entrambi, ritenere che G.M. l’abbia fatto e che io abbia accettato per far squadra contro M.T. Le assicuro che le motivazioni sono altre: da un lato un giornalista, forse un po’ incazzato (ops! si può dire?) che intelligentemente accoglie nel suo blog appassionati collaboratori, dall’altro una maniaca ed inguaribile amante della scrittura. In questa “manica di profittatori” che sinceramente non intravedo e in cui pertanto non mi riconosco non è che lei indossa per intero la camicia? a presto.

  17. romeo cosser dice:

    Friday, 25 July 2008 alle 17:17

    egr. nicoletta salata ho virgolettato “arrogarsi il diritto” prendendolo a citazione dal suo scritto: tutto qui! : )

    il mio è un semplice sfogo: apprezzo travaglio e la stampa “scomoda” dei giornalisti “non allineati” (gomez e maltese certo più di travaglio). Mi avvilisce leggere sempre più pareri ed opinioni che cercano a loro modo e nel loro piccolo di smontare, innanzitutto, la credibilità professionale di un giornalista che per molti, sarebbe più utile – se non quanto vitale – che non frequentasse la regina dei media: la televisione.

    Ma per l’amor di dio, lei può scrivere di chi le pare, come le pare e perchè le pare.

    Uno ad esempio può scrivere due pagine di quotidiano sui movimenti della lingua di travaglio, movimenti che imitano lo “slinguare” di un’iguana, quando parla.
    O di quanto sia demodè la sua acconciatura.
    E ancora di come vesta imitando il vestire di Montanelli; ma che senso ha, nella fattispecie nei confronti di travaglio e non, e mi ricollego ad un’altra discussione, di Renato Farina ad esempio?

    Ci sarebbe più di uno spunto di riflessione da prendere in esame dalla vergognosa vicenda dell’ex giornalista renato farina, su cui giovani professionisti, come lei sig.salata, dovrebbero impegnare le proprie risorse professionali e il proprio tempo prezioso, piuttosto che tirare in ballo un professionista, senz’altro criticabile su alcune cose, ma non sullo spessore della sua professione.

    “inutili e spesso infamanti” ho scritto, e certo l’aggettivo che riguarda il suo racconto è “inutile” non certo “infamante”.

    Non condivido la sua esagerata “recensione” del genere giornalistico che lei non legge onde preservare la sua serenità di vita, ma qui si entra nel campo della fruizione di un opera (d’arte o giornalistica che sia), che è puramente soggettiva e perciò da rispettare anche se non condivisa.

    distinti saluti

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