AMARCORD. IL CASO DI DELIA CIPULLO E DELLA FIGLIA DI TONINO DI PIETRO

Wednesday, 3 December 2008
Pubblicato nella categoria AMARCORD

da ll Giornale n. 288 del 2 febbraio 2008

La figlia di Antonio Di Pietro, assunta nel giornale “Italia dei valori” è ignota alla redazione. Ma lui pretende l’atto del praticantato. Il ministro insiste ma la direttrice si oppone: “Anna non ha diritto all’esame di Stato”
da Roma

«Io sono sempre stato a difesa della legalità». Antonio Di Pietro ieri aveva un comizio a Perugia e in campagna elettorale si possono dire anche cose che rischiano di essere smentite dai fatti, in particolare da quella che Achille Occhetto ha di recente definito «la gestione padronale e autoritaria del suo partito». Se poi ci sono di mezzo i figli…

Anna Di Pietro è brillante, di bella presenza, studentessa all’università Bocconi e parla con quell’accento milanese che non ha mai intaccato la cadenza molisana del papà. Nel marzo 2006 viene assunta dalla Editrice Mediterranea, la società che pubblicava il giornale dell’Italia dei valori: nella redazione romana di via della Vite, una splendida traversa di via del Corso, raccontano però di non averla mai vista, nemmeno per ritirare le buste paga. Insomma, sulla carta è assunta a tutti gli effetti per svolgere il praticantato che dà diritto a sostenere l’esame da professionista. Solo che non ha mai lavorato.

Al giornale, nel frattempo, avevano pensato che avesse cambiato idea, che di fare la cronista non avesse più alcuna intenzione. E però in mancanza di comunicazioni diverse continuano a darle lo stipendio, che non ha mai ritirato. Non è l’unica figlia eccellente affidata alle cure della direttrice Delia Cipullo. Tra i praticanti figura anche Antonio Formisano, figlio di Nello, capogruppo al Senato dell’Idv. Lui però lavora davvero, tant’è che nella lista dei praticanti ammessi a sostenere il prossimo esame figura iscritto al numero 83.

Di Anna Di Pietro, invece, al giornale del partito avevano perso le tracce. Anche perché nel frattempo, esattamente a luglio 2007, suo padre intima alla Editrice Mediterranea la dismissione della testata Italia dei valori e pone fine al rapporto che faceva del giornale l’organo del suo partito, con i relativi fondi per l’editoria.
L’editore dà seguito alle richieste dell’ex magistrato, restituendogli la titolarità della testata. Da allora di Di Pietro non hanno più notizie dirette. Incoraggiato dalla combattiva Cipullo, l’editore cerca però di andare avanti con il suo giornale che esce fino allo scorso 4 agosto sotto la testata Idea democratica. Ma il disconoscimento dell’Idv porta alla chiusura di «una redazione vera, di persone vere che facevano un giornale vero» spiega Delia Cipullo, «con più di dieci giornalisti». Insomma, ci tiene a precisare orgogliosa, «non uno di quei giornali finti che servono solo ad avere i soldi dell’editoria di partito».

A gennaio la sorpresa, Antonio Di Pietro si ricorda del suo ex giornale, e così nella redazione ormai in via di dismissione, cominciano ad arrivare dal suo staff una serie di telefonate. Alla direttrice viene chiesto di certificare l’avvenuto praticantato di Anna Di Pietro. A fronte di una situazione contributiva regolare, ci tiene a specificare la direzione del giornale, per far sì che la figlia del ministro possa sostenere l’esame da giornalista nella prima sessione utile occorre che Delia Cipullo certifichi ufficialmente l’apporto dato dalla ragazza alla redazione. La direttrice però da questo orecchio non ci sente e risponde alle insistenti richieste con un netto no: «Non firmo la certificazione perché non sussistono gli estremi per farlo. Il praticante deve stare in redazione e io Anna Di Pietro non l’ho mai vista nemmeno una volta. Non ha mai ritirato le buste paga. A tutt’oggi è ancora una dipendente della Editrice Mediterranea, malgrado tutto non l’abbiamo licenziata. Però fino ad ora non ha mai lavorato e quindi non posso firmare alcunché».

L’ultima telefonata è di due giorni fa, giovedì 13 febbraio. Ma la Cipullo continua a non cedere. Per la figlia del ministro Di Pietro niente esame da giornalista. Una questione di rispetto della legge, in teoria lui dovrebbe capirlo.
I figli so’ piezz ‘e core, si sa, ma un uomo che fonda le sue fortune politiche sulla fama di rigoroso cultore delle regole non può farsi beccare in un plateale fallo di nepotismo: va a finire che in privato sembra adottare esattamente quei metodi «mastelliani» che ama criticare in pubblico.

BIOGRAFIA

Giornalista professionista, Delia Cipullo è nata a Napoli ma è a Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che ha sempre vissuto. Poi il trasferimento a Roma circa otto anni fa. Nel 2000, in occasione del Grande Giubileo, lascia la redazione del quotidiano provinciale presso il quale svolge attività di redattore capo per trasferirsi temporaneamente a Roma dove, in occasione del Grande Giubileo, è team leader nell’organizzazione della macchina comunicativa del Giubileo. Dopo aver frequentato il master in Comunicazione Sociale Istituzionale presso la Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, Nel luglio del 2003, a qualche mese dalle elezioni europee del 2004, è capo ufficio stampa di Gianni De Michelis, già ministro degli Esteri e ministro del Lavoro, che si candida e viene eletto nelle liste del partito di cui è segretario, il Partito Socialista Nuovo PSI, erede del Partito Socialista di Bettino Craxi. Da spin doctor e ghost writer del leader politico partecipa alla stesura di due saggi sulla comunicazione e sulla comunicazione sociale istituzionale. Curiosamente, e non tardano a sottolinearlo, ed a più riprese, alcune testate nazionali, nel febbraio del 2006 è direttore del quotidiano “Italia dei Valori”, organo ufficiale del partito fondato da Antonio Di Pietro. Oggi si occupa di comunicazione istituzionale ed è consulente di alcuni personaggi politici.

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Nessun commento presente per “AMARCORD. IL CASO DI DELIA CIPULLO E DELLA FIGLIA DI TONINO DI PIETRO”

  1. Paolo dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 09:43

    Gabriè, diventa famoso come Tonino: così posso fare l’esame pure io!

  2. asdrubale dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 10:10

    I figli so’ piezz e’ core (scusate l’accento, nevvero).

  3. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 10:21

    ai praticanti danno uno stipendio?

  4. Clau89 dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 12:02

    mmmmmmmmmmm

  5. Uriele dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 13:08

    Scusa la sfiducia ma mi sa tanto di bufala questa notizia. Di Pietro non può nè fare ne dire nulla:
    Per partecipare all’esame deve sia essere iscritta al registro dei praticanti (cosa che penso abbia già fatto), sia “L’ESERCIZIO CONTINUATIVO DELLA PRATICA GIORNALISTICA PER ALMENO 18 MESI”.

    L’art.34 della legge 69 del febbraio 1963 dice anche:
    “ART. 34. PRATICA GIORNALISTICA.

    LA PRATICA GIORNALISTICA DEVE SVOLGERSI PRESSO UN QUOTIDIANO, O PRESSO IL SERVIZIO GIORNALISTICO DELLA RADIO O DELLA TELEVISIONE, O PRESSO UN’AGENZIA QUOTIDIANA DI STAMPA A DIFFUSIONE NAZIONALE E CON ALMENO 4 GIORNALISTI PROFESSIONISTI REDATTORI ORDINARI. O PRESSO UN PERIODICO A DIFFUSIONE NAZIONALE E CON ALMENO 6 GIORNALISTI PROFESSIONISTI REDATTORI ORDINARI.
    DOPO 18 MESI, A RICHIESTA DEL PRATICANTE, IL DIRETTORE RESPONSABILE DELLA PUBBLICAZIONE GLI RILASCIA UNA DICHIARAZIONE MOTIVATA SULL’ATTIVITÀ GIORNALISTICA SVOLTA”

    In poche parole il direttore deve MOTIVARE l’attività giornalistica svolta. Ai pubblicisti è richiesto un certo numero di articoli da prodursi in un periodo di 2 anni, ma per motivare l’attività di giornalistica mi aspetto come minimo qualche articolo scritto nell’arco dei 18 mesi per il giornale dove si pratica. Se questi articoli ci sono, allora è giusto che la figlia di DiPietro sostenga l’esame, altrimenti no. Basta controllare.

    PS: questo caso è più inerente all’attività politica dell’ onorevole DiPietro, rispetto a quello di Bossi e del figlio Cristiano, ma è chiaro l’intento di attaccare il padre usando la figlia (per adesso il padre ha solo alzato la voce, non ha fatto nulla di illegale nè ha costretto la direttrice, per quanto ne so poteva non sapere che la figlia “bigiava” il lavoro, si sia fatto prendere dal panico e abbia fatto una sfuriata avventata prima di informarsi). Per quanto ne so poteva semplicemente credere nell’impegno e nella buona volontà della figlia che magari gli mentiva a proposito del lavoro, mi pare logico e condivisibile un occhio di riguardo per un figlio (finchè non si superano certi limiti, cosa ancora non avvenuta), rende una persona umana

    DOPO 18 MESI, A RICHIESTA DEL PRATICANTE, IL DIRETTORE RESPONSABILE DELLA PUBBLICAZIONE GLI RILASCIA UNA DICHIARAZIONE MOTIVATA SULL’ATTIVITÀ GIORNALISTICA SVOLTA”
    leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi leggi

  6. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 14:14

    sì ma un praticante ha la busta paga?

    in genere si

  7. Tommaso Farina dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:22

    Certo che ce l’ha, la busta.
    Anzi, il Contratto Nazionale prevede due livelli retributivi: uno per il praticante neoassunto, uno più alto per il praticante a partire dal dodicesimo mese di anzianità.

  8. Tommaso Farina dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:25

    Comunque leggo qui sopra Uriele. Dice che qualche articolo deve averlo scritto. In realtà non è necessario. Nei giornali ci sono interi settori dedicati alla “cucina” dei pezzi altrui. Non tutti i praticanti (ma neanche i redattori, se è per questo) hanno la fortuna di scrivere quanto vorrebbero.

  9. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:40

    sì ma un praticante ha la busta paga?

    in genere si

    Scritto da Tyler il 3 Dic 2008

    in genere sì? Forse nel mondo giornalistico o a casa vostra. Con lo sfruttamento che c’è, pagano i praticanti? Allora sono stato scemo io. E poi non si fa una busta paga ai praticanti. Bell’articolo. Credibile.

  10. Uriele dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:41

    ???
    Guarda non ho capito su cosa ti stai concentrando, veramente. Secondo la legge (stesso articolo):

    “Il praticante non può rimanere iscritto per più di tre anni nel registro.”

    Quindi, interpreto la norma come: allo scadere del diciottesimo mese, fino alla fine del 3° anno, il praticante può richiedere quando più gli aggrada al direttore di rilasciargli una dichiarazione motivata dell’attività svolta (e dovendo essere motivata il tutto dipende dal direttore, se il direttore non l’ha mia vista lavorare lo scrive).
    La domanda per sostenere l’esame deve essere corredata da questo documento e deve essere vagliata da una commissione apposita (che ha il diritto di rifiutarla).

    “Art. 31 (modalità di iscrizione nell’elenco dei professionisti)
    La domanda di iscrizione deve essere corredata dai seguenti documenti:
    1) estratto dell’atto di nascita;
    2) certificato di residenza;
    3) dichiarazione di cui all’art. 34;
    4) attestazione di versamento della tassa di concessione governativa, nella misura prevista dalle disposizioni vigenti per le iscrizioni negli Albi professionali.”

    Ora io ho detto:
    “In poche parole il direttore deve MOTIVARE l’attività giornalistica svolta.” La seconda parte non è del tutto corretta: il giornalista può anche limitarsi a raccogliere e riordinare fonti e pubblicare articoli di cronaca senza firmarli, ma comunque sono documenti di cui il giornale dovrebbe essere in possesso, se esistono. Se la direttrice dice che la figlia di DiPietro NON ha mai lavorato e non si è presentata nè ha ritirato lo stipendio, allora ha ragione nel rifiutare di motivare il tirocinio che in realtà non è avvenuto.
    Questo lo avevo specificato anche prima. Non riesco a capire cosa tu abbia voluto dire con quella nota.

    Il discorso mio era un altro: se DiPietro se l’è solo presa perchè ritiene il tutto un ingiustizia, messo davanti alle prove dovrà rassegnarsi, se continuerà a fare pressione sfruttando la sua posizione altolocata e usando minacce allora sì che il fatto diventerà di rilevanza sia etica che legale. Per adesso abbiamo dimostrato solo che DiPietro è un padre cieco (forse perchè non ha tempo di seguire tutte le vicende dei figli) e che si trova ad avere una brutta prole di svogliati figli di papà, ma questo non ha rilevanza sulla sua attività politica (per ora).

    A scanso di equivoci, nonostante le possibili simpatie e antipatie, io NON considero DiPietro un politico nè il suo un partito (così come non considero un partito la Lega), per me l’IdV è una variabile impazzita e fuori posto, ma queste sono opinioni personali: per me un partito può (per alcuni deve) ESSERE morale e fare politica, quello dell’IdV FA morale e non politica

  11. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:43

    il ccnl prevede obbligatoriamente una retribuzione per i praticanti? O_O
    quasi quasi divento giornalista

  12. Uriele dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:48

    Grazie Farina,
    ho visto solo ora il tuo messaggio ed hai ragione, non è necessario. Ho chiesto informazioni a una ex-giornalista (ai suoi tempi dice anche che il praticantato era di 2 anni, onestamente non so sei sia cambiato qualcosa da prima degli anni 63 oppure semplicemente si sia ricordata male) che mi ha fatto notare che l’articolo firmato o il semplice articolo di cronaca non sono gli unici lavori del giornalista, ma comunque qualche “prova” del lavoro nell’ufficio ci dovrà essere, fossero anche le impronte digitali sul vassoio del caffè…

  13. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 15:48

    ALLUCINANTE

    I praticanti hanno diritto al seguente trattamento:

    a) a un periodo di prova di durata non superiore a 6 mesi;
    b) a un equo compenso mensile non inferiore ai minimi fissati dalle
    tabelle allegate al presente contratto. Oltre ai minimi predetti sarà
    corrisposta l’indennità di contingenza;
    c) all’applicazione degli artt. 3 e 7;
    d) alla 13a mensilità nella misura e con le modalità previste dall’art.
    15;
    e) alla maggiorazione, in quanto dovuta, prevista dall’art. 17 per il
    lavoro notturno;
    f) ai compensi e alle maggiorazioni previste dall’art. 19 per il lavoro
    prestato;
    g) ad un periodo annuale di ferie di 20 giorni lavorativi;
    h) a permessi retribuiti per il tempo necessario a sostenere le prove
    per l’idoneità professionale prevista dagli ordinamenti sulla professione
    giornalistica. Tali permessi non potranno essere inferiori a 5 giorni in
    occasione delle prove orali;
    i) a permessi per il tempo necessario a seguire i corsi di formazione o
    i seminari promossi dal Consiglio nazionale o dai Consigli regionali e
    interregionali dell’Ordine dei giornalisti che rilasceranno la
    certificazione di frequenza, nonché a permessi retribuiti per complessivi
    giorni 8 per seguire i corsi di preparazione agli esami d’idoneità
    professionale promossi dal Consiglio Nazionale dell’Ordine;
    l) a un congedo matrimoniale di 15 giorni;
    m) alla conservazione del posto per 3 mesi nei casi d’infortunio o
    malattia. Durante il 1° mese avranno diritto all’intera retribuzione e per
    i successivi 2 mesi a metà della stessa;
    n) all’applicazione delle disposizioni di legge nel caso di chiamata o
    richiamo alle armi;
    o) ad un termine di preavviso di 1 mese in caso di licenziamento non
    dovuto a fatto o a colpa tale da non consentire la prosecuzione anche
    provvisoria del rapporto. In mancanza di preavviso sarà loro dovuta
    un’indennità pari alla retribuzione corrispondente al periodo di
    preavviso.
    Avranno inoltre diritto al TFR secondo quanto disposto dalla legge
    29.5.82 n. 297;

    e ve state sempre a lamentà

  14. asdrubale dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 17:06

    Tyler, per diventare giornalisti di deve fare il giornalista. Naturalmente devi essere cooptato in una testata giornalistica, perché non ci sono concorsi per un posto da giornalista, non li fanno più nemmeno alla rai.
    Manda una domanda di assunzione a Scalfari, non si sa mai.

  15. Alex dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 17:11

    Tyler, non la prenda come una polemica, ma se la stupiscono le tutele contrattuali del giornalista praticante è perchè non ha mai dato una scorsa al contratto piloti alitalia

  16. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 19:33

    @asdru

    io discuto il fatto che nella maggior parte (credo) dei praticantati sono a titolo gratuito

  17. Tyler dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 19:34

    *nella = la
    scusate ma sono rientrato ora e ho fame e Farina non mi invita mai a magnà

  18. Diego Neclord Tomasoni dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 20:08

    Un bell’articolo, molto interessante, anche difficile da argomentare. Immagino che limitarsi a parlare del mafioso – corruttore – piduista – cabarettista internazionale – padrone dell’informazione – sarebbe troppo semplice, meglio andare a fare l’esame del sangue ad Anna, la figlia dell’ex magistrato di mani pulite, tanto per far vedere che “so tutti uguali eh”. Perchè mentre questo blog si interessa di “praticantati”, di biowashball e di tette, qualcuno la fuori sta giostrando tra il conflitto d’interessi, un’immunità alla giustizia, l’annientamento della scuola pubblica per i plebei come me e un paio di attentati giusto qua e la. Certo che, se per caso passa il decreto “ammazzablog”, almeno qua state al sicuro che non il Silvio non vi fa chiudere. Saluti 🙂

  19. Tommaso Farina dice:

    Wednesday, 3 December 2008 alle 20:50

    Confermo tutto Tyler. Se a qualcuno interessasse, lo stipendio di un praticante neoassunto in un piccolo giornale (o in un giornale che tenga gli stipendi non superiori al minimo sindacale del ccnl, senza contratti integrativi) è di circa 900 euro netti al mese.
    Questo per i praticanti assunti, ossia i “praticanti vecchio stile”.
    Perché ci sono i praticanti iscritti alle scuole di giornalismo. Costoro vengono iscitti al registro praticanti, ma dopo aver pagato profumatamente il loro master, aver seguito le lezioni e i corsi, e aver fatto stage non retribuiti (sostitutivi del praticantato) in quotidiani, mensili, televisioni. Dopo, sono ammessi a fare l’esame di Stato.

  20. Sergio Fornasini dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 02:43

    Devo dire che mi ha colpito particolarmente il commento di Diego, in lui ho riconosciuto i toni che potevo avere più di 30 anni fa, un vero turbine di insoddisfazione e di rabbia. Poi col tempo e con le esperienze ho capito meglio le situazioni.

    Caro Diego, non ti dico di aprire gli occhi perché se penso a come ero alla tua età so bene che li hai già spalancati, ma in una sola direzione. Mi piacerebbe incontrarti e discutere con te sullo stato attuale dell’informazione nel nostro paese. Certo se parlassimo degli organi tradizionali, stampa e tv, credo ci troveremmo abbastanza in sintonia.

    E allora vediamo cosa succede in rete: migliaia di blog, la maggior parte per forza di cose con un numero non significativo di visite giornaliere, che lanciano anatemi e invettive in una certa direzione. Senza però rendersi conto che nella maggior parte dei casi non esprimono nulla di nuovo e significativo, fanno da ripetitore a slogan pensati altrove, sempre gli stessi. Non ho dati di fatto per valutarne l’impatto sulla società, ma tanto per attenermi alla realtà che si può percepire, direi che è ininfluente.

    Anche, e forse, perché le voci che si “oppongono” sono abbastanza sfigate, permettimi di dirlo come opinione personale. Il grosso dell’opposizione negli ultimi giorni si è concentrato sull’aumento dell’IVA a Sky, praticamente una ininfluente cazzata.

    I fuori dal coro che continuano a martellare sul lodo Alfano, conflitto di interessi ed altri argomenti, che alla fine non interessano la gente, le persone, coloro che costituiscono la società. L’ipotesi che ho formulato è facile da dimostrare: sono anni che vengono occupati i pochi spazi a disposizione per evidenziare certe situazioni e che succede? Che quando si va a votare la maggioranza preferisce chi di queste materie si dimostra un maestro assoluto, e non solo quando ci sono le elezioni.

    Non va, c’è da cambiare qualcosa. Forse smetterla di fare da altoparlante ai pochi strilloni inconcludenti e cominciare a parlare di realtà ben più importanti, e sopratutto essere un esempio per gli altri se si vuole essere ascoltati.

    Basta allora con le situazioni come quella evidenziata in questo articolo, con le telefonate alla direttrice per ottenere un attestato. Basta con le ecopalle e le case in Svizzera, fatte passare da rifugio contro la censura. Basta con le omissioni strumentali nei tanti articoli scritti, i veri giornalisti non avevano bisogno di pubblicare in tutti gli spazi disponibili e di fare spettacoli teatrali: quando scrivevano editoriali contro il potere facevano davvero male, perché i contenuti erano veri e sentiti dai loro lettori.

    Invece c’è chi pensa di strillare sempre le stesse cose, assolutamente inefficaci. Ho ascoltato direttamente un saggio regista qualche tempo fa, ad una mostra del cinema, che ha detto una cosa sacrosanta a proposito della essenza di Berlusconi: chi conosce quello che c’è da sapere ne è già consapevole. Chi vuole conoscere si può informare, ci sono molti mezzi a disposizione. Chi non vuole sapere non si può costringere a farlo. Attualmente alla maggioranza dei cittadini non gliene frega nulla di sapere, pensa solo agli affari propri, non mette in relazione il conflitto di interessi e tutte le altre cose con le proprie tasche, i propri personali interessi. È dura da pensare ma è la realtà. Il serio risvolto è che non c’è al momento chi li possa informare adeguatamente sulle relazioni tra le decisioni e le conseguenze. Il mezzo televisivo, rapido ed efficace, si sa bene da chi è controllato, poi adesso con la commissione di vigilanza ed il suo presidente incollato alla sedia andrà a meraviglia. In aggiunta l’opposizione sta dando indegno spettacolo occupandosi di questioni secondarie ed incomprensibili alla maggior parte della gente. Basta parlare con chiunque si frequenta abitualmente per capirlo. Amaro ma vero.

    Noi qui nel nostro piccolo, ma proprio piccolo, cerchiamo di informare ed anche di uscire dagli schemi. Non ci possiamo occupare di tutto a 360°, perché le nostre forze ed i nostri tempi e spazi sono limitati, ma ci proviamo. Non vogliamo fare il ripetitore a nessuno, anzi vorremmo che chi si erge a paladino sia puro ed irreprensibile. Talvolta ci accade di dimostrare il contrario, non diverremo mai popolari tra i sostenitori di alcuni personaggi ma pazienza.

    Tornado a Diego ed alle situazioni che cita nel suo commento, per fare un esempio mi sarebbe piaciuto avesse incluso anche la recente esternazione del premier al riguardo di due direttori di grandi giornali nazionali, o la possibile significativa riduzione del canone di abbonamento radiotelevisivo della quale ha parlato un articolo di Libero due giorni fa. A prima vista potrebbe sembrare una riduzione delle imposte, ma se sommi più IVA per Sky e meno canone (quindi meno fondi) per la RAI qual’è il risultato, forse un potenziale vantaggio per Mediaset? Ne ha parlato forse Di Pietro? Grillo? Travaglio? Non se ne sono accorti dell’anatema verso la stampa e delle ipotesi allo studio per la RAI? Sono occupati su altri fronti o non rientra nelle loro priorità?

    Caro Diego, ricorda che ultimamente a scoprire una gabola nascosta in uno degli ormai (purtroppo) numerosi DL varati dal governo non sono stati né Grillo, né di Pietro né Travaglio, ma una giornalista (vera). Si trattava del DL su Alitalia, all’interno c’era nascosta una norma salva manager bancarottieri. Ha fatto bene il suo mestiere, ha informato e contribuito a modificare i comportamenti del “potere”.

    Saluti

  21. emanuele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 10:28

    Sergio,

    “Chi non vuole sapere non si può costringere a farlo. Attualmente alla maggioranza dei cittadini non gliene frega nulla di sapere…”

    anche questa sarebbe una delle cose da cambiare dell’Italia, ma vorrebbe dire “cambiare gli italiani”… un’utopia.

    Non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire, no??

    Un giorno, su teleArena (canale regionale veneto), ho sentito una telefonata in diretta ad un programma stile “Porta-a-porta” in versione regionale. L’uomo, dalla cornetta, dopo aver risposto ad alcune domande dei conduttori disse (traduco direttamente ma immaginalo detto in un dialetto veronese molto marcato): “io ero comunista una volta, ma ho stracciato la tessera del partito, perche’ mai una volta mi son visto aumentare lo stipendio o calare le tasse come promettevano […], ora voto per Berlusconi perche’ penso sia onesto, inoltre si fa capire bene quando parla…”

    E’ disarmante vedere come spesso non si veda piu’ in la’ della punta del nostro naso (o del nostro portafoglio, data la nostra natura italica)

    cordiali saluti,

    Emanuele

  22. Sergio Fornasini dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 11:19

    Emanuele,

    alle persone che non gliene importa più di tanto di sapere, e sono purtroppo la maggioranza, bisogna saper comunicare per farle cambiare.

    Io ho conosciuto un comunista che ha stracciato la tessera: in quanto possessore di un’auto vecchiotta, non avendo i soldi per comprarsi una Euro 4, si è visto aumentare il bollo e si è incazzato. Una delle tante incazzature per aspettative tradite. Io invece mi sono visto costretto a spendere 1.700 Euro tra geometra e pratiche catastali in quanto possessore di due fabbricati rurali, non essendo predominante il mio reddito derivante da attività agricola. Sa che fabbricati sono? Due cantine, grotte scavate nel tufo, della superfice complessiva di una cinquantina di metri quadri. Beneficio per lo stato: reddito catastale della mia abitazione aumentato di circa 13 Euro, per le mie tasche 1.700 e magari non è ancora finita. In nome della caccia all’evasione fiscale, complimenti a Prodi e Visco.

    Ecco cosa è stato il governo precedente, una ramazza di soldi per attappare i buchi dello stato. Ben venga fare sacrifici se serve a qualcosa, ci hanno forse illustrato in maniera convincente le loro finalità? Pecoraro Scanio ha forse convinto qualcuno che andare in giro con un’auto più inquinante è un danno per la collettività? Perché i Verdi non parlano mai (ma anche i Grillo, i Di Pietro, i Travaglio e via dicendo), a quanto può arrivare alle mie orecchie, del fatto che il benzene è un agente altamente tossico e cancerogeno, componente fondamentale della benzina senza piombo. Quando viene bruciato da un motore non catalizzato (e ce ne sono tanti in giro, motorini compresi) produce danni incalcolabili alla salute pubblica. Buttare giù con le ruspe un ecomostro è giusto e legittimo, e fa molto più spettacolo dell’occuparsi di quello che ci sta avvelenando sul serio.

    Il mezzo di informazione più potente e diffuso è la TV, lo sanno anche i bambini. C’è chi lo sa usare efficacemente e chi no. Per due anni, con il precedente governo, sfilavano davanti alle telecamere dei personaggi variegati e poco convincenti. Non sanno usare i mezzi di comunicazione, pur spendendo soldi per consulenti che ne curano l’immagine continuano a borbottare cose incomprensibili ed a sbattere gli occhi, non sorridono mai. I loro addetti stampa non li supportavano in maniera adeguata, qualsiasi cosa dicessero facevano incazzare qualcuno. Qualcuno ha mai sentito la viva voce di Sircana, “portavoce” del governo? Delle cose che hanno promesso non hanno fatto nulla o quasi. Le poche azioni che hanno portato a risultati concreti, nel bene e nel male, non le hanno sapute mettere in evidenza.

    Ormai l’immagine è tutto, quando lo capiranno e la smetteranno di mettere in prima fila facce improponibili il primo passo del cambiamento sarà compiuto.

    Dall’altra parte invece sono maestri, riescono a presentare come imprese eccezionali dei disatri quali il presunto salvataggio di Alitalia ed il problema “risolto” dei rifiuti in Campania.

    Cambiare gli italiani è possibile, basta saperlo fare. Berlusconi ne è la dimostrazione vivente.

    Saluti

  23. Tommaso Farina dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 14:05

    Comunque io quando ero praticante non sono mai stato autorizzato a non recarmi al lavoro. Anche per i 3-4 giorni di malattia (due dei quali per una colica renale) che ho fatto in due anni ho presentato fior di certificati medici. Non è una cosa “prevista dal contratto”, il non andare al lavoro. Se costei non si è mai presentata al lavoro come dice la direttrice, mi chiedo come mai non sia stata licenziata dopo qualche mese. Un numero rilevante di assenze ingiustificate fa parte delle cosiddette “giuste cause” di licenziamento, e non richiederebbero nemmeno, credo, il mese di preavviso.

  24. Uriele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 14:42

    “Perché i Verdi non parlano mai (ma anche i Grillo, i Di Pietro, i Travaglio e via dicendo), a quanto può arrivare alle mie orecchie, del fatto che il benzene è un agente altamente tossico e cancerogeno, componente fondamentale della benzina senza piombo.”

    Qui ti parlo da ingegnere… perchè il POSSIBILE danno sulla salute è limitato, molto limitato. È come dire che andare alle terme rende i tuoi figli deformi per le radiazioni (sì, le terme sono radiottive, ma hanno un’attività bassissima, prova lo è anche il fatto che i lavoratori sono classificati di classe A o B come quelli che lavorano nella medicina nuclare o nei raggi X). Una cosa che sia potenzialmente dannosa non per forza è realmente pericolosa (mi viene in mente la storia dell’uranio e della TAV e la versione più misurata e scientifica degli ambientalisti francesi)

    @emunuele: “E’ disarmante vedere come spesso non si veda piu’ in la’ della punta del nostro naso (o del nostro portafoglio, data la nostra natura italica)”

    Io sono ancora abbastanza giovane e ho una famiglia e degli amici sempre disponibili ad ospitarmi in caso di difficoltà, è una fortuna, questo mi permette di votare pensando prima al sociale che alla mera sopravvivenza. Capisco però che chi non è così fortunato possa ritenere secondarie cose che per me sono fondamentali (se uno vota Berlusconi, pur non essendo indigente, perchè le leggi “pro domo sua” gli risultano anche “pro domo mia”, non mi sento di criticarlo). Un politico è eletto dagli elettori che, una volta informati (e ormai sono informati) decidono con la loro testa.
    Tutti noi ovviamente abbiamo una versione viziata dei fatti. Lakoff, nel suo “non pensare all’elefante”, ha scritto un trattato sul linguaggio politico e su come i fatti vengano assimilati selettivamente dall’elettore (da qualunque elettore), in poche parole ha applicato i fondamenti della “psicologia dei costrutti personali di Kelly alla politica.
    Berlusconi volenti o nolenti ha messo nel campo della politica un nuovo parametro, ha introdotto l’uomo partito (politica all’americana, rispetto ad una vecchia accezione in cui si aveva l’uomo del partito). Sostituendo la persona all’organo che rappresenta si è creato un secondo fenomeno, il fenomeno amore/odio (da notare che questa visione si è estesa anche a tutti gli altri partiti e ora riguarda anche tutti gli altri politici Prodi, come Veltroni, come Bertinotti, come Luxuria…). Essendo entrati in gioco dei sentimenti molto forti e preconcetti, l’elettore tende a cancellare, modificare e rimuovere i fatti che non lo interessano o tendono a modificare la sua visione.

    Lakoff nel suo libro spiega ai democratici come mai loro non riescano a vincere il consenso delle classe più indigenti alle elezioni, nonostante in potenza siano quelli che favoriscono di più i loro interessi. È un discorso complesso sul riconoscimento nella persona e nel simbolo che rappresenta piuttosto che sulle idee politiche vere e proprie. Berlusconi è “l’uomo che ce l’ha fatta”, non necessariamente pulito ma che ce l’ha fatta e nel nostro immaginario questo è un elemento importante e da tenere in conto, una persona intelligente laureatosi un una prestigiosa università con il massimo dei voti, avendo un padre appartenente alla classe media. Berlusconi dalla sua discese in campo si è creato l’immagine dell’uomo scomodo agli avversari politici, l’uomo attaccato su tutti i fronti perchè poteva riuscire, eccetera… Attaccarlo sul conflitto di interessi, dandogli dell’infame dello schifoso deridendolo, senza leggittimarlo anche per i suoi meriti (Barnard fa un discorso molto più complesso e corretto nel suo L’informazione È Noi, ma voglio semplificare sia per me che per chi legge) è giocare per Berlusconi, non solo si rafforza il sostegno dei suoi elettori storici, ma una campagna “ad nauseam” di offesa ed odio, porta dalla sua parte anche una gran parte della zona grigia (quella parte di elettori che non hanno un idea precisa)

  25. Uriele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 14:49

    la prova che le terme siano radioattive è che i lavoratori sono di classe A e B. Prima del referendum sul nucleare comunque, su tutti i centri termali capeggiava la scritta “Terme ad alta radioattività”, prontamente levato il giorno dopo i risultati. Vorrei tranquilizzare tutti dicendo che ci sono studi che dimostrano, SOTTO una certa concentrazione, che le radiazioni NON sono dannose, anzi a concentrazioni basse si ipotizza possano essere anche salutari (NOTA: non esistono studi invece sul fatto che siano realmente salutari al di fuori della medicina nucleare per curare certe patologie, infatti la NON nocività al di sotto di una certa dose è provata, mentre i benefici sono solo ipotizzati, ma non ho trovato studi seri specifici). Questi dati sono stati ANCHE mostrati durante i corsi di ingegneria energetica a Bologna

  26. Sergio Fornasini dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 15:22

    Uriele,

    sarà pure il punto di vista di un ingegnere ma il benzene è cancerogeno, su questo non ci sono dubbi. Almeno fino a quando non chiudono anche Google è facile venirne a conoscenza, semmai non si sappia in giro. Si può cosi leggere, fra le altre cose, che è dimostrato che il benzene è una sostanza cancerogena multipotente, ovvero che provoca varie forme di tumori in molte parti del corpo. Non l’ha scritto un ingegnere ma un medico.

    Stare in coda dietro ad una Panda o Uno non catalitica a me fa venire da vomitare e chiudo il riciclo dell’aria. Il fondo di radioattività naturale è normalmente più elevato nelle zone vucaniche, luogo di origine delle acque termali calde. Ma non così elevato da risultare dannoso.

  27. Uriele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 15:47

    Sergio leggi anche il resto. È un elemento cancerogino, siamo tutti d’accordo, ma in quale quantità? La sua concentrazione attuale nell’aria, considerando la percentuale di macchine non euro4 (vedi l’esempio delle radiazioni) è sufficiente da rendere il fenomeno un pericolo? I nuovi modelli di macchina hanno dei combustori migliori, ma non per questo non producono sostanze potenzialmente cancerogene, semplicemente ne producono meno ed hanno filtri migliori (le regole sono fatte in modo tale che si debba applicare la migliore tecnologia disponibile COMPATIBILMENTE con il prezzo, se i gas di scarico profumassero di mughetto e fossero più puri dell’aria, esempio paradossale, i prezzi e le dimensione per la tecnologia attuale sarebbero proibitivi).
    Erano più pericolose le vecchie benzine o quelle senza piombo per la salute a parità di concentrazione?

    I lavoratori delle terme sono considerati di classe A (per la dose di radiazione che assorbono in un anno che comunque non può essere maggiore del limite di legge), come quelli che lavorano con il reattore da ricerca RB-3 di Montecuccolino (http://www.geocities.com/energia_nucleare/nucleare/reattore_nucleare_montecuccolino.htm). Il che non significa che siano in pericolo di vita o che rischino danni alla salute, solo che in caso di incidenti (non chiedermi che tipo di incidente ci possa essere nelle terme, non ti so rispondere…) avrebbero già nel corpo una concentrazione di radiazione superiore a quella di altre persone a cui si sommerebbe quella dell’incidente (sto parlando come mangio) e la cosa potrebbe diventare pericolosa.

    Ci sono molte cose che possono essere pericolose potenzialmente, ma si fa un’analisi di rischi, costi e benefici e si decide. L’amianto nei freni che si liberava nelle frenate era molto pericoloso per la saluta ed è stato eliminato da tutti i freni moderni. Io sono d’accordo con te sul POSSIBILE pericolo, ma dal possibile pericolo al danno incalcolabile ce ne passa. Dipende tutto dalle dimensioni in gioco. Ora se mi porti uno studio sulla quantità di macchine “allo stato dell’arte” e quelle non catalitiche, sulla percentuale dell’elemento cancerogeno nell’aria urbana (le concentrazioni sono importanti) e studi medici al riguardo, allora si può dare un giudizio.

    È come la prova del cellulare e del seme maschile che doveva rendere sterile un uomo dopo pochi mesi… Se l’esperimento è fatto in laboratorio e si mette il seme di fianco al cellulare, le onde elettromagnetiche possono danneggiarlo in poco tempo, se invece uno lo tiene in tasca quando esce le scale temporali e le concentrazioni di radiazione elettromagnetica necessarie sono di ordini di grandezza molto superiori.

  28. Sergio Fornasini dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 16:13

    che bel off topic ambientale che ci stiamo facendo.

    Concordo sulla necessità di studi scientifici, seri e condotti da enti indipendenti (sopratutto dalla politica) per poter avere dei dati. Ai potenziali pericoli vanno poi aggiunti quelli derivanti dalle polveri sottili ovviamente.

    Io personalmente sono convinto che nessuno li promuoverà mai, ambientalisti o no. Gli interessi in gioco sono mostruosamente grandi, quando le grandi compagnie petrolifere decideranno che il benzene fa male, invece della benzina verde si inventeranno quella blu.

    Per chi volesse approfondire come stanno le cose nella propria città, consiglio di visitare i siti dell’ARPA per i dati. Io ho trovato molto istruttivo vedere quello della Toscana, e tenendo presente che il limite di legge, previsto a partire dal 1 gennaio 2010, è di 5 µg/m3. A Firenze in Viale Rosselli nel 2003 era a 13,3.

    http://www.arpat.toscana.it/aria/ar_benzene.html

  29. Uriele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 16:47

    I limiti di legge servono perchè è giusto che si applichi sempre la tecnologia migliore disponibile (e a mio avviso è una cosa giustissima), non è sempre questione di dolo (alcune volte, le industrie devono ributtare nei fiumi, per rispettare i limiti di legge, acque più pulite di quelle che utilizzano, perchè i limiti sono sulle usciti piuttosto che sugli ingressi)

    Per quanto riguarda le compagnie petrolifere ti rimando a questo articolo:

    http://www.novambiente.it/DocumentiR/Energia/Fonti-di-e/RISPARMIO-/Le-compagnie-petrolifere-e-l-efficienza-energetica.doc_cvt.htm

    guarda per esempio la BP. Purtroppo ti devo mandare un altro link più tardi, se lo trovo, perchè l’argomento lo conosce mio fratello meglio di me. Il punto di quest’altro articolo è che delle grosse compagnie petrolifere stanno REGALANDO* miliardi di dollari alle università americane per ricercare liberamente sulle energie alternative..

    *non fatevi ingannare dalla parola, non lo fanno perchè sono buone, ma perchè ne avrebbero un profitto: i brevetti ottenuti non sarebbero di proprietà delle società petrolifere che hanno regalato i soldi, ma ovviamente avrebbero un diritto di prelazione sull’acquisto. Il gesto ha una doppia utilità:
    1) sensibilizzare l’opinione pubblica per ottenere consensi
    2) assicurarsi una posizione predominante nel campo dell’alternativa quando uscirà una soluzione sostitutiva realmente valida. Qualunque sia realmente il picco del petrolio (già passato da 5 anni o a venire fra 10), queste case si stanno impegnando ad investire più delle altre su questo tipo di tecnologie per riuscire a mantenere una posizione economica e sociale che hanno tutt’ora

  30. emanuele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 17:16

    mmm…. a Uriele non piace la “sintesi” 😀

  31. Uriele dice:

    Thursday, 4 December 2008 alle 18:22

    sono sempre stato contrario alle cose brevi, sono nato dopo ore e ore di travaglio: prolisso e palloso fin dall’inizio 😀

  32. Uriele dice:

    Friday, 5 December 2008 alle 04:35

    Gentilissimo Dott.Fornasini,
    come promesso ecco l’articolo (alla fine era proprio BP, non pensavo):

    http://berkeley.edu/news/media/releases/2007/02/01_ebi.shtml

    Chiedo scusa per il ritardo, ma mio fratello è dall’altra parte del mondo a lavorare e ci si incontra in linea ad orari improbi (se ho scritto cose imprecise prima anticipando l’articolo chiedo scusa, ma non lo avevo sotto. Ci ho dato una scorsa veloce e non mi pare di aver detto cavolate incredibili)

  33. Sergio Fornasini dice:

    Friday, 5 December 2008 alle 08:27

    Molte grazie Uriele.

    Chissà, accadrà mai che l’ENI decida di investire anche un solo milione di Euro nella ricerca universitaria qui da noi?

  34. Francesco B dice:

    Friday, 5 December 2008 alle 12:00

    Si parlava di polveri sottili e di migliore tecnologia disponibile, oggi però per cercare di abassare la quantità di emissioni si è spostato il problema dalle microparticelle (polveri sottili) alle nanoparticelle (miliardesimo di metro contro milionesimo delle microparticelle), non è detto che la miglior tecnologia disponibile oggi sia realmente migliore a volte ci vogliono anni per trovare quale sia il danno che causa, la scienza è anche questo, resta un fatto e cioè la produzione di queste sostanze che volente o nolente non fanno bene all’organismo.

    Vorrei anche sottolineare, visto che ci siamo, che la legge 125 del 2006 che ha ratificato il protocollo di Aarhus è costantementee aggiungo volutamente disattesa in questo paese, ciò comunque non invita le aziende o chi per loro a rispettare le norme e ad adattare la cosidetta BAT

  35. Fabio dice:

    Friday, 5 December 2008 alle 12:17

    Mi piace tanto il commento di Diego che ha la sua verità di fede sulla distruzione della scuola pubblica per i plebei “come lui”. Che probabilmente plebeo non lo è affatto e non gliene frega assolutamente nulla della scuola.
    Diversamente si sarebbe accorto della situazione pietosa in cui l’istruzione da decenni, che le borse di studio sono insufficienti e che decine di migliaia di docenti alimentano il magna-magna dei testi scolastici mettendo in ginocchio le famiglie.
    Magari è anche convinto che la scuola elementare italiana è la migliore del mondo, oppure che il modulo sia stato adottato per ragioni pedagogiche.

    E’ davvero incredibile quanto è facile per la sinistra oggi trascinare la gente nelle sue battaglie insulse. Uno schiocco di dita ed ecco pronto l’esercito.

  36. Uriele dice:

    Friday, 5 December 2008 alle 15:39

    l’Eni è sempre divertente, ogni tanto alle conferenze sull’energia (un paio di anni fa hanno fatto quella italiana a Bologna) è venuto un delegato a cercar di convincere gli studenti e i professori che lavoravano con l’ENI in quel campo di alcune boiate, le risate lo hanno sommerso…
    Ci sono vari contratti fra università ed ENEA nel campo della ricerca (sia solare che eolica che nucleare), l’ENI effettivamente fa molto poco…

    A francesco: esistono due livelli BAT, uno per i nuovi impianti e uno più flessibile per gli impianti vecchi.
    Quando compri o progetti un nuovo sistema turbogas DEVI stare nei limiti del BAT, mentre se l’impianto è già avviato devi semplicemente, nei tempi e nei modi, adattarlo a un’altro livello meno conservativo sulle emissioni.
    Questo è anche giusto visto che magari, quando stavi installando un nuovo impianto, hai speso molti soldi per seguire le normative allora in vigore e se te le cambiamo all’apertura non puoi ricominciare da capo e sostituire tutto il turbogas e la camera di combustione (l’efficienza è legata al complessivo) e i filtri. Inoltre devi considerare che un sistema ha una certa aspettativa di vita e se avviene il salto tecnologico non si può chiedere di sostituire tutti gli impianti funzionanti e produttivi (costruire un nuovo impianto exnovo È inquinante e costoso sia energeticamente che economicamente, se non sfrutti a pieno l’impianto che hai butti via solo dei soldi e sprechi energia)

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